DAL MANIFESTO, SABATO 20 12 2008
ALITALIA: Trattativa dura ma avanzata. Con Air France
Il prossimo padrone di quel che resta di Alitalia si è presentato ieri a Milano, nello studio legale Bonelli Erede Pappalardo, per definire con Cai i dettagli finali dell'ingresso nella società, a partire dal piano industriale vero e proprio. E lo ha fatto presentandosi con una squadra «pesante». Una decina di dirigenti di alto livello ha infatti accompagnato Pierre-Henry Gourgeon, numero due operativo di Air France-Klm e - dal 1 gennaio - nuovo amministratore delegato della compagnia transalpina. Il «grande capo», Jean-Cyril Spinetta, è rimasto in Francia «per problemi di agenda», ma resterà al posto di comando, come presidente.
La riunione è stata molto lunga, circa sei ore. E le delegazioni, uscendo, non hanno rilasciato dichiarazioni. Fonti definite comunque «vicine alla trattativa» hanno spiegato che «l'incontro non è stato risolutivo», rinviando a un nuovo testa a testa «tra Natale e Capodanno» la soluzione dei problemi ancora sul tavolo. La discussione sarebbe avvenuta esclusivamente sull'impianto industriale dell'alleanza, mettendo al centro il tema della redditività delle rotte che dovrebbero esser mantenute anche da Cai, e quindi quello della flotta (quali aerei sono più funzionali a garantire un certo ritorno economico sulle singole rotte?). Problema non secondario è anche la ripartizione degli utili derivanti dall'interconnessione operativa.
Una riunione così lunga ha fatto pensare a difficoltà più importanti del previsto. E certo è ipotizzabile che Roberto Colaninno e Rocco Sabelli - presidente e a.d. di Cai - stiano giocando su più tavoli (sono attese risposte, nei prossimi giorni, anche da Lufthansa e British Airways), nell'intento di alzare il prezzo di ingresso, come socio, del «partner straniero». Ma è anche certo che Air France si è guadagnata la fama di negoziatore parecchio più ostico dei sindacati «complici» (definizione del ministro del welfare, Maurizio Sacconi) che fin qui avevano spianato la strada alla «cordata italiana».
Da parte francese si è voluto far notare che questo negoziato è «quello prioritario», perché «in una fase più avanzata» rispetto a quelli con tedeschi e inglesi. I primi, in effetti, volevano da subito una quota azionaria di assoluto controllo (che sarebbe suonata però una smentita secca della «mantenuta italianità» della compagnia, come promesso da Berlusconi). I secondi si son sempre dichiarati disponibili soltanto ad una alleanza commerciale, non a un ingresso nel capitale.
Sul fronte sindacale, invece, la giornata di ieri fa registrare un nulla di fatto. Sdl, Anpac e Up sono stati ricevuti da un «vice» del commissario straordinario, Augusto Fantozzi. E non hanno ricevuto nessuna risposta degna di nota. Filt-Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Anpav e Avia hanno invece incontrato il neoassunto direttore del personale di Cai, Giovanni Di Stefano. Si doveva discutere di «presunti scostamenti» tra i criteri di assunzione pattuiti in novembre dai quattro sindacati «primi firmatari» e le pratiche in atto questi giorni nella gestione del reclutamento del personale. Hanno ottenuto «rassicurazioni» che «non ci sono discriminazioni» verso i portatori di handicap, le donne in gravidanza e le persone con pesanti problemi familiari (per decenza, forse, non è stata smentita la selezione negativa rispetto ai quadri sindacali «sgraditi»).
La realtà che emerge all'uscita della palazzina dove vengono notificate le proposte di assunzione è molto diversa. Donne sole con figli a carico si son viste destinare a Torino, Milano, Napoli. Ci sono coppie in cui non è stato assunto nessuno dei due. E per quanto riguarda le donne in gravidanza, siamo alle «promesse verbali». Ma non una riga nero su bianco. Fr. Pi.
La riunione è stata molto lunga, circa sei ore. E le delegazioni, uscendo, non hanno rilasciato dichiarazioni. Fonti definite comunque «vicine alla trattativa» hanno spiegato che «l'incontro non è stato risolutivo», rinviando a un nuovo testa a testa «tra Natale e Capodanno» la soluzione dei problemi ancora sul tavolo. La discussione sarebbe avvenuta esclusivamente sull'impianto industriale dell'alleanza, mettendo al centro il tema della redditività delle rotte che dovrebbero esser mantenute anche da Cai, e quindi quello della flotta (quali aerei sono più funzionali a garantire un certo ritorno economico sulle singole rotte?). Problema non secondario è anche la ripartizione degli utili derivanti dall'interconnessione operativa.
Una riunione così lunga ha fatto pensare a difficoltà più importanti del previsto. E certo è ipotizzabile che Roberto Colaninno e Rocco Sabelli - presidente e a.d. di Cai - stiano giocando su più tavoli (sono attese risposte, nei prossimi giorni, anche da Lufthansa e British Airways), nell'intento di alzare il prezzo di ingresso, come socio, del «partner straniero». Ma è anche certo che Air France si è guadagnata la fama di negoziatore parecchio più ostico dei sindacati «complici» (definizione del ministro del welfare, Maurizio Sacconi) che fin qui avevano spianato la strada alla «cordata italiana».
Da parte francese si è voluto far notare che questo negoziato è «quello prioritario», perché «in una fase più avanzata» rispetto a quelli con tedeschi e inglesi. I primi, in effetti, volevano da subito una quota azionaria di assoluto controllo (che sarebbe suonata però una smentita secca della «mantenuta italianità» della compagnia, come promesso da Berlusconi). I secondi si son sempre dichiarati disponibili soltanto ad una alleanza commerciale, non a un ingresso nel capitale.
Sul fronte sindacale, invece, la giornata di ieri fa registrare un nulla di fatto. Sdl, Anpac e Up sono stati ricevuti da un «vice» del commissario straordinario, Augusto Fantozzi. E non hanno ricevuto nessuna risposta degna di nota. Filt-Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Anpav e Avia hanno invece incontrato il neoassunto direttore del personale di Cai, Giovanni Di Stefano. Si doveva discutere di «presunti scostamenti» tra i criteri di assunzione pattuiti in novembre dai quattro sindacati «primi firmatari» e le pratiche in atto questi giorni nella gestione del reclutamento del personale. Hanno ottenuto «rassicurazioni» che «non ci sono discriminazioni» verso i portatori di handicap, le donne in gravidanza e le persone con pesanti problemi familiari (per decenza, forse, non è stata smentita la selezione negativa rispetto ai quadri sindacali «sgraditi»).
La realtà che emerge all'uscita della palazzina dove vengono notificate le proposte di assunzione è molto diversa. Donne sole con figli a carico si son viste destinare a Torino, Milano, Napoli. Ci sono coppie in cui non è stato assunto nessuno dei due. E per quanto riguarda le donne in gravidanza, siamo alle «promesse verbali». Ma non una riga nero su bianco. Fr. Pi.
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