DAVANTI ALL’EMERGENZA CALDO ALLA CHIUSURA DELL’AZIENDA AL DISINTERESSE SINDACALE, GRUPPI DI OPERAIE SI AUTORGANIZZANO E SCIOPERANO
SI PARTE DALLE CONDIZIONI sulle linee di lavorazione che sono molto pesanti, con intensi ritmi di lavoro aggravate dai livelli alti di temperatura e umidità nei capannoni, caldo e umidità non certo sopraggiunti a sorpresa. Giorni e giorni a questa condizione che piegano oltremisura le lavoratrici e i lavoratori, ‘a volte ti senti girare la testa nell’alzare e abbassare i pezzi’, L’azienda ha i suoi obiettivi, come aumentare il numero delle macchine prodotte con meno operaie/i per linea, così come cercare gli escamotage possibili per consumare meno corrente elettrica. In quale modo si lavori poi non è un affar suo, i lavoratori nei campi insegnano.
Ancora nel 2024 ci tocca sentire scuse tipo ‘abbiamo ordinato il pezzo arriverà più avanti…’ Ipocriti e vigliacchi. Come l’azienda sa essere perfetta nel programmare in anticipo le linee per le nuove commesse, così gli impianti di condizionamento -che vuol dire l’obbligo di legge a garantire la tutela della salute e della sicurezza per le operaie/i- vanno testati, resi efficienti con l’opportuna manutenzione preventiva e messa a punto per tempo. Quindi lasciare lavoratrici e lavoratori a boccheggiare sulle linee è una precisa scelta, quella del profitto capitalista, che trova appoggi e impunità nei provvedimenti del governo moderno fascista della Meloni, quello che non vuole disturbare i padroni che producono/sfruttano. Una scelta tanto volontaria da non aver nemmeno portato l'azienda a distribuire il minimo del minimo del minimo, ovvero i previsti sali minerali per la stagione estiva.
E SI ARRIVA AL FATTO che questa situazione certifica la totale mancanza di Cgil Cisl Uil nella difesa dei lavoratori. Ma le parole di una delegata ci dicono molto di più ‘noi vorremmo fare qualcosa in linea, così non si riesce più a lavorare, ma il nostro sindacato poi non ci appoggia’. Questi sindacati quindi sono un freno alla ribellione, un ostacolo alla lotta di classe da rimuovere. Ma queste parole ci avvisano anche che serve un passo in avanti per liberarsi da questa presenza tossica. Serve la lotta autonoma delle operaie/i da Cgil Cisl Uil, per questo è importante l’esempio delle operaie che su alcune linee di lavorazione, nel secondo stabilimento Evoca bergamasco, con coraggio hanno autorganizzato lo sciopero con lo Slai Cobas, di emergenza ma proposto anche una piattaforma rivendicativa, con la richiesta di un incontro all’azienda, con Slai Cobas per definire un programma di intervento preventivo ed efficace e soprattutto verificabile dalle operaie, in merito al ricorrente problema del microclima stagionale.
E come provvedimenti a carattere di urgenza per fare fronte al microclimatica nei reparti visto il perdurare dell’attuale condizione meteo:
Uno giusto sciopero per il caldo, ma scioperare è necessario per contare di più in fabbrica, per organizzarsi come gruppo per i nostri interessi di classe, per acquistare forza e coscienza collettiva, perché è tutta la condizione operaia che chiede una larga ribellione.
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