Imane ha dovuto combattere con i pregiudizi e gli ostacoli nel suo paese verso una donna che voleva fare la boke, e ora si è trovata ad essere attaccata da rappresentanti istituzionali di un paese imperialista (La Russa, Meloni, Salvini).
Attacchiamo le squallide dichiarazioni della Meloni e la canea della stampa di destra che approfittano di questa vicenda sportiva per tornare ad attaccare le/i transessuali o di altro genere, per riproporre la tesi fascista che o si è donna o si è uomo, o non si è niente.
Si cerca di imporre, miseramente, una sorta di apartheid sessuale nello sport?
La fascista Meloni ancora una volta sta in buona compagnia con Orban e ora anche con Putin che ha parlato di “perversione nello sport”.
Non ci stiamo alle lacrime dell’italiana Angela Carini, che ha tentato di coprire la sua carenza professionale, mettendo in discussione l'essere donna di Imane – al servizio di che e di chi?
Ha, volente o non volente, risollevato uno stereotipo, anti scientifico, reazionario anti donna, per cui donna è debole, uomo è forte.
Da parte della Meloni, dei reazionari fascisti, dietro questo, inevitabilmente c’è la riproposizione strumentale della divisione tra maschi e femmine, funzionale alla divisione dei ruoli nella società. Così come c'è la reazione isterica sovranista, auto propagandista dell'Italia, e della sua persona.
Ma stavolta ha fatto flop.
MFPR
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