18/08/22

Arabia Saudita, attivista per i diritti delle donne condannata a 34 anni di prigione per un tweet. E’ la pena più dura mai inflitta

E gli Usa/Biden, nella sua recente visita, soltanto "sottopone" al principe saudita il problema del rispetto dei diritti umani nel suo Paese...
Ma come potrebbe essere altrimenti visto che nel suo paese, America, altrettanto fa contro l'altra barbarie (attacco all'aborto) contro le donne? (leggi su questo altro post).
Da Il fatto quotidiano 
Dopo essere stata arrestata il 15 gennaio del 2021 durante una vacanza e aver subito 285 giorni di interrogatorio, Salma Al-Shabab, il 9 agosto scorso, il Tribunale penale specializzato saudita ha condannato l’attivista per i diritti umani a 34 anni di prigione. E’ la più alta condanna comminata ad un’attivista per i diritti umani nella storia del Paese. La donna, sciita- minoranza repressa in Arabia Saudita- dottoranda di ricerca all’università di Leeds e madre di due figlie, è stata incriminata per un tweet nel quale rivendicava diritti e libertà e che per il Paese guidato dal principe saudita Mohammed Bin Salman, “minava la stabilità e metteva in giro voci tendenziose su Twitter”.
Quello di Salma Al- Shabab è solo uno dei centinaia di casi di giovani incriminati per aver rivendicato diritti e libertà sui social network. Nonostante Joe Biden abbia dichiarato di aver sottoposto al principe saudita il problema del rispetto dei diritti umani nel suo Paese nel suo ultimo incontro a Jeddah in occasione del summit Gulf Cooperation Council di luglio, la situazione non sembra essere cambiata di un millimetro, anzi. La libertà di stampa e di pensiero soprattutto delle donne, subisce ogni giorno in Arabia Saudita, in quello che qualcuno ha definito “Risorgimento saudita”, importanti restrizioni.

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