13/08/22

Ritornando sul tavolo "Donne e guerra" del campeggio No Muos - report di una compagna Mfpr

Abbiamo partecipato al campeggio No Muos a Niscemi che si è tenuto dal 5 al 7 agosto, in particolare nella giornata del 6 agosto, in un clima accogliente, abbiamo preso parte come Mfpr al partecipato tavolo di lavoro Donne e guerra, bella è stata anche la presenza di tante giovani militanti, studentesse, da diverse città e territori.


Il tavolo Donne e guerra si poneva "...due obiettivi. Il primo quello di creare una riflessione sulla questione dell'oppressione delle donne nei contesti di guerra, dove la guerra si fa praticamente e nei paesi, come il nostro, dove la guerra si decide e le conseguenze economiche ricadono sulle classi più povere. E il secondo di ridare protagonismo alla lotta che le donne hanno svolto negli anni contro la costruzione della base e contro la guerra"

Un tavolo soprattutto “operativo” è stato detto ma che ha avuto anche spunti di riflessione sulla questione della guerra imperialista, di come essa incide in termini ideologici/politici/pratici contro la condizione di vita delle donne anche in termini di scaricamento dei costi sociali di essa, interessante anche l'aspetto di iniziare ad interrogarsi sui 10 e più anni di lotta del movimento No Muos, in cui il protagonismo delle donne è stato forte, nonostante la forte repressione scatenata dallo Stato in svariate forme, di come rilanciare la mobilitazione popolare e nello specifico delle donne, la necessità di collegarsi con le altre realtà e movimenti a livello anche nazionale.

Riportiamo appunti su alcuni interventi a cura della compagna del Mfpr che ha partecipato.

Il tavolo si è aperto con un interessante intervento di una donna rappresentante le donne/mamme No Muos che negli anni sono state protagoniste di lotte forti nel movimento. Donne che dapprima si sono incuriosite anche della lotta che i loro figli facevano e che poi hanno partecipato in prima linea contro l’installazione del Muos, contro l’occupazione del territorio della base Usa, contro la devastazione ambientale, contro la guerra… “Siamo donne non tutelate dallo Stato!”.
Sono state poste anche alcune ragioni in merito al depotenziamento negli anni della lotta delle mamme No Muos, un attivismo che da un inizio positivo di conferme anche mediatiche a livello nazionale è poi passato ad una fase più negativa legata anche alla sfera repressiva scagliata contro il movimento No Muos dallo Stato in diverse forme… donne che osavano lottare contro gli Usa che occupano il territorio siciliano che venivano anche derise per la lotta che facevano… dalla repressione fisica della polizia che caricava con violenza i blocchi pacifici, alcune donne sono finite in ospedale, alle multe, denunce, fogli di via… si è passati anche ad una forma di repressione psicologica, culturale, isolante legata anche alla mentalità propria di alcune realtà siciliane, donne sposate hanno avuto problemi in famiglia con i mariti che venivano influenzati negativamente dall’esterno, anche dalle forze dell’ordine… La mobilitazione delle donne ha dato fastidio, ad una lettera scritta a Mattarella la risposta è stata delegata al Prefetto locale ma poi l’incontro non c’è stato, volevano dare un’impostazione della lotta solo sulla questione salute e non sulla militarizzazione… per questo sistema le donne non si devono mettere in prima fila ma devono restare inchiodate a determinati ruoli… ma se le donne danno fastidio vuole dire che sono nel giusto. Anche la questione del Muos è oggi lo specchietto di quello che accadendo nel mondo in termini di guerra esterna e interna contro le popolazioni, le donne, siamo già in economia di guerra.
Come donne/madri sono state attive anche nel campo della scuola, contro l’alternanza scuola lavoro e la cultura al servizio della militarizzazione, denunciando per esempio programmi scolastici proposti da alcuni Dirigenti vedi quelli sull’attività dei Marines. La distruzione dell’ambiente, le malattie sono conseguenze del sistema imperialista/capitalista… importante è l’unità delle compagne, del movimento, rompere l’isolamento, questa battaglia non finisce…

L’intervento di una compagna giovane del Collettivo Trinacria, valorizzando come esempi positivi del protagonismo delle donne nella lotta l’esperienza delle donne/mamme No Muos così anche l’esperienza/percorso raccontato in questo tavolo dalla compagna Mfpr dell’Assemblea donne/lavoratrici, puntualizzava tra altre cose la questione delle spese belliche del governo che sono deviate dai bisogni sociali, si tolgono soldi da tutto quello che nello specifico per esempio serve alle donne socialmente, le più colpite anche dal punto di vista del ruolo riproduttivo. Quali sono le esigenze oggi delle donne niscemesi, del territorio, da questo occorre partire…, ha posto il fatto che accanto all’analisi giusta di quanto le donne sono oppresse in questa società occorre anche comprendere su quanto le donne siano capaci di reagire e agire nella lotta.

La compagna Mfpr portando al campeggio e al tavolo i saluti della compagne e lavoratrici in lotta ha appunto portato l’esperienza dell’Assemblea Donne/lavoratrici, spiegandone il senso, il percorso dallo scoppio della pandemia che ha oggettivamente aggravato la condizione di lavoro e di vita della maggioranza delle donne ad oggi, la necessità di non essere ricacciate a casa, di rompere l’isolamento, come diceva anche la mamma No Muos, di collegare le lotte per sostenersi, rafforzarsi all’insegna della parola d’ordine da concretizzare nella pratica “se lotta una lottano tutte”… perché l’attacco a 360 gradi del governo, dello Stato, di questa società è comune e noi donne lavoratrici, proletarie non possiamo e non dobbiamo restare divise… dobbiamo trovare, costruire l’unità a partire dalle lotte che facciamo nei posti di lavoro/non lavoro per estenderle a tutti gli aspetti di doppia oppressione che subiamo… in questo senso sulla questione dello scoppio della guerra interimperialista dell’Ucraina l’Assemblea donne/lavoratrici ha preso immediata posizione innanzitutto con la mozione contro la guerra diffusa dalle piazze dell’8 marzo ad oggi, con diverse iniziative messe in campo, nei posti di lavoro… “non in nostro nome! Questa è la vostra guerra non la nostra!”, la compagna ha presentato brevemente il dossier “Donne contro la guerra imperialista” prodotto dopo la significativa assemblea telematica del 9 giugno in cui ad un ragionamento sulla fase che stiamo vivendo dal punto di vista delle donne si è unita la voce delle lavoratrici che lottano, vedi la lotta della operaie della Beretta di Bg, esempio importante di operaie che stanno lottando contro la guerra interna che i padroni scaricano contro di esse colpendo gravemente diritti basilari come la maternità, attacchi che si intensificano, come dicevano anche altre compagne, in fasi come quella che stiamo vivendo dove la guerra è anche uno dei mezzi con cui il Capitale cerca di risolvere la crisi economica in cui sprofonda… le operaie della Beretta l’8 marzo scorso sono scese in sciopero anche contro la guerra…
Il collegamento delle lotte è importante, in questo senso la partecipazione e l’intervento di una compagna No Muos sulla lotta che come Mfpr abbiamo sostenuto attivamente, partecipando direttamente anche a diverse manifestazioni, all’assemblea telematica del 9 giugno è stata importante… questo collegamento deve avere necessariamente anche una dimensione internazionale verso le lotte che le donne nel mondo fanno contro doppio sfruttamento e doppia oppressione, contro la guerra imperialista… da qui il riferimento alla lotta rivoluzionaria delle compagne e donne indiane parte determinante della guerra popolare guidata dal partito comunista maoista dell’India.
Una compagna giovane del Collettivo Lunga Marcia di Milano ha sottolineato che il protagonismo delle donne è all’interno della lotta di classe … il patriarcato non nasce slegato dal sistema economico che si sviluppa, il testo di Engels “L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato” analizza ciò… la contraddizione di genere non deve essere posta come principale… il governo ha fatto una forte propaganda della guerra e su questo la compagna si è ricollegata alla questione strumentalizzata dal governo della donne narrate solo come vittime da combattere che aveva posto la compagna Mfpr nel suo intervento esprimendo anche interesse verso la lotta delle operaie della Beretta…Guardare alle esperienze di lotta delle donne contro la guerra, vedi le donne palestinesi per esempio, la lotta delle donne oppresse, riprendere l’esperienza delle donne partigiane/Resistenza, delle donne in Unione Sovietica… oggi l’attacco alla condizione di vita delle donne è forte, vedi la questione del diritto di aborto ma qui l’esclusione non è per tutte le donne, è un’esclusione di classe…

Una compagna attivista No Muos… la lotta delle donne è lotta di classe, è legata alla lotta contro il capitalismo… occorre iniziare e continuare il dialogo con i movimenti femministi e femminili ma non si può fare femminismo se non ci si occupa di lotta di classe, nella pratica occorre andare nei quartieri, nei territori… occorre andare alla radice del problema…occorre portare la lente anticapitalista/antimperialista nei movimenti femministi “occupando” i territori...

Una compagna ha parlato dell’esperienza delle donne curde, la messa in campo della guerriglia difensiva, del “riumanizzare” il conflitto oggi “anonimo”, vedi la questione dei droni che vengono guidati anche dalla base del Muos, le donne curde non necessariamente madri biologiche ma anche madri sociali al servizio del popolo…

La necessità di collegarsi per rompere l’isolamento, per rafforzarsi nelle lotte è stata posta in più interventi, una compagna ha parlato di collegamento con le varie “coalizioni” riferendosi per esempio anche all’esperienza dell’Assemblea donne/lavoratrici…

Un’altra compagna giovane No Muos ha posto la necessità di rompere la normalizzazione dell’oppressione delle donne da parte dei governi/Stato. Lavoro di rottura, in questo senso la proposta di fare inchiesta tra le donne a partire dai territori circostanti che è uscita in questo tavolo ed è stata condivisa in generale è uno strumento utile… rompere per far prendere consapevolezza… la questione Muos per esempio mette in campo tante questioni, la guerra, la salute, la questione produzione/riproduzione (ospedali, consultori, aborto, ecc). E’ un lavoro a lungo termine ma l’unità delle donne è la forza motrice che lo Stato mira a colpire, che imprime una forza in più a tutto il movimento… occorre trovare punti in comuni anche con le altre realtà su risvolti pratici, le differenze ci sono (n.d.r. vedi la questione contraddizione di classe/contraddizione di genere che ha fatto emergere posizioni diverse durante il dibattito che in questo senso si deve porre anche come ambito di lotta ideologica/politica da cui trarre la giusta pratica oggi necessaria alla conquista alla lotta delle donne più oppresse ) ma possono essere anche fattore di ricchezza da sapere utilizzare…
Il tema della repressione deve entrare nella narrazione (vedi l’inchiesta) perché è una delle cose che ha veramente depotenziato/smantellato per certi versi il movimento popolare No Muos, la lotta delle donne…

Una parte interessante del dibattito si è sviluppata poi intorno alla questione di “chi si può permettere la non violenza?” E’ un privilegio, ha detto una giovane compagna, non si parla di guerra/violenza fine a sé stessa, no alla militarizzazione imperialista ma la guerra di resistenza è altra cosa… la compagna del Mfpr ha parlato di quale guerra oggi serve alle donne proletarie oppresse a 360 gradi da questo sistema sociale. Ci sono le guerre ingiuste ma ci sono le guerre giuste che siamo chiamate a fare se l’obiettivo è la vera liberazione sociale della maggioranza delle donne portando l’esempio del protagonismo nella guerra popolare in India delle compagne maoiste e delle tantissime donne in lotta, della rivoluzione nella rivoluzione delle donne indiane che hanno anche imbracciato le armi…
E' l’obiettivo ciò che conta si è detto nel tavolo… la violenza di una donna proletaria che combatte anche con le armi (vedi la Resistenza) non è la stessa violenza di un soldato dell’esercito imperialista, che è violenza distruttiva…

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