15/01/20

Rosa Luxemburg ieri, oggi, domani. Ricordiamola degnamente!

Rosa Luxemburg nasce il 5 marzo 1871 a Zamość, una cittadina dell’odierna Polonia, ai tempi parte dell’Impero di Russia, governato dal potere dispotico degli Zar. Fin da adolescente è impegnata in attività antizariste. A 18 anni, per evitare l’arresto, è costretta a fuggire in Svizzera, dove studia legge ed economia. Avvicinatasi al marxismo, è tra i fondatori del Partito Socialdemocratico Polacco. La Luxemburg è però convinta che il socialismo debba svilupparsi su scala internazionale, senza aderire alle spinte nazionaliste dei singoli Stati.
Ottenuta la cittadinanza tedesca grazie a un matrimonio di comodo, si trasferisce a Berlino. Qui collabora con il Partito socialdemocratico tedesco, l’SPD. Presto si mette in luce per le dure critiche ai vertici del Partito, accusati di avere rinunciato all’ideale marxista della rivoluzione. Nel 1905, partecipa a Varsavia ai moti rivoluzionari che scuotono l’impero russo: la rivolta è soffocata dalle truppe dello Zar, e la Luxembourg viene arrestata. Al rilascio torna a Berlino, dove insegna alla scuola di formazione dell’SPD. La Luxembourg sostiene la necessità di una mobilitazione dal basso, che coinvolga masse operaie e contadini attraverso scioperi e manifestazioni.
Sono gli anni che precedono la Prima guerra mondiale: la Luxemburg critica l’atteggiamento aggressivo del governo tedesco, e afferma a più riprese che i lavoratori devono protestare duramente contro l’ipotesi di una guerra. Allo scoppio del conflitto, l’SPD appoggia lo sforzo bellico del governo tedesco. La Luxemburg invece vi si oppone, e insieme ad altri militanti, tra cui Karl Liebknecht, fonda la Lega di Spartaco, il cui nome si ispira a una rivolta antischiavista dell’antica Roma.
Nuovamente arrestata, la Luxemburg torna in libertà nel novembre 1918, dopo la disfatta tedesca nel conflitto. La Germania è un Paese in crisi, retto da un governo provvisorio sostenuto anche dall’SPD. Insieme a Liebknecht e agli spartachisti, la Luxembourg svolge un’intensa attività di propaganda, nel tentativo di creare i presupposti per una rivoluzione simile a quella russa. Nonostante forti divergenze con Lenin sulla visione del partito comunista, la sua intelligenza, il suo impegno teorico le varranno l'appellativo di "Aquila".
Rosa Luxemburg sostenne l'impossibilità di realizzare il socialismo attraverso azioni riformiste e affermò invece la necessità di superare e sovvertire definitivamente i rapporti sociali esistenti.
Nel dicembre 1918, contribuisce a fondare il Partito Comunista tedesco. Il progetto della rivoluzione è il fulcro dell’attività del Partito e alle porte del 1919 viene tentata un’insurrezione armata, la “Rivolta di gennaio”.
Il 15 gennaio 1919 Rosa Luxemburg viene rapita, torturata e brutalmente assassinata dai soldati del Freikorps, gruppi paramilitari che agiscono per ordine del socialdemocratico Ebert. Il suo corpo sarà gettato in un fiume e ritrovato dopo alcuni mesi, per essere sepolto nel cimitero centrale di Berlino.
Bertolt Brecht le dedicherà l’Epitaffio: "Ora è sparita anche la Rosa rossa. Dov’è sepolta non si sa. Siccome disse ai poveri la verità, i ricchi l’hanno spedita nell’aldilà".
Ma l'odio dei ricchi nei confronti di Rosa, la rossa rivoluzionaria, continuò ad infierire su di lei anche dopo morta: nel 1935 il cimitero fu raso al suolo dai nazisti, e i suoi resti andarono dispersi.
Con Clara Zetkin, nel 1907, Rosa Luxemburg, convocò la prima conferenza internazionale della donna. L’anno dopo si verificò la terribile tragedia dell’opificio “Cottons” di Chicago: in tale occasione persero la vita 129 operaie tessili, ree di attuare uno sciopero contro le misere condizioni di lavoro imposte dal padrone, Mr. Johnson.
Determinate a divulgare le conoscenze sull’accaduto e ad offrire solidarietà alle compagne operaie, Rosa e Clara individuarono l’8 marzo come Giornata delle Donne Lavoratrici.
Come scrisse Nicoletta Dosio, ricordare degnamente Rosa Luxemburg vuol dire lottare sempre, lottare ancora, anche se “l'ordine regna a Berlino”
 
 

Nessun commento: