06/10/11

Oggi a Barletta, attorno a Matilde, Giovanna, Antonella, Tina, alla ragazzina Maria.

Le compagne del MFPR di Taranto saranno a Barletta, per stringersi attorno a Matilde, Giovanna, Antonella, Tina, alla ragazzina Maria.


UCCISE DALLA SPECULAZIONE EDILIZIA DEI PADRONI, DALLA COMPLICITA' EMENEFREGHISMO DELLE ISTITUZIONI, DAL LAVORO NERO, DAI PROFITTI DELLE GRANDI AZIENDE, e, come denunciano dei parenti, dai soccorsi lenti.


"DOMANI, QUANDO ANDRANNO VIA DOVRANNO ESSERE BELLE. BELLISSIME. BELLE EFIERE. INSOMMA DOVRANNO ESSERE DONNE" - ha detto la madre di una operaia.Perchè questo è un assassinio di donne.Donne operaie costrette a lavorare a nero, dalle 8 alle 12 ore al giorno per3,95/4 euro all'ora, per confezionare maglioni e felpe da padroncini chedevono tagliare su tutto; operaie che devono accontentarsi della miseria perprodurre la ricchezza per la "Grandi marche", che incassano "l'oro" dal"fango", e, come ora, dal sangue.Donne operaie come ce ne sono tante a Barletta, in Puglia a lavorare spessoin scantinati, in locali, garage che anche quando non sono a rischio vita,sono a rischio salute, perchè il più delle volte, senza aria, ventilazione,spazio o illuminazione sufficiente, ma spesso con tanto rumore, con fibre ditessuti, sostanze coloranti, che ti entrano nei polmoni.Donne operaie uccise dal menefreghismo delle Istituzioni. "Non mi sento dicriminalizzare - ha detto il sindaco Maffei - chi, in un momento di crisicome questo viola la legge assicurando, però, il lavoro". Questo sindaco chenonostante le denunce fatte più volte da alcuni abitanti, aveva detto chenon c'era pericolo, come avevano confermato suoi tecnici appena venerdìscorso, e che solo dopo la strage ha disposto la verifica di altre palazzineDonne operaie uccise dalla speculazioni delle imprese edili, come l'impresaGiannini che aveva demolito la palazzina adiacente, lasciando da un annosolo ammasso di detriti, e che, solo dopo tante denunce, aveva subappaltatola loro rimozione ad una ditta che lo ha fatto senza alcun rispetto di normedi sicurezza.Donne operaie che sono costrette ad accettare lavori ultraprecari, a nero, arischio, perchè per le donne in tanti posti del sud, ma ora anche nel nord,non ve ne sono altri.Donne che però come Matilde, Giovanna, Antonella, Tina, riuscivano a faremergere il bello anche dal "nero", con la loro unità, complicità, ancheallegria, con la loro determinazione a resistere.
OGGI, DOMANI SONO I GIORNI DEL DOLORE, ANCHE DELLA RABBIA, MA GIA' DALLEPAROLE DEI FAMILIARI VIENE FUORI LA NECESSITA' DEI GIORNI DELLA RIBELLIONE.

Le lavoratrici, disoccupate del Movimento Femminista ProletarioRivoluzionario
Taranto 5.10.11 - mfpr@libero.it

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