BASTA PRECARIETA'
NO ALLA REPRESSIONE DELLE LOTTE
NO ALLA REPRESSIONE DELLE LOTTE
Il giorno 8 aprile del 2009 si celebrerà, presso il Tribunale di Roma, la prima udienza del processo contro 15 lavoratrici e lavoratori del COLLETTIVO PRECARIATESIA e della ACCCP (Assemblea Coordinata e Continuativa Contro la Precarietà), per aver dato vita, il 1° giugno 2006, ad uno degli scioperi più importanti che abbiano segnato la vertenza ATESIA tra il 12 maggio 05 e il 20 marzo 07.
Il presidio costruito con l'adesione dei lavoratori/trici della confederazione COBAS e dello SLAI-COBAS, come recita il documento della polizia che ci porta al processo, è stato descritto come art. 640 C.P., ovvero come VIOLENZA PRIVATA, naturalmente PLURIAGGRAVATA dal numero dei partecipanti.
Il 23 aprile del 2009 si aprirà forse l'ultima udienza del processo contro ATESIA intentato dai primi quattro licenziati del collettivo Precariatesia, licenziamento avvenuto il 22 luglio del 2005, per aver
convocato una assemblea interna contro l'interruzione di contratto per 800 addetti/e alle telefonate in out-bound.
Questi appuntamenti segnano una nuova fase della lotta contro la precarietà che in questi anni ha visto nelle iniziative su Atesia uno dei suoi punti massimi di conflittualità. Una lotta che ha prodotto nel 2007 la stabilizzazione, con contratto a tempo indeterminato, di oltre 20.000 lavoratrici e lavoratori nei call center.
In una fase in cui una pesante crisi di sovraproduzione - di capitale, di merci e di lavoro -- investe l'intero globo con la conseguenza di aggravare le condizioni di vita e di lavoro di milioni di proletari, le precarie ed i precari sono, insieme ai lavoratori immigrati, i primi a
pagarne le conseguenze.
In questo scenario, è evidente che si acuiscono le tensioni e il capitale sente la debolezza dell'intero sistema e cerca di deviare queste tensioni verso politiche di guerra fra poveri (contro gli immigrati o i precari ecc.) e al contempo cerca di "prevenire" la possibilità che si sviluppi la conflittualità nei luoghi di lavoro, nei territori e nelle scuole.
Ecco dunque che un'esperienza di lotta come quella che si è prodotta in Atesia negli scorsi anni diventa una scomoda realtà per il potere a cui bisogna rispondere con la repressione, in azienda come nei tribunali penali, ciò funge da monito ad altri che eventualmente volessero
ripercorrere percorsi di autorganizzazione e lotta. In più, con il processo del prossimo 8 aprile, si vuole affermare che persino lo sciopero è una forma di lotta non più tollerabile dal sistema.
Le nuove norme rendono ancora più aspre le misure contro lo sciopero, già presenti nella legislazione a partire dalla legge 146 del 1990 ed è sempre più diffuso l'uso della precettazione per impedire gli scioperi (uno degli ultimi esempi è il rinvio per ben 3 volte dello sciopero indetto dall'assemblea dei ferrovieri per il reintegro del RLS Dante De Angelis). Si progettano, inoltre, leggi per ridurre la presenza organizzata dei lavoratori nei posti di lavoro (in primo colpendo le esperienze di autorganizzazione e con esse anche quelle dei sindacati che non accettano di fare il cane da guardia dei padroni in mezzo ai lavoratori).
Tutte queste ragioni ci fanno ritenere gli appuntamenti processuali dell'8 e del 23 aprile una scadenza per l'intero movimento e per tutte quelle forze che ritengono importante mantenere ed anzi allargare gli spazi di democrazia nei luoghi di lavoro e nella società.
Per rispondere a questi attacchi convochiamo:
una assemblea cittadina il 2 aprile 2009 dalle ore 17 alla facoltà di fisica dell'università "la Sapienza";
una presenza di massa l'8 aprile 2009 a partire dalle ore 9,30 nell'aula del tribunale penale di Roma (Piazzale Clodio) dove si svolgerà il processo;
un presidio il 23 aprile 2009 dalle ore 10,30 al Tribunale del lavoro di Roma (Via Lepanto).
Collettivo PrecariAtesia; Assemblea Coordinata e Continuativa Contro la Precarietà; Confederazione Cobas; Slai Cobas
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