14/11/08

Solidali con le lavoratrici della SOGEFI di Mantova



Boicottare i prodotti MS

Lo scorso 1° Maggio per Mantova operaia è stata la peggior giornata dell'anno: la sera prima agli operai ed alle operaie SOGEFI era stato comunicato che lo stabilimento di Frassine chiudeva

: non c'era niente da fare, nonostante gli affari andassero bene, patron De Benedetti, dopo aver sponsorizzato alle recenti elezioni politiche il Pd di Veltroni e chiesto il voto ai lavoratori, chiudeva e lasciava a casa senza nemmeno avvisare per tempo sindacati e RSU, come previsto dal contratto.
I lavoratori hanno presidiato per mesi e continuato la produzione con una sorta di autogestione, ma De Benedetti non si è arreso. L'area geografica dove è collocato lo stabilimento, in seguito, dovrà essere bonificata perchè inquinata dai veleni Montedison, per cui anche l'intervento del Comune per vincolare la zona per soli scopi produttivi, sa di beffa.
Gran parte degli operai andranno in mobilità e gli altri saranno riqualificati: il risultato se lo sono costruiti loro, insieme al sindacato ed al compagno Carlo Grassi assessore provinciale al lavoro che ha organizzato ricollocamento e politiche attive del lavoro e non solo portato la consueta solidarietà. De Benedetti infatti durante le trattative nemmeno si è fatto vedere, i referenti di Assindustria se ne sono lavati le mani e dal padronato nostrano (lady Emma Marcegallia e Colannino family) sono arrivati solo accenni di pelosa solidarietà, il presidio a Torino non è servito a nulla così come l'incontro al Ministero per indetto con l'inutile tramite dell'ex ministro Bersani. Così la fabbrica se ne va con tutti i macchinari (i brevetti per costruire i filtri erano già stati ceduti nel recente passato e il magazzino trasportato per tempo da Mantova a Milano).
Lo stesso giorno a 16 operai, socie - lavoratrici di una cooperativa che aveva "somministrato" manodopera alla ditta di abbigliamento MS di Romanore di Borgoforte, non veniva rinnovato il contratto. Molte di loro lavoravano lì da 3, 4, 7 anni, almeno per 10 ore al giorno, anche il sabato se serviva, senza mensa, riscaldamento e bagni, mangiavano fuori sedute nel piazzale d'estate assolato d'estate e in macchina d'inverno, con gli armadietti personali posti fuori dallo stabilimento perchè il padrone temeva che rubassero i vestiti che confezionavano.
Alcune di loro avevano denunciato la situazione perchè per anni erano costrette a fare sempre il medesimo movimento di lavoro , ovvero "sparare" le etichette sui singoli capi di abbigliamento, anche 2400 pezzi al giorno, col risultato di vedersi diagnosticata una invalidità permanete al polso a 27 anni di età.
Licenziate.
Al posto delle 16 donne legittimamente "non rinnovate" (c\on paga di 7.20 euro lordi all'ora) sono state assunte ragazze cinesi per euro 3.20 all'ora (compreso il caporale, ci dice una). Arrivano su un pullmino o in bici, la mattina prima delle 8, scendono tenendosi per mano l'un l'altra, tenendo un sacchetto con dentro il pasto, guardano in basso, apostrofate dal presunto autista - caporale cinese - e si mettono agli ordini dei nuovi padroni, quelli della cooperativa che ha appaltato la manodopera e delle "vecchie" operaie rimaste in servizio, mentre il "signor Spaggiari" arriva su mega Mercedes a ribadire che lui non c'entra niente, che è tutto in regola.
Con le donne licenziate, insieme alle compagne del Collettivo femminista Colpo di Streghe, facciamo un picchetto che dura 8 giorni, arrivano le ragazze che erano state licenziate nei mesi e negli anni passati: ci raccontano storie di ordinario sfruttamento che nella nostra testa ci fanno rimbombare la domanda: "ma questo è un paese civile? La legge 30 che permette tutto ciò è una legge o piuttosto un editto che legalizza lo sfruttamento?”
Dopo i giornali locali, arriviamo alle pagine del Corriere della Sera.
Elisabeth è una ragazza nigeriana, compie 20 anni, festeggiamo, non molliamo il blocco dei cancelli ma un camion lo forza, al padroncino interessa solo fare il carico. Proprio Elisabeth viene investita apposta da uno di questi autisti: la reazione sua, del padrone e della sua truppa, è una serie irripetibile di epiteti contro Elisabeth. Sporgiamo denuncia.
Carlo Grassi assessore provinciale al lavoro comunista non perde un minuto di picchetto: si mette al telefono e riesce a far ricollocare tutte le operaie in diverse attività, tutte precarie, ma bisogna sbarcare il lunario, evitare che l'assistenza sociale indichi l'istituto per il figlio piccolo di Aisha che ha il marito in carcere e altri due figlioli piccoli da mantenere, evitare che Monica e le altre non ce la facciano a pagare affitti e mutui, che Tania possa chiedere il ricongiungimento familiare per il marito ....
Padron Spaggiari dunque ha vinto ancora, la legge sta dalla sua parte, le donne che hanno lottato trovano un altro lavoro ma al loro posto altre donne cinesi che, all'orario di mensa, mangiano in piedi una ciotola di riso, hanno preso il loro posto per confezionare abiti provenienti da Cina, India, Romania, Bangkadesh da vendere a poco prezzo nella catena MS Abbigliamento.
Prima all'MS c'era un minimo di sindacalizzazione, la CGIL era sempre stata al fianco delle operaie, il segretario generale della Canera del lavoro però, era soprattutto preoccupato che collettivo femminista e comunisti presenti alla lotta, non facessero strumentalizzazioni! Adesso in MS più nessuno è iscritto al sindacato.
Scatta l'idea di boicottare MS: le operaie insieme alle compagne del Collettivo Colpo di Strega iniziano il volantinaggio davanti ai punti vendita mantovani: molti cittadini si fermano e vogliono sapere, veniamo a sapere che anche in Trentino dipendenti MS hanno fatto lo stesso: si da il risalto che si può in consiglio provinciale, si interpellano i sindaci, la consigliera di parità, i siti web operai, indipendenti e femministe.
I punti vendita sono tanti, e non solo in Italia: le ex operaie MS e il Collettivo femminista Colpo di Streghe di Mantova chiedono a tutti e tutte di NON comprare in quei negozi fino a quando la proprietà non rispetti norme e diritti delle lavoratrici: le condizioni di lavoro sono insopportabili, è violata qualsiasi normativa sindacale, lo sfruttamento è elevato e il salario irrisorio, sono state sporte denunce anche sulla qualità dei vestiti imbustati che causerebbero allergie alle operaie.
Aderire alla campagna BOICOTTA MS dunque da una mano a queste lavoratrici, alle loro famiglie, dipinge con colori veritieri la faccia di un padrone senza scrupoli, porta a conoscenza sempre più gente di cosa significa il precariato, fa conoscere quella che è una costante e continua violenza che il padronato riserva alle donne, alle operaie.
BOICOTTA MS: non comprare abiti confezionati sfruttando le donne lavoratrici, non rispettando i loro diritti.

Monica Perugini
13/11/2008 Mantova

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