14/07/25

Alla Beretta - Mozione contro il riarmo - e lotta delle operaie va avanti, si estende nonostante minacce e strappa risultat

SALUMIFICO BERETTA: MOZIONE OPERAIA CONTRO RIARMO E GUERRA E MASSIMA ATTENZIONE CONTRO L’APPALTO E LA REPRESSIONE

Nella fabbrica che i padroni propagandano con una pressante campagna come un grande successo economico imprenditoriale, di cui si accollano i meriti relegando le operaie al ruolo fuori campo di chi si consuma muscoli nervi e cervello nei reparti a produrre la ricchezza dei padroni, come se fosse un destino immutabile, il messaggio delle mobilitazione è esattamente il contrario: No, la lotta di classe è proprio per conquistare un mondo senza sfruttamento, per questo i padroni da sempre la temono.

 

Nell’assemblea dell’appalto è stata condivisa la mozione operaia, contro il riarmo e la guerra, di solidarietà alle popolazioni bombardate dall'imperialismo, per la fine del genocidio in Palestina, lavoro non guerra, no al carovita, fondi per il lavoro, salari, sanità, servizi sociali… diffusa alla portineria per tutte le operaie, e spiegata l’attività del sindacato per una presa di posizione dei lavoratori attraverso la mozione, con la sua diffusione, le firme, dove possibile, come un primo passo, o come un passo in avanti, verso la mobilitazione generale, fino allo sciopero generale, contro la guerra dei padroni e il loro governo della guerra, oggi incarnato dal 5% per gli armamenti.

Due fatti, un accordo sindacale importante per 140 internalizzazioni ad una fabbrica ‘gemella e concorrente’ del Salumificio, la Rovagnati e pure a pochi kilometri di distatnza, una nuova inchiesta della Procura Milanese ‘sui serbatoi di manodopera’ inteso come il sistema degli appalti, questa volta alla Rhenus, hanno attraversato il Salumificio F.lli Beretta nei giorni appena passati, per effetto dei naturali collegamenti, sia attraverso le iniziative e le denunce dello Slai Cobas.

Alla Rovagnati la mobilitazione delle operaie e degli operai ha

spinto Cgil e Cisl ad un accordo per 140 internalizzazioni, fine dell’appalto e paga migliore, con i sindacalisti in evidenza nei quotidiani a propagandare tutti i vantaggi e i miglioramenti di questa intesa: “I vantaggi principali per le lavoratrici e i lavoratori internalizzati saranno anzitutto una maggiore stabilizzazione dell’attività lavorativa all’interno di Rovagnati e l’applicazione, a partire dalla data di assunzione, del Contratto Collettivo Nazionale dell’Industria Alimentare”. “A questi elementi si aggiungono tutti i benefici previsti dalla contrattazione integrativa aziendale, rinnovata nel novembre 2023, che introduce importanti trattamenti migliorativi: permessi a sostegno della salute e della genitorialità, ticket sostitutivi della mensa negli stabilimenti che ne sono sprovvisti, indennità specifiche per le mansioni esposte a condizioni di freddo o gelo e, non da ultimo, un premio di risultato pari a 1.750 euro per il 2025

Parlano degli effetti che porta questo accordo ma il rovescio della medaglia sono i loro stessi accordi sindacali che fanno da sponda agli appalti, che negano una contrattazione aziendale adeguata, o la espropriano per un accordo bidone come quello alla Beretta firmato senza e contro le operaie da Cgil e rispettive delegare per 2.19 euro lordi in busta paga al mese. Un accordo che ha la stessa logica dei pochi centesimi per i riders di Glovo (poi ritirato) per farli lavorare a 40° nelle ore centrali più calde: paga bassa e miseri incentivi per spingere le lavoratrici ai turni più disagiati, agli straordinari per la massima flessibilità.

Un accordo che stiamo contestando, da rendere inattuabile, da annullare, per una nuova piattaforma operaia approvata nell'assemblea operaia. Ma Cgil per restare in sella sta facendo leva sulle operaie che cercano vantaggi personali alle spalle delle colleghe, operaie che li lasciano fare, li seguono silenziose… aspettando promesse meschine.


Mentre a propostito della nuova inchiesta Rhenus sugli appalti è significativo l’articolo pubblicato dal Corriere Milano che parla di 612 milioni recuperati, di 49.000 lavoratori stabilizzati, di fatto per effetto delle inchieste. Che si riferisce anche a quella del 2022 alla Beretta di Trezzo, confermando quanto Slai Cobas sta denunciando e contrastando da tempo: nel gruppo Beretta si sta praticando in qualche misura una certa ‘uscita dagli appalti’, gli accordi ci sono già stati alla Del Zoppo, produttrice di Bresaole in Valtellina, alla Wuber di Medolago, produttrice di wurstel e prosciutti, ma al Salumificio di Trezzo con i sindacati confederali che di fatto reggono il sacco in mille modi al padrone, si temporeggia nel tentativo di ‘far fuori dalla fabbrica il gruppo cobas’, con incentivi o con la repressione, prima dell’internalizzazione.

Vedi precedente articolo: https://cobasperilsindacatodiclasse.blogspot.com/search?q=beretta&max-results=20&by-date=true

Ma la forza che le lavoratrici possono avere quando non pensano solo per se stesse, quando avanza la solidarietà tra compagne di lavoro, si è vista, dopo le urla della capa, le contestazioni disciplinari, lo sciopero Slai Cobas sc, l’onda contro l’ingiustizia che ha attraversato lo stabilimento per la prima volta in mille forme, ancora insufficiente è vero, ma palpabile, al punto che il tentativo di licenziamento è stato fermato.

Tocca una tocca tutte!!!

Portiamo la denuncia e l'appello della donna palestinese in ogni manifestazione, iniziativa


Dall'intervento nella manifestazione di sabato 12/7 a Milano

...Io non ne posso più di vedere tutti questi crimini. Bambini vengono ammazzati, mentre aspettano la farina. Oggi cinque bambini, saranno fratelli, cugini, vicini. E non è il primo caso.

Ogni giorno sentiamo una storia nuova. Ogni tanto vorremmo sentire una bella notizia di qualche macellaio che è sparito dal mondo. Invece no. Sentiamo massacri dopo massacri. E tutto il mondo è silenzioso…

La verità è che in tutto il mondo sono complici. E non vogliono che questo genocidio finisca.

Hanno degli interessi, interessi economici, sulle spalle dei gazawi. Andate al diavolo!

Dicono: lasciamoli morire. Noi vogliamo ciò che c'è a Gaza. La prima cosa che vogliono è il gas a Gaza…

Perché tutta questa ingiustizia da parte vostra? Perché l'Occidente che vede tutti questi massacri non dice una parola? Noi vediamo tutte le sere tutte queste donne a piangere i loro figli, i loro mariti. Ma fino a quando dobbiamo sentire questa situazione? Ditemi voi fino a quando? Io non ne posso più.

Voglio fare una cosa di più. Più di fare manifestazioni, anche se non sono cose da sottovalutare.

Ma tutto questo richiede una rivoluzione! Da parte tutto il mondo.

Vogliamo lanciare una cosa, una cosa seria. Vogliamo stare per tante notti in strada. Fermiamo il traffico. Non facciamo passare le macchine. Finchè non trovano una soluzione.

Chi vuole fare questa cosa qua? Mettiamoci d'accordo. Io sono la prima che voglio fare questa cosa. Io non voglio più tornare a casa.

Non se ne può più. Questi bambini pieni di farina, mischiata al sangue. Dannazione a questa ipocrisia!

Ogni sabato veniamo a parlare. Ma fino a quando? Stiamo parlando con i muri.

C'è una bambina. Le sue parole mi hanno toccato tantissimo. Diceva: Oh mondo, ci vedi? Ci senti? Ma mi sa che siete tutti sordi. Tutti ciechi… Ma fino a quando? Io personalmente ho perso la pazienza.

Perché io voglio una soluzione. Dal governo Meloni. Dal governo dell'Europa. Dall'Occidente. Dagli Arabi. Basta stare lì a dormire!

Un caro saluto alla nostra resistenza, che la stanno facendo morire, perché sta lì a difendere la terra con le armi. Viva la nostra resistenza!

Viva le nostre donna. Vivano i nostri uomini. Viva i nostri bambini!

Gaza rimarrà viva. Palestina rimarrà viva. Alla fine rimarrà la Palestina!"

Ma quale "contro le guerre" - Occorre essere chiari, basta con le ipocrisie, ambigue e opportuniste

Dal blog proletari comunisti

Perchè c'è differenza tra la guerra in Ucraina e il genocidio in Palestina - Editoriale

I mass media, i telegiornali mettono di fatto sullo stesso piano l'Ucraina e Gaza, tutte e due interne ad una "guerra" generica. Ma questo è parte della propaganda borghese. Il problema è che anche in alcune mobilitazioni si dicono parole d'ordini, si portano contenuti ambigui, si parla genericamente di "guerra", a cui viene controproposta la "pace", non la resistenza armata dei popoli. 

Tutto questo ha l'effetto di sminuire il genocidio in corso in Palestina e di sottrarsi opportunisticamente dal necessario schierarsi, senza se e senza ma, dalla parte della resistenza palestinese.

In Ucraina, l'abbiamo detto dall'inizio, è in atto una guerra inter imperialista per interposta persona del governo Zelensky, che vede da un lato imperialismo americano/Nato, con la collaborazione attiva di tutti i paesi imperialisti della UE e altre potenze occidentali, dall'altro l'imperialismo russo: sono due eserciti imperialisti che si combattono (chiaramente come tutti gli eserciti imperialisti impongono il reclutamento forzato e fanno morire tantissimi giovani da una parte e dall'altra). L'obiettivo è una nuova spartizione del mondo, per il possesso/controllo delle fonti energetiche, delle materie prime fondamentali, delle vie di transito; con all'orizzonte una nuova guerra inter imperialista per i profitti e il dominio nel mondo.

Per questo si fanno Conferenze a ogni livello, per questo gli Usa e tutti i paesi imperialisti occidentali mandano fondi e armamenti all'Ucraina, per questo vi sono le sanzioni alla Russia (al di là della loro efficacia), per questo un "attore comico", Zelensky, amico di nazisti, diventato presidente dell'Ucraina, va ad ogni consesso, gira il mondo, fa incontri con i capi di Stato e di governo (al di là poi dei risultati concreti). Viene ricevuto in Italia con gli onori dal Presidente Mattarella, che va al di là della sua funzione, promettendo più sostegni; viene ricevuto dal nuovo burocrate Papa Leone IVX che dicendo 3 volte "pace" pensa di "lavarsi la coscienza". 

In Palestina, a Gaza, in Cisgiordania è in atto una feroce guerra genocida contro l'intero popolo palestinese, per schiacciarlo, deportarlo, cacciarlo dai suoi territori, per l'occupazione da parte di Israele dell'intera area, per rafforzare nel Medio Oriente l'imperialismo, tramite l'egemonia militare, politica della "Grande Israele", e imporre nelle nazioni dell'area regimi sempre più al servizio delle mire imperialiste, che chiaramente anche qui hanno al fondo grossi interessi economici, geostrategici.

In Palestina tutti gli imperialisti, in primis chiaramente quello Usa, sono uniti, sono complici, sostengono militarmente, politicamente Israele. Non c'è, almeno per ora, una guerra inter imperialista, ma una guerra di Israele e dei paesi imperialisti contro un intero popolo, che si estende verso quei paesi, adesso l'Iran, che non vogliono ora accettare i diktat, la supremazia dell'imperialismo Usa e del suo avamposto nell'area, Israele.

Qui non ci sono grandi Conferenze internazionali, come l'ultima sulla "ricostruzione e più armi a Zelensky", con tutti i capi imperialisti a fare show, e la servetta Meloni a dire sempre Si a Trump. Non ci sono sanzioni ad Israele - anzi, i mandati di arresto della Corte Penale Internazionale sono "non pervenuti" e Netanyahu può girare in Europa, come negli Usa. Non ci sono i Mattarella e il papa a ricevere rappresentanti del popolo palestinese. Al massimo ci sono tentativi di Tavoli per un "cessate il fuoco" momentaneo che ora sempre più si rivela, anche se venisse attuato, non una boccata d'ossigeno per le migliaia di morti, per la morte lenta e inesorabile per fame, sete, mancanza di medicine, di centinaia di bambini, donne, uomini; ecc, per le distruzioni, ma, come scrive anche qualche giornalista: un’opportunità tattica per consolidare il controllo territoriale su Gaza, per aumentare l'azione criminale di Israele, gli assassinii nazisti delle belve dei coloni in Cisgiordania, per rafforzare i piani strategici di "pulizia etnica" di Gaza.

La "ricostruzione", mentre per l'Ucraina sono miliardi (certo, pochissimi e di cui beneficeranno essenzialmente le grandi Multinazionali del paese e dei paesi imperialisti, con l'Italia della Meloni che cerca di farsi largo, beneficeranno gli oligarchi ucraini, non la popolazione ucraina; e ancora fondi per gli armamenti scaricati da Trump, tramite Nato, sui paesi europei); per Gaza sono le mega prigioni/lager in cui rinchiudere migliaia di Palestinesi in attesa della completa deportazione, e la ricostruzione sarebbe esplicitamente per fare di Gaza, liberata dai palestinesi, un giardino di lusso per i coloni e i ricchi stranieri.

Per tutto questo, il cuore della solidarietà, del sostegno alla resistenza, della lotta contro i mostri imperialismi è e non può che essere la Palestina. Se il popolo palestinese, nonostante la terribile situazione, resiste e frena i piani genocidi di Israele e imperialisti, dà un enorme aiuto a tutti i popoli, i proletari oppressi, compreso il popolo ucraino, che deve liberarsi dall'imperialismo e dal governo fantoccio di Zelensky, assetato di armi.

proletari comunisti 

13 luglio 2025 

13/07/25

Dalla piazza di Milano, il grido/appello della donna palestinese: per la Palestina "lottiamo tutti i giorni"!

Mfpr Milano - "passeggiata" al mercato: "a fianco delle donne palestinesi": la gente si ferma, ci ascolta, ci chiede, ci incoraggia...

Prosegue con slancio la nostra presenza tra i banchi del mercato: appena e' possibile andiamo al mercato e portiamo con noi parole, sguardi e inviti calorosi a unirsi alle manifestazioni che animano Milano. Un gesto semplice ma potente, capace di rompere il muro di silenzio e indifferenza che sembra avvolgere questo paese.
Questo venerdi appena trascorso, la passeggiata è stata travolgente: la gente si ferma, ci ascolta, ci chiede, ci incoraggia. Qualcuno dissente, ma anche nel confronto nasce qualcosa. Noi ci siamo, e rispondiamo con passione, con idee, con proposte concrete.
Per esempio, la compagna discutendo con alcuni fruttivendoli alla domanda " che possiamo fare? Dobbiamo lavorare? E' venuto fuori perché non esporre una piccola bandiera palestinese? Un simbolo discreto ma eloquente, per dire che non è vero che nessuno si oppone, che non tutti tacciono davanti a questo governo e a crimini che ci straziano. Ogni gesto conta, ogni voce può farsi eco.
Dalle compagne Mfpr Mi

12/07/25

"Violentateli con una sbarra arrugginita": il messaggio inviato alle truppe israeliane su un sacco di caffè riceve supporto online


Da https://www.middleeasteye.net/news/rape-them-rusty-bar-message-sent-israeli-troops-coffee-bag-draws-online-support

Gli utenti israeliani approvano un messaggio che incita alla violenza sessuale contro i palestinesi a Gaza

Un messaggio inviato ai soldati di Gaza li incita a violentare i palestinesi "con una spranga di ferro arrugginita fino a farli sanguinare"

Un messaggio contenente un appello allo stupro dei palestinesi , scritto su una confezione di caffè che si dice sia stata inviata ai soldati israeliani a Gaza, ha riscosso ampio sostegno online da parte degli israeliani.

"Ai nostri coraggiosi soldati", si leggeva sulla confezione del caffè, pubblicata martedì sui social media.

"Violentali nel culo con una spranga di ferro arrugginita finché non ne esce sangue, grazie per averci protetti. Michal, seconda elementare", concludeva il messaggio, in un modo che avrebbe dovuto imitare la lettera di un bambino.

Il giornalista indipendente israeliano Daniel Amram ha dichiarato in un post su Instagram che i soldati avevano effettivamente ricevuto il sacchetto di caffè. In seguito ha cancellato il post.

Middle East Eye non è stato in grado di verificare in modo indipendente l'autenticità dell'immagine o le affermazioni ad essa correlate.

Prima che il post venisse rimosso, aveva ottenuto un notevole coinvolgimento, tra cui il sostegno di alcuni utenti dei social media.

"Che istruzione, che lingua, mi piace", si legge in un commento.

Un altro ha affermato: "Ecco come educherò i miei figli", ricevendo più di mille "Mi piace".

Un terzo utente ha aggiunto: "Fin da piccolo, ogni ebreo dovrebbe essere educato ad odiarli", riferendosi ai palestinesi.

Fin dallo scoppio della guerra a Gaza, gruppi della società civile e scuole israeliane hanno regolarmente inviato pacchi di assistenza ai soldati, spesso contenenti cibo, vestiti e lettere scritte a mano dai bambini.

Queste iniziative mirano a risollevare il morale delle truppe durante quella che è diventata la guerra più lunga nella storia di Israele.


L'USO DELLA VIOLENZA SESSUALE DA PARTE DI ISRAELE

La tolleranza verso la violenza sessuale contro i palestinesi non è rara in Israele. L'anno scorso, decine di manifestanti di destra hanno fatto irruzione nel famigerato centro di detenzione israeliano di Sde Teiman dopo che diverse guardie del centro erano state arrestate perché sospettate di aver violentato un detenuto palestinese.

Le guardie erano accusate di aver lacerato, con un oggetto appuntito il retto del palestinese, provocandogli ferite potenzialmente letali.

L'irruzione a Sde Teiman, guidata dal membro della Knesset Tzvi Succot del Partito Sionista Religioso, ha ricevuto il sostegno della destra israeliana. Ad oggi, è in corso il processo a cinque guardie presso un tribunale militare.


Alla Knesset israeliana si discute sul "diritto" di stuprare prigionieri palestinesi

"Sde Teiman, come sanno tutti coloro che ci sono stati, è un campo di tortura sadico. Decine di detenuti vi sono entrati vivi e ne sono usciti in sacchi", ha scritto un soldato riservista che era presente nella struttura.

Dall'ottobre 2023, più di 70 detenuti palestinesi sono morti nelle carceri israeliane a causa delle torture diffuse.

Secondo un'inchiesta del notiziario israeliano HaMakom, dall'inizio della guerra, i soldati israeliani hanno arrestato circa 7.000 palestinesi di Gaza.

Secondo HaMakom, i palestinesi, tra cui donne, bambini e anziani, sono stati arrestati senza prove del loro coinvolgimento in attività militari contro Israele. Da allora, poco più di 2.500 palestinesi sono stati rilasciati e riportati nell'enclave assediata. Alla fine di maggio, 2.790 cittadini di Gaza erano ancora trattenuti nei centri di detenzione israeliani, 660 dei quali a Sde Teiman.

Un rapporto della Commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite pubblicato a marzo afferma che "Israele ha sistematicamente fatto ricorso a violenza sessuale, riproduttiva e altre forme di violenza di genere dal 7 ottobre 2023".

Il rapporto ha rilevato che in Israele è presente "un modello di violenza sessuale, compresi casi di stupro e altre forme di violenza sessuale, tortura e altri atti disumani che costituiscono crimini di guerra e crimini contro l'umanità".

"Specifiche forme di violenza sessuale e di genere, come lo spogliarello forzato in pubblico e la nudità, le molestie sessuali, tra cui le minacce di stupro, nonché le aggressioni sessuali, fanno di fatto parte delle procedure operative standard delle ISF [Forze di sicurezza israeliane] nei confronti dei palestinesi", si legge nel rapporto.


Coloni minacciano di stupro una famiglia palestinese

Dalle lavoratrici di Palermo in lotta: Lavoro/salario/servizi sociali... Non Guerra/riarmo - Approvate e sottoscrivete la mozione in ogni posto di lavoro

Richiedete la mozione a WA 3408429376 - slaicobasta@gmail.com