22/08/24

Nuove misure repressive israeliane contro Khalida Jarrar


La dirigente e prigioniera politica palestinese Khalida Jarrar è stata, nel corso degli ultimi giorni, sottoposta a una serie di nuove misure repressive da parte delle autorità israeliane. Jarrar è stata trasferita in isolamento nel carcere di Nafha nella città occupata di al-Ramla, dove affronta condizioni detentive estremamente dure. Il 12 agosto 2024, Jarrar è stata prelevata dalla sua cella nel carcere femminile di Damon per essere sottoposta nuovamente a interrogatori da parte dello Shin Bet.

Khalida Jarrar è stata trasferita in una minuscola cella di isolamento, priva di finestre e ventilazione e con pessime condizioni igieniche. Le viene fornita poca acqua e cibo di pessima qualità, nonostante soffra di gravi problemi di salute e necessiti di una dieta specifica. Fin dal primo giorno del suo isolamento, le è stato impedito di uscire per l'ora d'aria.

Khalida Jarrar è stata arrestata il 26 dicembre 2023 e sottoposta al regime di detenzione amministrativa. Prima del recente trasferimento in isolamento, era detenuta insieme ad altre prigioniere nel carcere di Damon, nel quale ha dovuto affrontare dure condizioni detentive e sistematici abusi.

Jarrar, dirigente del Fronte Popolare e del Consiglio Legislativo, ha già scontato cinque anni di detenzione nei quali è stata vittima di diverse misure punitive, tra cui la privazione del diritto di dare un ultimo saluto alla figlia deceduta durante la sua prigionia.

Khalida Jarrar è una delle 86 donne detenute nelle carceri israeliane, la maggior parte delle quali si trovano nel carcere di Damon, esponenti politiche, studentesse, giornaliste, avvocatesse e non fanno eccezione alcune prigioniere incinte.

Dal 7 ottobre 2023 ad oggi l'occupazione israeliana ha intensificato gli arresti contro le donne, con oltre 350 casi registrati, esclusi quelli nella Striscia di Gaza, dove si stimano diverse decine di altri arresti. Questa escalation fa parte della più ampia strategia di repressione contro il popolo palestinese, in particolare contro figure di spicco come Khalida Jarrar, allo scopo di colpire il lavoro e l’azione politica organizzata in Palestina.

21/08/24

Detenute di Torino in sciopero scrivono a Mattarella: “Serve un cambiamento immediato nelle carceri” - Ma anche Mattarella non vuole dare soluzioni

L'MFPR esprime la massima solidarietà alle detenute. Ma nessuna fiducia si può avere in Mattarella. Proprio ad agosto, nel momento massimo di gravissime condizioni nelle carceri, soprattutto per il sovraffollamento, il caldo insopportabile, la mancanza di diritti elementari per le persone rinchiuse, per la loro salute; proprio quando in tante carceri, compreso Torino nel carcere minorile, si scatenavano giuste proteste, verso cui le uniche risposte sono più grande e feroce repressione; il Presidente Mattarella riceveva il Min. Nordio e firmava la nuova legge sulle carceri che non dà alcuna soluzione al sovraffollamento e alle richieste dei detenuti e peggiora le condizioni, il futuro soprattutto dei detenuti immigrati e delle donne madri. 
Mattarella non può e non vuole dare soluzioni.
Pensiamo che la strada è estendere in ogni carcere le iniziative di protesta, e sostenerle in tutti i modi e dovunque è possibile. 
Noi, per quanto possibile per le nostre forze, ci siamo.
(dalla stampa) - In una lettera pubblica, chiedono al Presidente della Repubblica di intervenire contro il sovraffollamento e le condizioni carcerarie, annunciando scioperi e proteste pacifiche.
TORINO – Le detenute del carcere di Torino hanno inviato una lettera ai vertici dell’amministrazione penitenziaria, con un appello diretto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La lettera, scritta il 15 agosto esprime il disagio e la frustrazione delle detenute per le condizioni di vita all’interno della struttura. “Ci affidiamo al Presidente Mattarella affinché ‘scuota’ l’indifferenza dei decisori. Non c’è più tempo!” recita uno dei passaggi della missiva.
Le detenute spiegano che il giorno di Ferragosto hanno iniziato uno sciopero del carrello, rifiutando il cibo fornito dall’amministrazione penitenziaria. Al termine della pausa estiva del Parlamento, promettono di iniziare uno sciopero della fame ad oltranza, a staffetta e in maniera pacifica. L’obiettivo è ottenere la concessione della liberazione anticipata speciale o altre misure che possano ridurre il sovraffollamento delle carceri e migliorare le condizioni generali della comunità penitenziaria.
Nella lettera, le detenute criticano il cosiddetto decreto carceri, definendolo inutile, e sottolineano la necessità di una riforma completa del sistema, lamentando la carenza di personale e la mancanza di veri percorsi di reinserimento. L’appello si conclude chiedendo attenzione per la loro situazione, invitando chi si è indignato per le condizioni di detenzione di Ilaria Salis a fare lo stesso per loro e per tutti i detenuti in Italia.

20/08/24

India - Da una settimana la marcia delle donne indiane: "Riappropriamoci della notte"


"Riappropriamoci della notte": la marcia delle donne indiane per chiedere più sicurezza sul lavoro
Dopo il caso di una giovane dottoressa, stuprata e uccisa nel pronto soccorso di un ospedale di Calcutta, decine di migliaia di donne sono scese in strada per reclamare più sicurezza. Le manifestazioni spontanee vanno avanti da una settimana
 15/08/2024
Decine di migliaia di persone, in gran parte donne, sono scese in piazza a Kolcata (l'ex Calcutta), in India, e in altre città dello stato di West Bengal, in una marcia e fiaccolata notturna sotto la pioggia per reclamare sicurezza per le donne, dopo lo stupro e l'omicidio di una dottoressa in un ospedale pubblico della città, avvenuto alcuni giorni fa.
La manifestazione, intitolata Reclaim the Night (Riappropriamoci della notte), è stato il momento culminante di quasi una settimana di proteste spontanee. In gran parte pacifica, la manifestazione ha visto qualche tafferuglio marginale, fra la polizia e alcuni uomini che hanno fatto irruzione, cercando di devastare il reparto di pronto soccorso nell'ospedale universitario RG Kar Medical College, dove venerdì scorso è avvenuto lo stupro-omicidio di una dottoressa tirocinante 31enne.

Chicago, proteste a sostegno dell'aborto alla convention democratica: "La scelta è mia" - Attenta anche tu Kamala Harris


Centinaia di persone in piazza a Chicago a poche ore dall'apertura della convention democratica per far sentire la loro voce e chiedere un cambio di passo. Fra bandiere palestinesi che sventolano, si agitano cartelli a sostegno dell'aborto incondizionato a dispetto dalla decisione della Corte Suprema di smantellarle la storica sentenza che lo legalizzò nel 1973. "Il corpo è mio e la scelta è mia", canta un'attivista, autrice di una canzone ad hoc in difesa del diritto assoluto alle interruzioni di gravidanza. La manifestazione è solo un piccolo assaggio delle proteste che sono in programma per tutta la durata della convention democratica.

17/08/24

14 agosto - Sciopero contro la repressione alla Montello spa. Sotto accusa gli accordi di Coop/CGIL/UIL

Stiamo parlando dell’appalto Montello alla cooperativa GHS dove lavorano oltre 300 lavoratori in prevalenza operaie sulle linee, a dimostrazione degli interessi convergenti di aziende e Cgil-Uil che nelle fabbriche collaborano ognuno facendo la sua parte contro i lavoratori e i loro interessi.

Il  motivo scatenante che ha portato alla riuscita della mobilitazione sono state le ritorsioni ai delegati e attivisti come Singh Jasvir che non erano d’accordo con le conciliazioni tombali dei confederali e che dopo averli contestati hanno raccolto l’opposizione delle lavoratrici/lavoratori con lo Slai Cobas, per cui l’azienda, consigliata dai delegati confederali messi in difficoltà, ha inflitto spostamenti punitivi per isolarli con cambi di orario da turni a giornata per dargli problemi in famiglia.


Questo ha dato nuovo impulso alla risposta delle operaie con il sindacato Slai Cobas sc che sono tornate ai cancelli spingendo anche gli altri lavoratori che hanno capito che l’organizzazione e la mobilitazione sono l’unica via in fabbrica per riprendere a lottare per  i diritti, la libertà personale e sindacale, contro l’arroganza aziendale del tipo “o ti adegui o farai la stessa fine di Jasvir” avvallata dai confederali che sono stati zitti, mentre per lo Slai cobas se “toccano uno, toccano tutti”.

Uno sciopero contro la repressione aziendale che ha messo in campo vari tentativi di ritorsione per fermare la denuncia del clima fascista in fabbrica, fino ad arrivare a mettere in discussione le motivazioni dello sciopero per limitare l’esercizio di fronte ad una situazione di vera emergenza democratica.

Uno sciopero al cambio turno in cui si è utilizzato il tempo per rafforzare il gruppo, trasformando le nuove iscrizioni dei lavoratori che non si erano mossi prima assieme a quelle di chi è tornato allo Slai Cobas in una lotta unica contro gli accordi truffa. Importanti sono stati anche i momenti pratici come la raccolta dei mandati per combattere la conciliazione, come parte della battaglia più larga nella fabbrica contro le condizioni di lavoro e il clima repressivo, cosi come la necessaria riorganizzazione del sindacato sia nei sistemi di comunicazione che nella rappresentanza dei delegati per essere più forte e presente nei reparti.



Ma la repressione alimenta la ribellione e come si vede nel video nella lotta si trova la forza e la gioia delle lavoratrici e dei lavoratori  che stanno tornando ad essere protagonisti con lo Slai Cobas per riprendersi  il rispetto e la dignità contro le catene di azienda e confederali che li vogliono ricattati e ubbidienti.


Una lotta di rivendicazione particolare inserita nella lotta più generale dove la bandiera della Palestina è stata l’elemento più immediato della solidarietà internazionale tra lavoratori e popoli che lottano contro la stessa oppressione del sistema dei padroni, capitalista e imperialista, che si muove all’interno del nostro paese che va alla guerra che vuol dire economia di guerra, aumento dello sfruttamento e repressione, in un contesto generale di guerra imperialista nel mondo dove i lavoratori sono carne da macello. 

16/08/24

Per la Palestina! Tutte e tutti in piazza San Babila - Riceviamo da Milano sempre in piazza!


Tutte e tutti in piazza San Babila 
17 AGOSTO ORE 17,00
con le Associazioni e le Comunità Palestinesi
44° sabato in piazza a fianco del popolo Palestinese
per FERMARE IL GENOCIDIO 
per una PALESTINA LIBERA 
dall'occupazione coloniale sionista

15/08/24

Sosteniamo la lotta delle e dei detenuti

Sosteniamo la lotta delle detenute e dei detenuti nelle carceri contro condizioni disumane che ledono anche la minima dignità della vita. Contro il governo Meloni/Nordio delle leggi sempre più fascio-repressive come DL 1660. Potenziamo la lotta contro sempre più repressione, pene sempre più pesanti mentre non vi è nessun provvedimento per migliorare le condizioni dei detenuti nelle carceri
Mfpr
*****
‼️𝗕𝗔𝗧𝗧𝗜𝗧𝗨𝗥𝗔 𝗦𝗢𝗟𝗜𝗗𝗔𝗟𝗘 𝗔𝗟 𝗖𝗔𝗥𝗖𝗘𝗥𝗘 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗘 𝗩𝗔𝗟𝗟𝗘𝗧𝗧𝗘 𝗚𝗜𝗢𝗩𝗘𝗗𝗜 𝟭𝟱 𝗔𝗚𝗢𝗦𝗧𝗢 𝗢𝗥𝗘 𝟭𝟭,𝟯𝟬!!
Giovedì 15 agosto ci ritroveremo al carcere delle Vallette, ingresso principale, per sostenere il momento di protesta che avverrà in molte carceri d'Italia con una battitura pacifica dalle 12 alle 12,30.
Le donne della sezione femminile ci fanno sapere di aderire alla protesta pacifica con uno sciopero del carrello (la non accettazione del cibo fornito dal carcere) e con prossime mobilitazioni.
📣 𝗦𝗢𝗦𝗧𝗘𝗥𝗥𝗘𝗠𝗢 𝗟𝗔 𝗟𝗢𝗧𝗧𝗔 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗘 𝗗𝗢𝗡𝗡𝗘 𝗔𝗟 𝗙𝗘𝗠𝗠𝗜𝗡𝗜𝗟𝗘 𝗘 𝗜𝗡 𝗧𝗨𝗧𝗧𝗘 𝗟𝗘 𝗖𝗔𝗥𝗖𝗘𝗥𝗜 𝗗'𝗜𝗧𝗔𝗟𝗜𝗔 𝗖𝗢𝗡 𝗨𝗡𝗔 𝗣𝗥𝗘𝗦𝗘𝗡𝗭𝗔 𝗥𝗨𝗠𝗢𝗥𝗢𝗦𝗔.📣 🥁
Portate pentole, fischietti, tamburi, megafoni e qualsiasi cosa faccia rumore.
Ci troviamo all'ingresso principale di via Aglietta 35 alle ore 11,30.
👉 PER INTERVENTI URGENTI ED IMMEDIATI CONTRO IL SOVRAFFOLLAMENTO E L'EMERGENZA UMANITARIA 👈
PER I 65 MORTI SUICIDI IN DETENZIONE
PER I 7 MORTI SUICIDI DI LAVORO 
TUTTI E TUTTE VITTIME DI UNO STATO COLPEVOLE
Sapereplurale Associazione Yairaiha Onlus Sbarre di zucchero Chemical Sisters Non Una di Meno - Torino Notavinfo Notav Associazione Isola di Arran Aska47 - Csa Murazzi Csoa Gabrio Edera Ovunque

13/08/24

India: dottoressa stuprata e uccisa. Subito sciopero nazionale!

Dottoressa stuprata e uccisa durante il turno di notte, in India indetto sciopero nazionale dei medici: “Vogliamo più sicurezza”
La donna aggredita mentre stava riposando. Secondo i dati il 75% del personale sanitario è stato vittima di violenze. L’emergenza figlia della carenza cronica di finanziamenti

NO. Questi stupri, uccisioni sono principalmente figlie del clima politico istaurato dal regime di Modi che vede aumentare le violenze sessuali contro le donne, le ragazze, le bambine e vede impuniti chi li commette. 
Un clima che propaganda una visione aberrante delle donne, che vede spesso anche uomini delle forze dell'ordine perpetrare stupri.

11/08/24

Di fronte alla nuova orribile strage di Israele nella scuola di Gaza City, con massacri di decine di donne e bambini - alziamo la nostra voce, facciamo azioni

Ne parleremo in una riunione nazionale organizzata da proletari comunisti aperta, ad inviti, il 31 agosto a Taranto
(per partecipare, scrivere a mfpr.naz@gmail.com)
*****
Ripubblichiamo l'ampio report dell'intervento e azione del Mfpr nella mobilitazione per la Palestina del 9 marzo a Milano, per indicare cosa intendiamo essere dalla parte della resistenza dei palestinesi, delle donne palestinesi.
Nella giornata del 9 marzo a Milano con azioni di denuncia e solidali, sfidando anche i divieti, al Consolato Israeliano e in un quartiere popolare e con la  partecipazione alla 22° manifestazione nel sabato pomeriggio delle associazioni palestinesi abbiamo voluto ancora esprimere  con forza 
il nostro incondizionato sostegno verso le donne palestinesi che trasformano il profondo dolore in forza, nella eroica Resistenza del popolo palestinese contro il criminale Stato di Israele nazisionista; 
e la necessità di noi donne, lavoratrici, proletarie, compagne di lottare ad ampio raggio contro il governo Meloni fascista e guerrafondaio per cacciarlo. 
Un governo pienamente e attivamente complice del genocidio del popolo palestinese, del massacro atroce di più di 30 mila palestinesi, in maggioranza donne e bambini. Da qui la necessità di lottare contro il "nostro" imperialismo che stringe le mani insanguinate di Netanyahu mandando armi che arricchiscono i padroni assassini italiani sul sangue dei bambini innocenti, delle donne, dei giovani, del popolo palestinese
Al Consolato Israeliano


Nel quartiere popolare di Via Padova 
volantinaggio e forte denuncia e controinformazione attraversando le strade, trovando condivisione tra i proletari e gli immigrati

Nel pomeriggio abbiamo partecipato alla manifestazione delle associazioni palestinesi partita da Piazza San Babila dove uno degli aspetti belli e caratterizzanti del corteo è stato quello di affermare il grande coraggio delle donne palestinesi che subiscono sofferenze atroci ma che resistono e che nella giornata internazionale delle donne sono il simbolo della lotta delle donne oppresse, a partire dagli interventi degli organizzatori palestinesi al concentramento, attraverso la presenza di tante giovani palestinesi che sempre animano in modo molto combattivo queste manifestazioni, e con il flash mob alla fine rappresentando i bambini massacrati.
All'interno di tutto questo si è inserito l'intervento di una compagna del Mfpr dal camion palestinese che ha innanzitutto salutato con commozione la manifestazione 








Intervento del MFPR

Non c'è liberazione senza rivoluzione!


05/08/24

Palestina - Dal presidio 3 agosto piazza S Babila Milano - le voci dei palestinesi - Info dalle compagne/compagni presenti di proletari comunisti

Dal blog proletari comunisti



Il 3 agosto molta rabbia per l’assassinio di Ismail Haniyeh, esplosa in tanti interventi sostenuti da molti applausi, che ne hanno tracciato il profilo politico e umano.

Al presidio principalmente la comunità araba, le donne, le giovani sempre in prima fila.

Proletari comunisti ha diffuso volantini in italiano/inglese con la dichiarazione per Ismail Haniyeh e l'appello in italiano e arabo per la Palestina contro guerra imperialista. Affissi due cartelloni: Israele nazi-sionista, governo Meloni complice, imperialismo assassino, e un altro con gli ingrandimenti delle dichiarazioni sotto il titolo morte all’imperialismo e al cane da guardia sionista, fotografati più volte.

Gli interventi sono stati di potente accusa dei sionismo criminale, delle atrocità del genocidio, contro l’occupazione, delle condizioni dei prigionieri, di sostegno e orgoglio per la resistenza, e da parte dei Gpi per una campagna di liberazione per Anan Ali Mansour e denuncia dei media.

Di seguito una sintesi degli interventi

Ismail Haniyeh ha un peso e una storia di partigiano, perché ha fatto tutta la sua vita alla resistenza palestinese. E con lui hanno ricordato i circa 350 leader assassinati.

Ismail Haniyeh ha vissuto tutta la sua vita come profugo tra i profughi mangiando e giocando a calcio con loro nei campi e a differenza dagli altri leader ha dedicato la sua vita all’unità nazionale palestinese. Detto questo per richiamare un maggior impegno per una vera unità nazionale, uniti possiamo vincere altrimenti siamo perdenti.

In Italia giorni fa c’è stato un summit a Roma dei servizi segreti, israeliani, Usa, italiani, egiziani di altri paesi arabi, posso dire che hanno dettato li come assassinare Ismail. Sono tutti colpevoli del suo sangue devono pagare. Israele non vuole la pace, sono criminali.

E il nostro paese ha accolto il presidente israeliano responsabile del genocidio a Gaza, da Mattarella a Meloni e tutti gli altri. Cosi come è stato assassinato, posso confermare una cosa, Israele dal 48 ad oggi non ha mai smesso di uccidere i palestinesi. Israele è stata fondata nel 48 sui massacri. I soldati israeliano dopo aver arrestato e ucciso gli uomini prendevano le donne incinte e facevano indovinello sul sesso del bambino e tagliavano la pancia della donna per vedere chi avesse vinto.

L’appello di oggi per una mobilitazione internazionale per i prigionieri nelle carceri israeliane è stato l’ultimo grido di Ismail. Ci sono 20.000 prigionieri nelle carceri israeliane, sottoposti a torture inimmaginabili, che vivono e resistono. I sionisti non sono umani, sono bastardi criminali vanno processati all’Aja.

Dopo 300 giorni di genocidio, dove sono Onu, la Corte orte europea, la Lega araba mussulana, il Vaticano, dove sono scomparsi?

Meloni le sa queste cose. Invece è impegnata nel difendere il criminale Netanyahu ‘vergogna ….

E non c’è solo Gaza, bisogna parlare della Cisgiordania, dove ancora oggi sono stati uccisi 9 palestinesi in un campo profughi di Tulkarem, e i coloni armati si accaniscono contro ogni palestinese, ogni presenza, albero, pecora dei palestinesi.

A Roma nel 1982 sono stati assassinati due dirigenti palestinesi dai sionisti. In quel periodo abbiamo subito di tutto, dovevamo cambiare abitudini orari per sicurezza, mettevamo segnali sulle porte per vedere se qualcuno era entrato in nostra assenza. Abbiamo superato tutto, cercato di resistere. Ho lasciato la mia auto ferma 10 gg perché ci potevano aver messo una bomba. Ho detto questo per dire che noi palestinesi siamo abituati dalla nascita, dal ‘48, perché Israele è nata sull’assassinio, sui massacri. Noi siamo orgogliosi come tutti i partigiani del mondo che lottano. Anche ai partigiani in Italia dicevano che erano terroristi, anche ai vietnamiti, anche gli algerini dai francesi, e noi per la nostra lotta diventiamo per loro antisemiti.

Potete dire tutto quello che volete ma noi continueremo la nostra lotta malgrado le difficoltà e tutti gli aiuti americani e degli altri paesi, che vengono mandati perché hanno paura che Israele possa perdere. Bene, avanti, cosa aspettate che ci inginocchiamo? Mai! continueremo a lottare fino alla vittoria.

Nonostante il dolore noi continueremo a resistere. Il 3 agosto giornata internazionale per difendere il diritto dei prigionieri palestinesi. Contro le


condizioni pessime di detenzione, la detenzione amministrativa senza alcuna accusa formale, le condizioni dei prigionieri palestinesi sono molto difficili con maltrattamenti isolamento torture fisiche e psichiche.

Forse una speranza esiste ancora, Free Palestine che ogni settimana gridiamo senza fine si avvererà

Continuate a combattere con le vostre forze che si avvererà.

Il genocidio è un piano sistemico per annientare il popolo di Gaza, non ha inizio il 7 ottobre, è una manifestazione estrema politica coloniale del sionismo. Forte del supporto degli stati occidentali, che sono i mandanti. Il sionismo ha creato la sua entità statuale sulla Nakba. La pulizia etnica del popolo palestinese nella loro terra natia. Onoriamo oggi i martiri di Gaza, 10.000 studenti, 400 professori, e 185 giornalisti martirizzati perche testimoniavano il vero. Brutalità crudeltà e non ci sono altre parole per descrivere quanto fa schifo Israele. Rifiutiamo e condanniamo l’ignavia e la codardia dei giornalisti occidentali diretti portavoce della propaganda sionista e complici diretti e aiutanti del genocidio del popolo palestinese. A discapito del tentativo di annientare tutto ciò che è vita in Palestina da parte dell’entità sionista il popolo palestinese ci dimostra che la resistenza è un motore portante dell’esistenza dei popoli oppressi e quella palestinese rappresenta il fulcro e la sintesi delle lotte degli oppressi contro gli oppressori in tutto il mondo.

300 giorni di genocidio che non hanno piegato il popolo di Gaza che dimostra la sua forza nella resistenza i cui obiettivi vanno avanti nel silenzio della stampa. La resistenza non è nei volti che la rappresentano ma nella quotidianità e nella vita del popolo tutto perché i corpi cadono ma le idee non muoiono mai.

Un abbraccio a tutti e tutti, per ricordare altri due assassinii: Ismail, al – Goul giornalista di Al Jazeera morto nell’auto squarciata da un missile, perchè raccontava con rigore l’olocausto del suo popolo. E Haniyeh, ma la sua morte non sarà indolore ne‘ invana, e germineranno altri fusti.

Siamo vicini a tutti i martiri palestinesi, libanesi… e non ci sono parole per descrivere le carceri, che non sono mai belle, e non lo sono neanche quelle in Italia, ma vogliamo ricordare che ci sono  3 ostaggi, Anan Ali Mansour accusati di resistenza e dobbiamo lottare per la loro liberazione. Il loro arresto con l’accusa di terrorismo è una dichiarazione politica di uno stato che vuole criminalizzare la Resistenza e nascondere l’occupazione. Uno stato come l’Italia che si dice erede della resistenza non può processare e condannare la Resistenza palestinese. L’arresto è una dichiarazione e una minaccia per la lotta in Italia, un attacco alla diaspora palestinese, un attacco al movimento italiano che si oppone alla guerra e all’occupazione delle Palestina. Lottate con noi per la liberazione dei compagni. La responsabilità è di Israele con la complicità dello stato italiano. La Resistenza non si processa, immediata scarcerazione.

E poi il rapper ha messo in musica la resistenza con la lotta e con il fucile, contro lo stato sionista di Israele, il vero terrorista.

04/08/24

Siamo decisamente con la pugile algerina Imane Khelif!


Imane ha dovuto combattere con i pregiudizi e gli ostacoli nel suo paese verso una donna che voleva fare la boke, e ora si è trovata ad essere attaccata da rappresentanti istituzionali di un paese imperialista (La Russa, Meloni, Salvini).

Attacchiamo le squallide dichiarazioni della Meloni e la canea della stampa di destra che approfittano di questa vicenda sportiva per tornare ad attaccare le/i transessuali o di altro genere, per riproporre la tesi fascista che o si è donna o si è uomo, o non si è niente.

Si cerca di imporre, miseramente, una sorta di apartheid sessuale nello sport?

La fascista Meloni ancora una volta sta in buona compagnia con Orban e ora anche con Putin che ha parlato di “perversione nello sport”.

Non ci stiamo alle lacrime dell’italiana Angela Carini, che ha tentato di coprire la sua carenza professionale, mettendo in discussione l'essere donna di Imane – al servizio di che e di chi?

Ha, volente o non volente, risollevato uno stereotipo, anti scientifico, reazionario anti donna, per cui donna è debole, uomo è forte.

Da parte della Meloni, dei reazionari fascisti, dietro questo, inevitabilmente c’è la riproposizione strumentale della divisione tra maschi e femmine, funzionale alla divisione dei ruoli nella società. Così come c'è la reazione isterica sovranista, auto propagandista dell'Italia, e della sua persona.  

Ma stavolta ha fatto flop.

MFPR

03/08/24

Le operaie della fabbrica Evoca BG scioperano per il caldo - Seguire l'esempio

DAVANTI ALL’EMERGENZA CALDO ALLA CHIUSURA DELL’AZIENDA AL DISINTERESSE SINDACALE, GRUPPI DI OPERAIE SI AUTORGANIZZANO E SCIOPERANO

SI PARTE DALLE CONDIZIONI sulle linee di lavorazione che sono molto pesanti, con intensi ritmi di lavoro aggravate dai livelli alti di temperatura e umidità nei capannoni, caldo e umidità non certo sopraggiunti a sorpresa. Giorni e giorni a questa condizione che piegano oltremisura le lavoratrici e i lavoratori, ‘a volte ti senti girare la testa nell’alzare e abbassare i pezzi’, L’azienda ha i suoi obiettivi, come aumentare il numero delle macchine prodotte con meno operaie/i per linea, così come cercare gli escamotage possibili per consumare meno corrente elettrica. In quale modo si lavori poi non è un affar suo, i lavoratori nei campi insegnano. 

Ancora nel 2024 ci tocca sentire scuse tipo ‘abbiamo ordinato il pezzo arriverà più avanti…’ Ipocriti e vigliacchi. Come l’azienda sa essere perfetta nel programmare in anticipo le linee per le nuove commesse, così gli impianti di condizionamento -che vuol dire l’obbligo di legge a garantire la tutela della salute e della sicurezza per le operaie/i- vanno testati, resi efficienti con l’opportuna manutenzione preventiva e messa a punto per tempo. Quindi lasciare lavoratrici e lavoratori a boccheggiare sulle linee è una precisa scelta, quella del profitto capitalista, che trova appoggi e impunità nei provvedimenti del governo moderno fascista della Meloni, quello che non vuole disturbare i padroni che producono/sfruttano. Una scelta tanto volontaria da non aver nemmeno portato l'azienda a distribuire il minimo del minimo del minimo, ovvero i previsti sali minerali per la stagione estiva. 

E SI ARRIVA AL FATTO che questa situazione certifica la totale mancanza di Cgil Cisl Uil nella difesa dei lavoratori. Ma le parole di una delegata ci dicono molto di più ‘noi vorremmo fare qualcosa in lineacosì non si riesce più a lavorare, ma il nostro sindacato poi non ci appoggia’. Questi sindacati quindi sono un freno alla ribellione, un ostacolo alla lotta di classe da rimuovere. Ma queste parole ci avvisano anche che serve un passo in avanti per liberarsi da questa presenza tossica. Serve la lotta autonoma delle operaie/i da Cgil Cisl Uil, per questo è importante l’esempio delle operaie che su alcune linee di lavorazione, nel secondo stabilimento Evoca bergamasco, con coraggio hanno autorganizzato lo sciopero con lo Slai Cobas, di emergenza ma proposto anche una piattaforma rivendicativa, con la richiesta di un incontro all’azienda, con Slai Cobas per definire un programma di intervento preventivo ed efficace e soprattutto verificabile dalle operaie, in merito al ricorrente problema del microclima stagionale.

E come provvedimenti a carattere di urgenza per fare fronte al microclimatica nei reparti visto il perdurare dell’attuale condizione meteo:

-una pausa di 10 minuti all’ora, da tenersi in un luogo temperato, tipo la mensa;
-la limitazione della velocità delle linee di produzione;
-la distribuzione immediata di sali minerali unitamente a scorte d’acqua sufficienti;
-la messa a disposizione di adeguati ventilatori
-di conoscere la valutazione contenuta nel Documento di Valutazione dei Rischi Ambientali a proposito del rischio microclima per i reparti produttivi.

Uno giusto sciopero per il caldo, ma scioperare è necessario per contare di più in fabbrica, per organizzarsi come gruppo per i nostri interessi di classe, per acquistare forza e coscienza collettiva, perché è tutta la condizione operaia che chiede una larga ribellione.