Ma quale "persona a modo", era un lurido
assassino! accecato da una concezione di "proprietà" sulle figlie, di
dominio da cui dovevano dipendere tutti gli altri componenti della famiglia
Leporano Taranto,
uccide la figlia. Poi guardia giurata si toglie la vita
Era la figlia prediletta, stravedeva per lei”, le parole
rotte delle zie di Rossana. Urla disperate che si confondono, accavallano con
quelle della moglie dell’uomo, di Emidio Fanelli, per la morte del marito e
della figlia. “Era una famiglia modello e Emidio era una persona molto a modo,
mai ci saremmo immaginati una fine del genere”.
Ha ucciso la figlia e poi si è tolto la vita. E in cinque
minuti di follia ha devastato quella famiglia che era il suo orgoglio. Emidio
Fanelli, 55 anni, ha premuto tre volte il grilletto. Ha sparato alla nuca della
figlia Rossana, che era in bagno a truccarsi, freddandola sul colpo. Poi si è
accasciato sul divano. Si è puntato la rivoltella alla tempia. Ha sparato
ancora, ma il proiettile lo ha graziato. A quel punto ha trovato la forza di
poggiare la canna sul mento e di sparare ancora. Così l’ha fatta finita.
C’è il cancro dietro questa tragedia di paese. Emidio lo ha
combattuto sino a quando ha potuto. Ha alzato bandiera bianca ieri mattina.
Quando si è ucciso. E ha deciso di portare con lui quella figlia di 28 anni che
ripeteva sempre che non avrebbe retto all’idea di perdere il suo papà. Allora
Emidio, fiaccato dalla malattia e dalla chemioterapia ha preso una decisione
folle. Morire per non soffrire più. Un teorema che ha ingiustamente applicato
anche alla figlia, che da tempo viveva a Lecce per lavoro.
«Era buono e stravedeva per le figlie e la moglie». Per
quella famiglia Emidio ha fatto sacrifici indicibili. Lavorando tutte le ore
del giorno.
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