Giulia è stata arrestata il 13 giugno 2012 nel corso dell’operazione “Ardire”, guidata dal pregiudicato Generale dei Ros Giampaolo Ganzer(condannato
2 anni fa a 14 anni di reclusione e un interdizione perpetua dai
pubblici uffici per traffico internazionale di sostanze stupefacenti): l’ennesima farsa umbra sulla sicurezza (vedi l’articolo di Info404).
Insieme ad altri è sospettata di far parte di un’associazione
anarchica sovversiva a fini di terrorismo internazionale ed accusata di
aver fatto scritte sui muri della città di Perugia, aver appeso uno
striscione e aver manomesso un bancomat. La perquisizione della sua
dimora ternana, di fatto priva di esito, rivela invece secondo gli
inquirenti le seguenti “armi”: una molletta di legno, pinzette
ferma-fogli, dei chiodi, lampadine di diverso voltaggio, filo di rame,
custoditi in una cassetta degli attrezzi!
A 100 giorni dalla sua carcerazione preventiva in attesa di giudizio, pubblichiamo le parole di Giulia, “una donna libera”.
Giulia libera, liber* tutt*!
30/09/12
Violenza sessuale a Pizzoli: lo stupratore militare "l'aveva fatto altre volte"
Per questo Francesco Tuccia, accusato anche di tentato
omicidio, resta agli arresti domiciliari. La Cassazione: "Ha
consapevolmente voluto provocare lesioni gravissime.
Roma, 25 set - Francesco Tuccia, l'ex caporale accusato di
violenza sessuale e tentato omicidio ai danni di una studentessa romana davanti
ad una discoteca di Pizzoli, deve rimanere ai domiciliari perche'
"l'attualita' del pericolo di reiterazione degli abusi appare
correttamente correlata, con motivazione logica ed adeguata, alle dichiarazioni
dell'indagato, il quale ha riferito di avere posto in essere anche altre volte
la pratica sessuale in oggetto". Lo ha evidenziato la Terza sezione penale
della Cassazione, nel respingere il ricorso presentato dalla difesa dell'ex
militare.
26/09/12
piena solidarietà alle compagne del Grup Yorum torturate dalla polizia al servizio del regime fascista turco
Turchia: due musiciste del Grup Yorum torturate dalla
polizia
Alcuni giorni fa la Polizia ha arrestato e torturato due
musiciste del Grup Yorum, nota band della sinistra radicale turca. Un episodio
che svelerebbe la brutalità della repressione di Ankara contro minoranze e
opposizioni politiche. Se solo i media ne parlassero...
Due musiciste del Grup Yorum, storica formazione folk di
sinistra della Turchia, sono state arrestate e torturate dalle forze di
sicurezza di Ankara che da tempo perseguitano i componenti della band molto
attiva a fianco dei movimenti che contestano il regime nazionalista e islamico
di Tayyip Erdogan.
Il loro avvocato ha riferito che la violinista Selma Altin e
la cantante Ezgi Dilan Balci sono state arrestate venerdì 14 ad Istanbul,
insieme ad altre 25 persone (tra i quali alcuni minorenni) che stavano
manifestando nei pressi dell’Istituto Forense per reclamare la restituzione del
corpo di un giovane che l'11 settembre si era fatto esplodere davanti a una
stazione di polizia, nel quartiere di Gazi, uccidendo un agente. L'attentato
era stato rivendicato dal Fronte Rivoluzionario per la liberazione del popolo
(DHKP-C), che anche Stati Uniti e Unione Europea considerano un gruppo
terrorista.
24 novembre... a sostegno della guerra popolare in India in cui grande è la partecipazione delle donne
Il 24 novembre ad Amburgo si terrà una importante Conferenza Internazionale a sostegno della guerra popolare in corso in India. La partecipazione delle donne alla guerra popolare è grandiosa.
Riportiamo da un intervento di una compagna del MFPR di Palermo durante un'assemblea di informazione sulla Conferenza:
"L'India, paese definito "la più grande democrazia del mondo" l'uguaglianza tra uomini e donne è solo sulla carta perché nella realtà di tutti i giorni le donne subiscono una pesante oppressione, di classe, di genere, feudale/religiosa, di casta di lunga durata: dai matrimoni forzati sin dall'età dell'adolescenza, alle violenze domestiche, alla negazione del diritto alla proprietà della terra, alle forme di quasi schiavismo per le vedove… nelle zone rurali e interne, alle condizioni di pesantissimo sfruttamento delle donne della classi più basse nelle fabbriche dei centri urbani per non parlare del dilagante sfruttamento della prostituzione al servizio sempre più esteso anche del turismo sessuale dei cosiddetti uomini borghesi "civili" dei paesi occidentali, assecondato dal governo reazionario indiano, per soddisfare i loro sporchi piaceri pagando gli stupri perfino sulle bimbe.
24/09/12
Donne a casa? Almaviva, Teleperformance, scuola
ALMAVIVA a Roma ha aperto una cassa
integrazione straordinaria per 632 lavoratori, e nel silenzio sta già facendo
dei licenziamenti individuali. Nessuna "crisi", solo la volontà di aumentare i
suoi profitti tagliando il costo del lavoro, sia trasferendo gli stessi servizi
al sud dove punta ad incassare soldi pubblici, sia, sicuramente, tornando ai
contratti ultraprecari a progetto, dopo che la lunga lotta delle lavoratrici e
lavoratori di Roma degli anni scorsi aveva imposto la trasformazione dei
contratti a Tempo Indeterminato.
TELEPERFORMANCE a Taranto ha dichiarato
500 esuberi e vuole aprire la procedura di mobilità. In questi anni ha ottenuto
già tutto dallo Stato e dal governo, sgravi, agevolazioni contributive,
finanziamenti diretti. Ma anche trasformazione contratti da tempo pieno a part
time, contratti di solidarietà, cassintegrazione; mentre continuava e continua
tuttora ad assumere decine, centinaia di lavoratrici nuovamente con contratti a
progetto - e Regione, Inps, governo stavano zitti, e i sindacati confederali e
una parte purtroppo degli stessi lavoratori accompagnavano le lamentele
dell'azienda verso le istituzioni su la "cattiva concorrenza", sul fatto che le
colpe erano sempre degli altri...
SCUOLA la grande manifestazione di ieri
ha detto NO al vergognoso concorso-truffa, fatto solo per legittimare il
passaggio dalla precarietà alla disoccupazione definitiva per decine di migliaia
di insegnanti che lavorano sempre precari da anni e anni, e per negare
definitivamente il posto di lavoro ai giovani. Insegnanti che hanno dato sudore
e sangue in questi anni, che hanno ingrassato le casse pubbliche con corsi,
esami tutti da pagare alla grande, e che ora dovrebbero essere sottoposti
all'umiliazione di concorsi vergognosi per pochissimi posti di lavoro.
In tutte queste realtà, le donne
costituiscono la maggioranza dei lavoratori. Per questo sia l'attacco è contro
le lavoratrici e contro le donne sia la lotta si carica di tutta la ribellione
ad una condizione di "ritorno a casa", di, bene che vada, "imprigionamento" nel
ruolo in famiglia.
Per questo la lotta di queste lavoratrici
va sostenuta da tutte le donne.
Movimento femminista Proletario
Rivoluzionario
23.9.12
20/09/12
Donne, niente soldi, andate a casa!
LE DONNE PAGANO AL DOPPIO LA CRISI E LA FORNERO (MINISTRO ANCHE DELLE PARI OPPORTUNITA'), DICE: MI DISPIACE, MA NON CI SONO SOLDI... E QUINDI CARE DONNE, LAVORATRICI ANDATE A CASA E TENETEVI LA DISPARITA'...
Un utile articolo apparso oggi su La Stampa:
"È fin troppo scontato in un Paese come l'Italia dove alle donne spettano i record di precarietà e disoccupazione anche in tempi normali. La crisi sta colpendo senza pietà soprattutto loro e soprattutto le più deboli: quelle con almeno due figli, quelle che non hanno la laurea, le straniere. È l'amaro scenario disegnato dal rapporto di Save the Children «Mamme nella crisi» presentato ieri.
Le speranze di poterle aiutare sono poche, ha ammesso la ministra al Welfare e alle Pari Opportunità Elsa Fornero. Pur condividendo e capendo, ha ricordato a tutti la difficile situazione dei conti, il debito da restituire e quindi ha escluso iniziative forti, ad ampio raggio. Qualcosa però è allo studio per le donne che soffrono di più ha assicurato - si tratta di «aree di intervento mirate, circoscritte per massimizzare le probabilità di riuscire».
Un utile articolo apparso oggi su La Stampa:
"È fin troppo scontato in un Paese come l'Italia dove alle donne spettano i record di precarietà e disoccupazione anche in tempi normali. La crisi sta colpendo senza pietà soprattutto loro e soprattutto le più deboli: quelle con almeno due figli, quelle che non hanno la laurea, le straniere. È l'amaro scenario disegnato dal rapporto di Save the Children «Mamme nella crisi» presentato ieri.
Le speranze di poterle aiutare sono poche, ha ammesso la ministra al Welfare e alle Pari Opportunità Elsa Fornero. Pur condividendo e capendo, ha ricordato a tutti la difficile situazione dei conti, il debito da restituire e quindi ha escluso iniziative forti, ad ampio raggio. Qualcosa però è allo studio per le donne che soffrono di più ha assicurato - si tratta di «aree di intervento mirate, circoscritte per massimizzare le probabilità di riuscire».
Pillola dei 5 gioni dopo... un altro attacco alla libertà di scelta delle donne
Pillola dei 5 giorni dopo, il 70% dei ginecologi non la prescrive
Il motivo? L'obbligatorietà del test di gravidanza. I dati dell'indagine della Smic. "Ancora un diritto negato alle donne" .
Roma, 17 set. - A quasi sei mesi dal suo arrivo nelle farmacie italiane la contraccezione di emergenza a base di ulipristal acetato (UPA), comunemente chiamata Pillola dei cinque giorni dopo (nome commerciale EllaOne), rimane ancora una chimera per molte donne italiane. Il motivo? L'obbligatorietà del test di gravidanza che spinge ben 7 ginecologi su dieci a non prescriverla nonostante ne conoscano ed apprezzino le caratteristiche migliorative rispetto ai farmaci precedentemente disponibili. A fotografare i contorni del diritto negato e' un'indagine realizzata per la Società Medica Italiana per la Contraccezione (SMIC) da Datanalysis su un campione rappresentativo di 200 ginecologi equamente distribuito sull'intero territorio nazionale. Secondo la Simic, tirando le somme e confrontando i dati di prevalenza con quelli della Germania, si può stimare che in Italia siano state vendute circa 5 mila confezioni in meno rispetto alla domanda reale di questo farmaco.
Il motivo? L'obbligatorietà del test di gravidanza. I dati dell'indagine della Smic. "Ancora un diritto negato alle donne" .
Roma, 17 set. - A quasi sei mesi dal suo arrivo nelle farmacie italiane la contraccezione di emergenza a base di ulipristal acetato (UPA), comunemente chiamata Pillola dei cinque giorni dopo (nome commerciale EllaOne), rimane ancora una chimera per molte donne italiane. Il motivo? L'obbligatorietà del test di gravidanza che spinge ben 7 ginecologi su dieci a non prescriverla nonostante ne conoscano ed apprezzino le caratteristiche migliorative rispetto ai farmaci precedentemente disponibili. A fotografare i contorni del diritto negato e' un'indagine realizzata per la Società Medica Italiana per la Contraccezione (SMIC) da Datanalysis su un campione rappresentativo di 200 ginecologi equamente distribuito sull'intero territorio nazionale. Secondo la Simic, tirando le somme e confrontando i dati di prevalenza con quelli della Germania, si può stimare che in Italia siano state vendute circa 5 mila confezioni in meno rispetto alla domanda reale di questo farmaco.
16/09/12
Giornata di passione a Palermo. Non solo la Gesip... anche le precarie/i Coop sociali in piazza
PALERMO - 2012-09-13
Giornata di passione a Palermo. E non solo per la Gesip.
Stamane, infatti, a bloccare via Maqueda, con cassonetti dell'immondizia al centro della carreggiata, c'erano anche gli assistenti degli studenti diversamente abili. 184 operatori, che quest'anno la Provincia di Palermo ha ridotto a 112: in 72 resteranno a casa. Una decisione che ha mandato su tutte le furie i lavoratori, che hanno così deciso di scendere in strada chiedendo, peraltro, la sospensione della Provincia in Festa, manifestazione per la quale sono pronti oltre 800mila euro.
Giornata di passione a Palermo. E non solo per la Gesip.
Stamane, infatti, a bloccare via Maqueda, con cassonetti dell'immondizia al centro della carreggiata, c'erano anche gli assistenti degli studenti diversamente abili. 184 operatori, che quest'anno la Provincia di Palermo ha ridotto a 112: in 72 resteranno a casa. Una decisione che ha mandato su tutte le furie i lavoratori, che hanno così deciso di scendere in strada chiedendo, peraltro, la sospensione della Provincia in Festa, manifestazione per la quale sono pronti oltre 800mila euro.
L'orribile strage di operaie in Pakistan - un comunicato 8 marzo in quel di settembre
Non è successo l'8 marzo ma il 12 settembre. Non a Chicago ma a Karachi, Pakistan.
I morti sono, per il momento, 289 operai bruciati vivi, che lavoravano in una fabbrica tessile, la Ali Enterprise. La fabbrica, un edificio di 4 piani nel quartiere di Baldia Town, occupava circa 2.000 lavoratori; gli operai lavoravano in vasti scantinati con le finestre chiuse da sbarre e come unica via d'uscita una piccola porta che si è bloccata subito. Il grande generatore elettrico che ha dato il via all'incendio si trovava all'entrata principale. Sono riusciti a salvarsi quelli che si sono buttati dalle finestre, scardinando le sbarre o gettandosi dai piani superiori. Molti di questi hanno avuto le gambe rotte.
I morti sono, per il momento, 289 operai bruciati vivi, che lavoravano in una fabbrica tessile, la Ali Enterprise. La fabbrica, un edificio di 4 piani nel quartiere di Baldia Town, occupava circa 2.000 lavoratori; gli operai lavoravano in vasti scantinati con le finestre chiuse da sbarre e come unica via d'uscita una piccola porta che si è bloccata subito. Il grande generatore elettrico che ha dato il via all'incendio si trovava all'entrata principale. Sono riusciti a salvarsi quelli che si sono buttati dalle finestre, scardinando le sbarre o gettandosi dai piani superiori. Molti di questi hanno avuto le gambe rotte.
15/09/12
Chiedere conto delle vite a chi decide di non farle contare
Più di 80 persone disperse. E’ questo il racconto che ci arriva dai sopravvissuti dell’ultimo naufragio sulle coste di Lampedusa avvenuto nella notte di giovedì 6 settembre. E mentre l’Italia metteva in scena la macchina dei soccorsi, ormai rodata in anni di abitudine, in Tunisia stava accadendo qualcosa di nuovo. Dapprima in rete e poi da ieri, lunedì 10 settembre, una protesta a Tunisi davanti al Ministero degli esteri, una manifestazione in serata, un’altra manifestazione a Sfax, uno sciopero generale a El Fahs, nel governatorato di Zaghouan, luogo di provenienza di alcuni dei dispersi e la collera dei genitori e dei parenti, hanno fatto muovere il governo tunisino, accusato nei primi giorni non solo di immobilismo ma addirittura di indifferenza per aver partecipato alla celebrazione di un matrimonio collettivo anziché proclamare il lutto nazionale. Attualmente, una delegazione con a capo il segretario all’immigrazione Jaziri si trova sull’isola di Lampedusa, da cui, per la prima volta, anche questa un’assoluta novità, giungono parole di lutto non trattenute da frasi di circostanza dalla neo-eletta sindaca dell’isola, Giusi Nicolini, che si spinge a suggerire quanto “sia assurdo farli arrivare in questo modo”.
GOLDEN LADY: CGIL, CISL, UIL FIRMANO UN ACCORDO DEROGA PER DARE LA POSSIBILITA' ALL'AZIENDA DI CONTINUARE A FARE LA “BANDITA
Il 16 luglio, proprio mentre in tutt'Italia gli Ispettori del Lavoro facevano ispezioni nei negozi Golden Lady e accertavano l'assoluta irregolarità dei rapporti di lavoro delle commesse, tutte con falsi contratti di associazione in partecipazione e quindi diffidavano l'azienda a regolarizzare entro settembre tutte le lavoratrici con contratti di lavoro dipendente a Tempo Indeterminato, Cgil, Cisl e Uil facevano un accordo collettivo con l'azienda per concedere a padron Nerino Grassi di tenere ancora per un anno, fino a luglio 2013, 1200 lavoratrici in associazione in partecipazione, senza diritti retributivi, contributivi, di malattie, ferie, ecc.
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