15/10/08

Due volantini dell'assemblea romana per lo sciopero del 17 ottobre

LA PRECARIETA’ = SOSTANTIVO DI GENERE FEMMINILE

SIAMO PIU’ PRECARIE E PIU’ POVERE

I TAGLI ALLA SPESA SOCIALE – SANITÀ E ISTRUZIONE – GIUSTIFICATI ORA ANCHE DALLA CRISI FINANZIARIA COLPIRANNO SOPRATTUTTO NOI, RENDENDOCI PIÙ POVERE E PRECARIE E SEMPRE PIÙ LONTANE DAL MONDO DEL LAVORO E DALLA POSSIBILITÀ DI AUTODETERMINARCI

DA SEMPRE
Sono donne quelle costrette a firmare oltre al contratto di assunzione anche la lettera di dimissioni in bianco
Sono le retribuzioni delle donne ad essere, in media inferiori del 20% di quelle degli uomini a parità di mansioni e il numero delle donne che perde il lavoro entro il primo anno di età del bambino (periodo in cui è vietato licenziarle) è in continuo aumento e le famiglie monogenitoriali, le più povere, sono spesso condotte da una donna.

E ORA
La riforma del modello contrattuale firmata di CISL e UIL, e tra poco anche dalla CGL, ci renderà ancora più povere poiché lega gli aumenti retributivi alla produttività sul lavoro. E noi che siamo quelle part-time oppure abbiamo i tempi contingentati dall’altro lavoro – IL LAVORO DI CURA: quello che non rientra nel calcolo della produttività delle imprese- saremo ancora tagliate fuori.
E sono donne quelle a cui si chiedono ulteriori 2 anni di lavoro per il raggiungimento della pensione: in pensione a 62 anni, con un anno in più a partire dal 2009.

INSOMMA
Il ministro Brunetta dice che siamo “fannullone” perché dimentica che noi abbiamo anche altre “assenze” per la maternità, la cura dei figli e dei parenti. Ci ha tagliato lo stipendio in caso di malattia e ci obbliga a una reperibilità (8-20) impraticabile per donne che vivono sole con figli.
La ministra Gelmini col taglio alla scuola pubblica a favore di quella privata che saremmo costrette a pagare per poter lavorare le consuete otto ore, taglia soprattutto i nostri posti di lavoro e renderà ignoranti i nostri figli così da privarci anche della speranza, almeno per loro, di una vita migliore.
La ministra Carfagna col Decreto che criminalizza le prostitute e non gli sfruttatori se la prende con l’anello più esposto del mercato del sesso –ancora una volta le donne- ci mostra il futuro.
VOGLIONO TENERCI CHIUSE IN CASA A LAVORARE GRATIS
Come già accade alle donne prive di reddito, immigrate, badanti legate alla cura dell’anziano di turno, schiavizzate e sottopagate.

SCIOPERO GENERALE 17 OTTOBRE 2008

CONTRO I CONTINUI ATTACCHI ALLE TUTELE SUL LAVORO, ALLA LEGGE SULL’INTERRUZIONE VOLONTARIA DELLA GRAVIDANZA, AI CONSULTORI PUBBLICI E CONTRO L’IGNOBILE LEGGE SULLA PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA RIVENDICHIMO REDDITO PER TUTTE!

NON CI LASCEREMO RINCHIUDERE NELLE CASE, NELLE CASE CHIUSE E NELLE CHIESE, NON RIUSCIRANNO A SEPARARCI E ISOLARCI


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UN ALTRO DECRETO CONTRO LE DONNE

Il decreto Gelmini non risponde ad esigenze didattiche, ma alla scelta di privatizzare i servizi, di dare spazio alle scuole confessionali, di non investire nella cultura e nella formazione dei più giovani:
ANCORA UNA VOLTA SONO LE DONNE A PAGARE IL PREZZO PIÙ ALTO.
Nella già totale assenza di servizi pubblici per l’infanzia e di insufficienza clamorosa di asili nido, la riduzione dell’orario nella scuola elementare da 40 a 24 ore settimanali penalizza le donne, attaccandole su tutti i fronti:

- COME MADRI LAVORATRICI perché impone loro di pagare una babysitter o dei servizi alternativi privati, mentre impone alle tante donne che non possono permetterselo di tornare rinchiuse tra le mura domestiche

- COME INSEGNANTI, COLLABORATRICI, OPERATRICI che rischiano di essere tagliate fuori da un mercato del lavoro che già in Italia conta una percentuale bassissima di donne e che le vede sottopagate, impiegate in lavoro precari, sfruttate, vittime di discriminazione.

Non dimentichiamo che perdere il lavoro significa DIPENDENZA ECONOMICA, che è una tra le principali cause che costringono una donna a restare fisicamente e psicologicamente in situazioni di VIOLENZA.
Il governo propone la “novità” della maestra unica che, oltre a determinare un aggravio per le lavoratrici della scuola ed uno scadimento qualitativo del servizio, significa “PENSIERO UNICO”, ovvero la perdita della pluralità di visioni e di esperienze che per noi significa crescita.

DICIAMO NO A QUESTO DECRETO CHE LIMITA IL DIRITTO DELLE DONNE DI SCEGLIERE

DICIAMO NO A UN DECRETO CHE IMPOVERISCE LA SCUOLA

DICIAMO NO A QUESTA FORMA DI VIOLENZA DELLE ISTITUZIONI SULLA VITA DELLE DONNE


ASSEMBLEA ROMANA DI FEMMINISTE E LESBICHE
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