06/04/11

Assemblea nazionale delle donne Fiom

Qui sotto riportiamo il testo di convocazione dell'assemblea nazionale donne fiom e a seguire il messaggio che l'mfpr porterà alle lavoratrici.
On line il foglio di aprile 2011, lo trovate qui

convocazione assemblea nazionale donne Fiom

Care compagne, cari compagni,
dando seguito alla decisione presa nel corso dell’Assemblea nazionale delle delegate e dei delegati della Fiom svoltasi a Cervia il 3/4 febbraio 2011, è convocata:
l’Assemblea nazionale delle donne Fiom
giovedì 7 aprile – ore 9,30/17,00
ROMA -Via Buonarroti n. 12 ( vicino a Piazza Vittorio)
presso la sede della CGIL di Roma e del Lazio
L’Assemblea svilupperà idee e proposte delle metal meccaniche verso la piattaforma per la riconquista del contratto nazionale di lavoro ed in preparazione dello sciopero generale del6 maggio.
Particolare attenzione verrà dedicata ai temi della tutela e prevenzione della salute riproduttiva sui posti di lavoro, alle mutate condizione e alla perdita dei diritti e delle libertà in fabbrica, alla gravità delle condizioni occupazionali, alla messa in discussione dei sistema dei permessi e dei congedi. Quale lavoro per le metalmeccaniche? Così come saranno ripresi i temi della libertà e autodeterminazione femminile nelle relazioni sociali e nei rapporti tra i sessi, che già sono state affrontare nel dibattito svolto a Cervia.
Vista l’importanza dell’iniziativa tutte le strutture territoriali e regionali sono invitate a favorire la massima partecipazione delle delegate e delle compagne degli organismi dirigenti decentrati. Tutte le compagne del Comitato Centrale sono invitate a partecipare.

Un caro saluto.
p. la segreteria Fiom
Laura Spezia
p. l’ufficio sindacale Fiom
Barbara Pettine

N B.
PER RAGGIUNGERE LA SEDE DELL’ASSEMBLEA DALLA STAZIONE TERMINI:
• PRENDERE LA METRO A DIREZIONE ANAGNINA E SCENDERE ALLA PRIMA STAZIONE ( VITTORIO)
• OPPURE DIRIGERSI A PIEDI (VIA CAVOUR > PIAZZA ESQUILINO > VIA MERULANA > VIA BUONARROTI - PERCORSO 10/15 MIN. )

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Il messaggio dell'mfpr:

Costruiamo uno SCIOPERO DELLE DONNE

Alle delegate Fiom, alle lavoratrici Fiom,

Salutiamo con calore e interesse questa assemblea nazionale delle donne Fiom. Essa si realizza in un momento importante in cui da un lato il padronato, con il piano Fiat di Marchionne, sta mostrando oggi l’intreccio tra attacchi alle condizioni di lavoro come operaie e alle condizioni di vita e diritti come donne. I piani padronali per le donne significano insieme a tutto il resto anche discriminazioni, umiliazioni, doppio attacco alla salute, a diritti fondamentali come quello per la maternità, una inaccettabile violenza fisica e psichica; inoltre per le donne aumenta il rischio di “ritorno a casa”, di subire per prime cassintegrazione, esuberi. Dall'altro il governo, ultimo con le “politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro”, rende, come giustamente denuncia un documento donne fiom, per norma il lavoro precario l'unico possibile e concesso alle donne, appunto per mantenere e rafforzare il nostro ruolo di “ammortizzatori sociali” nella famiglia, di paracadute per i tagli e gli aumenti dei costi dei servizi sociali e di aumento sulle nostre spalle del lavoro di cura; in questo anche le misure di flessibilità dell'orario ipocritamente presentate come favorevoli alle lavoratrici, di fatto vogliono soltanto continuare a garantirsi, soprattutto nella crisi e nel peggioramento delle condizioni di vita in generale, il nostro lavoro riproduttivo gratis: della serie più doppio sfruttamento... e dovremmo anche ringraziarli... E mentre ci rinchiudono di più in casa al servizio di una “sacra” famiglia sempre più oppressiva, in maniera perversa, per fare cassa, aumentano l’età pensionabile, non riconoscendo neanche il nostro doppio lavoro.
Tutti questi attacchi si traducono inevitabilmente in maggior oppressione. Essi mirano a riaffermare costantemente la posizione di “debolezza” e subalternità di noi donne in questo sistema sociale, come ben dimostra il governo del porco Berlusconi e della sua corte che fanno anche del disprezzo della dignità delle donne la loro politica, subcultura principale. Questi attacchi alimentano poi quel clima culturale e ideologico di sopraffazione, di maschilismo, di disprezzo per la vita delle donne, che costituisce un humus favorevole anche all’aumento di violenze sessuali e di sempre più frequenti uccisioni delle donne, proprio nella famiglia in cui ci costringono.
Ma nello stesso tempo questa assemblea avviene in un momento in cui in questi mesi le operaie, in primis della Fiat, tante altre lavoratrici, dall'Omsa all'Eutelia, lavoratrici precarie, disoccupate del sud, stanno dicendo NO e stanno lottando con determinazione e coraggio.
Alla Fiat molte operaie sono state in prima fila a dire no al piano Marchionne - scontrandosi con azienda e capi, ma anche spesso respingendo pressioni di mariti e famiglia affinchè non si esponessero – perchè anche questa, come hanno detto alcune operaie, è una lotta per la dignità!
E il 13 febbraio 1 milione di donne è scesa in piazza per una “rivolta di dignità”.

ORA E' TEMPO DI COSTRUIRE INSIEME UNO “SCIOPERO DELLE DONNE”
DENTRO LO SCIOPERO GENERALE MA ANCHE OLTRE...
Uno sciopero che veda protagoniste, nella costruzione, nella gestione, le donne, uno sciopero autorganizzato dalle donne. Uno sciopero per affermare sui posti di lavoro, nelle piazze, il nostro punto di vista delle donne, e la doppia determinazione delle donne.
Uno sciopero che sia una novità nell’attuale movimento sindacale e anche per gli stessi lavoratori. Una rottura inaspettata per padroni, governo, Istituzioni, mass media.
Come è giusta la battaglia per lo sciopero generale, così è giusto – possiamo dire doppiamente giusto e necessario - lo sciopero costruito dalle lavoratrici e da tutte le donne, autorganizzandoci sui posti di lavoro - come per es. il coordinamento donne alla Fiat di Termoli - , ma anche nei quartieri, e una piattaforma che esprima l’insieme della condizione di doppio sfruttamento e oppressione. “Se non ora quando?”.
Anche su questo non possiamo delegare. Non ci basta essere inserite in un punto della piattaforma sindacale, vogliamo trasformare anche il movimento sindacale/operaio.

Lavoratrici, precarie, disoccupate del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario di Palermo, Taranto, Milano, L'Aquila, - mfpr@libero.it – T/F 0994792086 - 3475301704

LO SLAI COBAS DI TARANTO A MANDURIA, prime informazioni

In due turni gli immigrati di Lampedusa portati a Taranto sono stati trasferiti al campo di Manduria.
Una delegazione dello Slai cobas per il sindacato di classe è andata oggi a Manduria; come già avevamo capito, al di là degli sforzi e tempi rapidi dei vigili del fuoco, gli immigrati sono stati lasciati fino a sera in una situazione di confusione e di oggettivo abbandono; non c'è un coordinamento, non ci sono ancora le minime cose necessarie. Alle 19 ancora non avevano portato dei pasti. Ogni cosa dovrebbe venire da fuori, dalle sigarette al cibo. E il campo è in una zona, vicino ad una strada di passaggio di auto oggi ancora più intasata, in cui non c'è niente intorno per chilometri.
Ciò che invece non manca sono poliziotti, carabinieri, guardia di finanza. Più c'è il caos a più arrivano pulmini pieni di forze dell'ordine, i capi dei quali non sanno neanche loro che devono fare. Devono controllare, devono impedire, insieme ai vigili, che la gente della zona possa entrare nel campo, dovrebbero impedire che gli immigrati scappino.
Ma i giornalisti che hanno seguito da questa mattina l'arrivo degli immigrati e il loro trasporto/sistemazione nel campo, dicono che già un centinaio di loro ha "preso altre strade" (alcuni ne incontriamo anche noi su una strada interna), e che questo non sarebbe stato troppo "ostacolato" dalle autorità... non per "umanità" sicuramente, ma per avere meno problemi di gestione.
Il problema principale è che nessuno ancora sa se Manduria deve essere un CIE o un centro d'accoglienza; la cosa è lasciata nel vago, un pò per effettiva mancanza di una decisione, un pò perchè questa incertezza è utile per non sollevare eventuali proteste.
Di fatto, però, le condizioni in cui vengono per ora tenuti gli immigrati lascia presupporre che di un nuovo CIE si tratti, anche se ancora da attrezzare a dovere.
Domani il sottosegretario Mantovani interverrà al consiglio comunale monotematico, e Mantovani ha già sciolto ogni dubbio: gli immigrati sono clandestini, e quindi devono essere identificati ed espulsi.

Ciò che comunque appare sicuro, è che Manduria diventerà il centro più grosso. I vigili del fuoco anche stasera stavano montando altre tende e si parla che già nei prossimi giorni gli immigrati dovrebbero diventare 2500.
Gli altri eventuali centri in altre città sono ancora a zero; e qui pesa soprattutto l'opposizione razzista dei sindaci, Lega, ma non solo (la cosa è abbastanza trasversale)e il fatto che tenerli al sud è più facile da espellerli.

Infine, alcune persone della zona dicono che sono apparsi dei manifesti di Forza Nuova vicino al campo - c'è da dire che Manduria è stata in passato la terra del fascista Freda, che vi sono gruppi di fascisti, neonazisti; per fortuna, dopo, abbiamo visto che i manifesti sono stati rimossi da personale del centro. Ma c'è il rischio che questa feccia torni a galla per fomentare sentimenti razzisti tra la popolazione della zona. Questo lo impediremo!

ORA LA BATTAGLIA PRINCIPALE E' IMPEDIRE CHE IL CENTRO DIVENTI UN NUOVO CIE.

per Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto
Margherita

Atlantide resiste

In questi giorni, *Atlantide*, un luogo importante per la cultura e la politica femminista e lgbtqi, è sotto *sfratto* da parte della giunta commissariale di Bologna.
Così si vuole sottrarre uno spazio vitale alle donne e alle lesbiche, a gay, trans ed eterodissidenti. Così si vorrebbero cancellare 15 anni di antissessismo, antirazzismo e antifascismo. Noi non ce ne andremo.
A voi chiediamo di difendere quest'esperienza partecipando al presidio di venerdì se siete a Bologna e/o partecipando al mail bombing e/o aiutandoci a diffondere l'informazione.
Qui sotto trovate alcuni materiali e indicazioni.
Grazie di cuore
Saluti (r)esistenti
Lab. Smaschieramenti

La Straordinaria Commissaria Cancellieri delibera di destinare il cassero di Porta Santo Stefano di Bologna (Atlantide) a nuove associazioni “che attirino nuovo pubblico e favoriscano il turismo culturale” con particolare riguardo alla “sensibilizzazione per la tutela e la salvaguardia del verde” e all’”educazione ed informazione ambientale”

DI CONSEGUENZA
Clitoristrix, Antagonismogay/Smaschieramenti e Nulla Osta
INVITANO
tutta la cittadinanza a mobiltarsi in difesa della biodiversità

Vuoi resistere all'omologazione alimentare? Adotta una finocchia selvatica!
Le aree verdi del tuo quartiere sono trascurate? Pianta un punk-in-fiore!
Ami praticare guerrilla gardening? Coltiva femministe e lesbiche in erba!

Vieni anche tu al presidio in piazza Re Enzo, venerdì 8 aprile, alle ore 18

L'aria resa irrespirabile dalla gestione autoritaria della città, dall'emissione incontrollata di delibere e ordinanze, dalle polveri sottili dell'appiattimento culturale e dalla desertificazione dello spazio pubblico minaccia il nostro ecosistema

Vogliono riaffondare Atlantide, ma Atlantide (r)esiste!
L'energia di femministe, gay, lesbiche, trans ed etero dissidenti è rinnovabile e consente il superamento della obsoleta famiglia nucleare!!!

Vi invitiamo ad inviare una mail di protesta a:
commissariostraordinario@comune.bologna.it
(Annamaria Cancellieri, Commissaria del Comune di Bologna)

chiara.perale@comune.bologna.it (Chiara Perale, direttora del quartiere S. Stefano)

Non dimenticate di mettere il nostro indirizzo in copia. cc: atlantideresiste@gmail.com

Poche righe (Atlantide deve restare nel cassero di porta Santo Stefano perchè ...), lunghe lettere, poesie, slogan: intasateli!!
Se avete poca fantasia o poco tempo, potete copiare e incollare questo testo:

OGGETTO: ATLANTIDE DEVE VIVERE

CORPO MAIL:

Atlantide è uno spazio irrinunciabile per la cittadinanza gay, lesbica, trans, queer, femminista e un riferimento per autoproduzioni culturali indipendenti, a Bologna e in Italia.
Atlantide è uno spazio che dal 1999 è autogestito dai collettivi “Clitoristrix - femministe e lesbiche”, “Antagonismogay” e “NullaOsta”, sito in piazza di Porta S. Stefano 6.
E' luogo di un’elaborazione politica dal basso che accomuna soggettività diverse nelle pratiche del partire da sé e dalle sessualità per strutturare una critica dell’esistente e lavorare per un mondo migliore, altro e possibile.
Dal 2008 i collettivi hanno costituito tre associazioni – Eccentrica, Donne di Mondo e Lo spazio – che sono titolari di una convenzione con il quartiere Santo Stefano, scaduta a febbraio 2011.
Nulla Osta, Antagonismogay e Clitoristrix non si sono mai sottratti ad un confronto sugli spazi di Atlantide, né con amministratori che ipocritamente continuano a disconoscerne le attività, né con i ‘vicini di casa’ di uno degli incroci più trafficati e rumorosi della città (dai quali non sono mai stati contattati): negli anni hanno inoltre aperto gratuitamente Atlantide a iniziative di altre realtà cittadine che ne condividessero le discriminanti antisessiste, antifasciste ed antirazziste. Proprio i tre collettivi sono riusciti nel tempo a fare vivere una struttura marginale per la città, dotandola di servizi e impianti.
Atlantide è una ricchezza per questa città e deve restare nel cassero di porta Santo Stefano.


SEGUITE GLI APPUNTAMENTI > ATLANTIDE RESISTE < SUL BLOG:
http://atlantide-resiste.blogspot.com/

Atlantide è la sede dei collettivi:
Antagonismogay/Laboratorio Smaschieramenti, NullaOsta e Clitoristrix - femministe e lesbiche

Manduria: il bastone e la carota


Ieri sera a Manduria il clima tra gli immigrati che avevano passato in 200 la notte fuori dal campo era di un'attesa dubbiosa, ma pronti a riaccendere la protesta.
Anche se le voci erano varie: una parte diceva, rientriamo stanotte e poi nel caso le promesse di permesso di soggiorno per tutti, anche a scaglioni, non risultassero vere, torniamo ad uscire subito dal campo; altri davano più credibilità alle dichiarazioni del Questore; ma altri ancora dicevano che finché non vi saranno fatti concreti, non bisogna rientrare nel campo e proseguire la protesta rimanendo anche la seconda notte nella campagna antistante il campo e continuando a rifiutare il cibo dell'interno.
Nel pomeriggio la tensione era aumentata perché erano giunte notizie di un accordo con la Tunisia per rimandare gli immigrati nel loro paese. Tre sono stati ricoverati in ospedale, uno si era provocato delle ferite a un braccio.
Per tutto il giorno la polizia, gli uomini del Consorzio Connecting People che gestisce la tendopoli, la Croce rossa, la Caritas avevano fatto un'azione martellante di convincimento. Con la tattica del bastone e della carota, da un lato le forze dell'ordine spargono "terrorismo", per incutere paura tra gli immigrati (se continua la protesta, se vanno via, non hanno più il permesso di soggiorno.), dall'altro, seminano promesse incredibili: ieri la stessa polizia insieme al Consorzio ha fatto distribuire un volantino in arabo che diceva addirittura che oggi (martedì) gli immigrati avrebbero avuto il permesso e sarebbero stati liberi di andare via dal campo.
La linea, la parola d'ordine era di "tranquillizzare" la situazione, tenendola rigidamente sotto controllo.
Per questo l'arrivo delle compagne dello Slai cobas per il sindacato di classe ha allarmato immediatamente Digos, poliziotti. Le compagne dall'arrivo a quando sono andate vie sono state sempre tallonate, ogni discussione, capannello con gruppi di immigrati vedeva subito movimenti nervosi, poliziotti che si avvicinavano per ascoltare. Ad un certo punto è stato impedito ad una compagna di avvicinare la persona che gli immigrati ci avevano indicato come colui che aveva distribuito il volantino in arabo, e che aveva fatto credere agli immigrati di essere di un'associazione antirazzista.
Il nuovo incontro, dopo la grande giornata di protesta di sabato scorso, delle compagne con gli immigrati, e con alcuni loro rappresentanti di fatto, ha proseguito e rafforzato il legame anche umano, di solidarietà, di unità.
Le compagne avevano portato un volantino con i punti principali della battaglia di questa fase, e nonostante la difficoltà della lingua, nei capannelli è stato letto insieme agli immigrati. Abbiamo poi portato le notizie dalla Tunisia sugli scioperi degli operai; abbiamo discusso sulla natura del governo Berlusconi e sul perché non si poteva semplicemente restare in attesa delle sue promesse; abbiamo parlato della guerra in Libia, delle giuste rivolte dei popoli, arrivando perfino a parlare della campagna a sostegno della guerra popolare in India e che cosa è questa guerra popolare, e la differenza tra le rivolte, come quella della Tunisia e la guerra di popolo.
Ma abbiamo soprattutto parlato, insieme anche ad altri compagni della zona, della necessità di non accettare la manovra di "tranquillizzazione" fatta dalla polizia con il volantino; che era giusto, perché effettivamente ci fossero delle soluzioni collettive per tutti gli immigrati, mantenere la protesta nelle varie forme collettive che gli immigrati stanno decidendo, estenderla, costruire, soprattutto da parte nostra, una lotta unitaria contro il governo tra lavoratori/popolazioni della zona e immigrati.

In un clima bello, di fraternità, di rafforzamento della conoscenza reciproca, gli immigrati ci hanno poi aggiornato sulla invivibilità del campo: ancora non vi sono docce calde, il cibo è scarso e pessimo (alcuni dicevano anche avariato), pur avendo alcuni di loro dei soldi, non possono comprarsi nulla, dalle sigarette, alle ricariche dei telefonini (tanto che abbiamo prestato i nostri per fare delle telefonate ai loro familiari), non possono cambiarsi, ecc.

Quando siamo andate via ci hanno salutato con affetto, chiedendoci di ritornare presto.

5.04.2011
Le compagne dello Slai cobas per il sindacato di classe - Taranto

05/04/11

Alla Tendopoli di manduria


Ieri alla tendopoli di manduria ,siamo nuovamente tornatii e continueremo a tornaci, per dare la nostra solidarietà ,per sapere delle loro condizionii e per informarli della situazione , abbiamo visto che vengono distribuiti da questurini mascherati da associazioni di aiuto volantini in arabo, che per convincerli a non scappare, e stare buoni senza protestare promettono di dar loro entro 24 ore il permesso di girare liberamente in italia, noi dello slai cobas e del'mfpr invece abbiamo parlato con loro ,per convincerli a non devono assolutamente credere a false promesse ma che devono continuare a lottare per il rispetto dei loro diritti e per la loro lbertà, che noi li appoggeremo sempre, e mobiliterenmo i lavoratori i disoccupati e le donne di taranto e ....torneremo

4.04.2011 mfpr

Con le donne in India

In questa settimana è in corso una importante campagna a livello internazionale, dal Canada alla Spagna, dal Messico all'Italia, Francia, ecc. a sostegno della guerra di popolo in India - su cui la scrittrice Arundhati Roy ha scritto il bellissimo reportage "Camminando con i compagni".

Il ruolo in questa guerra popolare delle donne è grandissimo. Facciamo appello a tutte le compagne, le giornaliste, le democratiche, a appoggiare questa campagna e a far conoscere questa entusiasmante rivoluzione delle donne. Possiamo mettere a disposizione materiali: reportage di Arudhati Roy in italiano, altri comunicati e testi, una mostra, video, manifesti - chiedeteli scrivendo a: mfpr@libero.it
In allegato il manifesto della campagna internazionale

SEGUE L'APPELLO DEL MFPR

Il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario aderisce alla campagna internazionale a sostegno della guerra popolare in India, e coglie questa occasione per mandare il suo saluto e abbraccio alle masse femminili indiane e alle donne che partecipano e sostengono la guerra popolare e il Partito Comunista dell'India maoista.

Tutta la stampa internazionale ha rilevato come le donne siano in prima linea a guida della rivoluzione in India. Una recente indagine ha mostrato che di circa 290 maoisti che operano nella aree della guerra di popolo nel Maharahstra, 74 sono donne, e sono donne membri dei Comitati di divisione, dei Comandanti, anzi gli uomini sono superati dalle donne tra i quadri di comandanti e aggiunti. Protagoniste degli attacchi alle basi dello Stato repressivo sono donne.
Lo Stato, le forze della repressione sono particolarmente feroci verso le donne usando anche l'arma degli stupri. Nello stesso tempo la natura dell'oppressione di classe e sessuale delle donne è di lunga durata. Ma proprio per questo la guerra popolare di lunga durata attrae e aiuta la partecipazione di molto donne oppresse e questo rende effettivamente la guerra popolare una guerra di massa.

Questo fa di questa guerra di popolo un fenomeno internazionale della lotta di liberazione delle donne e della rivoluzione nella rivoluzione, per combattere sui due fronti, della lotta di classe e della lotta di genere, necessaria alle masse femminili per affermare il loro cammino e portare una visione generale, trasformante della lotta di rivoluzionaria.

Come racconta la scrittrice, esponente di punta del movimento antiglobalizzazione e del movimento delle donne, Arundhati Roy, queste compagne vengono da lunghi anni di lotta delle donne all'interno del partito, non solo per affermare i loro diritti ma per convincere il partito che l'uguaglianza tra uomini e donne è al centro di un'ideale di società giusta .
Queste donne vengono dalla ribellione ai retaggi feudali, alle tradizioni del matrimonio forzato, del rapimento delle donne, alle violenza e alle bestiali mutilazioni...
Non hanno ancora vinto tutte le battaglie, ma - aggiunge Arundhati Roy - "quali femministe le hanno vinte?"
La lotta delle compagne indiane è una fonte di esempio e di ispirazione per il movimento delle donne in ogni angolo del mondo.

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario- Italia

2.4.2011

Violenza sulle Donne: quando l’inferno è la tua stanza

Abusata dal padre e non creduta. Ecco perchè una ragazzina di 14 anni ha deciso di riprendere il genitore mentre era intento a compiere violenze sessuali su di lei.
Accade a Reggio Emilia, in un paesino nei pressi della città. La ragazza, 14 anni, da tempo subiva le angherie del padre ma, dopo averne parlato con la madre, non è stata creduta. A questo punto scatta il piano della giovane ragazza, ormai vessata dall’età dei 12 anni.

Munita di cellulare, lo ha lasciato acceso nel luogo in cui si consumavano i rapporti per riprendere tutto quanto accadeva nella stanza. A questo punto la mamma, con le scene terrificanti sotto gli occhi, ha preso la ragazzina e si è trasferita in un’altra città.
L’uomo invece, dopo la “scomparsa” di moglie e figlia, ha vagato per la città pensando anche al suicidio ma è stato incastrato dal suo stesso racconto quando si è recato dai carabinieri per denunciare l’assenza delle due donne.
Una volta rintracciate però, in una città del centro Italia, la mamma ha raccontato il calvario attraversato dalla figlia e per questo motivo si è potuti procedere grazie al pm Maria Rita Pantani, alla misura restrittiva nei confronti del padre, da ieri “ospite” del carcere di Reggio Emilia.
L’uomo 44 anni, è comparso davanti al giudice per le indagini preliminari, apparendo molto provato anche se collaborativo.

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STUPRI, VIOLENZA, UCCISIONI
NIENTE RESTERA' IMPUNITO! SCATENIAMO LA NOSTRA RIBELLIONE!