03/11/25

Su assemblea nazionale di Nudm ne parliamo il 13 novembre

Compagne del Mfpr di Palermo, Milano, Taranto hanno partecipato on line all'assemblea nazionale di Nudm.





Nella serata del 13 novembre in cui dalle ore 17,30 noi terremo un'assemblea on line in funzione del 25 nov. daremo una informativa su  due giorni di Nudm.
Nei prossimi giorni invieremo il link.

02/11/25

Sampierdarena - Lavoratrici licenziate perchè hanno scioperato - La nostra solidarietà

Si tratta di 20 addette alle pulizie di un hotel. La motivazione - spiega la Filcams Cgil - risiede nella partecipazione da parte delle lavoratrici allo sciopero di qualche giorno fa
È arrivata nel tardo pomeriggio di venerdì 31 ottobre, in Filcams Cgil la lettera con la quale la ditta Aurora Ambiente srl, società che opera in appalto all'interno dell'albergo Novotel, annuncia il licenziamento collettivo per 20 addette alle pulizie impiegate presso il noto albergo di Sampierdarena.
Cgil: “Licenziate perché hanno scioperato, è un sopruso”
La motivazione risiede nella partecipazione da parte delle lavoratrici allo sciopero di qualche giorno fa proclamato dalla Filcams in quanto alle dipendenti non viene erogato lo stipendio nelle normali scadenze mensili.
“Più che un licenziamento per giusta causa siamo di fronte a un sopruso vero e proprio - commenta Maurizio Fiore, segretario Filcams Cgil Genova - la giusta causa è delle dipendenti che hanno scioperato perché senza stipendio: siamo arrivati al paradosso che non solo non ti pagano, ma se protesti ti licenziano”. 
Il presidio sabato mattina davanti all'hotel

Il governo cancella anche l'"Opzione Donna" - da Change.org

Dal 2004 Opzione Donna è una misura che viene rinnovata ogni anno e che offre alle donne lavoratrici la possibilità di pensionamento anticipato. 
Quest’anno il Governo ha però deciso di cancellare questa norma e quindi Opzione Donna non sarà rinnovata per il 2026.

Questa misura ha offerto alle lavoratrici di anticipare l’uscita dal lavoro rispetto alle normali finestre di pensionamento, riconoscendo il peso che disuguaglianze e carichi familiari hanno avuto sulle loro carriere, uno strumento di equità che è servito ad alleviare il carico di un percorso lavorativo che, per le donne, rimane un vero e proprio percorso a ostacoli. Ed è proprio per questo che è importante difendere Opzione Donna e chiedere al Governo di non cancellare questa tutela per le lavoratrici.

01/11/25

Massima solidarietà, sostegno pieno a Francesca Albanese - SI', che le streghe ritornino in tante e vi facciano realmente tremare...!


Il movimento femminista proletario rivoluzionario, le lavoratrici, le compagne del mfpr sono pienamente dalla parte di Francesca Albanese e le esprimiamo tutta la nostra solidarietà.
L'hanno chiamata, attaccata, offesa in tutte le maniere, con parole che solo i reazionari, gli assassini fascisti al potere hanno nelle loro nere corde; ma dimostrando così solo chi sono e da che parte stanno: criminali, macellai di donne, bambini, dalla parte del genocidio del popolo palestinese, di cui gli Usa/Trump e tutti i paesi imperialisti, in prima fila l'Italia, sono pienamente complici.  
La attaccano volgarmente perchè Francesca Albanese dice semplicemente la verità e la verità accusa e colpisce. 
Mao Tse tung ha detto: “È bene se siamo attaccati dal nemico, poiché ciò dimostra che abbiamo tracciato una netta linea di demarcazione tra il nemico e noi. È ancora meglio se il nemico ci attacca con violenza e ci dipinge a fosche tinte e senza un’ombra di virtù, poiché ciò dimostra che non solo abbiamo tracciato una netta linea di demarcazione tra il nemico e noi, ma abbiamo anche riportato notevoli successi nel nostro lavoro.”
Le ultime espressioni volgari, isteriche gridate dal rappresentante di Israele all'Onu, non volendo, illudendosi di offendere, invece hanno detto una cosa giusta: "Lei è una strega...".
Ma per noi donne questo è un complimento, è uno slogan da tempo del movimento femminista: "Tremate, tremate... le streghe son tornate"
Ebbene sì, volevate offendere Francesca e invece le avete fatto un complimento.
E tutte noi diciamo: Attenti, ci sono tante streghe che sono tornate e tante altre ne verranno che vogliono farvi realmente tremare e vogliono rovesciare questi governi, questi Stati imperialisti che producono solo guerre, orrore, crimini contro l'umanità. 
Siamo le "streghe" che sono con le donne eroiche palestinesi che trasformano il loro immenso dolore in forza, in resistenza. 
Francesca Albanese continua nel tuo lavoro!
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Da Il Manifesto
Genocidio a Gaza «crimine collettivo», una strega si aggira per il mondo
di Roberta De Monticelli
"...Il volto terreo, le labbra serrate dall’ira di Danny Danon, rappresentante di Israele all’Onu, hanno fatto il giro del mondo, insieme alle parole con cui ha apostrofato la relatrice speciale Francesca Albanese: «Lei è una strega e questo rapporto è il suo libro degli incantesimi».
Dopo la presentazione del suo ultimo rapporto: “Il genocidio di Gaza: un crimine collettivo”. La special rapporteur, che a causa delle sanzioni trumpiane non può più entrare negli Stati Uniti, lo aveva presentato in collegamento da Johannesburg, Sudafrica...
SOLO A PARTIRE dal 2022 questo consenso si dispiega nello spazio pubblico, con il rapporto di Amnesty International che lo denuncia vigente in Israele. Come attesta anche il primo rapporto Albanese, dello stesso anno, “Sulla situazione dei diritti umani in Palestina”. Il mondo intero assiste col fiato sospeso, nel novembre del 2023 alle requisitorie dei delegati sudafricani (e alla difesa di quelli israeliani) sull’accusa di genocidio nei confronti del governo israeliano, presentata alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja, e poi alla pronuncia di questa nel gennaio 2024, a partire dalla quale tutti gli stati sottoscrittori hanno l’obbligo di agire perché questo genocidio in corso cessi immediatamente, troncando qualunque forma di supporto diretti o indiretto alla sua continuazione, come la Corte stessa ha ribadito in numerose altre occasioni.
L’ULTIMO RAPPORTO di Albanese mostra quali e quanti stati (63, fra cui l’Italia) hanno violato quest’obbligo, caso per caso, configurando appunto un «crimine collettivo».
Scende nelle profondità del tempo la radice dell’albero di cui i rapporti di Albanese sono le ultime foglie. Nella sua lezione Albanese aveva ricordato il nodo che stringe il sumud palestinese all’ubuntu (letteralmente “umanità verso gli altri”, la resistenza nonviolenta dei neri sudafricani)...
Il nostro, aveva detto Albanese, è un tempo apocalittico, cioè di “rivelazione” di una verità: «Volevamo salvare la Palestina, la Palestina ha salvato noi». Dalla cecità della mente e del cuore. Ha squarciato il velo dell’ignoranza: non solo sul tardivo e tragico progetto coloniale cui si è avvinghiato il sionismo, con la sua Nakba a varia intensità che perdura dal ’48 e riesplode a Gaza, ma anche in Cisgiordania e a Gerusalemme, con un’intensificazione mai vista prima della pulizia etnica.
HA SVELATO la complicità attiva degli Stati uniti e della maggioranza degli Stati europei in questi crimini, e soprattutto le profondissime radici di questa complicità: tutto quello che la nostra tradizione umanistica e l’educazione scolastica hanno rimosso su cinque secoli di rapina dei continenti, sui genocidi sui quali si è fondata, coprendosi gli occhi, la civiltà “occidentale” moderna.
Certo, per rispondere all’insulto di Danon bastava e avanzava il sorriso della replica di Albanese: «Se potessi fare incantesimi, li userei per mettere fine ai vostri crimini, e assicurare che i loro responsabili finiscano dietro le sbarre». Più grave, almeno per noi, la reazione di Maurizio Massari, rappresentante permanente dell’Italia alle Nazioni unite, per cui il lavoro della relatrice è «totalmente privo di credibilità e imparzialità».
EPPURE LA SOSTANZA dei due interventi è identica: il nulla...
Identica anche l’ira dei due. Risponde al vento che non puoi fermare: allo spirito che soffia non solo dalla Palestina, ma ormai dalle piazze del mondo intero. «Quando dico dal fiume al mare, io parlo degli ebrei, dei musulmani, dei cristiani, di tutte le religioni, degli abitanti di ora, di quelli storici, chiedendo che possano vivere tutti in pace e con pieni diritti, e non con privilegi riservati a pochi, come è ancora oggi. Questo intendo quando dico dal fiume al mare»...

31/10/25

Formazione rivoluzionaria delle donne - A. Ghandy - 2 - "uno degi sviluppi più notevoli nel capitalismo è l'emergere e la crescita del movimento delle donne..."

Continuiamo in questa FRD a pubblicare parti dall'importante libro di Anuradha Ghandy.
Pubblichiamo questa volta l'Introduzione;
la prossima volta "Visione sul movimento delle donne in occidente".
Le analisi critiche delle varie tendenze (quella sul post-modernismo l'abbiamo pubblicata la scorsa settimana) le potrete leggere richiedendo il libro, che invieremo a chi lo richiede in Pdf.

   INTRODUZIONE
A livello internazionale uno degli sviluppi più notevoli nell’era capitalista è stato l’emergere e la crescita del movimento delle donne. Per la prima volta nella storia umana le donne emersero collettivamente per chiedere i loro diritti, il loro posto sotto il sole. L’emancipazione delle donne dopo secoli di oppressione divenne una questione urgente e immediata. Il movimento gettò le basi per le analisi e le soluzioni teoriche sulla questione dell’oppressione delle donne. Il movimento delle donne ha sfidato l’attuale società patriarcale e sfruttatrice sia attraverso le sue attività che attraverso le sue teorie.
Non è che le donne precedenti non si rendessero conto della loro oppressione. Lo fecero. Descrissero questa oppressione in vari modi - attraverso canzoni popolari, idiomi concisi e poesie, dipinti e altre forme d’arte a cui avevano accesso. Parlarono anche contro l’ingiustizia che dovettero subire. Hanno interpretato e reinterpretato miti ed epopee per esprimere il loro punto di vista. Le varie versioni del Ramayana e del Mahabharata, ad esempio, ancora in circolazione tra donne rurali attraverso canzoni in varie parti dell’India, ne sono una vivida testimonianza.
Alcune donne straordinarie emersero nel periodo feudale, le quali cercarono i modi attraverso i mezzi disponibili all’epoca e divennero simboli di resistenza all’organizzazione patriarcale. Meerabai, la donna santa è solo un esempio tra i tanti che hanno lasciato un impatto duraturo sulla società. Questo è il momento per tutte le società nel mondo. Questa era una controcultura, che rifletteva una coscienza degli oppressi. Ma era limitata dalle circostanze e non era in grado di trovare una via d’uscita, un percorso per porre fine all’oppressione. Nella maggior parte dei casi cercavano una soluzione nella religione, o in un Dio personale.
Lo sviluppo del capitalismo comportò un tremendo cambiamento delle condizioni sociali e del pensiero. Il concetto di democrazia significava che le persone diventavano importanti. Il liberalismo come filosofia sociale e politica ha portato il cambiamento nella sua fase iniziale; le donne delle classi sociali progressiste si sono fatte avanti collettivamente. Così, per la prima volta nella storia è emerso il movimento delle donne, che esigeva dalla società i loro diritti e la loro emancipazione. Questo movimento ha, come tutti gli altri movimenti sociali, i suoi flussi e riflussi. L’impatto del capitalismo, per quanto ristretto e distorto nelle colonie come l’India, ha avuto il suo impatto su uomini e donne progressisti.
Il movimento delle donne in India è emerso nella prima parte del 20° secolo. Fece parte di questo fermento internazionale eppure era radicato nelle contraddizioni della società indiana. Le teorie che emersero nei paesi capitalisti hanno trovato la loro strada in India e sono state applicate alle condizioni indiane. Lo stesso è vero in un modo ancora più acuto nel contesto del movimento femminile contemporaneo sorto alla fine degli anni ’60 in Occidente. Il movimento delle donne contemporanee ha posto molte più sfide davanti alla società perché i limiti del capitalismo nella sua fase imperialista sono ora nettamente chiari. Aveva faticato molto per ottenere legittimità formale per la richiesta di uguaglianza. E anche dopo, l’uguaglianza non è stata ancora realizzata non solo nei paesi arretrati, ma anche nei paesi capitalisti avanzati come USA e Francia.
Il movimento delle donne ora cercava le radici dell’oppressione nel sistema stesso della società stessa. Il movimento delle donne analizzò il sistema del patriarcato e cercò le origini del patriarcato nella storia. Si cimentò nelle scienze sociali e mostrò il pregiudizio maschile insito in loro. Hanno esposto come un modo di pensare patriarcale abbia colorato tutte le analisi riguardanti il ruolo delle donne nella storia e nella società contemporanea. Le donne hanno una storia, le donne sono nella storia hanno detto .. (Gerda Lerner) Dagli studi di storia hanno recuperato i contributi che le donne avevano apportato allo sviluppo della società umana, ai movimenti e alle lotte maggiori. Hanno anche denunciato la divisione del lavoro basata sul genere sotto il capitalismo che ha relegato una schiacciante maggioranza di donne alle categorie meno qualificate e sottopagate. Hanno denunciato il modo in cui le classi dominanti; specialmente la classe capitalista ha guadagnato economicamente dal patriarcato. Hanno denunciato il pregiudizio patriarcale dello Stato, le sue leggi e i suoi regolamenti.
Le femministe hanno analizzato i simboli e le tradizioni di una data società e hanno mostrato come perpetuano il sistema patriarcale. Le femministe diedero importanza alla tradizione orale e furono così in grado di riportare in superficie la voce delle donne represse nel corso della storia. Il movimento ha costretto uomini e donne a guardare in modo critico i propri atteggiamenti e pensieri, le loro azioni e le loro parole riguardo alle donne. Il movimento sfidò vari atteggiamenti patriarcali e anti-donna che contaminarono anche i movimenti progressisti e rivoluzionari e influenzarono la partecipazione delle donne in essi. Nonostante le confusioni e le debolezze teoriche, il movimento femminista ha contribuito in modo significativo alla nostra comprensione della questione delle donne nel mondo attuale. Il movimento mondiale per la democrazia e il socialismo è stato arricchito dal movimento delle donne.
Una delle caratteristiche importanti del movimento delle donne contemporanee è stato lo sforzo fatto dalle femministe per teorizzare sulla condizione delle donne. Sono entrate nel campo della filosofia per dare un fondamento filosofico alla loro analisi e approccio. Le donne cercavano filosofie di liberazione e si aggrappavano a varie tendenze filosofiche che ritenevano potessero dare una visione alla lotta delle donne. Varie tendenze filosofiche come l’esistenzialismo, il marxismo, l’anarchismo, il liberalismo furono tutte studiate e adottate da un movimento femminile attivo negli Stati Uniti e poi in Inghilterra. Quindi le femministe sono un gruppo eclettico che include una vasta gamma di approcci, prospettive e quadri a seconda della tendenza filosofica che adottano. Eppure condividono l’impegno di dare voce alle esperienze delle donne e di porre fine alla subordinazione delle donne. Data l’egemonia dell’Occidente queste tendenze hanno avuto una forte influenza sul movimento delle donne anche in India. Quindi uno studio serio del movimento delle donne deve includere una comprensione delle varie tendenze teoriche nel movimento.
Le filosofe femministe sono state influenzate da filosofi diversi come Locke, Kant, Hegel, Marx, Derrida, Nietzsche, Freud. Eppure la maggior parte di loro ha concluso che la filosofia tradizionale è di genere maschile, i suoi principali concetti e teorie, la sua autocomprensione rivela “un modo tipicamente maschile di avvicinare il mondo”. (Alison Jagger). Quindi hanno cercato di trasformare la filosofia tradizionale. Tenendo presente questo background, ci siamo impegnati a presentare alcune delle principali tendenze filosofiche tra le femministe. Un punto da prendere in considerazione è che queste diverse tendenze non sono fisse e separate. Alcune femministe si sono opposte a queste categorie. Alcune hanno cambiato il loro approccio nel tempo, alcune possono essere viste avere un mix di due o più tendenze. Tuttavia, per capire queste tendenze generali può essere utile [capire queste categorie n.d.t.]. Ma prima di discutere delle teorie inizieremo con un breve resoconto dello sviluppo del movimento delle donne in Occidente, specialmente negli Stati Uniti. Questo è necessario per capire l’atmosfera in cui sono cresciuti gli sviluppi teorici tra le femministe.

SESSO SENZA CONSENSO: E' STUPRO


Dopo anni di campagne da parte dei gruppi per i diritti delle donne, la Francia ha ridefinito il reato di stupro, stabilendo chiaramente che il sesso senza consenso è stupro. Il parlamento francese ha definitivamente approvato una modifica al codice penale che inserisce la nozione di “consenso” nella definizione di stupro e aggressione sessuale.
Fino ad ora, la legge francese richiedeva la prova di violenza, minaccia o coercizione per configurare uno stupro il che significava che innumerevoli sopravvissute venivano private della giustizia. La definizione di stupro si fondava infatti sulla violenza intesa come forza “invincibile” o abuso di autorità, senza mai menzionare il consenso.
Il testo approvato definitivamente mercoledì dice che è stupro «qualsiasi atto sessuale non consensuale», rendendo di fatto il consenso delle persone coinvolte il fattore determinante che distingue un rapporto sessuale da una violenza.
E se questo è avvenuto è soprattutto grazie al coraggio e alla lotta di attiviste femministe sopravvissute alle violenze e non da ultimo dalla potenza e dalla fiera dignità di Gisèle Pèlicot.
Questo cambiamento sposta finalmente l’attenzione da come la vittima ha agito, resistito all’atto sessuale a se abbia dato o meno il consenso. La legge specifica che il consenso deve essere «libero e informato, specifico, preventivo e revocabile» e che non può essere dedotto dal silenzio o dalla mancata reazione dell’altra persona: in altre parole, che una persona deve dare liberamente il suo esplicito consenso per ogni atto sessuale.
Il problema della precedente legge era che escludeva molti casi di violenza sessuale, in particolare quelli che avvengono in contesti familiari o amicali — quindi non necessariamente “a sorpresa” — e senza un’evidente minaccia o coercizione fisica. In queste situazioni, la violenza si manifesta spesso attraverso pressioni psicologiche o dinamiche di potere che impediscono alla persona di reagire.
In molti casi, chi subisce una violenza sessuale sperimenta una paralisi momentanea, nota come freezing (“congelamento”): una reazione istintiva e incontrollabile dettata dalla paura e dal trauma. Tuttavia, questa risposta fisiologica viene ancora troppo spesso interpretata nei processi come un segnale di consenso implicito, negando così la realtà del vissuto della vittima.
Viviamo da secoli in una società fondata sulla cultura dello stupro come viene definita la tendenza condivisa e radicata a banalizzare e giustificare le violenze sessuali ma l’adozione di questa legge rappresenta un passo avanti storico per costruire una cultura del consenso: quando non dici di sì, è no. Quando dici di sì perché hai paura, è no… L’unico sì che conta è un sì libero.
È molto più di una riforma: è una piccola rivoluzione.
Con la nuova legge sullo stupro, la Francia rompe un sistema che per decenni ha chiesto alle vittime di dimostrare la violenza invece di riconoscere la mancanza di consenso.
È un cambio di paradigma culturale e politico che finalmente mette al centro la libertà e l’autodeterminazione delle persone. Il consenso non è un dettaglio: è il cuore della giustizia.
In Francia il consenso non è facoltativo: è legge.
L’Italia continua a non includere il concetto di consenso nella propria legislazione sullo stupro ma in un Paese in cui scelte politiche e culturali, ogni giorno, limitano la libertà delle donne, un Paese in cui i diritti fondamentali vengono messi in discussione, un Paese in cui la libertà femminile è attaccata o ridicolizzata, la violenza trova spazio, linguaggio e legittimazione, e la tutela.

30/10/25

Netanyahu assassino, macellaio di bambini!


La tregua travestita da accordo di pace in Palestina finisce ogni volta che Netanyahu vuole, con la copertura degli Usa di Trump.
In una sola notte a Gaza sono stati uccisi almeno 104 palestinesi, tra cui 46 bambini e 20 donne!

Lo Stato sionista di tipo nazista, massacratore e genocida, ha ripreso l'azione militare nei confronti del popolo palestinese a Gaza mentre non si era mai fermata l'azione per annettere la Cisgiordania con le iniziative violente e aggressive, sostenute dall'esercito, dei coloni nazisionisti d'Israele.

La rottura della tregua dimostra che le speranze riposte dal popolo palestinese e raccolte per stato di necessità dalla resistenza con gli accordi di Sharm el-Sheikh, sono in ogni momento cancellate da chi invece vuole perseguire la via del genocidio e della deportazione del popolo palestinese attraverso accordi che realizzano in realtà gli obiettivi della guerra di aggressione.

Il "piano di pace" è parte dell'azione di guerra dell'imperialismo e del sionismo, non vi possono essere dubbi, e su questo la resistenza palestinese e il movimento di solidarietà con la Palestina non hanno altra strada che continuare la lotta a tutti i livelli contro questo piano.

E' necessario nel nostro paese ripartire dal 4 ottobre per ricostruire a livello di movimento e di opinione pubblica di massa, le condizioni per una mobilitazione prolungata, estesa e più incisiva e che colpisca i criminali del nostro paese: il governo Meloni complice, che non riconosce lo Stato di Palestina, che non riconosce la Corte penale internazionale e non vede l'ora di mettere all'interno della Striscia di Gaza non solo armi, come ha già fatto finora, ma anche soldati.

Riprendiamo la mobilitazione a fianco del popolo palestinese contro il regime sionista di Israele e l'imperialismo americano che hanno violato la tregua e hanno dimostrato ancora una volta chi sono i veri terroristi, per riprendere forte e chiaro i messaggi “senza giustizia nessuna pace/il piano di Trump non ci piace”, “la resistenza non si può fermare/Palestina libera dal fiume al mare”, “il popolo sa da che parte stare...”.