Proteste in seguito al tentato stupro di una 13enne a Şırnak
Da Rete Jin
TURCHIA CRIMINALE: NON SOLO CONTRO LE DONNE, MA ANCHE CONTRO I E LE MINORI
Il tentato stupro d’una ragazzina di 13 anni ha scatenato
proteste nella provincia di Şırnak. Il responsabile, un sergente scelto
dell’esercito turco, è stato sopraffatto dagli abitanti del luogo e
quindi arrestato.
Traduciamo da ANF News (16 luglio 2020).
Il tentato stupro d’una ragazzina di 13 anni da parte di un sergente
scelto turco ha scatenato accese proteste a Şırnak, nel Kurdistan
settentrionale. In serata la polizia ha disperso coi lacrimogeni una
manifestazione contro la violenza sessuale. Prima avevano già avuto
luogo numerose proteste nelle strade e altre sui network online, sotto
l’hashtag #SusmaŞırnak (“Non tacere, Şırnak”). I manifestanti, in
maggioranza uomini, hanno annunciato che continueranno con le azioni.
Secondo quanto riferito dai suoi avvocati, martedì sera sul tardi la
ragazza si trovava sulle scale del suo condominio insieme a un’amica
quando per poco non è rimasta vittima dell’aggressione sessuale commessa
dal soldato A.A. I vicini si sono accorti del fatto grazie alle grida
d’aiuto [della giovane], l’uomo ne è stato disturbato e si è dato alla
fuga sulla propria autovettura. Di lì a poco è stato sorpreso dagli
abitanti mentre si masturbava, affrontato e reso inoffensivo, non
senz’aver prima estratto la pistola d’ordinanza e minacciato diverse
persone: la gente è riuscita a sottrargli l’arma e a trattenerlo fino
all’arrivo della polizia.
Mercoledì, sia alla stazione di polizia che durante l’interrogatorio
condotto da funzionari del pubblico ministero, A.A. ha negato il tentato
stupro, pretendendo di essere vittima di un attacco da parte d’un
gruppo di persone a lui ignote “a causa della sua appartenenza
all’esercito”: [a suo dire,] s’era recato al condominio a cercare una
donna “di cui ignorava il nome”, con la quale avrebbe dovuto incontrarsi
quella sera per un picnic.
A.A., dal 2017 sergente scelto presso la 1a Brigata di
comando di Şırnak, è stato accusato dal pubblico ministero di tentato
stupro e minacce a mezzo d’arma da fuoco. La sezione penale del
tribunale distrettuale di Şırnak ha accolto la richiesta di custodia
cautelare in carcere in considerazione del rischio di fuga, latitanza e
reiterazione del reato.
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In terapia intensiva il minore colpito da soldati turchi
Bağa è stato ferito sul lato destro del costato da una pallottola
fuoriuscita dalla schiena, che l’ha lasciato in condizioni gravissime. Traduciamo da ANF News (17 luglio 2020).
Nella prima mattinata di giovedì scorso, nel villaggio rurale di
Çiliya Jor, nel distretto di Çaldıran in provincia di Van, alcuni
soldati turchi hanno sparato al quindicenne Azat Bağa, intento a far
pascolare le pecore.
Il ragazzo, rimasto gravemente ferito, è stato portato d’urgenza dai
parenti al Centro medico “Dursun Odabaşı” dell’Università “Yüzüncü Yıl” (Yüzüncü Yıl Üniversitesi Dursun Odabaşı Tıp), dove si trova tuttora in terapia intensiva.
Stando a quanto riferito, Bağa è stato colpito sul lato destro del
costato da una pallottola fuoriuscita dalla schiena, che l’ha lasciato
in pericolo di vita; non si sa ancora quando verrà operato: la sua
famiglia continua ad attendere fuori dall’ospedale.
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Le YPS-Jin esortano all’autodifesa contro lo stupro
In considerazione del crescente numero di casi di violenza sessuale, le Unità civili di difesa delle donne YPS-Jin (Yekîneyên Parastina Sivîl-Jin) invitano all’organizzazione delle donne in unità di difesa per “vendicarsi dello Stato maschio”. Traduciamo da ANF News (18 luglio 2020).
In molte città del Kurdistan settentrionale e della Turchia, sono
attivi dei gruppi organizzati delle Unità di difesa delle donne YPS-Jin
che si stanno facendo un nome attraverso azioni militanti. Il
Coordinamento YPS-Jin ha pubblicato un comunicato in cui invita le donne
a resistere e difendersi. Specialmente gli stupri da parte dei militari
sono descritti dalle donne come un’espressione della speciale guerra in
atto in Kurdistan.
“La promozione della cultura dello stupro è l’attacco dello Stato contro le donne”
Riguardo alle politiche sessiste del regime dell’AKP e alle loro
conseguenze sociali, le YPS-Jin hanno affermato: “Promuovendo una
cultura di prostituzione e stupro, l’obiettivo è attaccare le donne in
quanto forza creativa della società. Una società le cui donne sono
spezzate o distrutte può essere facilmente sottomessa. Si dice sempre
‘spara prima alle donne'”.
“L’attacco a Şırnak è un attacco a tutte le donne”
Riguardo alla recente ondata di violenze sessuali (molestie e stupri)
da parte dei membri dell’esercito turco, le YPS-Jin hanno detto: “A
Şırnak un ufficiale ha commesso violenza sessuale contro una ragazza
curda di 13 anni. È un attacco a tutte le donne e ai valori del
Kurdistan. In Kurdistan lo stupro e la molestia sessuale sono diventati
espressione del fascismo turco. Come donne dobbiamo essere consapevoli
di questa realtà. La nostra identità, la nostra terra e i nostri corpi
appartengono a noi e qualsiasi resistenza per proteggerli è legittimata.
“Dobbiamo esercitare il diritto all’autodifesa”
Il popolo di Şırnak si è difeso, ha affrontato il perpetratore e ha
dato vita a manifestazioni di protesta. È risultato chiaro ancora una
volta che in Kurdistan una vita dignitosa è possibile soltanto
attraverso l’autodifesa. L’autodifesa è per noi una necessità più
urgente persino del pane quotidiano. In questo senso, noi come donne
dobbiamo esercitare il nostro diritto all’autodifesa in tutta la sua
ampiezza. Ovunque ci siano stupratori, ovunque ci sia violenza sessuale,
ovunque ci sia aggressione da parte dello Stato, dobbiamo scendere in
piazza in autodifesa. Il silenzio è complicità. Dobbiamo usare un’ampia
gamma di mezzi per mostrare il potere delle donne e mettere fine al
fascismo maschile patriarcale.
“Le mani che si allungano sulle donne saranno spezzate”
Come YPS-Jin, dichiariamo che espanderemo la nostra lotta e
chiederemo conto allo Stato stupratore colonialista. Spezzeremo tutte le
mani che si allungheranno sulle donne. Le nostre unità di vendetta si
scaglieranno su occupanti e stupratori. Chiediamo a tutte le donne di
organizzarsi sotto l’ombrello delle YPS-Jin, di ricorrere all’autodifesa
e vendicarsi dello Stato maschio.
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