Ad una donna di Tortoreto era stata negata da diversi centri sanitari del teramano la pillola del giorno dopo. Si è così verificata una gravidanza non voluta affrontata in solitudine dato che il partner non ha voluto riconoscere il bambino. La donna ha così citato in giudizio l’Azienda Sanitaria chiedendo un risarcimento danni di 500mila euro.
di Cinzia Rosati
TORTORETO - Nessun medico vuole prescriverle la pillola del giorno dopo e cita in giudizio la Asl di Teramo per la gravidanza non voluta.
Una donna di 37 anni di Tortoreto chiede 500mila euro di risarcimento all'Azienda Sanitaria poichè per un medicinale negato ha dovuto suo malgrado intraprendere un non voluto percorso di maternità, per di più in solitaria dato che il partner non ha rconosciuto il bimbo nato.
La vicenda risale a tre anni fa, quando durante un rapporto sessuale, la rottura del preservativo causa la dispersione del liquido seminale. Da qui la successiva richiesta in numerosi centri sanitari della zona di rilasciare alla donna la pillola del giorno dopo, che è stata puntualmente negata per motivi di obiezione di coscienza.
In base a quanto raccontato dalla trentasettenne, a negarle il farmaco sarebbero stati la guardia medica di Tortoreto, il Pronto Soccorso di Giulianova e il reparto di Ginecologia dove era stata successivamente indirizzata, e la guardia medica di Giulianova. Solo dopo alcuni giorni un ginecologo le avrebbe prescritto la ricetta per la pillola, il cui effetto però era ormai vanificato. Il medicinale infatti, deve essere assunto entro le 72 ore consecutive al rapporto sessuale.
La donna ha vissuto in ansia 28 giorni sperando di non essere rimasta incinta, ma i fatti sono andati diversamente. Oltre ad aver dovuto affrontare una gravidanza indesiderata, non ha potuto contare nemmeno sul supporto economico e psicologico del padre del bambino, che non ha voluto procedere al riconoscimento.
«Il ritardo con cui la sanità pubblica le ha prestato soccorso per interrompere la gravidanza prima della formazione del feto - si legge ancora nella denuncia - è stato deleterio». Una omissione considerata grave ed ingiustificata da parte della donna che ha deciso, ora, di chiedere un risarcimento danni all'Asl di Teramo di 500 mila euro poiché dalla vicenda ha subito «un danno morale, biologico, esistenziale, patrimoniale e di vita di relazione».
Le parti di incontreranno in Tribunale per la prima udienza il prossimo 17 giugno.
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