03/11/08

30 ottobre a Milano


Oltre 200.000 in manifestazione a Milano. Già dal mattino presto alcuni tram non arrivavano più- “se passerà blocchiamo la città” - nei pressi del concentramento. Da molte scuole e zone, dall'hinterland, si è partiti in corteo, con preconcentramenti nelle scuole, alle fermate delle metropolitane, stazioni ferroviarie. Nonostante la pioggia in una piazza Cairoli già piena continuavano ad arrivare in tantissimi da tutte le direzioni, dalla metro.

Mamme, intere famiglie con i bambini- ironicamente si commentava di madri e/o maestre degeneri che strumentalizzano i figli/gli alunni.

Sempre più netta la denuncia di una scuola che si vuole sempre più classista “anche l'operaio vuole il figlio dottore” e “borghesi la crisi pagatevela voi” “Studenti bocciati dai tagli precedenti”e la consapevolezza di un approfondimento delle differenze sociali. Né è mancata la denuncia della repressione “Chiediamo cultura ci danno polizia”. Non ci sono solo gli striscioni delle scuole, ma ognuno aggiunge un tassello, una denuncia, una cronaca viva e vivace, repentinamente superata dagli eventi dell'onda che cresce. E' soltanto l'inizio - preparato da settimane di assemblee, volantinaggi, manifestazioni, lo sciopero del 17 ottobre, blocchi di stazioni, coordinamenti- sintetizza che non ci si ferma. Che si tratti di una mobilitazione capillare, che viene costruita quotidianamente lo si vede anche dal fatto che non si “scappa” via subito, ma si continua a discutere, a costruire nuove iniziative, a fare valutazioni. Gli obiettivi sono chiari la 133 deve essere abrogata, i precari devono essere assunti, la scuola pubblica di tutti e per tutti deve essere difesa. Mai, d'altronde, è stata più pubblica di questi giorni la scuola – dalle lezioni in piazza, ma anche consiglio di facoltà, agli striscioni, cartelli affissi ai cancelli, alle notti bianche nelle scuole, finanche gli aperitivi si allude e si sperimenta un ruolo “aperto”, pubblico in un'accezione ampia, nuova che fa capire bene, ad esempio, perchè le piccole scuole di montagna non devono chiudere.

La denuncia di tutti gli aspetti che stanno emergendo in questa che – è consapevolezza crescente- sarà una lotta lunga, dura, ma determinata perchè si parla e investe tutti gli aspetti della vita: cultura, istruzione, lavoro, diritti e mancanza di diritti, dignità, fascismo e razzismo, sessismo, repressione. “Non rubateci il futuro” “Questo non è un paese per i giovani”.

Un'aria nuova si respira: minoritario e autoreferenziale il presidio di cgil a piazza S. Stefano, disertato dagli stessi iscritti e militanti. Pochi e non seguiti quanti hanno cercato di portare la “bandiera” del cosidetto centrosinistra del referendum: il movimento ha obiettivi chiari, si vogliono risultati concreti.

Nonostante insistono- in particolare Angeletti- nell'affermare che quello di oggi è stato uno “sciopero meramente sindacale” molti hanno paragonato questa manifestazione “non si vedevano manifestazioni così imponenti forse dalla manifestazione del 25 aprile '94 contro Berlusconi” .


Lavoratrici slai cobas per il sindacato di classe milano
30 ottobre 2008

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