Ieri a Taranto, a fronte della mancata convocazione di un incontro serio su lavoro e raccolta differenziata con la Regione, che pure avevano promesso, i Disoccupati organizzati nello slai cobas per il sindacato di classe hanno presidiato il ponte girevole, perchè si decidessero, in prima fila, come sempre, le donne, combattive e determinate. Vi erano anche tanti bambini.
Improvvisamente la polizia ha fatto cariche durissime, schiacciando verso le inferriate del ponte i disoccupati e colpendo con i manganelli soprattutto le donne.
Ieri pomeriggio sembrava un bollettino di guerra: 5 feriti: 3 donne e 2 giovani disoccupati ricoverati in ospedale con fratture e traumi in tutto il corpo e soprattutto alla testa, una donna di 52 anni ha grossi ematomi in testa, un'altra ha avuto 4 dita fratturate, quello più grave è un giovane che non centrava nulla coi disoccupati, stava semplicemente passando dal ponte e si è trovato improvvisamente a terra: 10 punti e forte perdita di sangue.
I poliziotti, guidati da una inferocita comandante donna, si sono accaniti (addirittura anche con alcuni momenti di contrasto con la Digos), puntando a colpire in particolare le donne, "avevano il sangue agli occhi", "colpivano volutamente per fare male" - raccontavano le donne.
Il "bollettino" non è stato peggiore solo perchè invece proprio le donne - ragazze o anziane - si sono ben difese e hanno risposto alle cariche con le loro "armi", calci, pugni, ecc.
Se volevano intimidire, le loro cariche hanno alimentato la ribellione, chi semina vento raccoglie tempesta: nell'assemblea fatta in serata erano soprattutto le donne ferite che dicevano che la lotta deve continuare più forte di prima.
Ieri si è manifestato concretamente come oggi questo Stato, unisce fascismo e sessismo. Non si tratta solo di repressione - purtroppo spesso "normale" a fronte di lotte sacrosante - ma di un accanimento, di odio fascista con cui viene portata avanti, di aperto disprezzo di classe verso i disoccupati chiamati "bastardi", che si unisce ad un aperto sessismo quando a lottare sono le donne: "andatevene a casa".
NON CI FATE PAURA - NE' CI FERMERETE!
E OGGI SI RIPRENDE!
E OGGI SI RIPRENDE!
Chiamiamo tutte stringersi intorno a queste donne, a dare solidarietà, sostegno alle disoccupate in lotta!
inviate e mail: mfpr@fastwebnet.it
Lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe.
TA. 6.11.09
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