Da noinonsiamocomplici
Una cinquantina di compagne e compagni ha partecipato oggi al presidio indetto da Mai più schiave! in piazza Roosevelt a Bologna, sotto la questura e la prefettura, per Faith e Ngom, contro i Cie e le deportazioni.
Una cinquantina di compagne e compagni ha partecipato oggi al presidio indetto da Mai più schiave! in piazza Roosevelt a Bologna, sotto la questura e la prefettura, per Faith e Ngom, contro i Cie e le deportazioni.
Il presidio era stato preannunciato nei giorni scorsi da un'azione-blitz di informazione. Le compagne avevano pensato di intervenire al cinema all'aperto in piazza Maggiore, ma a causa del maltempo la proiezione di Central do Brasil era stata spostata al cinema Lumiere. Lì il pubblico ha accolto con un caloroso applauso il gruppo che donne che, aprendo due striscioni in sala e distribuendo volantini, ha spiegato le ragioni del presidio organizzato per oggi.
Il volantinaggio informativo è, poi, proseguito questa mattina lungo il percorso del corteo per il trentennale della strage alla stazione di Bologna e anche in questa occasione chi riceveva il volantino commentava con rabbia l'atrocità della deportazione di Faith.
Durante il presidio, mentre nelle via adiacenti veniva distribuito questo volantino, sono stati fatti diversi interventi su Ngom, Faith, sulla condizioni di vita nei Cie – in particolare per le donne ma non solo – e sull'atrocità delle deportazioni e i costi in vite umane, sulle ragioni delle rivolte che si susseguono nei lager per migranti, ma anche sulle continue vessazioni e violenze che vivono le donne immigrate – in particolare quelle senza permesso di soggiorno – nei luoghi di lavoro, sulla schiavitù delle donne che lavorano negli alberghi della riviera romagnola, sulle violenze contro le immigrate da parte di uomini in divisa, sulle ritorsioni nei confronti di chi rende pubbliche queste verità.
Le compagne hanno più volte ribadito l'importanza delle mobilitazioni dal basso a sostegno delle lotte di donne e uomini rinchiusi nei lager della democrazia e per impedire l'apertura di nuovi Cie.
E' stato anche letto un documento di adesione delle compagne di Roma, che trovate qui.
Anche questa volta hanno brillato per assenza le associazioni che all'indomani della deportazione di Faith hanno fatto circolare in rete appelli alle istituzioni perché prendessero posizione contro questa violenza– cosa che, ovviamente, non è avvenuta.
Il 12 agosto la situazione di Ngom dovrebbe in qualche modo definirsi e si capirà se intendano tenerla nel Cie, rilasciarla o rimpatriarla. Intanto si attendono aggiornamenti sulla situazione di Faith in Nigeria.
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