19/10/18

Storie italiche di ordinario razzismo sulla pelle delle nostre sorelle



Roma, 30 Settembre
Una donna nordafricana viene spinta e gettata a terra da un uomo italiano nei pressi di Piazza Bologna.
All’origine dell’aggressione un diverbio per un parcheggio. La donna, infatti, occupava un posto auto in attesa del fratello, che stava arrivando in macchina. L’uomo, un cinquantenne romano, vedendo il posto vuoto le ha intimato di spostarsi immediatamente.
Dopo una serie di offese a sfondo razzista come «tornatene al tuo paese», la donna è stata colpita ed è caduta a terra.
Il diverbio è continuato – e come ha denunciato la donna sui social, in precedenza «nessuno è intervenuto» – tra l’aggressore e il fratello della vittima, sopraggiunto nel frattempo.
Roberto Maggioni  
a cura di @redazione da il manifesto

Lucca, 6 Ottobre
Una ragazza di origini haitiane, Judith Romanello, di 20 anni, che si era presentata a un colloquio di lavoro, non ha ottenuto il posto per discriminazione razziale.
In cerca di un’occupazione a Venezia, ha risposto a un annuncio per un impiego da cameriera in un ristorante.
La giovane si è presentata al colloquio, ma una volta visto il colore della sua pelle la risposta del datore è stata: «Ah, ma sei nera? Scusa, non è per cattiveria – ha detto l’uomo – ma io non voglio persone di colore nel ristorante, potrebbe far schifo ai miei clienti, potrebbe far schifo che tocchi i loro piatti». Judith ha poi postato un video sui social nel quale ha raccontato l’episodio, raccogliendo attestati di solidarietà.

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