25/07/18

"8 ORE LAVORO 8 ORE MI PAGHI!"



"8 ORE LAVORO 8 ORE MI PAGHI!" - SOSTENIAMO LA LOTTA DELLE OPERAIE IMMIGRATE DELLA MONTELLO CHE OGGI "CONTINUANO LO SCIOPERO DELLE DONNE"! 

Nel processo del 18 luglio i padroni della Montello e delle cooperative hanno cercato di mettere i bastoni tra le ruote, chiedendo che fosse chiamata in giudizio anche una precedente Cooperativa che però è cessata. Il giudice “si è riservato di decidere”.

Quindi il processo riprenderà a metà settembre o massimo ad ottobre. Per quella data vogliamo organizzare una presenza al Tribunale, per far sentire alle operaie la nostra solidarietà e ai padroni la forza dell'unità delle lavoratrici/donne.

Ma già questa battaglia delle operaie dello Slai cobas per il sindacato di classe sta costringendo giudici e padroni a dire che le operaie hanno ragione e sta imponendo loro di cercare delle soluzioni. Il giudice ha invitato le parti a trovare un accordo e ha proposto di riconoscere la mezz'ora per il futuro e per il passato di pagare una somma forfettaria che ha indicato in 1500 euro. Il rappresentante della cooperativa ha detto che riconoscerebbero la mezz’ora non pagata per il futuro ma che per gli arretrati non ha soldi. Si tratta di soluzioni insufficienti, e inaccettabile quella della Cooperativa che nello stesso tempo vorrebbe togliere alle operaie l'indennità di mensa.

Le prime 17 operaie d'avanguardia, che hanno portato i padroni in Tribunale, non rimarranno per molto tempo sole. Il loro coraggio sta dando fiducia ad altre operaie che è giusto lottare, e le sta facendo aprire gli occhi sull'infame accordo fatto tempo fa dalla Cgil che invece accettava, in nome di condividere da parte dei lavoratori la "crisi delle aziende", di rinunciare al pagamento della mezz'ora di pausa e di altre indennità e voci retributive.

Il 18 luglio parte delle lavoratrici sono state presenti nella grigia aula del Tribunale, senza timidezza, anzi uscendone più determinate.
Ma è stato lo sciopero delle donne dell'8 marzo - dicono le operaie - che ha dato loro forza! E' stato il primo sciopero. Le operaie sono scese in piazza con orgoglio. Qui si è cominciata a rompere la cappa di oppressione portata avanti dai capi. 

Ed è proprio questa forza, coscienza che è giusto ribellarsi, che non bisogna avere paura, il risultato principale, il significato più importante dello sciopero delle donne!

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QUAL'E' LA CONDIZIONE DI QUESTE OPERAIE.
Nello stabilimento di Montello (BG) lavorano 650 lavoratori, di cui 87 dipendenti di Montello Spa, mentre la maggioranza è occupata nelle cooperative.
Due terzi di questi lavoratori sono donne e la stragrande maggioranza immigrate.
A queste cooperative la Montello Spa, da anni, appalta gran parte dell'attività di recupero e riciclo di rifiuti urbani da raccolta differenziata e il servizio di facchinaggio.

Le 17 lavoratrici sono tutte attualmente socie lavoratrici di Eko-Var e sono state in passato dipendenti anche delle precedenti cooperative, addette al lavoro di vagliatura e separazione dei rifiuti che scorrono su appositi nastri trasportatori, funzionanti a ciclo continuo.
Le lavoratrici, in tutto circa 300, lavorano su tre turni alternati di 8 ore ciascuno (1°: 06.00-14.00; 2°: 14.00-22.00; 3°: 22.00-06.00) a ciclo continuo su sei giorni, spesso lavorando anche il settimo giorno a seconda del bisogno.
Tali attività comportano di stare per 8 ore continuamente in piedi davanti al nastro trasportatore, dal quale le lavoratrici non possono allontanarsi in assenza di sostituzione.
Anche le due pause di 15 minuti vengono assegnate solo se si renda disponibile, per la sostituzione sulla linea, un lavoratore della c.d. “squadra speciale” che prende il posto della lavoratrice sulla linea.
La collocazione temporale di questi due turni di “pausa” non è predeterminata in modo fisso, ma dipende dall’orario in cui è disponibile la c.d. Squadra speciale. Quindi, le lavoratrici devono aspettare la disponibilità di questa "squadra speciale" per prendere respiro, sedersi, andare in bagno, ecc.  E SONO QUESTE DUE PAUSE, IN TUTTO MEZZ'ORA, CHE NON VENGONO PAGATE!  Anche la minima difesa della salute, dei bisogni elementari, delle operaie non deve essere un costo per i bastardi padroni!
Nel corso del mese accade poi che i capi “mettano in libertà” le lavoratrici per asserita mancanza di lavoro o per esigenze di manutenzione e pulizia della linea, spesso avvertendo le lavoratrici con poche ore d’anticipo.
Per il concorso dei due eventi (mancato pagamento delle pause e rifiuto della prestazione) le lavoratrici si sono spesso viste riconoscere in busta paga un numero di ore lavorate inferiore.

Questo, in violazione anche del CCNL della logistica che pone il diritto alla pausa retribuita per i lavoratori a turno. Il CCNL infatti prevede che il lavoratore che opera su turni “continuativi e/o sfalsati” deve essere retribuito per 8 ore di lavoro al giorno anche se ne lavora effettivamente 7,30, fruendo per il resto della pausa retribuita di 30 minuti, articolata in due pause di 15 minuti ciascuna.  Invece le lavoratrici prestano servizio per 8 ore, ma vengono retribuite solo per 7 ore e mezza.

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