25/04/18

Noi stiamo con le donne che resistono, stiamo con Rossella!



Disse “bastardo” al Sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano e oggi è stata condannata a una multa di 1000 euro, più 1000 euro di risarcimento, la no border imperiese Rosella Dominici, finita a processo per diffamazione aggravata per aver scritto su Facebook l’insulto rivolto al primo cittadino all’indomani dello sgombero, avvenuto nel settembre del 2015 alla pineta dei balzi rossi, dove si trovavano i migranti e gli attivisti.

La condanna, emessa dal giudice Daniela Gamba, che ha accolto la richiesta di pena del magistrato onorario Monica Vercesi, arriva pochi giorni dopo un altro sgombero, quello di mercoledì sul greto del Roja. In aula erano presenti alcuni attivisti e, al momento della lettura della sentenza non sono mancati momenti di tensione. Tra il pubblico c’è chi ha urlato “Comunque Ioculano è un bastardo”.


“Io quella frase l’ho scritta il giorno dello sgombero del presidio di Ventimiglia. – ha detto Rosella Dominici - Io al presidio di Ventimiglia dei balzi rossi ero dai primi di giugno del 2015. Ci lavoravo ogni giorno, è stato l’unico esempio di accoglienza solidale che io ho visto anche a Ventimiglia, perché poi la gente va sotto i fiumi… Là c’erano avvocati e medici. Quel giorno, il 30 settembre, la ruspa ha distrutto tutto. Quello sgombero era evocato, invocato dal Sindaco da mesi, però comunque sia, era chiesto da lui. Quel giorno le ruspe hanno distrutto tutto dalle 6 del mattino, chiunque può vedere i filmati. Decine di blindati, centinaia di poliziotti, ragazzi bianchi e neri costretti sugli scogli che sono scappati, e ci sono stati dodici ore senza che nessuno potesse dargli da mangiare e da bere. Si vede il cibo portato dai solidali francesi preso a calci davanti alla scogliera, e quei ragazzi sono stati dodici ore sugli scogli.

Io alla sera ho scritto quella cosa lì, per questo sono condannata. Poi a Ventimiglia ho visto le ordinanze del Sindaco che proibiva quel cibo in nome di decoro, ho visto gente sotto al ponte senza neanche un gabinetto chimico o acqua, bere l’acqua del fiume, dicendo ‘c’è il campo della Croce Rossa’. Allora chiediamoci perché i migranti al campo della Croce Rossa non vogliono andare. Perché forse qualche motivo c’è. Secondo, hanno chiuso anche Gianchette, che proteggeva donne e bambini. E poi donne e bambini, in mano a chi? Sotto al ponte. Questa è la storia. Mi hanno condannata. Pazienza, andremo a vedere, amen, contenti e auguri a loro”.

“Ovviamente credo che faremo appello. – commenta uno dei legali di Rosella, Gianluca Vitale - Aspettiamo la motivazione, ma credo che lo faremo. Io credo che abbiamo dato tutti gli elementi per dimostrare come in realtà quello che ha scritto Rosella lo ha scritto in un momento particolare, perché era appena stata sgomberata un’esperienza indimenticabile per tutti quelli che l’hanno vissuta. La cosa che rende tutto ancora più triste è che questa condanna arrivi due giorni dopo l’ulteriore sgombero dei migranti che è stato fatto a Ventimiglia, e che oggi in aula si siano dette cose che non condividiamo assolutamente, e cioè che in realtà Ventimiglia è un modello di accoglienza. Purtroppo non lo è stato e continua a non esserlo. Quella che poteva essere un’esperienza diversa, dei balzi rossi,  quell’esperienza di comunità, è stata sgomberata e adesso è stata anche condannata con le parole di Rosella, e credo che questo non sia un buon momento, anche per questo Paese se vogliamo, però vedremo le motivazioni e poi faremo appello”.

“Una sentenza ritenuta assolutamente ingiusta – aggiunge l’altro avvocato di Rosella Dominici, Francesco Fazio – anche alla luce delle sentenze della Corte di Cassazione che inquadrano la fattispecie odierna come diritto di critica, e non assolutamente come diffamazione. Non si conoscevano assolutamente né la parte civile, né l’imputata, quindi non si riesce a vedere come la signora Dominici abbia potuto e voluto diffamare, con coscienza e volontà, chicchessia”.

I solidali presenti hanno anche diffuso un volantino:

“Oggi 20 Aprile arriverà a sentenza il procedimento che vede imputata Rosella Dominici, colpevole, secondo l‘accusa, di aver “diffamato” il sindaco di Ventimiglia Ioculano.

La questione è nota: Rosella, la sera di una giornata lunga e triste, quella dello sgombero dei Balzi Rossi, in cui, con violenza, si metteva fine ad un’esperienza di lotta e di condivisione politica politica ed umana ricchissima, individuando nel Sindaco di Ventimiglia uno dei principali responsabili, si sfogava dandogli del “bastardo”.

Assieme a Rosella vengono denunciate altre cinque persone, ma a processo ci va solo Iei perché mentre gli altri pagano una piccola cifra e presentano le proprie scuse scritte, come richiesto dalla parte offesa, Rosella non ci sta e decide di andare a processo.

Sicuramente non è una scelta di opportunità, ma di coerenza.
Sarebbe stato semplice pagare quei pochi euro e chiuderla lì senza altre spese, senza ulteriori “sbattimenti” e pazienza per la “genuflessione” richiesta un po’ fanciullescamente dal Sindaco. Tutto si sarebbe risolto come una questione privata, tra lei ed il Sindaco.

Ma sarebbe stata una semplificazione ed una mistificazione: Rosella ha dato del “bastardo” al sindaco, non perché non le piacesse il taglio dei capelli (?!), o lo Sguardo, ma perché lo riteneva responsabile di scelte politiche scellerate e riprorevoli.

Era lui il responsabile della tristemente famosa “Ordinanza sul cibo” ed era sempre lui che si era rifiutato di pensare al fenomeno migratorio in maniera differente da un “Problema di Ordine pubblico e che quindi aveva spinto per lo sgombero del campo informale dei Balzi Rossi.

…per tutto ciò, la sera del 30 settembre 2015, a caldo Rosella gli dà del bastardo su Facebook. Per tutto ciò la mattina del 1 dicembre 2017, a freddo, Vauro gli dà del nazista in diretta tv, ma Vauro non viene denunciato e Rosella sì, come non vengono denunciati tutti quelli che offendono il Sindaco quasi quotidianamente su Facebook, ma Rosella sì.

E' una scelta politica che viene compiuta e puntualmente perseguita: impedire qualsiasi forma di solidarietà con i Migranti che non sia canalizzata in forme istituzionali o al più umanitarie e si sceglie di isolare il popolo migrante, di impedire ogni forma di antagonismo e ogni forma di autoorganizzazione attraverso la repressione di ogni forma di dissenso: decine di “fogli di via”, di denunce, avvisi orali di pericolosità sociale, militarizzazione del territorio. Il processo a Rosella è parte di questa strategia. I frutti sono sotto gli occhi di tutti: marginalizzazione e degrado, negazione di qualsiasi tutela nei confronti dei soggetti più deboli, donne e minori, respingimenti e deportazioni coatte.

Tutte le violenze subite dai Migranti da parte della polizia o dai “passeur”, la tratta di donne e minori, le sofferenze, gli sgomberi, le morti sull'autostrada o sui valichi, cercando di attraversare la “frontiera”, il razzismo dilagante, sono i frutti del “sistema accoglienza”.

Il peso di queste morti e di queste sofferenze, la responsabilità di tutto ciò grava sì sulle spalle dei vari Salvini, Alfano o Minniti, ma anche su quelle ben più esili del sindaco di Ventimiglia.

Non possiamo quindi che essere SOLIDALI con Rosella e considerare al contempo CRIMINALE la condotta di Ioculano.

Contro la repressione del Dissenso, Contro la Criminalizzazione della Solidarietà, Contro ogni Frontiera…. WE ARE NOT GOING BACK!!

Solidali del Ponente”.

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