16/03/18

ACCORDO CONFINDUSTRIA/CGIL-CISL-UIL: LA DITTATURA SINDACALE


L'articolo "Il "regalo" alle lavoratrici per l'8 marzo di Camusso/Cisl/Uil e padroni" sul nuovo modello contrattuale ha suscitato alcuni commenti, nella mailing list di nonunadimeno, alcuni negativi altri no.
Ne riportiamo alcuni:
  • "Certo fa impressione vedere le mani di politici, confindustria (controparti di lavoratrici e lavoratori) e sindacati (che dovrebbero rappresentare lavoratrici e lavoratori) strette una all'altra e sentire parlare di accordo positivo. Sono 40 anni ormai che questi "concertano"e fanno patti, con i risultati che conosciamo tutte, e ancora non basta?... l'accordo è una ennesima iattura per tutti, in primis le donne". 
  • direi che allegare il testo dell'accordo sarebbe stato cosa utile e gradita dal momento che ci si rivolge a una platea che non è detto si occupi quotidianamente di modello contrattuale...specifico che non sto difendendo l'accordo che pur trovo positivo ma che sto criticando l'uso di questo indirizzario per le proprie propagande (perché affermare che a prescindere un sindacato di base è migliore di uno confederale o di un altro è pura propaganda - in quanto i giudizi si danno sulle azioni ai vari livelli e non in modo generico e anche in quanto i sindacati di base sono miriadi e dentro c'è di tutto....).
  • "E' ora di finirla con queste decisioni scellerate a discapito dei lavoratori che "lorsignori " dei sindacati concertativi usano solo per mantenersi ben saldi alle loro poltrone.Sia i Contratti Nazionali che gli accordi oramai salvaguardano solo il benessere dei padroni creando così  stipendi da fame per i lavoratori e incentivi per i vari capi e capetti. Io direi che è arrivata l'ora che si miri a sradicare questo regime e che i sindacati di base, oramai messi in angolo proprio dagli accordi fatti da "lorsignori", facciano di tutto, che tutti noi facciamo di tutto, per dare dignità ai lavoratori sempre più sottopagati e sfruttati.

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In effetti è necessario tornare proprio sulla questione dei sindacati che nel punto dell'accordo è affrontato nel capitolo "Democrazia e misura della rappresentanza" che, guarda caso (?), all'inizio si sofferma sul TU sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014 che fissa le strette regole e i paletti per cui i sindacati possono essere "rappresentanti" dei lavoratori e sedersi ai Tavoli contrattuali.
"Guarda caso", perchè, come abbiamo scritto il dieci marzo sul "patto di fabbrica", la "misura della 
rappresentanza" agirà soprattutto, o solo, per escludere i sindacati decisi dai lavoratori:
"...perchè tutto questo passi senza ostacoli - scrivevamo - questo "patto" doveva mettere e mette il "catenaccio" alle rappresentanze sindacali, leggi sindacati di base, di classe (in particolare a quelli che non hanno accettato il TU sulla rappresentanza già firmato il 10 gennaio 2014). I mass media fanno passare questo punto dell'accordo soprattutto come "certificazione della rappresentanza datoriale", ma in realtà mentre questa certificazione è solo fumo, rinviata sine die, ciò che è certo e agisce da subito è il nuovo pensante attacco al sindacalismo di classe, ai diritti sindacali dei lavoratori". 

Esso di fatto pone l'obbligo ai lavoratori di iscriversi solo ai sindacati confederali per essere riconosciuti come “titolari di diritto sindacale”. Sono azienda e sindacati confederali che decidono l'iscrizione al sindacato dei lavoratori. E' evidente come in questo modo venga uccisa la libertà sindacale dei lavoratori, e l'iscrizione al sindacato diventa una sorta di dittatura (vi sono già esempi di aziende in cui la sottoscrizione del contratto avviene nello stesso momento in cui il lavoratore firma la delega al sindacato, il lavoratore ha di fronte, spesso allo stesso tavolo, il rappresentante padronale e il funzionario sindacale). Nello stesso tempo per questa strada si reintroduce il "sindacato giallo", quello funzionale al padronato. 

Questo nessuno e nessuna può permettersi di sottovalutarlo! Chiamando "propaganda" anni e anni di fatti, accordi, patti, che hanno tolto salari, diritti, posti di lavoro, garanzie ai lavoratori, spezzandone la forza e l'unità come classe e consegnandoli "mani e piedi legati" allo strapotere dei padroni.
Come nessuno e nessuna può permettersi di fare del qualunquismo sui sindacati di base, che in questi lunghi anni sono stati e sono la risposta necessaria da parte dei lavoratori più avanzati, più coscienti per riprendersi nelle mani l'organizzazione e la lotta sindacale svenduta, per riaffermare che lo scontro è di classe tra lavoratori e padroni. In questo, sì, che sono "migliori" dei sindacati confederali.

Ancora la strada per essere all'altezza della pesante battaglia in atto, per servire l'unità della classe, contro divisioni e corporativismo attuati da "l'associazione a delinquere Confindustria/Cgil-Cisl-Uil", non è semplice e ha problemi interni al sindacalismo di base e di classe. Ma questi sono fatti nostri!

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