05/11/17

Dai nuovi lager europei, un appello di rifugiate e rifugiati


Riceviamo e pubblichiamo:
Il primo novembre è iniziato in piazza Syntagma, cuore di Atene, uno sciopero fame da parte di 14 richiedenti asilo, sette uomini e sette donne. Provengono soprattutto dalla Siria, ma anche da Iraq e Afghanistan, e denunciano la difficoltà poste nei ricongiungimenti famigliari.
Da marzo hanno un permesso tedesco per raggiungere i propri familiari, ma sono innumerevoli le difficoltà burocratiche. Per legge il costo del viaggio dovrebbe essere a carico del governo ellenico che però fino ad oggi non ha mai stanziato un euro. Il rischio concreto è che queste perosne pur di raggiungere la propria famiglia finiscano nelle mani dei trafficanti. Sono 4600 i rifugiati che si trovano in questa situazione.
Il prossimo 8 novembre sono previste due manifestazioni: una proprio ad Atene, la seconda invece a Berlino. L’appello è quello di organizzare iniziative sotto i consolati tedeschi in tutta europa.
La protesta in piazza Syntagma  denuncia inoltre  le pessime condizioni di vita in cui sono costretti i migranti, non sono ad Atene ma anche nelle isole greche, come Lesbos, dove migliaia di migranti si preparano a un nuovo gelido inverno senza praticamente alcun sostegno. anche qui 6 migranti sono in sciopero della fame.
Da piazza Syntagma Marita Cassan, nostra collaboratrice. Ascolta o scarica
Qui invece l’appello di solidarietà
Un appello delle rifugiate e dei rifugiati in sciopero della fame e collettivi solidali in stato di mobilitazione permanente in piazza Syntagma, Atene
Dopo oltre quattro mesi di proteste presso l’ufficio greco per l’asilo e l’ambasciata tedesca, dopo un anno e mezzo di vita nei campi per migranti nelle isole greche e nella Grecia continentale in condizioni precarie, dopo aver dovuto lasciare la Siria, l’Iraq e l’Afghanistan a causa della guerra, oggi le nostre famiglie, ancora divise, chiedono di poter vivere insieme in pace.
Ci sono oggi circa 4500 persone in attesa di poter trasferirsi in Germania e raggiungere così le proprie famiglie. Noi stiamo aspettando da più di 18 mesi. Siamo genitori, padri e madri, separati dai propri figli e dai propri consorti, genitori, parenti. Tra di noi vi sono anche molti minori. Alcuni minori si trovano in Germania da soli, separati dai propri genitori durante la fuga dalla guerra.
Scappiamo dalla guerra, e ci troviamo intrappolati in Grecia con altre migliaia di rifugiati e rifugiate. Tra di noi, ci sono persone malate, anziane, disabili, vittime di tortura e di altre forme di sfruttamento e violenza.
La maggior parte di noi ha completato le procedure per il ricongiungimento da più di 6 mesi, superando il tempo massimo di attesa previsto dalla legge, infrazione resa possibile da un accordo informale tra i governi greco e tedesco in deroga delle disposizioni legislative vigenti.
In media, 9 mesi sono passati da quando abbiamo ricevuto il permesso per il ricongiungimento. Non sappiamo quando potremo partire per raggiungere le nostre famiglie. Le spese di viaggio dovranno essere sostenute da noi, un’altra condizione che non solo ostacola ulteriormente la riunificazione ma è anche illegale.
Ieri, primo novembre 2017, 14 persone, 7 donne e 7 uomini, hanno deciso di iniziare lo sciopero della fame per protestare contro questa situazione. Intendiamo denunciare la crudele politica europea in materia di migrazione, imposta a noi e alle nostre famiglie. Un sistema repressivo che ha lo scopo di portarci alla disperazione e al silenzio, demoralizzandoci. Ma noi non rinunciamo ai nostri diritti e non ci lasceremo silenziare. La nostra schiena è dritta, e abbatteremo il muro che ci separa dalle nostre figlie e figli, genitori e parenti.
Chiediamo:
che i governi greco e tedesco rispettino il limite legale dei sei mesi previsti dalla legge per la le riunificazioni.
che le autorità greche e tedesche mettano a disposizione immediata voli charter per tutte le persone rifugiate che sono già in attesa da più di sei mesi
che il costo dei nostri biglietti sia pagato dallo stato, come previsto dalla legge. Il costo del biglietto è infatti un ostacolo alla riunificazione familiare
Salutiamo i nostri amici, sorelle e fratelli, in sciopero della fame a Lesbo da sei giorni per il diritto a muoversi, contro le deportazioni forzate e l’accordo UE-Turchia, contro la loro incarcerazione di fatto nelle isole dell’Egeo, e le inumane condizioni di vita negli hotspot europei che mettono in pericolo la vita delle persone rifugiate.
Non più limitazioni al trasferimento in altri paesi europei
Affermiamo il nostro diritto all’unità delle famiglie e ad una vita degna e in pace ora!
Non più discriminazioni, diritti uguali per tutte e tutti!
Non più condizioni di vita inumane! Non più vite in pericolo in Grecia!
Diritto a restare e libertà di movimento per tutte e tutti!
Già dall’inizio dello sciopero della fame, si è costituita un’assemblea permanente in solidarietá del campo di protesta in piazza Syntagma. L’obiettivo è di appoggiare i bisogni logistici delle persone in sciopero della fame e la mobilizzazione politica in Grecia e a livello internazionale per il necessario appoggio.
Una serie di azioni sono già calendarizzate
Mercoledì 8 Novembre è convocata una manifestazione contemporanea in Atene e a Berlino. Ad Atene, persone rifugiate e migranti dai campi si riuniranno con l’accampata di Syntagma e marceranno insieme alle e agli attivisti internazionali e greci fino all’ambasciata tedesca.
Facciamo appello affinché si organizzino azioni in tutta Europa davanti a Ambasciate/Consolati tedeschi in cui oltre a solidarizzare con gli scioperi della fame in Grecia si denuncino anche gli accordi bilaterali e le politiche europee e nazionali in materia di migrazione
Invitiamo anche i gruppi solidali ad appoggiare e far circolare questo appello.
Potete mandare messaggi di appoggio e solidarietá a questo indirizzo: hungerstrikesyntagma@gmail.com
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/casamarita/posts/10212653036693409
hashtag : #Reunitefamiliesnow. blog: hungerstr

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