16/05/17

Contro il G7 di Taormina, per una linea femminista, proletaria e rivoluzionaria

Le compagne del MFPR si battono per affermare una linea proletaria e rivoluzionaria al G7 di Taormina. Di seguito riprendiamo stralci da un intervento MFPR all'assemblea di Palermo.

...valorizziamo questa assemblea dopo lo sciopero dell’8 marzo a Palermo;
riproponiamo l'analisi di Trump= fascio imperialismo che è anche il concentrato dell’odio fascista degli uomini verso le donne... le donne borghesi come la Boschi, la Lorenzin… che in preparazione del il G7 hanno redatto un documento di cui noi diciamo “Non in nostro nome”, non potranno mai presentare un documento a nome della maggioranza delle donne, facendo esempi concreti di ciò che c’è scritto in questo documento (le donne come risorsa per il PIL del paese, cioè al servizio del Capitale, le donne che devono accedere a percorsi di istruzione sempre più tecnici nelle scuole, come ha affermato la Fedeli, cioè nuove braccia fresche femminili da sfruttare doppiamente nelle fabbriche…), perché le donne non sono tutte uguali ma ci sono le borghesi, le piccolo borghesi e le proletarie;
è importante perciò che al G7 le donne siano in prima linea portando i contenuti necessari e in questo senso dando una risposta combattiva nelle forme in cui si potrà essere conflittuali ...  
l'assemblea di Roma...rispetto al G7,ha ignorato o male affrontato ed è stato necessario rompere lo schema del tavolo ci si partecipava, fare pressione per una presa di posizione di lotta e di come le risposte delle organizzatrici siano state deludenti e vanno criticate : ' sono state un affronto, offesa per le donne del sud, come se il g7 fosse una questione solo locale e non addirittura internazionale' denunciando la nota negativa comunque di un movimento nazionale che almeno in quella sede non ha preso posizione;  la borghesia ci fa la guerra e quindi anche noi ci dobbiamo considerare in guerra…

..critichiamo la linea piccolo-borghese pacifista e anche filo istituzionale che : dietro la premessa: ma quanto è bella questa voglia di reagire attacca l'analisi classista del movimento delle donne su donne borghesi, piccolo-borghesi e proletarie divise, indicare  il femminismo degli anni ’70 alle giovani presenti, non come riferimento di lotta vincente ma come argomento di mero studio; quindi la linea opportunista di destra sostiene il problema vero è che bisogna trovare un linguaggio femminile,  affermando che  lo spezzone femminile al G7 non è quello che ci può rappresentare né violare la zona rossa, perché sono rituali che convalidano le politiche della borghesia e sono atteggiamenti maschili. e conclude dicendo che le donne con le armi sono una pratica maschile da rigettare 
 se parlare di donne con le armi sarebbe una pratica maschile: “che dire allora delle partigiane o delle donne curde, spesso incensate?” 
bisogna  partire  dalle lotte quotidiane che si fanno con le lavoratrici, i rapporti di forza che ci sono in campo, la creatività che si mette in campo dal nostro punto di vista, ... non si tratta di pratica maschile ma di fare ciò che è necessario..

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