01/03/17

L'appello delle lavoratrici della Sodexo in lotta a Pisa

Siamo le donne che puliscono gli ospedali pisani per la multinazionale francese Sodexo. Il 16 febbraio, in assemblea, abbiamo denunciato le condizioni in cui siamo costrette a lavorare, abbiamo proclamato lo stato di agitazione e l’adesione allo sciopero internazionale delle donne dell’8 marzo: come donne e come lavoratrici siamo stanche di subire un’organizzazione del lavoro che ci impone orari certi di poche ore e turni massacranti con gli straordinari, che ci condanna a stipendi miseri guadagnati tra violenze verbali e ricatti. Con la logica degli appalti al massimo ribasso, la svalorizzazione del nostro lavoro e delle nostre vite regala lauti guadagni alla Sodexo.

Siamo consapevoli che ognuna di noi, da sola, è fragile: quando i capi settore ti chiamano, ti rimproverano, ti telefonano a casa per chiederti conto di quanto hai detto, è normale avere paura. Quando sussurrano di licenziamento per chi sciopera, si può temere di perdere anche quel reddito insufficiente. Molte di noi sono sole, con figli a carico. Un cambio turno, una riduzione oraria o il licenziamento possono avere enormi conseguenze.

Vogliono convincerci che la nostra condizione è questa, che non vi è altro orizzonte possibile: chinare la testa e accontentarci. Ma noi vogliamo vivere, non solo sopravvivere. Vogliamo il pane ma anche le rose.

Da sole siamo fragili: ma nel 2012 noi donne, con una lotta durissima costruita in tre mesi di presidio permanente, giorno e notte, davanti all’ospedale, abbiamo sconfitto 80 licenziamenti. Abbiamo vinto l’isolamento che ci voleva sole al lavoro e sole a casa, abbiamo scoperto che insieme diventiamo forza.

Non torniamo indietro. Siamo diventate il “comitato 8 marzo”: vogliamo aumenti salariali, condizioni di lavoro sicure, turni non massacranti, rispetto. La dignità delle donne non si ricatta e non si calpesta. Possiamo vincere.

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Di seguito il loro volantino:

NON ABBIAMO PIU' PAURA

Le pulizie all'ospedale devono essere fatte bene. Abbiamo a che fare con i malati e l'igiene è la prima cosa. E per essere fatte bene ci vuole il giusto tempo, ci vuole il giusto materiale di lavoro, ci vuole la giusta formazione, e ci vuole il giusto compenso. Ma la pura verità è che tutto questo, a Pisa, nelle pulizie dell'ospedale, non c'è.
E non per colpa delle lavoratrici, ma a causa dei carichi di lavoro massacranti e della mancanza di materiale adeguato. L'unica colpa che abbiamo è quella di non ribellarci. E l'unico motivo per cui non lo abbiamo ancora fatto è la paura. Paura di perdere quel reddito per pagare il mutuo, per sostenere i figli, per pagare le bollette. Paura che non ci facciano fare gli straordinari, di non poter chiedere orari decenti, paura di finire a lavorare nei reparti più faticosi. Paura di essere malvisti dai capi e da quelle colleghe più compiacenti all'azienda. MA ORA BASTA. ABBIAMO CAPITO CHE SIAMO TUTTE NELLA STESSA CONDIZIONE E DOBBIAMO ALZARE LA TESTA E PRETENDERE QUELLO CHE E' GIUSTO. Noi lavoratrici abbiamo iniziato a denunciare le condizioni di lavoro che ci fanno "ammalare". Il nostro lavoro è importante: ci permette di portare a casa lo stipendio ed è un servizio fondamentale per le cure ospedaliere. Ma in questi anni tutto è peggiorato. Gli stipendi sono da fame, e le pulizie vengono fatte male.

I panni che ci danno per pulire sono insufficienti e sporchi. Usiamo la carta per lavare e dobbiamo rimpiattarci il materiale con la paura che il giorno dopo sparisca e di dover perdere tempo a cercare i prodotti qua e là nei reparti. Scarpe, divise, pannetti e carrelli sono indumenti e mezzi vecchi e rotti.

L'azienda ospedaliera ha tagliato le ore di pulizia e la Sodexo ci fa pulire più reparti nello stesso tempo di prima. Ci dicono che "dobbiamo tirare via". Ci chiamano per rimproverarci di quanto tempo ci mettiamo per finire le stanze: ma il "ripasso" che ci dicono di fare, ed il "turno approfondito al posto del risanamento" non sono procedure a norma. Ma nessuno, fino ad oggi, controlla i controllori.

Non abbiamo sicurezza sul lavoro: non abbiamo fatto corsi di formazione per stare in ambienti sanitari a rischio (di infezioni, di epatite, di scabbia etc). Lavoriamo con livelli inferiori alle mansioni che facciamo. I nostri responsabili in più ci cambiano continuamente turno, ci impongono ferie forzate e se chiediamo un cambio del turno-riposo dobbiamo accendere cento ceri alla madonna.

Noi sappiamo che questo mal di lavoro compromette non solo i nostri stipendi e la nostra salute: è la pulizia dei reparti che è messa in grave pericolo. CHI CI RIMETTE SONO ANCHE I PAZIENTI. Ma perchè tutto questo? Perchè devono "risparmiare" su di noi.  Eppure l'AOUP dà in appalto alla nostra azienda Sodexo un servizio che comporterebbe delle procedure precise. Che fine fanno quelle procedure?
Tutte insieme abbiamo iniziato a dire di no ed a trovare la forza per migliorare le nostre vite. Ci siamo stufate di lamentarci tutte le sere che torniamo a casa. VOGLIAMO LAVORARE COL SORRISO. VOGLIAMO IL RISPETTO DELLE PROCEDURE GIUSTE. VOGLIAMO I CONTROLLI E LE VERIFICHE DEI LAVORI SVOLTI, come da capitolato. L'8 MARZO SCIOPERIAMO TUTTE. Indipendentemente dalla tessera del sindacato, la copertura è per tutti.

Da oggi non risponderemo più sul telefono personale ai caposettore che vogliono cambiarci turno, orario, reparto o rimproverarci.
Da oggi non accetteremo più di peggiorare le pulizie lavorando con mezzi inadeguati.
Da oggi smetteremo di spezzarci la schiena per fare lavori in più nello stesso tempo.

L'8 MARZO SCIOPERIAMO TUTTE
ORE 7 DI MATTINA DAVANTI ALLA ROTONDA DEL PONTE DELLE BOCCHETTE

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