17/11/16

Dall'Aquila alla Val Susa lo Stato arresta e stupra

L'Aquila, striscione a Piazza D'Armi
Novembre 2015: al convegno organizzato presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma dall’associazione Ilaria Rambaldi Onlus di Lanciano, viene invitato a parlare l’avvocato aquilano del militare stupratore, quasi assassino di “Rosa”. Si attiva la rete di solidarietà femminista per ricordare che la casa delle donne non è un luogo neutro e che maschi del genere non devono entrarvi.
Dall’Aquila a Roma, due donne vengono querelate, perquisite e private di computer e cellulari per aver diffuso una lettera in cui si denunciava la condotta provocatoria del penalista, tutta tesa a screditare la parte lesa, il pesante clima di ostilità nei confronti della solidarietà femminista, la responsabilità di uno Stato che, con misure emergenziali e non preventive del sisma del 2009 e la militarizzazione del territorio, si è reso complice della strage dell’Aquila prima e dello stupro poi.

Novembre 2016: Lo stupro, il processo per stupro, la nostra criminalizzazione sono avvenuti a L’Aquila ed è per questo che vogliamo esserci in tante il 18 novembre con un presidio davanti al tribunale per ripetere che “se toccano una, toccano tutte!”
Coi nostri corpi e le nostre voci abbiamo accompagnato Rosa, che con coraggio affrontava il girone infernale di un processo per stupro
Con una mail abbiamo respinto dalla Casa Internazionale delle donne di Roma il degno avvocato del suo stupratore
Su mandato della Procura dell’Aquila, costui è entrato in casa nostra con i carabinieri
Questa è la “sicurezza” agita da questo Stato borghese!


Le atrocità commesse sul corpo di Rosa da militari impiegati nell’operazione “Strade sicure”, rendono questa vicenda emblematica di quale “sicurezza” questo Stato parli.
quella delle aule di tribunale, dove la donna viene stuprata e offesa una seconda volta con affermazioni del tipo “se succede le donne se la sono cercata", "si è trattato di un rapporto amoroso consensuale”;
delle questure, dove le donne vengono scoraggiate a denunciare i loro stupratori, soprattutto se appartenenti alle forze dell’ordine;
delle caserme, delle carceri, dei cie e hotspot, dove sempre più donne vengono ricattate, stuprate impunemente, “punite” perché ribelli
delle procure, dove gli stupri restano per lo più impuniti e dove ad essere represse sono la solidarietà femminista, sono le donne che lottano e si ribellano a questo sistema capitalistico, imperialista e patriarcale.
Un sistema che antepone il profitto alla vita di tutte e tutti e devasta il territorio. Anziché metterlo in sicurezza avanza con le grandi opere di devastazione e saccheggio. Avanza con la TAV, avanza con la SNAM e reprime chi resiste.

Noi stiamo con chi a tutto questo resiste, NOI STIAMO CON LE DONNE CHE RESISTONO

Stiamo con Nicoletta Dosio, non accettiamo l’ingiusta repressione di questo Stato borghese, non abbiamo nulla da cui difenderci, ma abbiamo da attaccare sempre di più.

Alla violenza sistemica contro le donne opponiamo la lotta generale delle donne. Oggi all’Aquila davanti al tribunale, contro gli stupratori e chi li difende, il 25 novembre a Roma davanti ai palazzi del potere, contro tutte le violenze sulle donne, per un nuovo sciopero delle donne. Perché noi donne non dobbiamo avere paura, la lotta delle donne deve far paura!

Il 26 inonderemo di nuovo le strade di Roma e riempiremo il deserto in cui lo Stato le ha cacciate, militarizzandole, con la nostra lotta.



Movimento femminista proletario rivoluzionario - L’Aquila

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