10/07/16

Al fianco di Chinyery Emmanuel, moglie di Emmanuel Chibi Namdi

Chiudiamo i covi razzisti e fascisti di Casapound, Forza Nuova e Lega nord!
Al fianco di Chinyery
Con le immigrate, gli immigrati contro il nostro Stato imperialista!


Appoggiamo questa dichiarazione durante la manifestazione di ieri a Fermo:

«Questo è un atto di razzismo che ha dei mandanti precisi perché da un punto di vista politico, ad uccidere Emmanuel sono stati la Lega Nord, Casa Pound e Forza Nuova e tutti quei soggetti che da anni fomentano l’odio tra italiani e migranti. Siamo anche qui per dire che non tolleriamo più l’intollerabile. Le sedi dei fascisti vanno chiuse. Ma non le  chiuderanno le Forze dell’Ordine e allora tocca a noi farlo con il consenso popolare. E forse nei prossimi giorni faremo questo a Fermo e in tutto il sud delle marche». Sono queste le dure parole con cui il senigalliese Nicola Mancini ha aperto la manifestazione dei Centri Sociali delle Marche, arrivati sabato pomeriggio al centro di Fermo per dire “No al razzismo”. Per ricordare come di razzismo si muore. Perché non passi l’idea che sia stata una rissa finita male ad uccidere Emmanuel Chidi Namdi".

MFPR




Emmanuel Chidi Namdi è stato ucciso il pomeriggio del 5 Luglio, a Fermo, a pochi passi da Piazza del Popolo, per motivazioni chiaramente razziste. Fuggito dalle persecuzioni di Boko Haram in Nigeria, è rimasto vittima della violenza xenofoba e fascista in Italia.
L’omicida è infatti notoriamente legato agli ambienti neofascisti e da tempo tollerato a più livelli, come molti altri, nel tessuto sociale della città, complice il clima di xenofobia dilagante che appartiene ormai anche alla nostra provincia. Non solo non si tratta di un caso isolato, ma l’omicidio di Emmanuel è il prodotto di anni di tolleranza nei confronti di pratiche ed atteggiamenti razzisti, xenofobi e fascisti.
Nonostante ciò persiste, da più parti, l’inaccettabile tentativo di banalizzare l’accaduto, invitando ad abbassare i toni ed interpretando i fatti come l’azione di un singolo isolato, slegandoli da qualsiasi implicazione sociale e politica, rifiutandosi di riconoscerne le cause e preoccupandosi unicamente di contenere le reazioni. La notizia dell’aggressione e morte di Emmanuel arriva infatti molto in ritardo: si decide a tavolino di tenerla nascosta per più di 24 ore per non scatenare la rabbia, dicono le autorità, degli altri ospiti richiedenti asili del seminario, privandoli di ogni possibilità di avere notizie. Segue poi una cappa d’omertà sulla vicenda ed infine emerge l’esigenza di una città, Fermo, di non cancellare eventi ed iniziative nei giorni immediatamente successivi all’aggressione, fingendo che nulla fosse successo.
Noi non ci stiamo: vogliamo spezzare la linea che va dallo sdoganamento alla diffusione di pratiche xenofobe, razziste e neofasciste, ma vogliamo anche sovvertire questo atteggiamento che vuole una città omertosa, silenziosa ed indifferente. Per questo sabato saremo in piazza, proprio a Fermo, e grideremo il nostro dolore per quanto accaduto, la nostra indignazione, il nostro desiderio di cambiamento, volto all’accoglienza ed all’integrazione.
Emmanuel era uno dei tanti che fuggono da guerre, oppressione e povertà causate da quello stesso potere globale che nei nostri territori semina disoccupazione, precarietà, distruzione dei diritti. Quel potere che fa dei respingimenti, della reclusione nei centri di detenzione, l’asse portante delle sue politiche migratorie. Emmanuel, pur patendo sofferenze indicibili con la propria compagna, era riuscito a trovare a Fermo chi lo aveva accolto e aiutato ad inserirsi nel contesto sociale. Ma ha dovuto fare i conti con chi fa del razzismo, del fascismo e dell’odio contro i migranti una pratica quotidiana. L’individuo che ha provocato e poi pestato a morte Emmanuel, non è uno “sbandato”, una “testa calda” da stadio.
E’ un militante di Casa Pound, cioè di quell’organizzazione fascista tristemente nota in tutta Italia per le ripetute aggressioni nei confronti di antifascisti, militanti di sinistra, immigrati.
Ma si tratta della punta di un iceberg. Dalla Lega di Salvini, ai partiti xenofobi e razzisti presenti, in gran parte dell’Europa, alcuni anche al governo come in Ungheria, dal muro di 450 km fatto di filo spinato e barriere alle politiche dell’Unione Europea, soffia in tutto il Vecchio Continente un vento reazionario e antisociale. C’è puzza di fascismo. In questo contesto il rischio che gli strati sociali colpiti dalla crisi vedano negli immigrati un facile bersaglio c’è tutto come dimostra lo stesso voto sulla Brexit.
E anche a Fermo in queste ore c’è chi fa girare versioni ridicole sull’uccisione di Emmanuel per rimestare nel torbido e ingenerare confusione.
E’ invece necessario che contro il fascismo, il razzismo e la xenofobia, si opponga la reazione più ampia possibile, ferma, decisa, senza titubanze.
La manifestazione di domani sarà una prima risposta. Una risposta delle Marche antifasciste e antirazziste. Dalla parte della solidarietà, dell’accoglienza, della libertà di movimento.
 
Centri Sociali Marche
Ambasciata dei Diritti Marche
Ya Basta! Marche

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