27/10/15

Da Bologna, corteo in solidarietà con il popolo curdo

(da tavolo 4)

In solidarietà con la resistenza di Kobanê contro i terroristi di ISIS BASTA CON L’EMBARGO CONTRO IL ROJAVA

La resistenza delle donne e degli uomini kurdi in Rojava (Kurdistan occidentale in Siria), ha ispirato persone in tutto il mondo quando l’assedio della citt{ da parte di Stato Islamico in Siria (ISIS) è stato respinto con successo appena un anno fa. Il 1 novembre 2014 è stato lanciato un appello urgente per una giornata globale di azione per Kobanê chiedendo a tutte e tutti di mostrare solidarietà con Kobanê e di dare assistenza umanitaria e materiale. A un anno dall’appello alla solidarietà attiva con Kobanê cosa è successo? Non solo non c’è stata l’apertura di un corridoio umanitario, ma il governo turco, ovvero il dittatore Erdogan: per mesi ha aperto il confine tra Kobanê e Suruç per i jihadisti di Isis e lo ha blindato per profughi, feriti, aiuti umanitari e giornalisti, e continua a offrire a Isis anche supporto logistico e a prendersi cura dei suoi feriti negli ospedali di Istanbul; da giugno con la scusa di attaccare i "terroristi" continua a mettere sotto assedio militare le città che perseguono l’autonomia , a licenziarne le co-sindache, che rappresentano l’attuazione effettiva della parità di genere e sono state votate dall’80% della popolazione; partecipa attivamente al femminicidio attraverso arresti, torture, stupri e uccisioni di resistenti e civili curde e turche; siamo sicure che è implicato negli attacchi terroristici
all’Hdp (Partito democratico dei Popoli), perché mette in pericolo la sua dittatura in vista delle elezioni del 1° novembre 2015 e i suoi servizi segreti sono direttamente coinvolti nei femminicidi politici di Sakiné Cansiz, Fidan Doğan e Leyla Şoleymez a Parigi a gennaio del 2013 ed è per noi coinvolto nel femminicidio della giornalista inglese Jacqueline Anne Sutton all’aeroporto di Istanbul. E i governi europei cosa fanno? Oltre a continuare a intrattenere rapporti economici e militari con la Turchia, ora le propongono un’intesa per fermare i profughi in Anatolia. D’altronde la segregazione di kurdi e siriani è iniziata questa estate, quando Ankara ha annunciato la costruzione di un muro lungo il confine meridionale per fermare l’afflusso di profughi kurdi siriani che venivano da Kobanê. In Rojava, Ankara ha imposto una safe-zone per ammassare i profughi kurdi e impedire loro di raggiungere la Turchia, consentono l’embargo e l’isolamento totale sia dalla Turchia che dall’Iraq, continuano ad insinuare che ci sia il PKK dietro gli attentati contro i kurdi e i turchi a loro solidali!!!, alimentano le guerre in Medio Oriente, per riuscire a mettere le mani sul petrolio. Chi sono i veri terroristi? Perché la resistenza dei popoli che lottano per la loro autodeterminazione e contro il terrorismo vengono etichettati come terroristi? Perché i regimi in Medio oriente,che reprimono, torturano, stuprano e uccidono civili nell’impunità, non vengono chiamati terroristi? E gli Stati Uniti e i governi europei, che alimentano le guerre in Medio Oriente? E’ indecente che degli stati con le mani sporche di sangue definiscano terrorista il popolo kurdo che nel Rojava sta costruendo una società migliore. NOI FEMMINISTE CONTINUEREMO A SCENDERE IN PIAZZA, SOLIDALI CON LE KURDE/I E I POPOLI CHE SI SONO UNITI A LORO PER DIFENDERSI DA ISIS, MA ANCHE PERCHE’ STANNO COSTRUENDO INSIEME UNA VERA ALTERNATIVA ALLO STATO NAZIONE, basata su un sistema assembleare in cui donne e uomini hanno veramente lo stesso potere decisionale. E per urlare forte che : il PKK dovrebbe essere tolto dalle liste dei terroristi e ci andrebbe messo il governo turco e tutti i governi che trattano con Erdogan per motivi economici e di controllo del Medio Oriente e dei profughi scaturiti dalle guerre provocate dall’occidente, a partire dall’Iraq.
CORTEO IN SOLIDARIETA’ COL POPOLO KURDO DOMENICA 1° NOVEMBRE 2015 A PIAZZA XX SETTEMBRE ORE 16
ore 15.30: organizzazione spezzone di donne e lesbiche a Porta Galliera Donne e lesbiche femministe di Bologna

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