05/05/15

No alla tortura bianca - appello da L'Aquila e intervista a Radio Città Fujiko (BO)

Di seguito l'intervista a Giulio Petrilli e a Luigia (mfpr AQ) contro la tortura bianca nella sezione femminile del carcere dell'Aquila e per difendere le condizioni di vita di Nadia Lioce:



A 70 anni dalla liberazione dal nazifascismo, a L'Aquila, come in tutta Italia, si pratica ancora la tortura, quella bianca, subdola, invisibile.


Tra i principi fondamentali della Costituzione Italiana, l’art. 3 recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Sempre nella Carta Costituzionale, l’articolo 27 stabilisce che “le pene detentive non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”
Ma in carcere, e in particolare nella sez. femminile speciale delle Costarelle a L’Aquila, la Costituzione non entra: in 41 bis le donne sono discriminate rispetto agli uomini (ora d’aria solo in coppia e non in gruppi di 5-6) e Nadia Lioce, l’unica prigioniera politica del carcere aquilano, è triplamente discriminata per questo. Da oltre 7 mesi le sono stati sottratti libri, quaderni e materiali di cancelleria ed è sottoposta a un ulteriore regime di isolamento disciplinare che determina una condizione d’isolamento totale e perenne, alla faccia dell’’umanità’ e dell’’uguaglianza’!

E' da 10 anni che Nadia Lioce è sottoposta nel carcere di L'Aquila al regime del 41bis
Non è tortura una condizione d’isolamento continuo e totale?
Non è tortura la condanna al silenzio?
Non è tortura vivere per anni in una cella due metri per due, posta alla fine di un lungo tunnel sotterraneo, che si affaccia sul nulla?
Non è tortura fare l'ora d'aria spesso da sola in una vasca di cemento grande tre metri per tre dove il sole non si vede mai?
Non è tortura non poter leggere, studiare, se non due libri al mese sottoposti a censura e quindi decisi dal carcere?

Questa tortura bianca ha già ucciso: "È accaduto a Diana Blefari, prigioniera nello stesso carcere delle Costarelle a L'Aquila. Era caduta in uno stato di profonda prostrazione e inerzia psicologica. Se ne stava rannicchiata tutto il giorno nel letto, con la coperta fino agli occhi e senza nessun cenno di interesse per il mondo", racconta Elettra Deiana. “Piegata dal carcere duro, Blefari si suicidò il 31 ottobre del 2009".

Oggi dobbiamo denunciare e pretendere la condanna e la fine anche di questa tortura!

Chi ha ucciso nel G8 di Genova Carlo Giuliani, chi ha massacrato giovani, chi ha torturato non solo non si è fatto un giorno di galera, ma ha conquistato promozioni e incarichi;
Chi devasta e avvelena i territori e la popolazione; chi ogni giorno, con sfruttamento, licenziamenti, attacchi ai diritti sul lavoro, salute, casa provoca sempre più miseria e lutti, continua a fare profitti nella totale impunità;
Chi sulla catastrofe di questa città ha riso e speculato, chi doveva proteggere gli aquilani da una tragedia annunciata e non lo ha fatto, continua a ridere, a speculare, a comandare sulle nostre vite.

Mentre chi lotta, comunque sia, contro questa immensa INGIUSTIZIA sociale viene annientato e perseguito.

Facciamo appello in particolare alle donne, che subiscono due volte questa ingiustizia: non permettiamo che continui questa tortura "bianca" a Nadia Lioce. Difendiamo le sue condizioni di vita, per l’uguaglianza e per l’umanità

22.04.2015
Luigia De Biasi (slai cobas s.c. ed mfpr AQ)

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