03/05/15

A Milano c’eravamo tutt*! Tutt* liber*!


Restano per il momento in carcere, a San Vittore, i cinque ragazzi arrestati durante la May Day NoExpo. Heidi, Anita, Jacopo (tutti provenienti da Milano e provincia), e altri due ragazzi provenienti dal Piemonte e dal Lodigiano (di cui è stato per il momento impossibile conoscere i nomi) sono accusati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, mentre la procura milanese ha annunciato l’apertura di un fascicolo d’indagine contro ignoti per devastazione e saccheggio.
Nella mattinata di oggi la polizia ha inoltre fermato sei compagni francesi a Genova, cinque ragazzi e una ragazza, accusati di imbrattamenti e resistenza al fermo. Cinque di questi fermi sono stati tramutati in arresto e i compagni trasferiti nelle carceri di Marassi e San Vittore.
Sempre ieri sera, a Milano, sedici compagni greci sono stati fermati dalla polizia mentre si trovavano in un bar in zona via Washington e condotti in questura, dove sono stati denunciati per resistenza aggravata al solo scopo, a quanto pare, di effettuare su tutti loro un prelievo del DNA. I compagni si sono naturalmente rifiutati di prestarsi a questa provocazione, e sono stati quindi obbligati con minacce e violenze fisiche. Sono stati rilasciati nella notte e hanno lasciato l’Italia in mattinata.
Perquisizioni poliziesche sono state effettuate, inoltre, anche in alcune abitazioni di Napoli, dove abitano nove compagni che erano stati fermati e perquisiti sui bus provenienti da Milano nella notte tra venerdì e sabato. Ad uno di loro é stato contestato il possesso di una fionda in casa ed é stato quindi denunciato per possesso di oggetti pericolosi.
Sono tornati, invece, tutti in Germania gli otto compagni fermati a Milano a vario titolo nei tre giorni precedenti la May Day. Per solo uno di loro era scattato l’arresto ma, non sussistendo reali elementi a suo carico, il compagno ha lasciato San Vittore nella giornata di ieri.
La giornata di lotta del primo maggio NoExpo non é stata evidentemente digerita dalle forze dell’ordine, che tentano maldestramente di intimorire chi si ritiene legato ai movimenti italiani ed europei e alla costruzione di una visione politica differente da quella dominante, anche con l’utilizzo di forme d’indagine finora mai usate in Italia per scopi politici, come il prelievo del DNA (pratica già all’opera in altri paesi, tra cui Francia e Germania).

Inutile dire che nulla di tutto questo servirà ad intimorirci e che tutta la nostra solidarietà va ai cinque arrestati della May Day.

A Milano c’eravamo tutt*!
Tutt* liber*!

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