25/03/15

Un appello urgente dalle prostitute indignate di Barcellona

Per aderire inviare mail a mail a prostitutasindignadas@gmail.com

ADHESIONES A CARTA ABIERTA CONTRA VIOLENCIA INSTITUCIONAL 

Este es un correo urgente desde el Colectivo de Prostitutas Indignadas.

Debido a los últimos acontecimientos y a la continuidad de la violencia institucional sobre nuestro colectivo.
ESTAMOS PIDIENDO ADHESIONES a partidos políticos, entidades, asociaciones, grupos, colectivos y un largo etcétera a la “CARTA ABIERTA dirigida a los diferentes grupos políticos municipales”.
Os adjuntamos el documento en pdf y al final de este correo. Os  pedimos por favor respuesta antes del jueves 26 de marzo a las 12h

·         Realizaremos una RUEDA DE PRENSA el viernes 27 de marzo a las 12h en el Col·legi de Periodistes de Catalunya- Rambla de Catalunya 10, pral. - Barcelona

·         Y llamamos a una CONCENTRACIÓN REIVINDICATIVA el sábado 28 de marzo a las 12h. en calle ROBADORS en el RAVAL

Un saludo cordial
Muchas gracias!
PUTAS INDIGNADAS


CARTA ABIERTA DE PROSTITUTAS INDIGNADAS
Esta carta está dirigida a los diferentes grupos políticos municipales y a las personas que se han designado como candidatas para ser alcaldes de la Ciudad de Barcelona.
Tenemos a nuestro lado a movimientos sociales y feministas, a entidades sociales de referencia y  a personas clave en la defensa de los Derechos Humanos.
El jueves 19 de marzo sufrimos un nuevo cierre a una de nuestras casas. Vinieron con una orden judicial pero sin aviso previo de precinto. Vinieron a tapiar la puerta de calle Robadors, 25.
La finca entera fue comprada recientemente y es propiedad del Ayuntamiento, junto con otras fincas de la calle. En este espacio era bien conocido que nos reuníamos las integrantes del colectivo de Putas Indignadas. Este es un golpe a los movimientos sociales de protesta, a la capacidad de organizarse de la ciudadanía. Es un golpe que pretende callar lo que todo el mundo sabe: que el Ayuntamiento de Barcelona especula con nuestros barrios y vende nuestra ciudad.
El Ayuntamiento combina sus políticas policiales represivas en el Raval con sus planes educativos de “reinserción” – que ofrecen precariedad y servicios sociales a cambio de la redención de multas- y además se ha dedicado a comprar fincas del barrio con el objetivo de desahuciar y “limpiar”. Estas políticas no están destinadas únicamente a las trabajadoras sexuales, pretenden preparar el centro de la ciudad para turistas, especuladores y “vecinos dignos”. Nosotras no somos las primeras desahuciadas, tampoco seremos las últimas.
La vulneración de nuestros derechos es constante pese a que hemos ofrecido nuestra ayuda como colectivo para encontrar mejoras reales de la convivencia en nuestros barrios, pese a que somos quienes conocemos mejor las realidades de exclusión y la trata.
Tanto el Alcalde, Xavier Trias, la Regidora de Dona i Drets Civils, Francina Vila y la Regidora de Ciutat Vella, Mercé Homs no buscan soluciones, buscan negocios. Buscan marear a la ciudadanía con actos y discursos que nunca mejoran nuestras vidas. La participación ciudadana de esta ciudad está muerta porque la han corrompido.
Se llenan de palabras sobre “convivencias”, “planes de atención” y “lucha contra la trata” cuando en realidad hablan desde los despachos. Mientras tanto, sigue habiendo violencia hacia nosotras - trabajadoras libres- y aún peor hacia las mujeres víctimas de trata que son multadas y coaccionadas, mientras no se les da la seguridad necesaria para ellas y sus familias, mientras se les niega asilo a aquellas que no tienen papeles, mientras a las palabras políticas se las lleva el viento.
Por eso pedimos un compromiso de los grupos municipales que se presentan a las próximas elecciones para defender nuestros derechos fundamentales:
·         Que se comprometan a cesar las políticas represivas hacia las personas que ejercen prostitución.
·         Que se comprometan a negociar con nosotras espacios de trabajo mejorando la convivencia y la vida vecinal en nuestros barrios.
·         Que se defiendan los derechos y la seguridad de las compañeras en trata.
Os pedimos apoyo porque no es posible continuar en silencio, siendo cómplice de los abusos.


Prostitutas Indignadas                                                                              Marzo de 2015        
#PutasConCasaYa

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Buongiorno,

Si tratta di una e-mail urgente da parte del Collettivo prostitute Indignate (Colectivo de Prostitutas Indignadas).

A causa di recenti avvenimenti e della continua violenza istituzionale sul nostro collettivo.

Chiediamo ADESIONI a politici partiti, organizzazioni, associazioni, gruppi, collettivi e così via per la "lettera aperta indirizzata aI diversi gruppi politici locali".

Alleghiamo il documento in pdf alla fine di questa e-mail. Vi chiediamo gentilmente di rispondere entro Giovedi 26 marzo alle 12

• Faremo una conferenza stampa Venerdì 27 marzo alle 12:00 presso il Collegio dei Giornalisti di Catalunya - Rambla de Catalunya 10 Pral. - Barcellona

• Concentrazione rivendicativa Sabato 28 marzo alle 12 in calle Robadors nel RAVAL


Saluti

Grazie mille!

Putas indignadas

RICHIESTA URGENTE - ADESIONE A LETTERA APERTA CONTRO ALLA VIOLENZA ISTITUZIONALE

LETTERA APERTA DELLE PROSTITUTE INDIGNATE

Questa lettera è indirizzata ai diversi gruppi politici municipali e agli individui che sono stati designati come candidati per sindaci della città di Barcellona.

Abbiamo al nostro fianco movimenti sociali e femministi, entità sociali fondamentali e persone che tutelano i Diritti Umani delle persone.

Giovedì 19 marzo abbiamo sofferto una nuova chiusura di una delle nostre case. Sono venuti con un mandato senza preavviso. Sono venuti a murare la porta di Robadors, 25.

L'intera proprietà è stata recentemente acquistata ed è di proprietà del comune, insieme ad altre proprietà della strada. Questo spazio era ben noto come punto d’incontro dei membri del collettivo di Putas Indignadas. Questo è un duro colpo per i movimenti di protesta sociale e la capacità di organizzare la cittadinanza. Si tratta di un colpo studiato per far zittire qualcosa che tutti sanno: che il comune di Barcellona specula con i nostri quartieri e vende la nostra città.
 
Il comune di Barcellona combina le sue politiche poliziali repressive nel Raval con i suoi piani educativi di "reinserimento" – che offrono precarietà e servizi sociali a cambio della redenzione delle multe – inoltre si è dedicato all'acquisto di proprietà nel quartiere con l’obbiettivo di sgomberare e “ripulire”. Queste politiche non sono destinati esclusivamente alle lavoratori del sesso, ma sono destinate a preparare il centro della città per i turisti, speculatori e "vicini degni." Non siamo le prime a essere sfrattatate, e non saremo neanche le ultime.

La Violazione dei nostri diritti è costante, anche se abbiamo offerto il nostro aiuto come collettivo per trovare reali miglioramenti nel vivere nei nostri quartieri, anche se noi siamo chi conosce meglio le realtà di esclusione e della tratta.

Sia il sindaco, Xavier Trias, la consigliera di Dona e Diritti Civili, Francina Vila e la Consigliera di Ciutat Vella, Mercè Homs, non sono in cerca di soluzioni,  sono in cerca di affari. Vogliono distrarre i cittadini con atti e discorsi che non migliorano le nostre vite. La partecipazione dei cittadini in questa città è morta, perché è stata corrotta.

Sono pieni di parole come "convivenza", "piani di assistenza" e "lotta contro la tratta", quando in realtà parlano seduti nei loro uffici. Nel frattempo, continua la violenza verso di noi – lavoratrici libere - peggio ancora verso le donne vittime della tratta che vengono multate e costrette, mentre non hanno la necessaria sicurezza per se stesse e le loro famiglie, mentre è loro negato l'asilo a coloro che non hanno le carte, mentre che le parole politiche se ne vanno con il vento.

Quindi chiediamo impegno da parte dei gruppi municipali che appaiono nelle prossime elezioni per difendere i nostri diritti fondamentali:

• Di impegnarsi a cessare la politica repressiva nei confronti di persone che praticano la prostituzione.

• Di impegnarsi a negoziare con i nostri spazi di lavoro migliorando la convivenza e la vita tra vicini nei nostri quartieri.

• Che si difendano i diritti e la sicurezza delle compagne vittime di tratta.

Chiediamo sostegno, perché non possiamo restare in silenzio, essendo complici di abusi.


Prostitute indignate marzo 2015

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