05/01/15

Processo Tuccia: da Milano a Palermo, a Roma a L'Aquila, mobilitazione del MFPR

Milano, 7 gennaio: volantinaggio all'università
Palermo, 8 gennaio: assemblea delle lavoratrici precarie in lotta e volantinaggio davanti al Tribunale
Roma, 8 gennaio: attacchinaggio striscioni e presenza al processo per le delegazioni di L'Aquila e Roma


CON ROSA E CON TUTTE LE DONNE CHE OSANO DENUNCIARE STUPRI E VIOLENZE, CHE LOTTANO ANCHE PER NOI

Si terrà l’ 8 gennaio 2015, presso la Corte di Cassazione, l’udienza a Francesco Tuccia, ai tempi militare in servizio a L’Aquila nell’operazione “strade sicure”, condannato in Appello ad appena 8 anni per lo stupro efferato su “Rosa” una studentessa  universitaria presso una discoteca di Pizzoli  nella notte del 12 febbraio 2012. “Rosa” fu brutalmente violentata, seviziata e abbandonata sulla neve seminuda e sanguinante, fino a rischiare di morire.
 
Una violenza emblematica, che racchiude  diversi aspetti della violenza sulle donne. In primis, ogni processo per stupro si trasforma in un processo alle donne che denunciano, sin dalle prime battute del processo l’ avvocato di Tuccia  ha provato ad usare gli argomenti misogini che spesso vengono usati in tribunale o dai mass media "in fondo se succede le donne se la sono cercata", fino a parlare di "rapporto amoroso consensuale" o che la "ragazza dovrebbe spiegare": gli stessi argomenti che sta usando nel ricorso in Cassazione: “Tra i due ragazzi vi fu consenso esplicito. Se vi fu dissenso quando si manifestò e se vi fu dissenso fu percepito da Tuccia?”. Linguaggio doppiamente odioso: perché presuppone consenso, perché vuol alludere ad una “normale” relazione tra “ragazzi”.
 
Ogni stupro dovrebbe essere considerato in sé un tentato omicidio, invece, a fronte di uno stupro efferato - il ginecologo che l’ha curata dichiarò di non aver mai visto niente di simile - con lesioni gravissime e abbandono della ragazza sanguinante, in mezzo alla neve, ci troviamo di fronte ad una condanna in Appello che esclude il tentato omicidio.
 
“Strade sicure?, per le donne sicure da morire!” Le politiche securitarie, con la militarizzazione delle città, dei territori, sono parte del problema per le donne perché creano città invivibili e desertificate, in cui sono bandite le normali libertà, la socialità tra i giovani, tra le persone,  spingendo a una concezione individualista, antisociale della vita, compagna di strada della sopraffazione, di una ideologia comunque reazionaria, razzista e fascista che nei confronti delle donne si esprime sempre come maschilismo e violenza...".
 
Interventi dei governi a “favore” delle donne o, meglio, della famiglia? Licenziamenti, in primis, di lavoratrici, carovita, tagli a scuola, sanità, servizi sociali, allungamento dell’età pensionabile e peggioramento dell’ assegno di pensione: ricacciano le donne tra le mura domestiche, condannandole al continuo ricatto, ad un futuro senza prospettive di emancipazione e di liberazione dalla violenza domestica, rafforzano il ruolo della famiglia come puntello di questo sistema sociale.
 
Per questo lottiamo e vogliamo una condanna esemplare dello stupratore! come altro passo in avanti della lotta complessiva delle donne contro questo sistema sociale che produce maschilismo, oppressione, violenza sessuale, una lotta che non può che essere rivoluzionaria, volta a rovesciare questo Stato borghese, in cui le donne non possono che essere in prima fila, perché hanno doppie catene di cui liberarsi! Perché non debba più accadere che le donne debbano dire: “sono stata violentata e uccisa una seconda volta dalle sentenze pro-stupratori e quelli che hanno stuprato o ucciso sono protetti da questa società”.

STUPRATORE NON LO DIMENTICARE LA FURIA DELLE DONNE DOVRAI SCONTARE!
PER OGNI DONNA UCCISA STUPRATA E OFFESA SIAMO TUTTE PARTE LESA!
LA VITA DELLE DONNE NON SI DEVE SPEZZARE, TUTTA LA VITA DEVE CAMBIARE!
LA VIOLENZA SULLE DONNE SI DEVE FERMARE, QUESTO SISTEMA SI DEVE ROVESCIARE!
Movimento  femminista proletario rivoluzionario

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