29/09/14

Un’altra vergognosa e odiosa sentenza della Cassazione!

  Rispondere con la lotta rivoluzionaria delle donne!

Un’altra vergognosa sentenza della Cassazione! gli uomini che stuprano, violentano possono ottenere l’attenuante - con relativo sconto di pena - di aver commesso un fatto di "minore gravità" anche nel caso di violenze carnali complete. La Cassazione ha  giudicato «fondato» il ricorso del violentatore, un marito che ubriaco violentava ripetutamente la moglie,  che ha sostenuto che, per valutare la gravità di uno stupro, deve «assumere rilevanza la qualità dell’ atto compiuto e segnatamente il grado di coartazione, il danno danno arrecato e l’entità della compressione più che la quantità di violenza fisica esercitata
 
Vale a dire, violentatele pure le vostre mogli, tutte le volte che volete se non fate loro molto danno e non esagerate!
Dovrebbe essere impensabile, ma nella realtà invece accade ancora una volta  che una Corte di cassazione  emetta una sentenza maschilista, un’indecente difesa verso quegli    uomini “che odiano le donne” a scapito delle donne stuprate, violentate,  dare l'attenuante significa legittimare gli atti di violenza e autorizzare gli uomini a poter usare le donne come voglio e quando vogliono, sentenze simili  sminuiscono/denigrano ancora una volta  la dignità della DONNA che in questo sistema sociale quotidianamente in ogni ambito viene attaccata.
Noi donne che siamo la maggioranza, proletarie, lavoratrici, giovani… oggi  dobbiamo affrontare la guerra  che ci viene fatta contro politicamente, ideologicamente, praticamente… spetta a noi prendere in mano la battaglia, denunciare e soprattutto lottare contro la violenza in tutti i suoi aspetti  che l’ humus sessista /maschilista/reazionario/da moderno medioevo di cui è sempre più pregna la società alimenta contro le  donne da schiacciare e in particolare poi se si ribellano.
Non è più sufficiente  dire “BASTA VIOLENZA”, ma occorre organizzarsi seriamente,  per lottare contro la vera causa della violenza sulle donne, questa società capitalista/maschilista che va attaccata in ogni aspetto, a 360 gradi e rovesciata.
c. Mfpr Palermo
http://www.huffingtonpost.it/2014/09/25/cassazione-attenuanti-stupro_n_5882770.html

26/09/14

"Scusate se non sono morta...

...grazie alle sue 16 coltellate e a quelle di questa giustizia borghese"
 
Questo ho pensato dopo aver letto le conclusioni dell'incidente probatorio sul tentato femminicidio di Laura Roveri.

Dall'opuscolo Uccisioni delle donne oggi:
"Se prima le donne sopportavano in silenzio una violenza anche continua, oggi gli uomini non possono come prima contare su questo silenzio. Oggi le donne sopportano meno, rompono i rapporti, si ribellano, cacciano i fidanzati, i mariti ecc. “Tu devi essere mia, o sei mia o non sei”...; è la rottura di questo concetto di possesso, di proprietà, che c’era anche prima ma che oggi, da parte delle donne viene messo in discussione, non viene accettato.
Queste uccisioni e violenze come reazione degli uomini alle donne che vogliono rompere i precedenti legami, la precedente vita sono delitti fascisti, perchè mossi da una concezione di supremazia, di odio, di attacco verso chi dovrebbe essere succube e invece si ribella..."

Perizia-choc e scoppia la polemica

Le incredibili conclusioni nell’incidente probatorio in tribunale. Roveri:«Ridicolo, ho rischiato due volte la vita»

VICENZA –Delle sedici coltellate che il commercialista veronese Enrico Sganzerla ha inferto all’ex fidanzata Laura Roveri, la sera del 12 aprile scorso, in una discoteca di Vicenza, nessuna è risultata mortale o potenzialmente tale. Lo sostiene la perizia eseguita dal medico legale Giampaolo Antonelli. Perizia che è stata discussa giovedì mattina in tribunale a Vicenza, nella forma dell’incidente probatorio. Un esito che ha lasciato la veronese Laura Roveri sconcertata. La vittima, presente con il suo legale e la famiglia, al termine dell’udienza davanti al giudice Dario Morsiani, ha detto: «E’ ridicolo che ci sia un perito che dica che non ho rischiato la vita, io che ho rischiato di morire per ben due volte». La stessa Roveri ha ribadito la sua contrarietà agli arresti domiciliari concessi al commercialista, a casa dei genitori, a pochi chilometri di distanza da lei.

India: un'altra bambina stuprata e la polizia salva lo stupratore dalla furia popolare

Da Repubblica

India, shock a New Delhi: stuprata bimba di 3 anni

Il colpevole è stato arrestato dalla polizia, che l'ha salvato dal tentativo di linciaggio della folla. In India le violenze sessuali sulle donne, anche minori, sono un'emergenza nazionale

   
NEW DELHI - In India un nuovo, sconvolgente caso di stupro: una bambina di 3 anni è stata violentata dal titolare di un centro di intrattenimento e di incontro per i bambini. L'uomo è stato arrestato dalla polizia. E' accaduto nella località di Hari Nagar.

La piccola è tornata a casa sanguinante e sotto shock ed è stata portata immediatamente da un dottore, che ha confermato la violenza sessuale. Il presunto autore della violenza è stato quasi linciato da un gruppo di persone, tra cui i genitori della vittima. A salvare l'uomo dalla furia della folla è stata la polizia, che lo ha arrestato con l'accusa di violenza sessuale.

Secondo la sua famiglia, la piccola di tre anni è stata violentata per tre giorni e anche altre bambine avrebbero subito le stesse violenze. "Per tre giorni è tornata a casa con la stessa espressione sconvolta e quando le abbiamo chiesto cosa fosse successo, ci ha raccontata di essere stata aggredita dal proprietario del centro insieme ad altre bambine", ha raccontato la madre.

24/09/14

Femminicidi: dietro la "gelosia" un odio fascista

Altre due donne sono state uccise in questi giorni, una di 40 anni a Viterbo, un'altra di 30 anni a Brescia. Per entrambi la motivazione sarebbe la "gelosia". 
Ma ancora una volta si individualizzano in questo modo gli assassinii, e si nasconde una realtà sociale che, permanendo, non ha alcuna possibilità fermare i femminicidi. 
Dall'opuscolo: "Uccisoni delle donne, oggi":
"...Il moderno fascismo è l’edificazione a sistema di tutto ciò che è reazionario, maschilista.
In questo senso le uccisioni non si potranno fermare, né ci sono interventi di legge, di controllo che possano frenarli. Il moderno fascismo le alimenta a livello di massa: le uccisioni hanno la caratteristica di essere ripetitive, emulative – più se ne parla, più vengono prese ad esempio. La stampa, la televisione berlusconiana sono in questo uno strumento fondamentale: amplificano o minimizzano o nascondono, su alcune vicende costruiscono dei talk show osceni, su altre fanno calare il silenzio; in questo modo indirizzano e/o deviano l’attenzione, impongono idee, giudizi, con criteri di scelta/ selezione spesso razzisti, di classe o che comunque rispondono all’utilizzo di tali uccisioni e violenze per rafforzare la politica, l’ideologia, i “valori” dominanti e nasconderne la cause sociali, lì dove invece i motivi di questa recrudescenza di uccisioni delle donne vanno visti sempre come espressione della condizione generale delle donne e della realtà sociale. 
Spesso si tende a motivare il femminicidio come vicenda privata, frutto della gelosia, o di un raptus di follia. Ma anche esaminando specifici episodi, vediamo che le singole persone che uccidono trovano l’humus adatto, favorevole, che in un certo senso li fa sentire legittimate, niente affatto in colpa, anzi, quasi autorizzate. Questo humus è il moderno fascismo e questo rende differente oggi la questione della violenza sulle donne ed in particolare le uccisioni.
Certo le uccisioni, le violenze ci sono state anche negli anni passati, il problema è perché oggi. Noi dobbiamo denunciare e lottare contro le caratteristiche attuali delle uccisioni, delle violenze sessuali, interne a: clima politico – humus sessista-razzista - reazione alle donne che si vogliono ribellare, che vogliono rompere legami oppressivi - ruolo della famiglia.
Oggi dobbiamo affrontare questa guerra, che ha questi terreni di combattimento.
Se prima le donne sopportavano in silenzio una violenza anche continua, oggi gli uomini non possono come prima contare su questo silenzio. Oggi le donne sopportano meno, rompono i rapporti, si ribellano, cacciano i fidanzati, i mariti ecc. “Tu devi essere mia, o sei mia o non sei”...; è la rottura di questo concetto di possesso, di proprietà, che c’era anche prima ma che oggi, da parte delle donne viene messo in discussione, non viene accettato.
Queste uccisioni e violenze come reazione degli uomini alle donne che vogliono rompere i precedenti legami, la precedente vita sono delitti fascisti, perchè mossi da una concezione di supremazia, di odio, di attacco verso chi dovrebbe essere succube e invece si ribella..." 
MFPR

Spagna, il premier Rajoy ritira la riforma sull’aborto (in parte)





L'attacco frontale al diritto d'aborto del governo Rajoy ha, giustamente, scatenato una dura, tenace lotta delle donne, femministe, lavoratrici, ampia, articolata, con una partecipazione di massa.
Oggi, Rajoy ritira il progetto di legge, ma introduce alcune modifiche alla legge attualmente in vigore, in particolare, l'obbligo di assenso dei genitori per le minori di 16 anni e, contemporaneamente, preannuncia un Piano di "protezione  della famiglia".
In qualche modo, quindi, con le modifiche alla legge sull' aborto e le preannunciate politiche familiste si lascia "aperto" lo spazio per attacchi ideologici, ma anche pratici alle donne. Certo, il ritiro del progetto Gallardon è un successo. Ma certo è che bisogna lottare ancora
mfpr-milano



Spagna, il premier Rajoy ritira la riforma sull’aborto
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Il Corriere della Sera
23 09 2014
Il progetto di legge di «protezione del concepito e dei diritti delle donne in gravidanza» - la controversa riforma della legge sull’ aborto promossa dal governo conservatore spagnolo del Partido Popular - sarà ritirato per mancanza di «sufficiente consenso». Lo ha annunciato il premier Mariano Rajoy.
Le riforme per la famiglia

L’esecutivo riformerà l’attuale normativa che fissa i termini legali per l’interruzione volontaria di gravidanza, per introdurre l’obbligo del consenso dei genitori per le minori di 16 anni che decidano di abortire. Parlando con i giornalisti, a margine del Congresso mondiale di relazioni pubbliche in corso a Madrid, Rajoy ha annunciato anche il varo di un Piano di protezione della famiglia, che vedrà la luce «entro la fine dell’anno».
Passo indietro

Il premier Mariano Rajoy in campagna elettorale aveva promesso una legge più severa sull’interruzione di gravidanza, che doveva rivedere le modifiche fatte nel 2010 dall’allora esecutivo socialista di Zapatero. Il Partito Popolare e la chiesa cattolica si opposero con forza alla legge sull’aborto che permette l’interruzione fino a 14 settimane di gravidanza o fino a 22 in caso di malformazione del feto. Il governo conservatore aveva promesso di ritornare alla precedente legge spagnola del 1985, che permetteva alle donne di interrompere la gravidanza solo in caso di stupro, malformazione del feto o gravi rischi fisici o psicologici della madre. Pochi giorni fa a Madrid l’ultima manifestazione degli anti-abortisti con migliaia di persone.Il progetto di legge di «protezione del concepito e dei diritti delle donne in gravidanza» - la controversa riforma della legge sull’ aborto promossa dal governo conservatore spagnolo del Partido Popular - sarà ritirato per mancanza di «sufficiente consenso». Lo ha annunciato il premier Mariano Rajoy.
Le riforme per la famiglia

L’esecutivo riformerà l’attuale normativa che fissa i termini legali per l’interruzione volontaria di gravidanza, per introdurre l’obbligo del consenso dei genitori per le minori di 16 anni che decidano di abortire. Parlando con i giornalisti, a margine del Congresso mondiale di relazioni pubbliche in corso a Madrid, Rajoy ha annunciato anche il varo di un Piano di protezione della famiglia, che vedrà la luce «entro la fine dell’anno».
Passo indietro

Il premier Mariano Rajoy in campagna elettorale aveva promesso una legge più severa sull’interruzione di gravidanza, che doveva rivedere le modifiche fatte nel 2010 dall’allora esecutivo socialista di Zapatero. Il Partito Popolare e la chiesa cattolica si opposero con forza alla legge sull’aborto che permette l’interruzione fino a 14 settimane di gravidanza o fino a 22 in caso di malformazione del feto. Il governo conservatore aveva promesso di ritornare alla precedente legge spagnola del 1985, che permetteva alle donne di interrompere la gravidanza solo in caso di stupro, malformazione del feto o gravi rischi fisici o psicologici della madre. Pochi giorni fa a Madrid l’ultima manifestazione degli anti-abortisti con migliaia di persone.

Aborto, il premier spagnolo Rajoy ritira la riforma. “Manca il consenso anche in Pp”
Marcia indietro del governo dopo le critiche di opposizione e dello stesso Partito popolare. Il progetto di legge avrebbe consentito di interrompere la gravidanza solo in caso di violenza sessuale o di "pericolo grave per la salute" della madre. L'esecutivo introdurrà solo l'obbligo dell'assenso dei genitori per le minori di 16 anni
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 23 settembre 2014
Commenti

Il premier spagnolo Mariano Rajoy fa marcia indietro rispetto alle sue promesse elettorale. Il dietrofront proprio su uno dei suoi cavalli di battaglia: la riforma della legge sull’aborto, che voleva reintrodurre le regole del 1985. Un disegno di legge che era stato approvato in Consiglio dei ministro lo scorso dicembre. Rajoy ha però annunciato il ritiro del controverso progetto di riform. In base al progetto, contestato non solo dall’opposizione ma anche all’interno del suo stesso Partito popolare (Pp), avrebbe dovuto essere modificata la legislazione precedente adottata nel 2010 dal precedente esecutivo socialista, riducendo in questo modo il diritto per le donne di abortire, anche in caso di malformazioni del feto. Un progetto che consentiva alle donne di abortire solo in caso di violenza sessuale (se denunciata non oltre le 12 settimane dal concepimento), e quando era accertato il “pericolo grave per la salute fisica e psichica” della madre. Un provvedimento accolto con entusiasmo dalla chiesa spagnola, ma che aveva fin da subito scatenato le critiche delle opposizioni, delle associazioni dei medici e delle organizzazioni di difesa dei diritti delle donne.
La controversa riforma della legge sull’aborto promossa dal governo conservatore spagnolo sarà ritirata, quindi, per mancanza di “sufficiente consenso“, ha detto il premier. Resta, però, qualche cambiamento in programma. L’esecutivo, infatti, riformerà la normativa che fissa i termini legali per l’interruzione volontaria di gravidanza, per introdurre l’obbligo del consenso dei genitori per le minori di 16 anni che decidano di abortire. Parlando con i giornalisti, a margine del Congresso mondiale di relazioni pubbliche in corso a Madrid, Rajoy ha annunciato anche il varo di un Piano di protezione della famiglia, che vedrà la luce “entro la fine dell’anno”.

20/09/14

Ancora uccisioni di donne - un intervento lavoratrici Policlinico Palermo

In questa misogina società
l’odio criminale contro le donne non ha fine

Milano, un’altra giovane donna uccisa, scaraventata dall’ottavo piano dal suo ex fidanzato che non sopportava l’idea di essere stato lasciato
Io ho già perso l’anima,voglio che lei provi lo stesso terrore prima di dire addio a tutto…Se la rincontrassi dall’altra parte la odierei ancora”

Queste alcune delle crudeli parole contenute nella lettera scritta dall’omicida-suicida Pietro Maxymulian di Paola, 20 anni, che nella sera del 16 settembre u.s. ha ucciso la sua ex fidanzata, Alessandra Pelizzi, 19 anni, perché, lo aveva lasciato.

Un omicidio premeditato, da come si evince dalla suddetta lettera, organizzato in piena lucidità, che non lascia dubbi sull’incommensurabile odio che il giovane femminicida ha provato per la ragazza che diceva di avere amato fino a qualche settimana prima.

Odio criminale contro le donne, generato da questa società maschilista e disumana, dove gli uomini pensano di avere “il diritto di proprietà” sul copro e la mente della “propria donna”, e quando questo viene messo in discussione, i maschi, sempre più spesso, decidono della distruzione, della morte dell’oggetto perduto. E questo lo chiamano amore!
L’amore inizia quando una persona sente che i bisogni dell’altra sono importanti quanto i suoi…… Amore come soddisfazione reciproca, e amore come cooperazione, come rifugio alla solitudine, sono le due “normali” forme della disintegrazione dell’amore nella società occidentale moderna, la patologia socialmente schematizzata dell’amore” (E. Fromm)

Purtroppo, questa società, gravemente malata, perché basata sull’l’interesse privato, economico, sul profitto, che distrugge e mercifica finanche i sentimenti, società caratterizzata da una profonda crisi anche dei valori, non fa altro che generare, soprattutto tra i giovani maschi, un profondo disorientamento morale, un grande vuoto esistenziale, un forte senso di solitudine, anche quando sono insieme agli altri, che li rende decisamente insicuri,fragili. Insicurezza che li fa sentire a disagio anche con se stessi, che li porta a non riuscire a controllare neppure le proprie emozioni ed alimenta il timore di poter perdere “l’oggetto dell’amore” su cui si sono aggrappati per dare un senso alla loro vita.
Una vita senza sentimenti veri,senza futuro, senza sogni, fatta di una quotidianità vuota, che mortifica la dignità e inaridisce l’esistenza, che toglie la gioia di vivere alla maggioranza della gente e principalmente ai ragazzi, che vivono con il “buio nell’anima”. Quel buio che sovente li porta a diventare dei mostri, ad uccidere le donne.

Noi ribadiamo che “odiamo gli uomini che odiano le donne”. Ma ancor di più odiamo questo sistema barbaro che è alla base del femminicidio, dell’oppressione, della repressione e della violenza di ogni genere sulle donne. Un sistema che produce solo miseria, disoccupazione,angoscia, solitudine, disperazione, morte, a cominciare dalle donne. Che nega il futuro anche ai giovani, a cui toglie ogni speranza su una vita migliore, e che li abbrutisce e disumanizza sempre più.
Un sistema che deve essere distrutto prima che distrugga completamente il genere umano e la terra.

Facciamo appello a tutte le donne a riprendere la mobilitazione contro il femminicidio, che continua ad avanzare; contro la violenza sessuale, contro lo stato e l’attuale governo, MODERNO FASCISTA, che vuole ricacciare le donne,in maniera ancora più spedita, in un MODERNO MEDIOEVO.

20.09.2014
Lavoratrici SLAI Cobas s.c. ed MFPR/ Policlinico-Palermo

19/09/14

Solidarietà agli insegnanti del Coordinamento Lavoratori Scuola 3 Ottobre

Mercoledì 17 settembre alle h.15,30 a Milano, presso la sede metropolitana del PD c'è stato un presidio di lavoratori della scuola,aderenti al Coordinamento Lavoratori Scuola 3 Ottobre, dove noi compagne del MFPR di Milano abbiamo partecipato con la nostra solidarietà e presenza, come già facciamo da tempo.
Il presidio è stato organizzato per contestare la ricetta del Governo "la buona scuola" reso pubblico il 13 settembre, un piano che annuncia nelle sue linee guida, in maniera ambigua e fumosa una serie di assunzioni per i precari, ma nella realtà (come sempre...purtroppo) prevede una serie di tagli e ulteriori riduzioni di soldi e diritti dei lavoratori.
Ancora una volta fanno man bassa in nome di una buona scuola e alla faccia anche della qualità dell'insegnamento, insomma siamo costanti in Italia nel progressivo peggioramento.
Durante il presidio le insegnanti presenti hanno anche raccontato di ciò che accaduto al dibattito sulla scuola che si è tenuto alla festa dell'unità di Carroponte (Sesto San Giovanni) dal ministro (non ricordo il nome)PD, intervento contestato solo da questo nucleo d'insegnanti e dagli studenti, ma la loro possibilità di poter fare un intervento nel corso del dibattito è stato fortemente boicottato, non contenti, è intervenuto anche il servizio d'ordine del partito per allontanare queste "fastidiose" disturbatrici, hanno talmente spintonato che una delle insegnanti è caduta ferendosi.
In conclusione una scena vergognosa...............Per tutto ciò (e non solo) noi siamo solidali con queste lavoratrici, senza mai dimenticare che la scuola è un settore troppo importante per noi e per il nostro futuro.
Ma le agguerrite insegnanti continueranno nel loro lavoro di denuncia e danno appuntamento per il prossimo mercoledì, 24 Settembre, sui tetti del policlinico con "madri nella crisi".

YPJ UN GIORNO IN SIRIA TRA LE DONNE KURDE COMBATTENTI

Un video di Rozh Achmad sulle donne kurde combattenti della YPJ (unità di difesa delle donne). Dalla videointervista, tutta tradotta in italiano, un forte appello alle donne europee a ribellarsi al capitalismo, fonte di tutte le oppressioni, anche quelle di genere:

Da il fatto quotidiano, la segnalazione di un incontro con le organizzazioni delle donne curde, promosso dall’Associazione dei giuristi democratici, dall’Unione di informazione del Kurdistan in Italia e da altri per sabato 11 ottobre presso la Casa internazionale delle donne di Roma.

18/09/14

Roma, guardia giurata uccide la sua ex con un colpo alla nuca. E' Stato un errore?

Articolo su adnkronos

Un vigilantes uccide la sua ex compagna (una ragazza di 27 anni) con un colpo di pistola alla nuca e si parla di "incidente", di "errore umano".
Di "errori umani", di "effetti collaterali" che hanno assassinato decine di migliaia di donne e bambini è piena la storia delle guerre imperialiste e nella guerra di bassa intensità contro le donne questi "errori" a volte assumono sembianze kafkiane, ai limiti dell'assurdo come in questo caso. Per i mass media e per la polizia, infatti, non si è trattato di femminicidio, ma solo di "incidente".
Se errore è stato, tuttavia, le cause di questo errore non vanno ricercate nelle modalità con cui la guardia si è tolta la fondina, ma sul fatto che il vigilantes fosse autorizzato a girare con una pistola caricata a morte, tanto da poter uccidere chiunque gli capitasse a tiro e guarda caso gli è capitata a tiro la sua ex.
E' stata un'"operazione chirurgica" o un "effetto collaterale"? E' stato un errore o è stato voluto? Di sicuro è Stato ...il frutto di quell'"Italia a mano armata” di cui parlava Repubblica in un articolo del 2010 e che abbiamo citato nell'opuscolo dello stesso anno, "Uccisioni delle donne oggi". Di sicuro è Stato ...il frutto di questo sistema, marcio dalle sue fondamenta, che di violenza sulle donne si alimenta e contro il quale, con la scintilla dello sciopero delle donne, abbiamo sollevato la voce e il pugno di decine di migliaia di donne, lavoratrici, precarie, studentesse ecc., perché tutta la vita deve cambiare!

Dal dossier "La scintilla dello sciopero delle donne": ""Lo sciopero delle donne" che ha dato vita a momenti di lotta, di gioia, di rabbia, di ribellione contro questa società che è la madre di tutte le violenze contro le donne, non è stato che "l'assaggio" e rappresenta una tappa di un percorso lungo, tortuoso, ma di lotta e forti azioni da parte delle donne per ciò che desideriamo e meritiamo... per spezzare le doppie catene che questa barbara società capitalista ci ha imposto! Lo sciopero delle donne ha posto un punto di non ritorno: le donne non vogliono più solo denunciare, lamentarsi, ma si ribellano e lottano. E quindi diciamo: “mai più come prima!”, agli uomini che odiano le donne, ai padroni, al governo, allo Stato che odia le donne; “tutta la vita deve cambiare!".

Con lo sciopero delle donne abbiamo tessuto una rete di donne e compagne che già ora ha ottenuto dei risultati: ci siamo riprese l'8 marzo con la mobilitazione; attraverso la denuncia pubblica e l'azione diretta abbiamo raggiunto piccoli obiettivi, limitati nello spazio e nella sfera di influenza, che tuttavia ci incoraggiano, perchè concreti e immediati (rimozione magliette sessiste da un'area di servizio e messaggio sessista da una macelleria), perchè con essi abbiamo sperimentato ancora una volta che con l'unione e l'azione si crea la forza.
Ma se vogliamo che tutta la nostra vita cambi, tutta la società deve essere rivoltata, i campi di battaglia sono tanti e le donne, che hanno doppie e triple catene da spezzare in questo sistema capitalista e imperialista devono essere in prima fila sempre.

Luigia da L'Aquila per l'mfpr

Vittoria per Khalida Jarrar!

da Palestina Rossa

Con la ​​fermezza, la resistenza e la lotta di migliaia di persone in Palestina e in tutto il mondo che hanno resistito con lei, oggi Khalida Jarrar, membro del Consiglio legislativo palestinese, ha ottenuto la vittoria e la fine del provvedimento di espulsione a Gerico emesso contro di lei dalle autorità di occupazione israeliane.
Con un annuncio fatto a Ramallah il 16 settembre il tribunale militare dell' occupazione ha dichiarato che il provvedimento di espulsione è stato modificato e dichiarato valido solo per un mese (inizialmente era stato emesso per sei mesi); di conseguenza il mese è scaduto il 15 settembre, quindi non è più in atto contro Khalida Jarrar, una leader politica di primo piano, femminista e di sinistra che rappresenta il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. L'ordine era stato consegnato a Jarrar il 20 agosto da una forza d'invasione composta da 50 soldati occupanti nella sua casa di Ramallah. Jarrar aveva rifiutato l'ordine, istituito una protesta permanente e una tenda della solidarietà fuori della sede del Consiglio legislativo palestinese a Ramallah, diventato un centro per organizzazioni palestinesi, attività per i giovani, delegazioni di attivisti e parlamentari internazionali. In Palestina Khalida ed i suoi compagni hanno lavorato instancabilmente non solo per cancellare l'ordine di espulsione ma per combattere la continua oppressione dell'occupazione contro i leader palestinesi politici, i membri del parlamento e le migliaia di prigionieri politici palestinesi.
Migliaia di persone e organizzazioni in tutto il mondo - tra cui partiti politici, organizzazioni sindacali, gruppi di avvocati, organizzazioni dei diritti umani, gruppi di solidarietà, parlamentari di tutto il mondo, scrittori e attivisti - hanno firmato la lettera aperta a sostegno di Khalida Jarrar e inviato lettere e messaggi ai funzionari dell'occupazione israeliana chiedendo la fine del provvedimento di espulsione.
La Campagna di Solidarietà con Khalida Jarrar afferma che questo è "un trionfo della nazione palestinese, della sua fermezza e della forza di volontà del popolo in tutti i settori e in tutto il mondo. Tutto ciò dimostra che il rifiuto e la resistenza possono abbattere l'occupazione e sventare i suoi piani". Congratulazioni a Khalida Jarrar, alla sua famiglia e al popolo palestinese in questo momento di vittoria. Grazie a tutti i sostenitori, organizzazioni e individui, palestinesi e internazionali che hanno resistito con Khalida Jarrar. Avanti con la resistenza all'occupazione, libertà per i prigionieri politici palestinesi, per la Palestina e l'intero popolo palestinese!

Intervista a Pinar Aydinlar - sulle compagne rivoluzionarie curde

Su proletari comunisti l'intervista completa, fatta durante un campeggio quest'estate:

Turchia - Kurdistan.. Irak ..Intervista a Pinar Aydinlar, artista e militante comunista rivoluzionaria
pc – Nella riunione di 'Donna Nuova' che ho seguito e a cui ho portato il saluto delle nostre compagne, ti ho sentito proporre una campagna internazionale a sostegno delle combattenti curde della regione di Rojawa/Kobane. Una lotta di cui nel nostro paese si sa poco. Potresti parlarmi meglio di questa lotta?

Pinar – A Rojawa c’è una guerriglia di liberazione nazionale che va avanti da molto tempo e che negli ultimi mesi sta vivendo una situazione molto difficile, sotto attacco congiunto delle forze dell’ISIS e degli altri eserciti che combattono nel Kurdistan siriano. Ma, rispetto ad altre guerriglie e lotte rivoluzionarie di liberazione nazionale, la particolarità di questa lotta è il ruolo importante che vi giocano le donne rivoluzionarie curde.
Donne che hanno rifiutato il ruolo subordinato, gli affetti familiari, per prendere le armi e combattere. E, cosa più importante, nessuna di loro si è mai arresa. Io, nel mio piccolo mi sento vicina a loro. Anche io ho scelto di essere qui, in questo campeggio a fare il mio lavoro di attivista culturale rivoluzionaria, invece di prendermi cura dei gemellini che ho avuto da poco, e sento di dover fare di più per queste rivoluzionarie, per questo voglio impegnarmi in una campagna internazionale a loro sostegno.
È una lotta antimperialista. L’imperialismo si oppone da sempre all’autonomia del popolo curdo nella regione e, soprattutto, perché sa bene che questo movimento è diverso dagli altri movimenti autonomisti, proprio grazie al ruolo in esso delle donne rivoluzionarie.
Quando son stata a Kobane, la regione turca al confine con Rojawa, ho conosciuto una situazione durissima e difficilissima, fatta di guerra, stupri, massacri di bambini, ma ho visto anche come a questo 300 compagne rivoluzionarie curde hanno fatto la scelta di attraversare la frontiera per unirsi alla guerriglia di Rojawa.
Nei prossimi giorni Partizan lancerà ufficialmente un appello internazionale per una campagna e una delegazione che vada a Kobane per realizzare un progetto concreto di solidarietà. Ma anche prima dell’appello, già ora è importante chiamare tutti a prendere posizione e realizzare iniziative di solidarietà. Sono lieta e ti ringrazio dell’opportunità che mi dai di comunicare alle compagne in Italia l’importanza di questa lotta, l’importanza di questa campagne.
Questa non è certo una campagna solo “delle donne”, ma, proprio per il ruolo che in essa vi svolgono le donne assume un grande valore per tutti i rivoluzionari, i comunisti, gli antimperialisti e, allo stesso tempo, chiama tutte le rivoluzionare a assumere l’iniziative e avere un ruolo in prima linea a sostegno di questa lotta antimperialista.
In questi giorni mi hai parlato della campagna fatta dalle compagne in Italia con il popolo di Gaza. Ho visto i vostri manifesti contro che chiedono di far pagare ai sionisti il sangue e le lacrime di donne e bambini palestinesi. Anche a per Rojawa vale lo stesso discorso, anche lì donne e bambini sono le prime vittime della guerra e dell’ideologia dell’ISIS, ma, molto più che a Gaza, le donne di Rojawa non sono solo le prime vittime, sono le prime combattenti.
Come a Gaza, riguardo ad Hamas, non contano le differenze che abbiamo con la direzione di questa lotta, che a Rojawa è dei peshmerga dell’YPG. Per noi conta che è una lotta di liberazione di un popolo che l’imperialismo vuole sottomesso e, soprattutto, che il ruolo in essa delle donne rivoluzionarie ne fa una lotta per la liberazione sociale, non solo nazionale.
Le donne che lasciano le case per combattere non lottano solo per l’autodeterminazione del loro popolo, lottano per la loro stessa liberazione.
Esse chiedono alle donne di non stare a casa, di prendere le armi e questo la rende una lotta rivoluzionaria. E se si guarda alla condizione delle donne nel resto del Medio Oriente e alla loro posizione all’interno della lotte che si sviluppano nella regione, risalta ancora di più l’importanza di questa lotta, che è una “rivoluzione di donne” potremmo dire.
Quanto a me è parte del mio lavoro di artista rivoluzionaria dare voce come posso a queste combattenti, e pagarne il prezzo, se occorre".

17/09/14

Violentata a 14 anni - NOI CHIAMIAMO LE RAGAZZE ALLA RIBELLIONE!

Dal blog tarantocontro

"Mi hanno rapita e poi violentata"

"Fermati i presunti stupratori: sono due 17enni, conoscenti della vittima.
L'avrebbero costretta a salire su uno scooter, per condurla in una zona isolata, in periferia. E qui l'avrebbero violentata. Questa la denuncia di una ragazzina di 14 anni di Taranto che ha portato al fermo dei presunti stupratori. Si tratta di due 17enni, anch'essi residenti nella città pugliese, conoscenti della giovane. Dopo la violenza, la ragazza è tornata a casa e si è confidata con la madre. La quale l'ha prima accompagnata in ospedale per le visite mediche e poi in Questura. Verificato il racconto della 14enne, la polizia ha provveduto a individuare i due 17enni. Il caso è ora al vaglio del Tribunale dei Minorenni tarantino". 

Questi stupri sono venuti alla luce per il coraggio della ragazza di denunciarli. Ma tante ragazze, se non avessero paura o una falsa "vergogna", direbbero quante violenze maschiliste subiscono, da quelle grandi a quelle piccole.
Anche a Taranto non sarà certo una magistratura a fermare gli stupri, come i femminicidi. Ma la ribellione delle stesse ragazze! 
Organizzatevi nel Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario! 



PERCHE' RIBELLARCI! (dal programma dello sciopero delle donne):

Perché sono stata violentata, umiliata, denigrata e sono stanca di farmene una colpa, di provare vergogna 

Perché mi ha detto che mi ama, ma non è vero, mi vuole sua proprietà, perché quando decido di alzare la testa mi ammazza di botte

Perché voglio decidere della mia vita

Perché quando la sera esco non voglio avere paura di essere stuprata

Perchè dentro le mura la vita fa paura

Perché sono arrabbiata per le offese sessiste, molestie sessuali, a scuola, per le strade, nei locali

Perchè non voglio più testi scolastici, una subcultura sessista, con contenuti discriminatori

Perchè non voglio una pubblicità che usa il mio corpo come oggetto per i profitti delle aziende

Perchè mi fanno schifo i modelli di ragazze, tutto corpo e niente cervello proposti dalla TV

Perchè anche per lavorare a nero devo subire proposte oscene e molestie sessuali

Perchè il futuro che questa società mi dà è o sposarmi o sprecare anni di studio in lavoretti

Perchè non voglio essere angelo del focolare o puttana

Perchè questo Stato, questi governi non sono la soluzione ma sono la causa dei femminicidi e stupri e le loro leggi diventano catene di controllo, di repressione che soffoca le nostre vite

Perché quando dico no è NO!