16/11/13

Lo sciopero delle donne – la necessità della rivoluzione

Il 25 novembre per la prima volta in Italia lo “sciopero delle donne”! Uno sciopero contro la guerra di bassa intensità contro le donne, in quanto donne, fatta di femminicidi e stupri, di uomini che odiano le donne, perpetrati soprattutto nella “sacra famiglia” – in Italia le uccisioni delle donne stanno diventando una strage delle donne – ogni due giorni una donna muore – peggio che in una guerra vera, e le violenze sessuali grandi e piccole, quotidiane, lo stalking – più di un caso al giorno e spesso si trasforma in omicidio – le molestie sul lavoro, i maltrattamenti delle donne, aumentano e diventano fatti di “ordinaria” oppressione verso le donne.
Uno sciopero delle donne che si estende all’insieme della condizione di doppio sfruttamento e oppressione delle donne da parte di padroni, governo, Stato, Chiesa, che sono la causa di fondo, che creano l’humus, sociale, ideologico, da moderno medioevo in cui maturano i femminicidi contro le donne.
Le uccisioni, gli stupri sono il frutto più barbaro di questo putrefatto sistema sociale capitalista  Lo “sciopero delle donne” parte e avrà al centro i posti di lavoro, le operaie, le lavoratrici, ma è giusto parlare di “sciopero totale delle  donne”, perchè riguarda e chiama tutte le donne proletarie, le studentesse, le disoccupate, le donne casalinghe dei quartieri, le donne, le compagne in lotta nei movimenti, le immigrate, le femministe, ecc.
E’ stata scelta la forma dello “sciopero” per l’intreccio genere e classe che ha la lotta delle donne – perchè tra le donne vi sono le proletarie, che hanno non una ma mille catene da spezzare, ma ci sono anche le borghesi che vogliono solo spazio e potere in questo sistema di sfruttamento e oppressione per la maggioranza; lo “sciopero” per dare un segnale forte, dirompente, di rottura; lo “sciopero” perchè vogliamo una lotta che pesi, incida concretamente, crei “danni” ai padroni, allo Stato, alla “sacra famiglia”: provate voi a stare anche un giorno senza le donne.


Uno sciopero di classe e di genere che vuole denunciare e lottare su tutta la condizione di vita delle donne!  Lo “sciopero delle donne” è un avvenimento “storico” non solo per le donne, ma per l’intera classe proletaria, per il movimento rivoluzionario.
Questo sciopero sarà una scintilla che illuminerà il sentiero di lotta di lunga durata della maggioranza delle donne.
E il 25 novembre segna una tappa importante di questo cammino che non può che avere come obiettivo la rivoluzione che per le donne vuol dire “rivoluzione nella rivoluzione”, per rovesciare e trasformare cielo e terra.
Lo “sciopero delle donne” è una parola d’ordine che il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario sta portando avanti da alcuni anni, e che via via, soprattutto negli ultimi mesi e dopo la mobilitazione nazionale fatta dalle compagne del Mfpr il 6 luglio a Roma, ha conquistato consenso e partecipazione.
La sua realizzazione è un avvenimento di impatto, di rottura anche a livello culturale, ideologico.
Perchè lo sciopero delle donne, ponendo una denuncia che riguarda l’insieme delle condizioni della maggioranza delle donne mette in discussione il lavoro e il non lavoro, le discriminazioni che ci sono nei posti di lavoro, il ruolo di oppressione nella famiglia e la famiglia come la vuole questa società borghese, mette in discussione l’idea che si ha delle donne, il ruolo di subordinazione.
Cioè vuole mettere in discussione tutto!  Ed è questo che pone e per questo fa paura lo “sciopero delle donne”.

Esso non riguarda solo una questione di alcune rivendicazioni, la battaglia delle donne è inevitabilmente a 360°, riguarda il fatto che ci vuole una società totalmente diversa, dei rapporti sociali diversi, dei rapporti personali diversi; che tutta la vita deve cambiare.
Le donne, in particolare le donne proletarie, quando lottano, portano una carica in più, portano la necessità di una battaglia complessiva, che riportano anche nella vita quotidianità.
Lo sciopero delle donne è per le donne.
Serve prima di tutto alle donne, perchè trovino la forza per ribellarsi, per non accettare come inevitabile una condizione di oppressione, subordinazione, il loro ruolo nella famiglia; per essere una realtà di lotta che preoccupi e faccia paura ai padroni, ai governi, allo Stato, agli uomini che odiano le donne.
Ma lo sciopero delle donne, delle lavoratrici serve anche all’interno della intera classe proletaria; esso vuole essere una battaglia di rottura, che richiede una trasformazione anche all’interno dei lavoratori, dei propri compagni di lavoro, degli uomini delle organizzazioni rivoluzionarie, comuniste, degli organismi e movimenti di lotta.
In questo senso lo sciopero totale delle donne pone nei fatti la necessità della rivoluzione, in cui le donne siano la forza più determinata.


Movimento Femminista Proletario rivoluzionario
Novembre 2013  

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