26/10/13

Lettera ai sindacati per lo sciopero delle donne del 25 novembre

AI SINDACATI DI BASE
ALLA FIOM – CGIL (firmatarie dell’appello)
Alle delegate, alle operaie a tutte le lavoratrici

E ORA SCIOPERO DELLE DONNE! Il 25 Novembre

Le assemblee delle donne svoltesi a Roma in piazza S. Giovanni nelle due giornate di manifestazioni del 18 e 19 ottobre – a cui hanno partecipato tante lavoratrici, operaie di fabbrica, delegate, precarie, studentesse, donne impegnate nei movimenti, come No Muos, nei coordinamenti precarie scuola, compagne di associazioni di sostegno alle donne, ecc., di varie città, dal sud al nord, tra cui Roma, Bologna, Ferrara, l’Aquila, Taranto, Pavia, Modena, Brescia, Palermo, Lecce, Milano, Latina, Nocera, ecc., circa un centinaio -  rivolgono a tutti i sindacati di base, e principalmente ai sindacati che hanno promosso, partecipato allo sciopero e manifestazione del 18 ottobre, alla Fiom e alla Cgil che hanno sottoscritto e dato l’adesione all’appello per lo sciopero delle donne di alcune giornaliste: “Le parole che vogliamo”, un forte invito e la richiesta di appoggiare lo sciopero delle donne, e di proclamare il 25 novembre a livello nazionale e in tutte le realtà lavorative, sia private che pubbliche, una giornata di sciopero di 24 ore di tutte le lavoratrici.

Questo sciopero, volutamente deciso nella giornata del 25 novembre proclamata dall’ONU giornata internazionale contro le violenze sulle donne, parte dalla questione più tragica che colpisce le donne, i femminicidi (1 donna viene uccisa ogni 3 giorni) e gli stupri – per cui non basta affatto ed è anche controproducente il recente decreto varato dal governo che puntando solo sull’aspetto della repressione/controllo rischia di ritorcersi, in termini di normalizzazione, delega, contro le donne considerate “vittime” e non protagoniste principali di questa battaglia, una legge, quindi, che rischia di tradursi non in più libertà ma in meno libertà per le donne – ma inevitabilmente investe l’intera condizione delle donne – in allegato riportiamo una proposta di piattaforma.
E noi con lo sciopero vogliamo porre il legame tra le due cose, perchè la stessa violenza contro le donne è frutto e viene alimentata dalla nostra condizione generale in questo sistema sociale. 
Le ragioni di questo sciopero sono nelle nostre realtà quotidiane di lavoro: nella nostra permanenza e peggioramento dei lavori precari, sottopagati, sempre a rischio di essere cacciate, in cui si arriva alla oscenità di proporre al sud – come alle lavoratrici delle pulizie delle scuole – contratti di 45 minuti di lavoro al giorno e 150 euro al mese; nei licenziamenti in aumento dalle grandi fabbriche alle piccole, tra le lavoratrici precarie nei call center come nei centri commerciali; dall’innalzamento dell’età pensionabile che non riconosce il nostro doppio lavoro di almeno 60 ore settimanali, alla leggi sulla scuola che ci colpiscono doppiamente sia come lavoratrici che come madri e negano un presente e impongono già un futuro segnato alle studentesse; dalle illegali dimissioni in bianco per “liberarsi” di donne in maternità, alle vecchie e nuove nuove discriminazioni che vogliono far tornare indietro le donne; alla pesante condizione a nero e razzista delle tante donne immigrate…
Sono nel clima sempre più oppressivo, ricattatorio, che spesso per noi donne ha il drammatico volto del mobbing, delle molestie sessuali, fino a violenze sessuali da parte di padroni, capi, ecc.
Sono nel peggioramento delle nostre condizioni di vita: nei tagli dei servizi sociali che vengono scaricati su di noi, con aumento del lavoro di cura, con il rinchiuderci di più in casa al servizio della famiglia (che ci uccide); nel toglierci quel minimo di indipendenza che costituisce il lavoro esterno, ecc.
Rispetto a questo, sono le donne proletarie, le operaie, le lavoratrici, che costituiscono la maggioranza delle donne, quelle che subiscono non una ma tutte le catene e l’intreccio tra attacchi di classe e attacchi in quanto donne, ma anche quelle che più vogliono dire basta, ribellarsi, grazie anche alla forza che l’unità, lo stare insieme come lavoratrici ci dà.   Per questo vogliamo fare delle fabbriche, delle realtà lavorative il cuore di questa lotta.
Per questo abbiamo deciso la forma dello SCIOPERO in cui le donne lavoratrici siano soggetto collettivo attivo. Lo sciopero come forma più militante, ma anche altamente sociale, politica.
Esso è una novità nel panorama del nostro paese. Vogliamo che lo ”sciopero delle donne” sia non solo un’azione di testimonianza individuale e non tanto simbolica di 15 minuti, ma una giornata di effettiva rottura, che pesi sui luoghi di lavoro e si faccia concretamente sentire nel paese: “provate voi a stare anche solo un giorno senza le donne”.
Come è stato detto nelle assemblee del 18/19 le donne la crisi la pagano per prime; sui posti di lavoro, in fabbrica, ritornano sempre più spesso i ricatti sessuali, insieme a discriminazioni, precarietà lavorativa e salariale, razzismo verso le immigrate, Ma non solo le lavoratrici, tutte le donne devono fermarsi quel giorno, anche le studentesse, le casalinghe.
Nelle assemblee le lavoratrici hanno posto la necessità della indizione dello sciopero nei luoghi di lavoro, perchè, o pochi minuti o l’intera giornata, senza proclamazione sindacale dello sciopero, soprattutto per il clima pensante di ricatto e attacco che c’è, si rischia, e tante pur volendo sarebbero costrette a non fare lo sciopero.
Per questo vi chiediamo di indire in ogni posto di lavoro, in ogni settore lo sciopero per l’intera giornata del 25 novembre.
Ai sindacati di base, all’intero movimento sindacale, diciamo che la battaglia sulla condizione delle donne/lavoratrici non deve essere ridotta a un punto di piattaforme sindacali o vista solo interna alle mobilitazioni generali. La condizione delle donne, la nostra doppia lotta che inevitabilmente intreccia questioni che riguardano l’intera classe dei lavoratori e questioni di genere, più complessive, deve essere questione di principio che trasforma lo stesso movimento sindacale e arricchisce e trasforma gli stessi lavoratori.
Alla Fiom, all’assemblea delle donne metalmeccaniche, alla Cgil facciamo appello perchè sullo “sciopero delle donne” si passi dalla parole, dalle firme su un appello ai fatti, ad osare,
PERCHE’ LE DONNE, LE LAVORATRICI LO CHIEDONO E LO VOGLIONO!!

Le lavoratrici, delegate, precarie, disoccupate dell’assemblea delle donne del 18/19 ottobre
Per contatti, comunicazioni: Anchioscioperodonne@inventati.org – tel. 3475301704
vedi sito dello Sciopero delle donne: www.scioperodelledonne.it
24.10.13

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