31/10/13

Indizione sciopero donne dello slai cobas per il sindacato di classe

Di seguito, l’indizione dello sciopero delle donne per il 25 novembre, da parte dello Slai Cobas per il sindacato di classe.
Potete scaricarlo, completo di piattaforma da qui, per adattarlo alle singole realtà lavorative. Per ulteriori informazioni scrivere a anchioscioperodonne@inventati.org. Per dettagli tecnici scrivere invece a slaicobasta@gmail.com



Slai Cobas per il sindacato di classe
Sede legale v. Rintone, 22 Taranto – T/F 0994792086 – 3475301704 – slaicobasta@gmail.comC.F. 90177580736
TA. 31.10.13
All. 1
Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Coord. Amm.vo
Al Dipartimento Funzione Pubblica
Al Ministero del lavoro e delle Politiche sociali
AL MIUR – Ministero Istruzione Università e Ricerca
Alla Commissione di Garanzia
Alla Confindustria -Roma
alla Confcommercio – Roma
Alla Confesercenti- Roma
alla Confcooperative – Roma
Alla lega cooperative – Roma
alla Confagricoltura – Roma
epc
alla commissione pari opportunità viceministro M.C. Guerra
alla Presidente della Camera, Boldrini
OGGETTO: PROCLAMAZIONE SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DELLE LAVORATRICI IN DATA 25 NOVEMBRE 2013. Lo Slai Cobas per il sindacato di classe, in riferimento alla decisione assunta dalle assemblee delle donne a Roma nelle giornate del 18 e 19 ottobre, comunica con la presente nota la
proclamazione dello “sciopero delle donne” che si svolgerà a livello nazionale e per l’intera giornata del 25 novembre 2013 (in coincidenza della giornata mondiale contro la violenza sulle donne), in tutti i settori lavorativi privati, cooperativi e pubblici e riguarderà tutte le lavoratrici indipendentemente dal loro contratto di lavoro.
La motivazione dello sciopero riguarda sia la questione dei femminicidi e stupri, sia la condizione di lavoro e di vita delle donne
Si allega la piattaforma dello sciopero decisa dalle promotrici dello sciopero
Lo Slai Cobas per il sindacato di classe, accetta le limitazioni imposte dalle leggi e dai contratti di lavoro.
Si fa presente che ai sensi dell’art. 28 L. 300/70 nessuna lavoratrice che aderisca allo sciopero deve subire limitazioni o essere oggetto di interventi disciplinari per aver esercitato questo diritto tutelato da leggi e Costituzione.


SLAI COBAS per il sindacato di classe
coordinatrice nazionale
Calderazzi Margherita


per com. 74121 Taranto via Rintone, 22 – slaicobasta@gmail.com – T/F 0994792086 – 347530170



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COSA NON VOGLIAMO:
- NO all’intensificazione della presenza/controllo di Forze dell’ordine: polizia, carabinieri, ecc. nelle città, nelle strade – non vogliamo che gli stessi che nelle carceri, nei Cie, usano anche stupri e molestie, offese sessuali contro le donne, che ci manganellano nelle lotte, siano messi a “difenderci”;
- NO a Task force che alimentano un clima securitario, di controllo sociale che si traduce in minore libertà, meno diritti per le donne. SI, invece, ad “illuminare” e rendere luoghi pieni di vita, ogni zona delle città e dei paesi, favorendo l’apertura 24 ore su 24 di locali, centri, parchi, e la gestione libera di essi da parte di organismi di donne.
- NO alla trasformazione dei processi per stupro in atti d’accusa e indagine sulla “morale” delle donne;
- NO a consultori o centri confessionali trasformati in luoghi di controllo/repressione delle scelte delle donne

E COSA VOGLIAMO:

- “case delle donne” in ogni città, e quartiere di grande città, gestiti dalle donne, di denuncia e di lotta, con servizi gratuiti di avvocati, medici, psicologi, esperti scelti dalle donne.
- interventi immediati contro i maschi denunciati per violenze, stalking, molestie sessuali, maltrattamenti.
- Via subito dai posti di lavoro, da posti istituzionali chi esercita molestie, violenze sessuali.
- Divieto di permanenza in casa di mariti, conviventi, padri, fratelli denunciati per violenze, maltrattamenti;
- Procedura d’urgenza nei processi per stupro e femminicidi e accettazione delle parti civili di organizzazioni di donne -
patrocinio gratuito per le donne – Classificazione del reato di stupro tra i reati più gravi del sistema penale
- Semplificazioni e procedure d’urgenza per le cause di separazione e divorzi, patrocinio gratuito alle donne
- Divieto dell’uso del corpo femminile a fini pubblicitari e dell’uso sessista del linguaggio
- Abolizione nelle scuole e università di testi sessisti, con contenuti discriminatori, via i professori che li propagandano.

Contro le discriminazioni, oppressioni che sono alla base delle violenze sessuali e femminicidi
- Lavoro per tutte le donne – Reddito minimo garantito a tutte le donne, perchè la dipendenza economica non sia di ostacolo alla rottura di legami familiari
- Trasformazione a tempo indeterminato dei contratti precari – Pari salario a pari lavoro
- Divieto di indagine su condizione matrimoniale, di maternità, di orientamento sessuale, per assunzioni o licenziamenti
- Diritto di cittadinanza e uguali diritti lavorativi, salariali e normativi per le donne immigrate
- Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario – abbassamento dell’età pensionabile delle donne, come riconoscimento del doppio lavoro
- Nessuna persecuzione delle prostitute, diritti di tutte ai servizi sociali e al reddito minimo garantito
- Difesa e ampliamento del diritto di aborto, abolizione nella L.194 dell’obiezione di coscienza e gratuità degli interventi e delle strutture, consultori laici gestiti e controllati dalle donne.- Accesso gratuito per le donne ai servizi sanitari e sociali

29/10/13

Femminicidio, studenti in piazza per le due donne uccise nella Marsica


Almeno 1.500 studenti nelle vie del centro di Avezzano per dire “No al femminicidio”.
Molti vestiti di nero, in segno di lutto, tutti con qualcosa di rosso, colore simbolo della lotta alla violenza contro le donne, per dire no agli abusi sulle donne e per ricordare Fatime e Senade Selmanaj, madre e figlia assassinate a Pescina dal padre-orco. Il corteo è stato organizzato dagli studenti dell’istituto d’arte Bellisario, in collaborazione con i compagni del Liceo Classico Torlonia e dello Scientifico Pollione. Parteciperanno anche gli studenti del Turistico di Tagliacozzo e dell’Alberghiero dell’Aquila, tra questi ultimi anche Lirim e Fatlind Selmanaj, i fratelli più giovani di Senade Selmanaj.

Sullo sciopero delle donne, una mail di Silva Benedetti

Costruire un opposizione forte, la situazione attuale impone a tutti gli operai coscienti, ai rivoluzionari, ai comunisti, di combattere sia le teorie e le pratiche, e le teorie non possono essere separate dalla pratica, e la lotta è altrettanto dura, delle donne contro padroni, governo, Istituzioni, partiti, sindacato, societa', istituzioni, che considerano le donne come QUOTE ROSA.... che schifo, nessuna donna che sta correndo in politica o uomo che sostiene donne che correranno in politica, ha ancora detto che cosa farà per affrontare i problemi del femminicidio delle donne, dobbiamo aspettare che siano elette o eletti per conoscere i loro programmi in merito, e regalarci qualche quota rosa di partecipazione...perche' obbligati.... oppure aspettiamo sempre che qualcuno organizzi per noi una giornata .........


PER NOI donne invece la realtà è cruda, sofferenze, spesso disperazione, impossibilità di liberarsi dai legami della famiglia o dalla subordinazione economica dal marito che spesso diventa oppressione psicologica e spesso anche fisica, e quindi dall’unico futuro possibile di casalinga, moglie e madre. Condannate a una “non scelta”...... questo compagne ci mettera' davanti a sfide enormi. siamo prigioniere di una realtà frutto di una lunga eredità storica, conservatrice e tutelata da tradizioni e da convenzioni obsolete, che, con il pretesto della loro debolezza e inconsapevolezza, ci privano di un diritto fondamentale: quello di esprimere la nostra creatività, il nostro potenziale. 
La nostra partecipazione farà la differenza. Se restiamo a casa devremo sapere che saremo responsabili di tutte-i .... invece e' giunto il momento di arrabbiarci DONNE, di unire i nostri saperi, le nostre esperienze, per costruire il cambiamento, promoviamo azioni a difesa dei diritti umani, per trasformare questa lurida societa' che ha ammazzato e massacrato donne,centoventi vittime nel 2012, una donna uccisa ogni due giorni, ..
nei èrimi 6 mesi del 2013 84 donne,  una cultura arretrata e maschilista, in realtà mai sepolta ma solo sopita, che come un revival, caro sia alla destra che alla sinistra, sta invadendo il cervello italiano creando uno spazio di assenza di diritti e di riconoscimenti pericoloso per le donne che si ritrovano non solo svilite come persone, ma facile bersaglio di ingiustizie, abusi, maltrattamenti, violenze sessuali, psicologiche, economiche, fino anche all’omicidio.

L’omertà all’interno di un nucleo familiare è parte integrante di un’educazione, non solo perpetuata all’interno della famiglia, ma in modo più ampio nella società. I silenzi omertosi imbrigliano la crescita e gestiscono la formazione della personalità. I cosiddetti “segreti di famiglia” non imbarazzano, se denunciati, solo i grandi o gli abusanti in generale, ma implicano vergogna anche per la vittima stessa, grande o piccola che sia. Si impara sulla propria pelle a star zitti… dal momento che fatti e persone rendono la denuncia difficoltosa, inefficace o persino non creduta. A volte capita che quel segreto venga ulteriormente ritorto contro la vittima e non per averlo taciuto, ma proprio per averlo condiviso… Se è vero che nel silenzio si attiva una spirale che non lascia altra possibilità che soccombere, è altrettanto vero che il parlarne può procurare un altro tipo di angherie. Anch’esse difficili da sopportare e dolorose. Per assurdo potrei dire che l’omertà corrisponde alla consapevolezza della misura del dolore. Purtroppo spesso sottovalutata…e la societa' non ci insegna ad avere fiducia, ne tanto meno sostiene le vittime.
ORGANIZZIAMO LO SCIOPERO DELLE DONNE... 
SARANNO I PARTITI POLITICI AD AVVININARCI A NOI, NON NON NOI AI PARTITI POLITICI.. ... ORGANIZZEREMO il 25 NOVEMBRE LO SCIOPERO DELLE DONNE E VI FAREMO DANZARE ALLA LUNA... 
Benedetti Silva RSU-FIOM MODENA, comitato direttivo fiom, rete 28aprile

28/10/13

Bari: cariche della polizia alle lavoratrici e ai lavoratori delle pulizie

solidarieta' alla delegata  Fiorella e alle lavoratrici in lotta manganellate  ..... siamo con tutte con voi ...non mollate!!! 
la repressione alimenta la nostra ribellione .....
Giorgia per le precarie e i precari coop sociali slai cobas s.c. palermo
 
vergognoso!!!!! dai Fiorella siamo tutti kon te e con voi!!!! 
Rosalia  precaria in lotta Palermo
 
solidarietà alla nostra fiorella! Antonella Mfpr Palermo
 
Solidarietà alle lavoratrici in lotta manganellate e un caro saluto a Fiorella, combattiva compagna femminista rivoluzionaria... la repressione non spegne, ma alimenta la nostra ribellione!
Luigia mfpr L'Aquila 
 

In questo momento le lavoratrici e i lavoratori delle pulizie delle scuole statali, che dal 1° dicembre hanno davanti solo due "alternative": o licenziamenti per il 60% di loro, o riduzione a 45 minuti di lavoro al giorno e 150 euro al mese di paga, stanno presidiano in massa la Regione di Bari, dopo un tentativo di occupazione e una carica della polizia Nessuno spiraglio all'orizzonte, le Istituzioni si lavano le mani. La Cgil e la Cisl pensano solo a frenare la rabbia dei lavoratori e ad impedire che lo Slai cobas di Taranto partecipi agli incontri.

Questa mattina circa 200 lavoratrici e lavoratori di tutta la Regione, una cinquantina da Taranto, hanno per tutta la mattinata presidiato il Provveditorato di Bari, verso le 11,30 i rappresentanti di Bari della Cgil e della Cisl sono saliti per parlare con il vice prefetto, Cammalleri, ma impedendo anche fisicamente allo slai cobas di salire nonostante lo slai cobas avesse fatto formale richiesta al provveditorato e i funzionari volevano che partecipasse all'incontro.
Dopo circa due ore i confederali sono scesi a mani vuote: il provveditorato
ha affermato che la vertenza non sarebbe di sua competenza e che comunque "non c'è niente da fare"...
A questo punto giustamente è cresciuta la rabbia e la protesta dei lavoratori, con alla testa la rappresentante dello Slai cobas, Masci Fiorella, che hanno detto che si doveva passare alla lotta subito, occupando il Provveditorato.
Ma i sindacati confederali - nonostante che nei giorni scorsi avessero loro stessi detto che si sarebbe occupato il provveditorato in caso di esito negativo - hanno invece fatto muro a difesa di una istituzione che ha sempre la linea facile di "lavarsi le mani" (a Taranto la conosciamo bene la Cammalleri), e hanno "deviato" verso la Regione.
Arrivati alla Regione un folto gruppo di lavoratrici di taranto e di Brindisi, con in prima fila sempre la rappresentante dello Slai cobas ha cercato di entrare tutti nella Regione, perchè non ci fosse il solito incontro inconcludente.
E' a questo punto che la polizia ha caricato i lavoratori, colpendo con manganellate alla schiena Masci Fiorella e altre lavoratrici, una alla testa.
In questo momento i rappresentanti di Cisl e Cgil - ma solo di Bari, hanno negato anche ai loro rappresentanti delle altre città di partecipare agli incontri - sono all'interno della Regione e i lavoratori stanno presidiando fuori.


SLAI COBAS per il sindacato di classe - Taranto
3475301704

COMUNICATO e testo PROCLAMAZIONE USI SCIOPERO 25 NOVEMBRE

COMUNICATO SINDACALE E RADIO STAMPA – per pubblicazione, divulgazione, diffusione grazie Roma, 28/10/2013

CONFEDERAZIONE SINDACALE AUTORGANIZZATA E AUTOGESTITA UNIONE SINDACALE ITALIANA USI, fondata nel 1912, PROCLAMA LA COPERTURA SINDACALE DI SCIOPERO NAZIONALE INTERA GIORNATA PER TUTTO IL PERSONALE PUBBLICO E PRIVATO, PRECARIO E NON, PER PERMETTERE LA PARTECIPAZIONE A INIZIATIVE E MANIFESTAZIONI PROMOSSE SU APPELLO E ASSEMBLEE DONNE E LAVORATRICI, PER IL 25 NOVEMBRE 2013, IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LE VIOLENZE SULLE DONNE.

La copertura con la proclamazione effettuata in data odierna, 28 ottobre 2013 che è allegata, dello sciopero “generalizzato” è una scelta di campo dell’Usi, di impegno politico – sindacale, che è stata fatta su richiesta di assemblee di donne (l’ultima il 18 ottobre a Piazza San Giovanni a Roma) e di associazioni, su un appello per lo “SCIOPERO DELLE DONNE” per la data del 25 Novembre.
Non è possibile alcun processo di emancipazione e liberazione delle classi lavoratrici, se non vi è contestualmente un progresso e una trasformazione radicale nei rapporti uomo – donna, nelle situazioni di lavoro come nelle famiglie e nella società.
Rimane coerente con il Dna dell’antica Confederazione USI, la scelta di dare copertura anche con lo sciopero per la giornata del 25 Novembre, alle molte iniziative che saranno messe in piedi autonomamente dalle donne in varie parti d’Italia come del resto a livello internazionale, in forma autorganizzata, autogestita e indipendente, all’interno del suo centenario progetto di sviluppare e sostenere movimenti sociali, per i diritti civili e politici che siano in sintonia con le pratiche autorganizzate e con le lotte sui posti di lavoro e sui territori, anche per contrastare la tendenza che si sta accentuando per effetto della “crisi permanente” di discriminazioni contro le lavoratrici e le donne, in tutti gli aspetti relativi al rapporto di lavoro (colloqui per lavoro e assunzioni, firma di dimissioni in bianco in caso di maternità, matrimonio, impegni di studio che abbassino la “redditività aziendale”, salari più bassi a parità di mansioni e livelli, disparità di trattamento nelle progressioni di carriera, molestie sui luoghi di lavoro…i casi più frequenti che stanno aumentando) e nella vita quotidiana, oltre al mancato riconoscimento (attraverso agevolazioni e aiuti nei servizi connessi) sul carico ulteriore di impegni di cura, assistenza e di tempo, in famiglia e sui territori, delle donne non solo lavoratrici.

In allegato e inserito, il testo di copertura tecnica per lo sciopero, da poter scaricare e utilizzare per chi volesse aderire e partecipare alle iniziative nelle varie città. La proclamazione è fatta sia per le lavoratrici che per i lavoratori che fossero solidali con questa giornta di lotta e di sciopero, come è già avvenuto in passato nella memoria storica del movimento operaio e sindacale più avanzato, tipo la campagna “bread and roses” del movimento anglosassone e nord americano, ripresa recentemente perfino negli Stati Uniti dai sindacalisti rivoluzionari di Iww e fatta propria dalla comunità ispanica.

L’EMANCIPAZIONE DELLE CLASSI LAVORATRICI SARA’ OPERA DI LORO STESSE…O NON SARA’, motto antico ma ancora valido e attuale anche in questa occasione.

Segreteria generale nazionale CONFEDERAZIONE USI UNIONE SINDACALE ITALIANA
e mail usiait1@virgilio.it
***
U.S.I.  – Unione Sindacale Italiana fondata nel 1912
Confederazione di sindacati nazionali  e di federazioni locali intercategoriali Fedele ai principi dell’AIT
Largo Veratti 25, 00146 Roma – Tel. 06/70451981, Fax 06/77201444
         Roma,  28 Ottobre 2013

Al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – fax 06 48161441 – 4821207
Al Min. del Lavoro e delle Pol. Sociali – Alla Direzione generale della tutela delle condizioni di lavoro Via Fornovo 8  – pal. B – 00192 Roma fax 06 46834023 – 4278
Al MIUR – Ministero Istruzione Università e Ricerca Viale Trastevere 76/a – 00153 ROMA
Ufficio Relazioni sindacali e Ufficio di Gabinetto del Ministro fax 06 58492716 e 06 58492110
 Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Coord. Amm.vo
Piazza Colonna n° 370 Palazzo Chigi – 00187 Roma fax 06 67796623 – 3543
Al Dipartimento Funzione Pubblica fax 06 68997205 06 68997064 
Alla Commissione di Garanzia (applicazione L. 146/90 e s.m.i.) fax 06 94539680 e per e mail
Alle Amm.ni pubbliche, associazioni datoriali, enti/aziende/cooperative con applicazione legge 146/90 smi Alla c.a  di ……………………………………………………………………………………………
A Poste Italiane Spa – RR.UU./Relazioni sindacali fax 06 59587979 c.a. Dott. Paolo Faieta

OGGETTO: COMUNICAZIONE E PROCLAMAZIONE DI SCIOPERO GENERALE NAZIONALE INTERA GIORNATA PER TUTTO IL PERSONALE A TEMPO INDETERMINATO E DETERMINATO, CON CONTRATTI PRECARI E ATIPICI, PER TUTTI I COMPARTI, AREE PUBBLICHE E LE CATEGORIE DEL LAVORO PRIVATO E COOPERATIVO, PER IL 25 NOVEMBRE 2013, come COPERTURA SINDACALE DI SCIOPERO, IN CONCOMITANZA CON LA GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LE VIOLENZE SULLE DONNE.               
La Confederazione sindacale Unione Sindacale Italiana in sigla USI, fedele ai principi dell’AIT,  con la presente nota comunica la PROCLAMAZIONE DI SCIOPERO GENERALE NAZIONALE INTERA GIORNATA PER TUTTO IL PERSONALE A TEMPO INDETERMINATO E DETERMINATO, CON CONTRATTI PRECARI E ATIPICI, PER TUTTI I COMPARTI, AREE PUBBLICHE E LE CATEGORIE DEL LAVORO PRIVATO E COOPERATIVO, PER IL GIORNO 25 NOVEMBRE 2013, come COPERTURA SINDACALE DI SCIOPERO, IN CONCOMITANZA CON LA GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LE VIOLENZE SULLE DONNE.               
Motivi dell’agitazione sindacale e dello sciopero: CONTRO IL “FEMMINICIDIO” E LE VIOLENZE FISICHE, PSICOLOGICHE, MORALI CONTRO LE DONNE E LE LAVORATRICI, CONTRO LE DISCRIMINAZIONI E LE PENALIZZAZIONI SUI POSTI DI LAVORO AI DANNI DELLE LAVORATRICI, PER LA PIENA ED EFFICACE TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO, PER IL SALARIO-REDDITO MINIMO INTERCATEGORIALE NON INFERIORE A 1300 EURO NETIT MENSILI, PER LA PARITA’ DI SALARIO A PARITA’ DI LAVORO E LA RIDUZIONE DELL’ORARIO DI LAVORO, CONTRO GLI EFFETTI DELLA PRECARIETA’ LAVORATIVA, PER LA STABILIZZAZIONE DI PRECARI E PRECARIE, PER L’ABBASSAMENTO DELL’ETA’ PENSIONABILE PER LE DONNE COME “RICONOSCIMENTO” DEL LAVORO SALARIATO E DEL LAVORO FAMILIARE, PER I DIRITTI SOCIALI E  DI CITTADINANZA, PER UGUALI DIRITTI PER LAVORATRICI E LAVORATORI IMMIGRATE-I, PER LA CESSAZIONE E IL DIVIETO DI INDAGINI SULLA CONDIZIONE MATRIMONIALE, DI MATERNITA’, DI ORIENTAMENTO SESSUALE, SU ASSUNZIONI O LICENZIAMENTI DI DONNE E LAVORATRICI, CONTRO UTILIZZO PRATICHE DI SUBORDINAZIONE DEL LAVORO IN CASO DI MATERNITA’ O MATRIMONIO, PER LA SOCIALIZZAZIONE-GRATUITA’ DEI SERVIZI DOMESTICI E SOCIALI ESSENZIALI (asili nido, servizi sanitari e assistenziali ad anziani, figli, persone con disabilità), per la legittimazione nei processi per “femminicidi”, molestie, stupri e discriminazioni anche nei luoghi di lavoro, di COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE DI ASSOCIAZIONI OD ORGANIZZAZIONI DI DONNE, PER IL PATROCINIO GRATUITO PER LE DONNE OFFESE DA VIOLENZE E DISCRIMINAZIONI, PER UNA CULTURA CHE NELLA SCUOLA, NELLE UNIVERSITA’ E NEI SERVIZI EDUCATIVI, BANDISCA TESTI E PRATICHE DI CONTENUTO SESSISTA.       
La Confederazione sindacale nazionale USI, ACCETTA LE  LIMITAZIONI IMPOSTE DALLE LEGGI E DAI CONTRATTI DI LAVORO SULLO SCIOPERO NEI SERVIZI MINIMI ESSENZIALI. SONO ESENTATE LE ZONE COLPITE DA CALAMITA’ NATURALI O CON CONSULTAZIONI ELETTORALI, SI ASSICURANO I SERVIZI MINIMI ESSENZIALI E QUELLI OBBLIGATORI.
Saranno comunicate le adesioni dei sindacati di categoria e di comparto. Distinti saluti

Per UNIONE SINDACALE ITALIANA Il segr. generale naz. Confederazione USI Roberto Martelli

27/10/13

Anche io faccio lo sciopero delle donne il 25 novembre – Appello e adesioni in aggiornamento

ANCHE IO FACCIO LO SCIOPERO DELLE DONNE IL 25 NOVEMBRE!

Perché tante mie sorelle, figlie, madri, amiche vengono uccise quasi ogni giorno dagli uomini che odiano le donne – perché la prossima potrei essere io

Perché sono stata violentata, umiliata, denigrata e sono stanca di farmene una colpa, di provare vergogna per questo, ma ora voglio ribellarmi

Perché mi ha detto che mi ama, ma non è vero, mi vuole schiava, sua proprietà nella “sacra famiglia”, perché quando decido di alzare la testa mi ammazza di botte

Perché quando ho chiesto aiuto alle forze dell’ordine per me o per le altre, mi hanno detto di sopportare o di farmi i fatti miei. E, allora, il 25 novembre mi farò i “fatti miei” insieme a tutte le donne che saranno al mio fianco!

Perché sono stata violentata e uccisa una seconda volta dalle sentenze pro-stupratori e quelli che hanno stuprato o ucciso sono protetti da questa società

Perchè questo Stato, questi governi non sono la soluzione ma sono la causa dei femminicidi e stupri e le loro leggi diventano solo catene di controllo, di repressione che soffoca le nostre vite

Perché voglio decidere della mia vita in libertà

Perché quando la sera esco stanca dal lavoro, non posso riposarmi, devo badare alla famiglia

Perché anche se mi maltratta non ho i mezzi economici, non ho casa per sfuggire al suo odio

Perché i tagli ai servizi sociali, tagliano prima di tutto la libertà di noi donne

Perché siamo noi donne per prime a pagare la crisi, con lavori sempre più precari e sottopagati

Perché noi donne lavoriamo come e più degli uomini ma il nostro salario è più basso

Perché siamo stufe di essere discriminate sul lavoro, subire anche molestie sessuali da padroni e capi

Perchè non vogliamo più doverci sottoporre ad indagini nelle assunzioni sulla nostra condizione matrimoniale, di maternità, di orientamento sessuale, ed essere anche licenziate per questo

Perché, pur essendo disoccupata, mi ammazzo di lavoro dentro le mura di casa e il 25 novembre non voglio far niente, solo ribellarmi, fuori dalle mura, con le altre donne

Perché non sono una “supplente dello Stato”, che mi costringe al doppio lavoro, tagliando le spese sanitarie, gli asili nido, l’assistenza agli anziani e ai disabili, e che invece di riconoscere questo lavoro mi allunga la pensione

Perché noi ragazze siamo arrabbiate per le offese, molestie sessuali, anche solo verbali o virtuali, a scuola, per le strade, nei locali, perchè noi non vogliamo avere paura e vogliamo vivere liberamente la nostra sessualità

Perché quando dico no è NO!

Perché solo la nostra lotta, delle donne contro gli uomini che odiano le donne, contro i padroni, lo Stato, il governo, le istituzioni che odiano le donne, che non ci difendono, che attaccano le nostre condizioni di vita e ci opprimono ancora di più, è l’unica strada per il nostro futuro

PER TUTTO QUESTO E ALTRO


…anche io faccio lo SCIOPERO DELLE DONNE il 25 novembre


Per aderire scrivere a anchioscioperodonne at inventati.org


***

Prime adesioni:
Nicoletta Salvi – libera professionista, Michela Angiolillo (Roma), Nicoletta Gazzea (Roma), Claudia Marcolini (Milano), Elvira Pignataro (Roma), Ilaria Bracaglia (Roma), Denise Bruni – studentessa (Roma), Benedetti Silva – operaia (Modena), Rosa Virtù – ass. educatrice (Roma), Selene Bruni – studentessa (Roma), Ilenia Argento – docente precaria (Milano), Layla Buzzi – maestra precaria (MO), Daria – impiegata (Roma), Anna Gaudiano – educatrice (BO), Luigia De Biasi – operaia (AQ), Claudia Conciatori – disoccupata (Ferrara), Manuela Cibellis – educatrice (Pavia), Licia Fucina – educatrice (Brescia), Ciaccheri Angela (Firenze), Luciana – donne 100 celle e dintorni, Maria Luisa Cicero (mamma No Muos), Centro Donne Lilith (Latina), Anna Maria Meloni, Paola Francucci, Valentina Maritati – Nardò (Lecce), Paola Maritati – volontaria USB, dirigente SEL – Nardò (Lecce), Debora D’Alessio – precaria, Paolina Perma – rappresentante nazionale Cobas PT – CUB/USB), Di Maida Carola – USB (Milano), Franca Abategio (Roma), Rita Annarumma, Lavoratrici precarie asili (Bologna), movimento femminista proletario rivoluzionario, Maria Lupi - femminista (Torino)

26/10/13

Autogrill licenzia le donne e loro portano i figli

SOLIDARIETA' ALLE LAVORATRICI DEGLI AUTOGRILL. SCENDIAMO INSIEME IN LOTTA CONTRO GLI ATTACCHI AI POSTI DI LAVORO E LE DISCRIMINAZIONI VERSO LE DONNE IL 25 NOVEMBRE. CHIEDIAMO ALLA FILCAMS DI PROCLAMARE ANCH'ESSA LO SCIOPERO DELLE DONNE DEL 25/11. 

mfpr




di: Antonio Sciotto
All'Autogrill sembrano avere un po' la mania dei licenziamenti: non appena si risolve una vertenza (dopo scioperi, articoli di giornale, tavoli), subito parte un'altra raffica. E così se il sindacato ha appena concluso positivamente il nodo di 43 esuberi della sede centrale, decisi prima dell'estate, adesso è esplosa un'altra emergenza: e questa volta all'aeroporto di Malpensa. Al terminal 1 chiuderanno 4 punti ristoro, e quattro giorni fa sono state aperte le procedure di mobilità per 78 dipendenti su 114.
Il problema è che il colosso della ristorazione in viaggio è parecchio inquieto: non basta evidentemente l'ottavo posto registrato proprio in questi giorni per Edizione - la holding dei Benetton, che detiene la quota di controllo - nella top 20 delle società italiane stilate da Mediobanca. Non bastano i 338 milioni di euro entrati in cassa qualche giorno fa, grazie appunto alla cessione di un 9% delle azioni di Autogrill (e, insieme, di un'altra controllata, Wdf: 80 milioni di plusvalenza complessivi). La super A è in cerca di identità e diversificazione, le concessioni autostradali italiane sono in scadenza, e aumenta sempre più l'interesse per l'estero. Ecco i ripetuti tagli nel Belpaese, che il sindacato tenta di tamponare più che può. «Siamo appena riusciti a ricollocare 40 dei 43 manager dichiarati fuori prima dell'estate, e per i restanti 3 abbiamo un tavolo in Regione - spiega Giorgio Ortolani, Filcams Milano - E adesso, d'improvviso, si apre il caso Malpensa».
Come sempre i dipendenti Autogrill scelgono forme di protesta nuove e colorate: molti lavoratori dello scalo varesino sono donne, e tante di loro monoreddito. Qualche giorno fa sono andate con i loro bimbi in uno dei punti ristoro, hanno preso solo una bottiglietta d'acqua ciascuna e fatto mangiare i figli con merendine portate da casa (a simboleggiare la crisi): mentre i figli giocavano, hanno aperto uno striscione, con su scritto «Autogrill, guarda i volti dei figli dei tuoi esuberi». Una scena d'effetto, a cui hanno assistito tanti clienti dei locali che chiuderanno entro l'anno: «Ciao», «Spizzico», «Sky Lounge» e «A Cafè».
Dei quattro locali, solo uno riaprirà in futuro, lo Sky Lounge, e infatti pare che Autogrill si sia detta disponibile a ricollocare una dozzina di dipendenti. E gli altri? «Noi puntiamo sul cambio di gestione - spiega Pino Pizzo, segretario Filcams Cgil di Varese - Sea, la società aeroportuale che concede in concessione gli spazi, sta restaurando l'area in vista di Expo 2015, e sappiamo che già dall'anno prossimo ci saranno nuovi ristoranti, probabilmente della My Chef. A questo punto chiediamo che intervengano le autorità, per indurre Sea a vigilare che il subentrante riprenda tutti i dipendenti, alle stesse condizioni, come prevede il codice civile e il contratto».
E intanto devono penare anche i dipendenti di Teano Ovest, ristoro sull'A1 verso Napoli. Lavori di ampliamento della stazione di servizio, che vanno avanti ormai da anni, hanno portato disagi per clienti e banconisti (costretti a lavorare in strutture container), un calo delle vendite e una apertura di mobilità per alcuni dei 18 addetti. L'azienda si è detta disponibile a ricollocarli, ma in un mall che dovrebbe aprire sempre a Teano e di cui per ora non c'è traccia: una settimana fa il deputato Arturo Scotto, di Sel, ha presentato un'interrogazione al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi.
Fonte: Il Manifesto

Lettera ai sindacati per lo sciopero delle donne del 25 novembre

AI SINDACATI DI BASE
ALLA FIOM – CGIL (firmatarie dell’appello)
Alle delegate, alle operaie a tutte le lavoratrici

E ORA SCIOPERO DELLE DONNE! Il 25 Novembre

Le assemblee delle donne svoltesi a Roma in piazza S. Giovanni nelle due giornate di manifestazioni del 18 e 19 ottobre – a cui hanno partecipato tante lavoratrici, operaie di fabbrica, delegate, precarie, studentesse, donne impegnate nei movimenti, come No Muos, nei coordinamenti precarie scuola, compagne di associazioni di sostegno alle donne, ecc., di varie città, dal sud al nord, tra cui Roma, Bologna, Ferrara, l’Aquila, Taranto, Pavia, Modena, Brescia, Palermo, Lecce, Milano, Latina, Nocera, ecc., circa un centinaio -  rivolgono a tutti i sindacati di base, e principalmente ai sindacati che hanno promosso, partecipato allo sciopero e manifestazione del 18 ottobre, alla Fiom e alla Cgil che hanno sottoscritto e dato l’adesione all’appello per lo sciopero delle donne di alcune giornaliste: “Le parole che vogliamo”, un forte invito e la richiesta di appoggiare lo sciopero delle donne, e di proclamare il 25 novembre a livello nazionale e in tutte le realtà lavorative, sia private che pubbliche, una giornata di sciopero di 24 ore di tutte le lavoratrici.

Questo sciopero, volutamente deciso nella giornata del 25 novembre proclamata dall’ONU giornata internazionale contro le violenze sulle donne, parte dalla questione più tragica che colpisce le donne, i femminicidi (1 donna viene uccisa ogni 3 giorni) e gli stupri – per cui non basta affatto ed è anche controproducente il recente decreto varato dal governo che puntando solo sull’aspetto della repressione/controllo rischia di ritorcersi, in termini di normalizzazione, delega, contro le donne considerate “vittime” e non protagoniste principali di questa battaglia, una legge, quindi, che rischia di tradursi non in più libertà ma in meno libertà per le donne – ma inevitabilmente investe l’intera condizione delle donne – in allegato riportiamo una proposta di piattaforma.
E noi con lo sciopero vogliamo porre il legame tra le due cose, perchè la stessa violenza contro le donne è frutto e viene alimentata dalla nostra condizione generale in questo sistema sociale. 
Le ragioni di questo sciopero sono nelle nostre realtà quotidiane di lavoro: nella nostra permanenza e peggioramento dei lavori precari, sottopagati, sempre a rischio di essere cacciate, in cui si arriva alla oscenità di proporre al sud – come alle lavoratrici delle pulizie delle scuole – contratti di 45 minuti di lavoro al giorno e 150 euro al mese; nei licenziamenti in aumento dalle grandi fabbriche alle piccole, tra le lavoratrici precarie nei call center come nei centri commerciali; dall’innalzamento dell’età pensionabile che non riconosce il nostro doppio lavoro di almeno 60 ore settimanali, alla leggi sulla scuola che ci colpiscono doppiamente sia come lavoratrici che come madri e negano un presente e impongono già un futuro segnato alle studentesse; dalle illegali dimissioni in bianco per “liberarsi” di donne in maternità, alle vecchie e nuove nuove discriminazioni che vogliono far tornare indietro le donne; alla pesante condizione a nero e razzista delle tante donne immigrate…
Sono nel clima sempre più oppressivo, ricattatorio, che spesso per noi donne ha il drammatico volto del mobbing, delle molestie sessuali, fino a violenze sessuali da parte di padroni, capi, ecc.
Sono nel peggioramento delle nostre condizioni di vita: nei tagli dei servizi sociali che vengono scaricati su di noi, con aumento del lavoro di cura, con il rinchiuderci di più in casa al servizio della famiglia (che ci uccide); nel toglierci quel minimo di indipendenza che costituisce il lavoro esterno, ecc.
Rispetto a questo, sono le donne proletarie, le operaie, le lavoratrici, che costituiscono la maggioranza delle donne, quelle che subiscono non una ma tutte le catene e l’intreccio tra attacchi di classe e attacchi in quanto donne, ma anche quelle che più vogliono dire basta, ribellarsi, grazie anche alla forza che l’unità, lo stare insieme come lavoratrici ci dà.   Per questo vogliamo fare delle fabbriche, delle realtà lavorative il cuore di questa lotta.
Per questo abbiamo deciso la forma dello SCIOPERO in cui le donne lavoratrici siano soggetto collettivo attivo. Lo sciopero come forma più militante, ma anche altamente sociale, politica.
Esso è una novità nel panorama del nostro paese. Vogliamo che lo ”sciopero delle donne” sia non solo un’azione di testimonianza individuale e non tanto simbolica di 15 minuti, ma una giornata di effettiva rottura, che pesi sui luoghi di lavoro e si faccia concretamente sentire nel paese: “provate voi a stare anche solo un giorno senza le donne”.
Come è stato detto nelle assemblee del 18/19 le donne la crisi la pagano per prime; sui posti di lavoro, in fabbrica, ritornano sempre più spesso i ricatti sessuali, insieme a discriminazioni, precarietà lavorativa e salariale, razzismo verso le immigrate, Ma non solo le lavoratrici, tutte le donne devono fermarsi quel giorno, anche le studentesse, le casalinghe.
Nelle assemblee le lavoratrici hanno posto la necessità della indizione dello sciopero nei luoghi di lavoro, perchè, o pochi minuti o l’intera giornata, senza proclamazione sindacale dello sciopero, soprattutto per il clima pensante di ricatto e attacco che c’è, si rischia, e tante pur volendo sarebbero costrette a non fare lo sciopero.
Per questo vi chiediamo di indire in ogni posto di lavoro, in ogni settore lo sciopero per l’intera giornata del 25 novembre.
Ai sindacati di base, all’intero movimento sindacale, diciamo che la battaglia sulla condizione delle donne/lavoratrici non deve essere ridotta a un punto di piattaforme sindacali o vista solo interna alle mobilitazioni generali. La condizione delle donne, la nostra doppia lotta che inevitabilmente intreccia questioni che riguardano l’intera classe dei lavoratori e questioni di genere, più complessive, deve essere questione di principio che trasforma lo stesso movimento sindacale e arricchisce e trasforma gli stessi lavoratori.
Alla Fiom, all’assemblea delle donne metalmeccaniche, alla Cgil facciamo appello perchè sullo “sciopero delle donne” si passi dalla parole, dalle firme su un appello ai fatti, ad osare,
PERCHE’ LE DONNE, LE LAVORATRICI LO CHIEDONO E LO VOGLIONO!!

Le lavoratrici, delegate, precarie, disoccupate dell’assemblea delle donne del 18/19 ottobre
Per contatti, comunicazioni: Anchioscioperodonne@inventati.org – tel. 3475301704
vedi sito dello Sciopero delle donne: www.scioperodelledonne.it
24.10.13

22/10/13

A ROMA 18 E 19 OTTOBRE PER LO SCIOPERO DELLE DONNE

ass4 Sia il 18 che il 19 ottobre a Roma, in occasione delle 2 importanti manifestazioni nazionali a Piazza San Giovanni sotto un sole splendente si è svolta l’assemblea nazionale delle donne, proposta dalle compagne del Mfpr, per discutere insieme della giornata dello sciopero delle donne prevista per il 25 novembre prossimo. Ma è stato fatto anche tanto altro…
ass1Tante compagne, operaie di fabbrica, precarie, studentesse, donne impegnate nei movimenti, come No Muos, nei coordinamenti precarie scuola, compagne di associazioni di sostegno alle donne, ecc. circa un centinaio, hanno partecipato nei 2 giorni; alcune, sia di Roma che di altre città, avevano già partecipato alla mobilitazione nazionale del 6 luglio contro femminicidi e stupri, molte altre lavoratrici, ragazze, sono venute in questa occasione e per alcune era la prima volta che partecipavano a questo tipo di iniziativa.
ass2I due momenti di assemblea sono stati niente affatto usuali e si sono svolti in un clima combattivo, allegro, impegnato; si sono fatti volutamente sul prato dove stava l’”accampata”, realizzando una “zona di donne in rosso” con grandi striscioni, tra cui “contro gli uomini che odiano le donne, contro i governi che odiano le donne, contro gli Stati che odiano le donne“, “costruiamo lo sciopero delle donne“, “moderno medioevo doppia oppressione donne in lotta per la rivoluzione”, poi cartelli con le foto di alcune delle tante donne uccise all’interno della “sacra famiglia”, locandine, in particolare quella delle donne immigrate annegate a Lampedusa per la strage di Stato – a loro sono state dedicate le due assemblee. Abbiamo voluto realizzare così l’assemblea perché non fosse un momento separato ma interno e rivolto a tutte le donne che stavano nella 2 giorni; anche la preparazione delle assemblee è stata fatta con questo spirito, andando in giro per tutta piazza S. Giovanni e chiamando le donne a venire. 
menestrella1Questo ha suscitato interesse, adesione, partecipazione attiva e anche parecchia curiosità.
menestrella2Sia il 18 che il 19 le assemblee si sono colorite e arricchite con la presenza di Menestrella Femminista” che con le sue canzoni sui vari aspetti della vita delle donne ha dato un grande contributo a creare un clima bello e caldo, con canti e balli, che ha investito anche tante altre donne della piazza che si sono unite a chi già c’era.
ass3Nell’assemblea, dopo avere brevemente ripercorso il cammino di lotta che dalla mobilitazione del 6 Luglio contro femminicidi e stupri, conclusa con l’indicazione di costruire in autunno lo sciopero delle donne – una vera e propria novità di rottura nel panorama del nostro paese -  ci ha portato a queste assemblee, si è discusso su come organizzarci sia in termini di contenuti che di pratica per la giornata di sciopero del 25 novembre. Lo sciopero delle donne è stato ripreso da alcune giornaliste free lance e altri settori di donne che hanno proposto di farlo nella giornata mondiale di lotta contro la violenza sulle donne. Noi – è stato detto – consideriamo positivo che altre abbiano fatto propria l’idea dello sciopero delle donne, ma consideriamo questo appello riduttivo e insufficiente, perchè ancora interno ad una linea di delega alle politiche governative e istituzionali che dovrebbero dare le soluzioni alla questione della violenza delle donne quando nella realtà quotidiana e con le loro leggi e attacchi alla condizione di vita delle donne, sono proprio i governi e le istituzioni il problema e non la soluzione – vedi il recente decreto del governo sul femminicidio, o nuovo pacchetto sicurezza? -; perchè la violenza sulle donne non può essere circoscritta solo ad un fatto culturale, perchè è sistemica; nello stesso tempo è riduttivo indire uno “sciopero” solo 15 minuti, che può costituire sì un’azione simbolica ma non incide concretamente in quella che deve essere concepita come una giornata di rottura, che pesa e dia “fastidio”: “provate voi a stare senza le donne”.
Si è quindi deciso di organizzare uno sciopero vero per l’intera giornata del 25, a partire dai luoghi di lavoro, con l’indizione di 24 ore di sciopero, dalle scuole, e investendo quartieri, caseggiati; è uno sciopero totale che partendo dalla violenza/femminicidi si allarghi alla condizione complessiva di doppio sfruttamento e oppressione delle donne sia sul piano della classe che del genere; una risposta di lotta in cui le donne siano soggetto attivo e protagoniste dirette.
Alcune donne sono intervenute sia ribadendo la necessità sempre più impellente della mobilitazione di lotta delle donne “perché le donne la crisi la pagano per prime” ha detto un’operaia di Modena della Fiom, “sui posti di lavoro, in fabbrica, ritornano sempre più spesso i ricatti sessuali… la mobilitazione deve essere dal basso…”, “tutte le donne devono fermarsi quel giorno non solo le lavoratrici ma anche le casalinghe che per un intero giorno non devono fare nulla…” ha detto la Menestrella femminista, “noi donne ci siamo e dobbiamo farci sentire lottando…” ha detto una ragazza…; sia proponendo di costruire noi donne una nostra “legge popolare” – su questo si è detto che le compagne del Mfpr hanno cominciato a costruire una piattaforma che sarà posta all’interno delle ragioni dello sciopero, ma che oggi è prioritario e centrale la lotta delle donne, perchè senza lotta anche rivendicazioni giuste si ritorcono contro le donne, in termini di normalizzazione, delega, ecc.; infine, è stato messo in evidenza anche il fatto negativo che dinnanzi ad una reale potenzialità di lotta della maggioranza delle donne – come si è vista nella grande partecipazione delle donne, tantissime immigrate, alle due manifestazioni del 18 e 19 – si risponda invece con ipocrisia e tendendo a frenare questa lotta, vedi la Cgil e la Camusso che da un lato hanno aderito all’appello delle giornaliste per lo sciopero delle donne ma dall’altro non hanno neanche dato a tutt’oggi la copertura sindacale neppure per i “15 minuti di fermata”…

palco2Nelle assemblee le lavoratrici hanno posto la necessità della indizione dello sciopero nei luoghi di lavoro, perchè, o pochi minuti o l’intera giornata, senza proclamazione sindacale dello sciopero, soprattutto per il clima pensante di ricatto e attacco che c’è, si rischia e tante pur volendo sarebbero costrette a non fare lo sciopero – come, per esempio, hanno detto le lavoratrici precarie degli asili di Bologna.
palco3Per questo nell’assemblea si è deciso di chiedere pubblicamente ai sindacati, e in particolare ai sindacati di base che erano a Roma, di appoggiare, indicendo lo sciopero per il 25 novembre a livello nazionale, ma facendo appello alle iscritte, alle delegate di questi sindacati a pretenderlo o a indirlo loro direttamente nei posti di lavoro in cui sono presenti.
corteo3Ma su questo le donne, compagne, lavoratrici, giovani in assemblea hanno deciso di fare già il 18 qualcosa di più e concreto. Dopo l’assemblea, con striscioni e gridando “sciopero, sciopero delle donne” hanno invaso il palco in piazza S. Giovanni, dove stavano provando i gruppi che avrebbero cantato la sera, per lanciare a gran voce a tutte le donne presenti nella piazza lo sciopero delle donne; ma nello stesso tempo per dire con forza a tutti i sindacati di base presenti di proclamare a livello nazionale lo sciopero del 25 novembre, denunciando che la questione delle donne non è posta neanche nel sindacalismo di base nel modo giusto, spesso considerata un generico punto all’interno di una piattaforma, senza dare ad essa la centralità di principio e il valore arricchente anche per l’intera classe proletaria che invece deve avere. E, purtroppo, questo lo si è visto anche dalla reazione che hanno avuto alcuni sindacalisti, a cominciare da dirigenti dell’Usb, accorsi subito agitati sotto il palco, che all’inizio non volevano darci la parola, alquanto infastiditi e arrabbiati, perchè messi oggettivamente davanti una scelta di coerenza. Alla fine la determinazione delle donne, e la vivacità combattiva delle ragazze ha fatto cambiare decisione (vedi il video sul blog femminismorivoluzionario).
corteo2Ciò che è venuto fuori dalle assemblee a Roma è stata una maggiore consapevolezza e unione fra le donne presenti a volere a tutti i costi questo sciopero; così come a costruire una Rete delle donne – già iniziata il 6 luglio – per organizzare lo sciopero e oltre lo sciopero.
In questo clima è stato naturale decidere – su proposta di compagne di Bologna – di essere presenti nella grande manifestazione del 19 con un spezzone, con lo striscione “Prepariamo lo sciopero delle donne” e le locandine-foto delle donne assassinate e delle donne immigrate di Lampedusa.
Questa presenza ha fatto sì che altre donne, ragazze si avvicinassero e si mettessero in contatto. 

Si è deciso insieme di:
  • fare un nuovo appello: “Anche noi/io faccio lo sciopero delle donne” da far circolare dovunque, posti di lavoro, scuole, città, nelle mobilitazioni sui territori, sia direttamente, sia in internet, ecc. per raccogliere adesioni, contatti, costruendo le realtà e una sorta di “mappa” dello sciopero;
  • fare un manifesto nazionale di propaganda dello sciopero
  • fare richiesta ufficiale ai sindacati di base, alla fiom/cgil e altre realtà sindacali di settore, perchè indicano a livello nazionale la giornata di sciopero (hanno già dato conferma lo Slai Cobas per il sindacato di classe e l’Usi Ait).
  • Preparare comunque un modulo apposito di indizione sciopero che possa essere utilizzato nei vari posti di lavoro dalle delegate;
  • creare una mailing list apposita per collegare le varie iniziative territoriali da qui al 25 novembre, a cui far giungere informazioni, adesioni, contributi, ecc. 

Assemblea nazionale donne “anche io sciopero il 25 novembre
 18 e 25 novembre 2013 

20/10/13

Contro lo stato di polizia, Sara e Celeste libere subito! tutt* liber*

Solidarietà a Sara e Celeste, 2 compagne del CAU di Napoli arrestate il 19 ottobre da questo stato di polizia. Lo Stato della Boldrini e di Alfano, della taske force CONTRO le donne e i movimenti in lotta.
Anche a loro, alle compagne, alle donne attiviste criminalizzate, dedicheremo questo 25 novembre di sciopero delle donne.
Sara e Celeste libere subito! Tutt* liber* !

LE LOTTE NON SI ARRESTANO!


mfpr

segue comunicato del CAU-NAPOLI e sotto il link di un'articolo del mese di luglio delle compagne arrestate.

***
    
Nelle ultime settimane i Media hanno sistematicamente cercato di oscurare le manifestazione del 18 e 19 ottobre.
Oggi finalmente si sono accese le luci della ribalta.
Giornali e televisioni hanno però raccontato solo di scontri, di black block, infiltrati e teppisti.
Noi abbiamo visto altro.
Abbiamo visto un corteo immenso composto da lavoratori, famiglie, immigrati e da giovani a cui è stato negato il futuro.
Alla radicalità di pratiche e contenuti lo Stato ha risposto con la cieca violenza, con il sopruso e l’arbitrio poliziesco.
Anche stasera ci troviamo a parlare di 15 fermi, quindici compagni che cercavano giustizia, ma, come al solito, hanno trovato la legge.
Avevamo messo in conto di doverci scontrare con la repressione, perciò da queste giornate non usciamo né depressi né avviliti, ma ancora più coscienti e determinati. Determinati ad incendiare quest’autunno che, è il caso di ricordarlo, è solo all’inizio…

Vediamoci lunedì 21 ottobre ore 15.00
Aula Matto Ripa, Palazzo Giusso
Largo San Giovanni Maggiore

http://femminismorivoluzionario.blogspot.it/2013/07/dalle-riflessioni-caldo-sul-lungo.html

"...Movimentato momento da parte delle donne che hanno preso il palco per annunciare lo sciopero delle donne del 25 Novembre..."



Le donne, compagne, lavoratrici, giovani... presenti all'assemblea nazionale in piazza a San Giovanni a Roma ,di diverse realtà di lotta, hanno ad un certo punto occupato il palco dove stavano provando i gruppi che avrebbero cantato la sera del 18 per dire a gran voce dello sciopero delle donne che si vuole costruire in vista del 25 novembte, giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

E' stato chiesto con forza a tutti i sindacati di base presenti in piazza di dare per quel giorno la copertura sindacale per lo sciopero denunciando che, ad eccezione dello Slai Cobas per il s.c. che ha già annunciato l'indizione dello sciopero per quella giornata, la questione delle donne ancora non è trattata nel modo giusto, spesso considerata nonostante le buone intenzioni, come un generico punto all'interno di una piattaforma, senza dare ad essa l'importanza e il valore che invece deve avere sul piano della lotta di classe e di genere... e questo lo si è visto anche dalla reazione che hanno avuto diversi sindacalisti a cominciare dai rappresentanti dell'USB e altri uomini che si sono alquanto infastiditi dinnanzi all'iniziativa delle donne di occupazione del "LORO" palco!

SEGUIRA' COMUNICATO SULLA ASSEMBLEA DELLE DONNE IN PIAZZA E LE DECISIONI PRESE IN VISTA DEL 25 NOVEMBRE

18/10/13

Chi tace acconsente

Fatima viveva a Pescina, in provincia dell’Aquila, aveva 45 anni, 6 figli, un lavoro da operaia e un porco assassino come marito, che le usava violenza e maltrattamenti.
Ma al porco assassino non bastava lei, il bastardo abusava sessualmente anche delle sue 2 figlie, sin da quando erano piccole, fino a quando si sono ribellate e lo hanno denunciato con la madre, che per questo aveva chiesto la separazione.
Alla denuncia per stupro non è seguito arresto, ma persecuzioni, minacce e pedinamenti verso ex-moglie e figlie, da parte dell’ex marito-padre-padrone, Veli Selmanaj, fino a quando costui non ha sparato a Fatima e a una delle 2 figlie stuprate, Semade Selmanaj di 21 anni, fuori di un discount, nei pressi dell’abitazione di Fatima e i suoi 6 figli.

I legali di Fatima e dei suoi figli erano riusciti ad ottenere una condanna per stupro e l’allontanamento del bastardo, ma solo sulla carta.

Fatima e la figlia Semade lavoravano come operaie alla Coltor, un’azienda del Fucino per il lavaggio degli ortaggi. Una loro connazionale del Kossovo, che lavorava nello stesso stabilimento, le ricorda così:
“erano donne molto attive, sempre presenti ed impegnate. Una madre affettuosa che cercava di tutelare i propri figli ed una ragazza veramente bella splendida”

Ancora 2 donne sono state uccise dagli uomini che odiano le donne e ancora una volta è colpa delle donne. “La separazione in atto e le accuse di abusi sulle figlie potrebbero averlo indotto a compiere il duplice delitto in uno stato non cosciente” afferma Davide Baldassare, legale del porco.

Ancora una volta viene punita chi si ribella
Ancora una volta dobbiamo dire che non bastano i centri antiviolenza e che le leggi fatte sul corpo delle donne non sono per le donne.
Ancora una volta dobbiamo dire che sono le donne, parte offesa e colpita a morte da questa società, che devono sollevarsi collettivamente e ribellarsi contro questo sistema sociale che le vuole carne da macello, funzionali al mantenimento di sé stesso, anche quando queste donne si fanno “Stato”.

Se non si rovescia questo sistema, se non muta profondamente il clima sociale che circonda le donne invece di avvolgerle, che le opprime anziché liberarle, nessun governo, nessuno stato, nessun sindacato di stato fermerà la mattanza, perché non è nell’interesse delle classi dominanti che queste istituzioni rappresentano.

Questo é il secondo caso di femminicidio in Italia dopo la conversione in legge del nuovo pacchetto sicurezza camuffato da decreto antifemminicidio e stalking. Ne vogliamo parlare?
A Paestum e non solo, sembra sia vietato!

Vi aspettiamo a Roma il 18 e il 19, per parlare anche di questo.

Roma,  Piazza S. Giovanni: Assemblea nazionale delle donne verso lo sciopero delle donne del 25 novembre (giornata mondiale contro la violenza sulle donne).

18 ottobre ore 17:00
19 ottobre ore 10:30

Luigia

16/10/13

Verso il 25 novembre: Assemblea nazionale a Roma

 Il 18 e il 19 ottobre a Roma, in piazza S. Giovanni, in occasione di 2 importanti appuntamenti nazionali (sciopero generale dei sindacati di base e sollevazione generale/abitare nella crisi), vogliamo incontrare le lavoratrici, le compagne, le donne che con noi hanno partecipato alla manifestazione del 6 luglio a Roma, per un'assemblea nazionale delle donne in vista della giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Ci incontreremo in piazza S. Giovanni:
  • Il 18 ottobre alle ore 17,00
  • Il 19 ottobre alle ore 10,30

APPELLO


Sono oltre 100 le donne uccise in Italia dall’inizio dell’anno.

Il 6 luglio a Roma, il presidio delle donne in rosso ha denunciato la natura sistemica di questa mattanza, il suo carattere non solo culturale, ma strutturale e sovrastrutturale, toccando i punti nevralgici attraverso i quali questa violenza, a livello sistemico, si snoda: i centri del potere.

Come una scintilla che deve illuminare sempre più una realtà ancora in ombra, il presidio delle donne in rosso ha tracciato un sentiero, aperto una breccia nel muro del silenzio, che deve diventare un’autostrada per le donne che si autorganizzano contro“gli uomini che odiano le donne”, contro questa guerra subdola contro le donne di governo, padroni, stato, chiesa. Istituzioni che non sono la soluzione, ma il problema.
Abbiamo detto: no a task force, la nostra sicurezza sono le donne del mondo che si autorganizzano!
Nessun appello al governo, nessun governo può fare arretrare la guerra alle donne, senza la guerra delle donne…
E i fatti purtroppo ci hanno dato ragione. A 2 mesi da quella importante manifestazione, mentre il movimento femminista era in vacanza, questa guerra si è intensificata:
- altre decine di donne sono state uccise, tante stuprate (vedi gli stupri di gruppo nel Salento);
- l’operazione di imbroglio, compiuta dal governo delle larghe intese sulla pelle delle donne con il cosiddetto “decreto contro femminicidio e stalking” per reprimere i movimenti contro le cosiddette “grandi opere” e in generale i movimenti di lotta, anche sulla questione femminicidi pone l’accento essenzialmente su aumento di repressione e controllo

Per la nostra vita, la nostra libertà, i nostri diritti, il 6 luglio a Roma abbiamo presidiato i palazzi del potere e ci siamo date appuntamento in autunno per tornare a Roma per una grande manifestazione di donne, e per lavorare insieme per l’obiettivo decisivo e di rottura di uno sciopero delle donne, che partendo da femminicidi e stupri guardi a tutte le condizioni di vita delle donne.

Sullo sciopero delle donne sta circolando la proposta, partita da alcune giornaliste, dello sciopero il 25 novembre.
Noi riteniamo importante che anche altri settori di donne abbiano ripreso questa indicazione, ma riteniamo che la partecipazione debba essere fatta in forme autonome (come abbiamo spiegato nell'assemblea che queste giornaliste hanno fatto a Bologna e come scriviamo nella nota a loro, che vi mandiamo per conoscenza)

Per tutto questo è necessario incontrarci e discutere.
Invitiamo le compagne, tutti i collettivi femministi e lesbici, organismi, associazioni di donne, a partire da quelle che hanno aderito e sono venute a Roma il 6 luglio e facciamo appello a lavoratrici, precarie, disoccupate, ragazze, ecc., ad organizzare insieme quest'assemblea per discutere:
  • contenuti, parole d’ordine e forme dello sciopero delle donne del 25 novembre
  • manifestazione nazionale, quando e come

15/10/13

Il 6 dicembre a L'Aquila con "Rosa"

Il 6 dicembre inizia il processo di secondo grado del processo contro il miliare stupratore Francesco Tuccia, che nel febbraio 2012 ha stuprato e quasi ucciso una studentessa, "Rosa",  fuori da una discoteca all’Aquila.
Il 6 dicembre ci saremo ancora e ci saremo sempre, finchè non verrà fatta giustizia. Perché la vera sicurezza sono le donne del mondo che si autorganizzano.
Luigia, per il mfpr

Fonte: MFLA

Il 6 dicembre inizia il processo di secondo grado del processo contro il miliare stupratore Francesco Tuccia, che nel febbraio 2012 ha stuprato e quasi ucciso una studentessa fuori da una discoteca all’Aquila.


CI RIGUARDA TUTTE

Il 12 febbraio 2012, in una discoteca di Pizzoli (L’Aquila), una giovane donna di 20 anni è stata stuprata e ridotta in fin di vita.
Accusato di questa violenza e tentato omicidio è Francesco Tuccia, un militare in servizio all’Aquila per l’operazione “Strade Sicure”partita dopo il terremoto.
La ragazza è stata ridotta in fin di vita e le sono state procurate lesioni gravissime e permanenti.
Il 18 ottobre 2012 all’Aquila si è aperto il processo a porte chiuse!
Quel giorno eravamo lì al Tribunale de L’Aquila. Abbiamo presidiato quel tribunale ogni volta per dire che la violenza ci riguarda tutte.
Con l’udienza del 31 gennaio 2013 si è concluso il primo grado con una sentenza di condanna a 8 anni per violenza sessuale e lesioni gravi.
La Corte d’Appello ha stabilito per il 6 dicembre l’inizio delle udienze per l’appello sul caso Tuccia.

Esiste un enorme rischio di derubricazione del reato x Tuccia; da violenza sessuale a violenza aggravata per il mancato ritrovamento di liquido seminale. Questo vuol dire che dagli 8 anni comminati dal tribunale dell’Aquila il Tuccia potrebbe cavarsela al massimo con 2 anni.
Dai primi di giugno Tuccia è ai domiciliari senza nessuna restrizione di sorta: esce x lavorare, non ha controlli sul telefono, può incontrare chiunque. Il paradosso è che tutto questo tempo in cui il tipo se ne sta pacificamente in libertà, conta come periodo di pena…
il suo legale irpino Alberico Villani – che ciclicamente svolge il ruolo di sindaco o vice-sindaco con Carmine Coviello ad Altavilla Irpina – ha ottenuto dal suo compagno di merende, il sindaco, che il Tuccia svolgesse un’attività di lavoro nella vicina Montefredane, presso un’associazione.
Antonio Valentini, l’avvocato aquilano difensore di stupratori, è anche un boss locale
perchè il PM prima ha chiesto 14 anni di pena e poi le attenuanti?
Perchè il PM non ha sostenuto fino in fondo la tesi del tentato omicidio?
Perchè il PM si è opposto alla richiesta di appello per il tentato omicidio?
Perchè il PM non ha sostenuto convintamente la tesi di corresponsabilità degli altri 2 militari fermati con il Tuccia nella discoteca di Pizzoli?
Perchè l’autovettura con cui si stavano allontanando dal luogo dello stupro è stata esaminata dal RIS soltanto giorni dopo e non sequestrata ed esaminata immediatamente ?
Perchè la dottoressa del pronto soccorso dove è stata portata la ragazza, nonostante la tragicità del suo stato di salute, ha somministrato solo 20 gg di prognosi ? Guarda caso il massimo x non far scattare le indagini giudiziarie…
Tutti sanno che il padre di uno degli altri due militari coinvolti ha sempre svolto attività di assistenza proprio nello stesso Pronto Soccorso…
Gli altri 2 militari coinvolti ma non indagati, né ascoltati, sono un figlio di vice commissario e un nipote di magistrato. Il figlio del poliziotto è
ultimamente entrato nella scuola di polizia.
L’Esercito non ha mai espresso una sola parola di condanna sullo stupro commesso da un suo sottoposto; non ha licenziato tantomeno il Tuccia, ma ha aspettato semplicemente che scadesse il contratto per poi non rinnovarglielo.
CI RIGUARDA TUTTE
l’efferatezza e la viltà degli uomini che in una notte di febbraio hanno massacrato il corpo e la vita di una donna lasciata sulla neve a morire.

CI RIGUARDA TUTTE
il massacro del corpo e dei desideri di ogni donna, di ogni età condizione e luogo, che viene disprezzata, usata, maltrattata, percossa, uccisa, stuprata.

CI RIGUARDA TUTTE
l’uso che si fa dei nostri corpi in nome della sicurezza, usata per emettere leggi razziste e repressive.
Non ci stancheremo mai di dire che la violenza degli uomini sulle donne non dipende dalla nazionalità/cultura/religione/divisa, né dalla classe sociale di appartenenza.

CI RIGUARDA TUTTE
perché non vogliamo più doverci difendere da padri, fidanzati, amici, vicini di casa, datori di lavoro, fratelli, zii, medici, maestri, militari…

14/10/13

E ORA SCIOPERO DELLE DONNE! Il 25 Novembre

Lettera aperta alle lavoratrici, delegate, e a tutte le donne che saranno a Roma il 18 ottobre 
E ORA SCIOPERO DELLE DONNE! Il 25 Novembre
Contro governo, Stato, padroni, uomini che odiano le donne

Più di 100 donne sono state uccise dall’inizio dell’anno. Tante altre ferite, stuprate, molestate, perseguitate. Non si tratta di casi individuali, ma di una guerra di bassa intensità, sistemica contro le donne, che ha come teatro principale la “sacra famiglia” (osannata dai padroni del “mulino bianco” al governo, alla Chiesa che, pure con il nuovo Papa, su di essa non ha “innovazioni” da fare), e che è mossa da un “odio” verso le donne che vogliano decidere della propria vita.
Nei giorni scorsi il parlamento ha varato un decreto sul femminicidio all’interno di un “pacchetto sicurezza” e in una logica di aumento del controllo e repressione che si tradurrà non in più libertà ma in meno libertà per le donne.
Già questi femminicidi che, peggio di una vera guerra, assassina 1 donna ogni 3 giorni, è una ragione oggi urgente di una risposta forte delle donne: LO SCIOPERO DELLE DONNE!

Ma sappiamo bene dietro queste uccisioni, stupri contro le donne, c’è l’intera condizione delle donne e che questo sistema sociale capitalista, il suo Stato, i suoi governi, non sono la soluzione ma sono IL PROBLEMA!

Per questo le ragioni dello sciopero delle donne partono dalle manifestazioni più terribili della nostra vita ma si estendono e si intrecciano con l’intera condizione di oppressione/doppio sfruttamento/attacchi alla dignità delle donne.
Le ragioni sono nelle nostre realtà quotidiane di lavoro e di vita: nella nostra permanenza e peggioramento dei lavori precari, sottopagati, sempre a rischio di essere cacciate, in cui si arriva alla oscenità di proporre al sud – come alle lavoratrici delle pulizie delle scuole – contratti di 45 minuti di lavoro al giorno e 150 euro al mese; nei licenziamenti in aumento dalle grandi fabbriche alle piccole, tra le lavoratrici precarie nei call center come nei centri commerciali; dall’innalzamento dell’età pensionabile che non riconosce il nostro doppio lavoro di almeno 60 ore settimanali, alla leggi sulla scuola che ci colpiscono doppiamente sia come lavoratrici che come madri e non negano un presente e impongono già un futuro segnato alle studentesse; dalle illegali dimissioni in bianco per “liberarsi” di donne in maternità, alle vecchie e nuove nuove discriminazioni che vogliono far tornare indietro le donne; alla pesante condizione a nero e razzista delle tante donne immigrate…
Per noi donne tutto questo si traduce immediatamente in peggioramento delle nostre condizioni di vita: i tagli dei servizi sociali vengono scaricati su di noi, aumenta il lavoro di cura, ci vogliono rinchiudere di più in casa al servizio della famiglia e ci tolgono quel minimo di indipendenza che costituisce il lavoro esterno. Ma anche sui posti di lavoro questi attacchi si traducono in un clima più oppressivo, ricattatorio, che spesso per noi donne ha il drammatico volto del mobbing, delle molestie sessuali, fino a violenze sessuali da parte di padroni, capi, ecc.
E’ ora quindi che noi donne prendiamo il posto in “PRIMA FILA” nella lotta. 
E’ L’ORA DELLO SCIOPERO TOTALE DELLE DONNE che intrecci la questione di classe alla questione di genere, che sia inconciliabile e radicale; che parta dai posti di lavoro ma investa le scuole, i quartieri.

QUESTO SCIOPERO DELLE DONNE E’ STATO GIA’ INDETTO
E CI SARA’ IL 25 NOVEMBRE.

Il 18 ottobre a Roma, dopo la manifestazione dei sindacati di base, terremo un’assemblea nazionale in piazza S. Giovanni, alle ore 17.
Invitiamo tutte le lavoratrici, delegate, disoccupate, compagne che saranno a Roma a incontrarci in piazza S. Giovanni. 

COSA NON VOGLIAMO:
- NO all’intensificazione della presenza/controllo di Forze dell’ordine: polizia, carabinieri, ecc. nelle città, nelle strade – non
vogliamo che gli stessi che nelle carceri, nei Cie, usano anche stupri e molestie, offese sessuali contro le donne, che ci
manganellano nelle lotte, siano messi a “difenderci”;
- NO a Task force che alimentano un clima securitario, di controllo sociale che si traduce in minore libertà, meno diritti per le
donne. SI, invece, ad “illuminare” e rendere luoghi pieni di vita, ogni zona delle città e dei paesi, favorendo l’apertura 24 ore
su 24 di locali, centri, parchi, e la gestione libera di essi da parte di organismi di donne.
- NO alla trasformazione dei processi per stupro in atti d’accusa e indagine sulla “morale” delle donne;
- NO a consultori o centri confessionali trasformati in luoghi di controllo/repressione delle scelte delle donne
E COSAVOGLIAMO:
- “case delle donne” in ogni città, e quartiere di grande città, gestiti dalle donne, di denuncia e di lotta, con servizi gratuiti di
avvocati, medici, psicologi, esperti scelti dalle donne.
- interventi immediati contro i maschi denunciati per violenze, stalking, molestie sessuali, maltrattamenti.
- Via subito dai posti di lavoro, da posti istituzionali chi esercita molestie, violenze sessuali.
- Divieto di permanenza in casa di mariti, conviventi, padri, fratelli denunciati per violenze, maltrattamenti;
- Procedura d’urgenza nei processi per stupro e femminicidi e accettazione delle parti civili di organizzazioni di donne -
patrocinio gratuito per le donne – Classificazione del reato di stupro tra i reati più gravi del sistema penale
- Semplificazioni e procedure d’urgenza per le cause di separazione e divorzi, patrocinio gratuito alle donne
- Divieto dell’uso del corpo femminile a fini pubblicitari e dell’uso sessista del linguaggio
- Abolizione nelle scuole e università di testi sessisti, con contenuti discriminatori, via i professori che li propagandano.
Contro le discriminazioni, oppressioni che sono alla base delle violenze sessuali e femminicidi
- Lavoro per tutte le donne – Reddito minimo garantito a tutte le donne, perchè la dipendenza economica non sia di ostacolo
alla rottura di legami familiari
- Trasformazione a tempo indeterminato dei contratti precari – Pari salario a pari lavoro
- Divieto di indagine su condizione matrimoniale, di maternità, di orientamento sessuale, per assunzioni o licenziamenti
- Diritto di cittadinanza e uguali diritti lavorativi, salariali e normativi per le donne immigrate
- Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario – abbassamento dell’età pensionabile delle donne, come riconoscimento
del doppio lavoro
- Nessuna persecuzione delle prostitute, diritti di tutte ai servizi sociali e al reddito minimo garantito
- Difesa e ampliamento del diritto di aborto, abolizione nella L.194 dell’obiezione di coscienza e gratuità degli interventi e
delle strutture, consultori laici gestiti e controllati dalle donne.- Accesso gratuito per le donne ai servizi sanitari e sociali
- Socializzazione/gratuità dei servizi domestici essenziali: asili, sanità, servizi di assistenza per anziani, ecc.
Lavoratrici/disoccupate Slai cobas per il sindacato di classe
Movimento femminista Proletario Rivoluzionario
mfpr.naz@gmail.com
14.10.13