23/10/11

Le donne della Val Susa si danno da fare, sanno cucire ma anche tagliare

Tav, primo confronto con la polizia /reti tagliate, manifestanti nei boschi


La testa del corteo fronteggia la polizia, una vecchietta taglia una rete, mentre arrivano altre donne valsusine con le cesoie.
Lo slogan: "Le donne della Val Susa si danno da fare, sanno cucire ma anche tagliare".
Diecimila persone - un migliaio per la questura, ventimila secondo un portavoce del centro sociale Askatasuna - sono partite dal campo sportivo di Giaglione verso le 11.30. Il corteo si è subito diviso in vari spezzoni: anziani, donne e bambini sono stati invitati a proseguire verso il blocco
della polizia, altri si sono incamminati sul sentiero Monaci per entrare nella "zona rossa". L'autostrada è stata chiusa a Rivoli. Fermati 14 giovani con sciarpe e paracolpi

La testa del corteo sul sentiero Balcone sta fronteggiando la polizia. Un'anziana ha tagliato simbolicamente la prima rete eretta a difesa del blocco. Altre donne valsusine con le cesoie stanno per raggiungere la recinzione che impedisce all'accesso alla val Clarea, mentre un gruppo di altri manifestanti si è separato dal corteo al bivio delle Gorgie con l'obiettivo di raggiungere la baita di Chiomonte passando attraverso i sentieri. Le donne si avvicinano scandendo lo slogan: "Le donne della Val Susa si danno da fare, sanno cucire ma anche tagliare". La manifestazione è
divisa in tre tronconi, tutti puntano per strade diverse ad arrivare alla baita, sono a una mezz'ora di cammino.
A difesa della recinzione sono schierate le forze dell'ordine, disperse anche tra le vigne per osservare i manifestanti che si dividono nei sentieri, senza intervenire. Il viadotto Clarea e' pieno di mezzi di polizia e carabinieri. Anche l'area del cantiere sottostante e' controllata da centinaia di uomini. I manifestanti affacciati dal costone della montagna invitano ironicamente gli uomini in divisa a "unirsi alla lotta e passare dalla loro parte"
Durante il fronteggiamento alle reti gli altri manifestanti si stanno disperdendo lungo i sentieri per aggirare il blocco.

Il corteo No Tav è partito alle 11.30 dal campo sportivo di Giaglione. Secondo gli organizzatori, sono in marcia 10mila persone, "ma moltissime devono ancora arrivare in valle e attualmente sono ferme ai posti di blocco". Secondo i dati della Questura, alla partenza il corteo era composto
da 700 manifestanti, mentre altre 500 persone, per lo più donne e bambini, erano ferme al campo sportivo e nella piazza di Giaglione. Un portavoce del centro sociale Askatasuna parla di 20mila. La testa del corteo è già entrata nella "zona rossa", ma non si registrano incidenti. La massa dei militanti sta cominciando a dividersi in vari spezzoni per provare a entrare nella
"zona rossa": per il momento due sono i tronconi, i primi proseguono sul sentiero balcone verso il presidio della polizia, un altro pezzo si è incamminato sul sentiero Monaci per aggirare il blocco. Con entrambi gli spezzoni ci sono gli avvocati del legal team. Le "istruzioni" al megafono:"Ognuno fa come si sente. Chi vuole sale sulla montagna verso la baita, chi vuole prende i sentieri successivi, altri possono proseguire fino al blocco". Anziani, donne e bambini sono stati invitati a prendere il sentiero più semplice per arrivare alla baita e scavalcare il blocco. Tutti sono comunque determinati ad andare avanti.


L'autostrada Torino-Frejus è stata chiusa "a scopo precauzionale" a Rivoli. Presidiate anche le due statali. E' una Val di Susa blindata. Un elicottero sorvola l'area in cui dovra' passare la manifestazione.

Drappelli delle forze dell'ordine controllano auto sospette alla ricerca di tutto ciò che potrebbe servire per un assalto violento: da questa mattina 419 sono stati gli identificati, 286 i veicoli controllati e tre persone denunciate a piede libero. La cautela è massima dopo la guerriglia a Roma una settimana fa. A Giaglione, dove sta per partire la marcia dei No Tav, la situazione è tranquilla e nella notte non ci sono stati i temuti incidenti. I primi gruppi di manifestanti sono già arrivati e si sono mischiati alle televisioni e ai giornalisti accorsi in valle per seguire il corteo. Alcuni gruppetti si sono staccati dalla piazza per "esplorare" i boschi circostanti
alla ricerca dei posti di polizia. Secondo il sindaco di Venaus, Nilo Durbiano, "è difficile che le forze dell'ordine riescano a controllare un afflusso di 30mila persone. Penso che la zona rossa potrà essere attraversata e credo che il movimento riuscirà a controllare la situazione con il proprio servizio d'ordine". A un banchetto No Tav, al campo sportivo di Giaglione, sono in vendita anche tronchesine. Ce ne sono di vari tipi, tra i 15 e i 30 euro. Al momento nessuno le ha comprate. Come sempre anche un gazebo che vende magliette, foulard, cappelli guanti e bandiere No tav.
Tra i manifestanti sono comparse anche alcune grandi cesoie in compensato con arrotolata una rete di plastica e tronchesi in cartongesso a simboleggiare il taglio delle recinzioni del cantiere.
(23 ottobre 2011)

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