06/03/11

Le torture inflitte alle detenute spagnole

di Noemi Novelli

Alcuni mesi fa un'associazione di ex detenute basche e di familiari di prigionieri politici ha manifestato in Italia ed in Europa contro le torture inflitte ai reclusi per motivi politici nelle carceri spagnole. Le donne, sopratutto vivono la reclusione in costante tensione e sotto minaccia di stupro.

“Io stavo in una cella piccolissima con quattro detenute, chi era tossicodipendente, chi aveva l’AIDS…potevamo utilizzare un unico lavandino per fare tutto, compresa l’igiene intima. C’era sempre chi stava molto male ed aveva bisogno di aiuto, non si poteva mai avere un’attimo di tranquillità, orari regolari, la possibilità di dedicarsi a qualsiasi attività all’interno del carcere. Non si poteva tenere con sè neanche un cambio di biancheria. Le donne vengono gettate là come rifiuti.”

Le donne detenute in spagna (la grande maggioranza per motivi politici) vivono la reclusione in costante tensione sotto minaccia di stupro. Umiliate continuamente dai carcerieri, al fine di distruggere la loro integrità mentale, vengono torturate fisicamente ed a livello psicologico.

Vivono in spazi molto ristetti poichè essendo poche le donne recluse non esistono sezioni a loro dedicate. Sono relegate in aeree ricavate nei reparti maschili e per questo possono usare il cortile per l’ora d’aria e la biblioteca quando non sono occupati dagli uomini

La notizia:

In Spagna le detenute vengono torturate e stuprate
AMAIA URIZAR giovane ragazza residente in Euskal Erria (paesi baschi) è stata arrestata nell’abitazione dei genitori Venerdì 29 ottobre alle 3 del mattino, da numerosi agenti della Guardia Civile spagnola. Le viene imputata una presunta collaborazione con l’ETA.

Dopo essere stata sequestrata e bendata, viene portata in macchina fino a Madrid; durante il viaggio minacce pesantissime si susseguono.
Nonostante Amaia fosse ormai psicologicamente distrutta (conati di
vomito, perdita della cognizione del tempo, senso di svenimento) viene
subito costretta ad un brutale interrogatorio, che durerà 5 giorni,
durante il quale la giovane verrà ripetutamente stuprata dai suoi aguzzini.

Ad Amaia non sono state nemmeno risparmiate altrettante brutali torture, quali le simulazioni di soffocamento mediante sacchetti di plastica, le botte continuate, la negazione del sonno e del riposo, gli insulti e le minacce ad amici e parenti.
E’ vergognoso dover raccontare che durante uno degli ultimi interrogatori, una guardia civile, dopo aver legato le gambe ad Amaia, le ha ripetutamente infilato la canna di una pistola nella vagina.

da Centro di documentazione UZI’ - Novara

Nessun commento: