16/02/11

Su Montalto di Castro

STUPRO DI MONTALTO: FINALMENTE SI PROVA A FARE GIUSTIZIA
Giovedì 10 Febbraio 2011
di Viviana TARTAGLINI

da nuovoviterbooggi

“Il branco di Montalto” finalmente sotto processo. Nessuno a tutt’oggi può giudicarli colpevoli o innocenti, ma almeno ieri, a seguito di un’udienza preliminare sono stati rinviati a giudizio i ragazzi accusati di stupro nei confronti di una minorenne di Tarquinia. Ricordiamo tutti la triste storia dell’adolescente tarquiniese, stuprata da un gruppo di otto ragazzi di Montalto di Castro. I giovani, allora minorenni, erano stati condannati dal Tribunale dei Minori di Roma ad un periodo di messa in prova presso il loro Comune. Dopo un’obiezione dell’accusa che considerava inadeguata la pena comminata ed una serie di rinvii dovuti a vizi di forma, il Tribunale dei Minori ha deciso di riesaminare il caso. Ieri, nuova udienza preliminare, dove l’avvocato della parte lesa, dottor Leonardo Paciotta di Tarquinia, ha presentato una memoria di sei pagine, nelle quali ha riesposto la vicenda al Giudice che, dopo aver ascoltato le testimonianze di tutti i ragazzi accusati, prendendo atto delle discrepanze tra le deposizioni, ha deciso di rinviare tutti a giudizio per un dibattimento che avrà inizio il prossimo 23 giugno. I genitori della ragazza si sono costituiti parte civile e l’avvocato Paciotta, che sta curando anche questa parte del processo ha ottenuto un’ordinanza di blocco dei beni immobili per due degli accusati. Grande traguardo visto che dal 2007 sembra una storia senza fine. Ma quali sono i retroscena? Daniela Bizzarri, consigliera delle pari opportunità, che ha sostenuto la ragazza dall’inizio della vicenda fino ad esporsi personalmente accompagnando ogni volta la mamma della giovane alle varie udienze, si è ritrovata sola ieri a Roma, quando aveva avuto la promessa di un sostegno da parte di altre donne e di associazioni che l’avrebbero dovuta accompagnare e sostenere. Ieri è stato raggiunto un traguardo, ma a quale prezzo? La ragazza di Tarquinia, provata in tutti questi anni dalle lungaggini burocratiche, confessa che, se avesse saputo a cosa sarebbe andata incontro e a quale gogna mediatica si sarebbe dovuta sottoporre per provare ad avere giustizia avrebbe rinunciato ad ogni tipo di azione legale.

Gli stessi genitori degli accusati hanno affermato che, nel panorama dei talk show nazionali che hanno trattato il caso sono stati raggiunti apici di squallore e bassezza tali da far pensare che forse non valeva la pena intentare una battaglia legale per una vicenda già di per se così tragica. Vittime e colpevoli, sono stati tutti buttati nel tritacarne dello spettacolo, usati per l’audience, rendendo vani gli sforzi di persone realmente impegnate nei drammi di questo tipo. Dalle vittime, che sono sempre meno inclini a sporgere denuncia e chiedere una giustizia in cui non credono più, a persone come Daniela Bizzarri che si dedica quotidianamente a problematiche di questo tipo, alle associazioni che dovrebbero tutelare chi vive questi drammi, ma che rimangono inermi di fronte ad un sistema giudiziario a volte lento, a volte ingiusto, a volte inefficiente. Appuntamento al 23 giugno prossimo per vedere se non ci saranno altri intoppi affinché poi, giustizia venga fatta.

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