30/11/10

USA: giudice favorevole allo “stupro correttivo” per le lesbiche

Violenza quotidiana contro le lesbiche! lo stupro come un 'arma di guerra non dichiarata.

USA: giudice favorevole allo “stupro correttivo” per le lesbiche

Un giudice americano è stato accusato di auspicare “lo stupro correttivo” per le lesbiche.
Joe Rehyansky, magistrato part time e veterano del Vietnam, ha scritto sul sito conservatore The Daily Caller, che le lesbiche dovrebbero essere autorizzate ad entrare nelle forze armate perchè i soldati maschi etero potrebbero “convertirle”.
Il daily Caller ha prontamente rimosso alcune delle sue considerazioni ma non prima che fossero riprese da altri siti.
Il sig. Rehyansky, del Tennessee, sostiene che gli uomini sono naturalmente molto più promiscui delle donne e che “toccò agli uomini di saltare tra gli alberi e setacciare le grotte alla ricerca di quante più donne possibili da soggiogare e fecondare – un lavoro duro ma qualcuno doveva pur farlo ”
Ha inoltre sostenuto che la “promiscuità” dei gay, in coppia con l’HIV, avrebbe “conseguenze sanitarie disastrose” se gli uomini gay venissero autorizzati a servire apertamente nelle forze armate.
I gay diffondono malattie ad un tasso molto superiore al loro numero e per questo dovrebbero essere esclusi dal servizio militare.
Non dovremmo risparmiare alla maggioranza dei nostri guerriglieri etero, che difendono il loro Stato, l’umiliazione di farsi la doccia con altri uomini che raggiungono un piacere lascivo dalla vista di quei corpi nudi, e che potrebbero essere tentati di andare oltre la vista?
Le soldatesse lesbiche, che il sig. Rehyansky elogia per le loro “capacità mediche e amministrative”, devono invece essere accettate perchè hanno meno pulsioni sessuali.
La sua tesi finale, ora rimossa dal Daily, è stata: “La mia soluzione sarebbe di separare la parte femminile della nostra popolazione omosessuale dal collettivo “Rotti dietro”, dando la possibilità ai militari etero di convertire le lesbiche e portarle nella normalità”
Il sig. Rehyansky è stato accusato di inneggiare allo stupro correttivo da diversi commentatori.
La blogger Amanda Hess ha commentato sardonicamente: “Una volta che tutte le lesbiche sono state messe in un posto, un reggimento di ragazzi etero le farà diventare etero, presumibilmente con la tattica, a lungo testata, di sottomissione e ingravidamento delle donne contro la loro volontà”.

Di Jessica Geen, Pink News 26 November 2010 (traduzione Massimo)

Donne di Gaza manifestano il 25 novembre

Il 25 novembre le donne in tutto il mondo hanno fatto iniziative in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.
Questa giornata è stata particolarmente significativa per le donne palestinesi di Gaza, che in grande numero sono uscite in strada a marciare in solidarietà con tutte quelle donne, giovani o vecchie, che hanno subito e anzi continuano a soffrire sotto la brutale occupazione israeliana.
Le donne palestinesi vengono continuamente messe in difficoltà e subiscono ingiustizie quotidiane a causa dell’occupazione. Mentre alcune donne e le loro famiglie hanno sfilato per le strade della Striscia di Gaza, altri seduti davanti alla sede dell'Onu a Gaza, chiedendo giustizia per coloro che sono imprigionati nelle carceri israeliane e hanno chiesto la fine della violenza e degli abusi contro le donne di Palestina. Una mostra fotografica è stato inoltre allestita che raffigura le donne nei loro diversi ruoli nella lotta contro i loro occupanti e l'assedio illegale...

26 novembre a Taranto contro violenza e uccisioni delle donne

Taranto: 26 novembre iniziativa delle compagne, lavoratrici precarie e disoccupate del movimento femminista proletario rivoluzionario Per Sarah, per Carmela, per tutte basta uccisioni/violenza RIBELLIAMOCI TUTTE

Giustizia per Carmela violentata dagli uomini - uccisa dallo Stato!
_____________________________________________
27/11/2010 7.23.24 Attualità da www.Manduriaoggi.it

TARANTO - Iniziato dopo tre anni il processo ai tre presunti stupratori della tredicenne Carmela Cirella, che poi si suicidò, lanciandosi dal settimo piano

I due genitori della bambina: «E’ stata costretta ad uccidersi perché nessuna istituzione l’ha capita»

Si è tenuto ieri mattina, presso il Tribunale di Taranto, dopo 4 anni di silenzio da parte delle istituzioni, la seconda udienza del processo del caso di CARMELA CIRELLA, 13 anni, che il 15 settembre 2007 si tolse la vita buttandosi dal settimo piano di una palazzina del quartiere Paolo VI dopo aver subito diversi abusi. Superata la minaccia di un eventuale ed ennesimo rinvio il processo è iniziato.
Sono stati interrogati dal Pm e dalla difesa i genitori di Carmela e la sua insegnante, che hanno confermato che i traumi della violenza subita sono conseguenza del suo suicidio.

In aula era presente solo uno dei tre stupratori. La prossima udienza è fissata per il 18 marzo.
Ad un anno dalla sua morte, il 15 aprile 2008, i genitori di Carmela, fondano l’associazione “Iosocarmela”.
«Questo progetto è nato per tutelare le famiglie che si sono trovate ad affrontare una situazione simile alla nostra», ci dice Alfonso Frassanito, spiegando che «le istituzioni non ci hanno aiutato, non funzionano e sono deleterie per la cittadinanza».
L’associazione ha enormi difficoltà ad andare avanti perchè non gode di finanziamenti pubblici ma si appoggia al sostegno economico dei soci che aderiscono l’iniziativa .
«Questo non ci ferma. Vogliamo combattere la pedofilia e salvaguardare la tutela delle famiglie. Non ci importa ottenere o meno giustizia, ormai nostra figlia non tornerà più indietro e la nostra vita resterà sempre segnata. L’unico scopo di questa lotta è far si che la sua morte non sia stata inutile ma che serva a salvare altre ragazze indifese» ribadisce il padre.
L'impegno della famiglia di Carmela è forte. Dal prossimo gennaio infatti sarà operativo uno sportello sociale ed un numero verde al quale potranno rivolgersi quanti avranno l’esigenza di rivolgersi all'associazione, che si pone ora l’obiettivo di intervenire presso il Parlamento Europeo con una petizione a livello nazionale al fine di sollecitare una rivisitazione della normativa sulla legge che tutela i diritti sociali e dei minori.
E’ dunque una vera e propria lotta contro lo «Stato totalmente assente e le istituzioni sorde ed insensibili».
Frassanito, manda un messaggio alla cittadinanza per farla riflettere sulle cause per cui ancora una volta teatro di violenza sui minori sia il nostro territorio.
«Non c’è abbastanza tutela. E’ necessario aprire gli occhi prima ancora di arrivare a questi eventi drammatici».
Lancia infine una critica ai media che non danno importanza alle vittime e all’orribile tragedia che le vede protagoniste, ma mirano piuttosto a colpire l’interesse del pubblico trasformandosi in un “circo mediatico”.

In serata Alfonso e Luisa hanno partecipato ad una manifestazione pubblica in p.zza M. Immacolata, organizzata dal movimento femminista proletario rivoluzionario, in occasione della giornata internazionale della lotta contro la violenza sessuale delle donne. E’ stata Margherita Calderazzi a ricordare Carmela “costretta ad uccidersi perché dopo le violenze ricevute non è stata capita e protetta dalle istituzioni ma al contrario è stata rinchiusa in diversi istituti ed imbottita di psicofarmaci”.
Rabbia, dolore e ingiustizia sono le motivazioni che spingono a mobilitarsi contro un mondo in cui predomina odio e violenza.

28/11/10

Report del 25 novembre a piazza Trilussa

Pioveva. Ma la pioggia non ci ha fermate.
Abbiamo raccontato in piazza alle donne,compagne,femministe ,lesbiche che erano con noi il nostro percorso di lotta contro la violenza nei Cie e la violenza di genere nei Cie e le ragioni per cui abbiamo deciso di essere in piazza nella giornata contro la violenza sulle donne:

perchè non ci possono essere donne violentate e offese per cui ci si mobilita e altre no ;
perchè non ci possono essere distinguo nei riguardi di chi agisce violenza sulle donne, sia privato o istituzioni, per interessi partitici,economici,di aree di appartenenza,di finanziamenti....
perchè siamo con tutte le donne che si ribellano quotidianamente nel privato,in famiglia ,nei posti di lavoro,nei Cie...
perchè i Cie sono la rappresentazione compiuta della nostra società
perchè è necessario spezzare l'intreccio delle oppressioni genere/razza/classe.


Abbiamo letto dei brani che alcune di noi avevano preparato di bell hooks in "Elogio del margine".
Abbiamo sentito le testimonianze di donne dall'interno dei Cie e,particolarmente toccante, è stata quella della compagna di cella di Nabruka che si è impiccata nel Cie di Ponte Galeria.

Alessandra"Attrice contro" ci ha raccontato sotto la pioggia battente la storia di Joy e di Hellen,ma eravamo tutte intorno a lei con gli ombrelli e con la nostra partecipazione.

E' venuta una compagna di Milano ,che l'anno scorso ha preso le manganellate il 25 novembre a piazzale Cadorna, a portarci la sua solidarietà,a testimonianza che il filo non si spezza e che nulla ci spaventa.

Ha suscitato grande interesse la mostra delle compagne di Milano.

Alcune compagne hanno preso lo striscione che abbiamo portato alla manifestazione di Modena "Contro l'oppressione di genere,razza ,classe CHIUDERE TUTTI I CIE" e si sono messe sul lungotevere a fermare il traffico a singhiozzo.
E' stato un bel momento comunicativo.

Ma questo è soltanto l'inizio di una settimana di mobilitazione e ci rivedremo il 2 dicembre a Milano o qui a Roma o in qualsiasi altra città organizzerà iniziative contro i Cie e in appoggio e in sostegno di Joy,una donna che si è ribellata e che ha avuto il coraggio di farsi carico di una lotta che appartiene a tutte le donne.
E CONTINUEREMO SEMPRE A RIBELLARCI ANCHE NOI.

Donne-femministe-lesbiche contro i Cie

Un lungo 25 novembre a Milano

dal 25 novembre a Milano volantinaggi, attacchinaggi... verso il 2 dicembre al fianco di Joy...
abbiamo iniziato con l'affissione del manifesto: Noi odiamo gli uomini che odiano le donne, locandine delle iniziative nelle altre città e del 25 novembre/2 dicembre a Milano. proseguiremo nei prossimi giorni

25 Novembre
giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Ogni giorno a Milano e hinterland si verifica un’aggressione o una violenza, fino ad arrivare all’uccisione dove la vittima è una donna, ma se ciò non bastasse, si aggiunge l’uso strumentale che lo Stato e il comune di Milano fanno di alcuni episodi per scatenare campagne razziste, creare allarme, aumentare il clima di paura, cercando di distogliere l’attenzione dal fatto che la maggior parte delle violenze avvengono da parte di mariti, ex mariti, fidanzati, padri.

In questo 25 novembre vogliamo essere ancora a fianco di Joy -appena un anno fa le violente cariche in piazzale cadorna contro le donne che denunciavano le violenze nei Cie.

2 dicembre alle 12 udienza preliminare del processo contro Vittorio Addesso!

Ci sono voluti mesi – dopo l'incidente probatorio dell'8 giugno- perchè il giudice si esprimesse, prima di accogliere la denuncia di Joy per molestie sessuali subite all'interno del Cie di via Corelli a Milano da parte dell' ispettore-capo del Cie Vittorio Addesso e dare il via al processo e, poi, fissare, finalmente, l'udienza preliminare.
Pochi giorni dopo l'incidente probatorio Joy ha ottenuto l'art. 18.
Tante piccole vittorie, ma significative ed importanti per Joy, per le immigrate. Piccoli passi avanti, in questa battaglia, frutto della lotta di Joy e delle altre migranti che si sono ribellate e di una campagna articolata e prolungata promossa dalle femministe, da realtà antirazziste, antifasciste che hanno permesso di far conoscere da vicino il coraggio e la determinazione di Joy, e la condizione disumana nella realtà “all'interno” dell'inferno Cie che per le donne vuol dire anche molestie ed abusi sessuali.

Ora occorre moltiplicare LA SOLIDARIETA’ PER JOY, UNITE PERCHE’ CHI ABUSA DI NOI DONNE PAGHI

Il 2 dicembre saremo davanti al Tribunale di Milano per continuare questa emblematica battaglia, per portare solidarietà e sostegno a Joy perchè sappiamo bene che già per le donne italiane è difficile fare una denuncia per molestie, per stupro, quanta riprovazione, isolamento sociale ricevono a meno che gli stupratori non siano immigrati: immaginiamo cosa possa significare per Joy sostenere una denuncia per tentato stupro di un ispettore, subito all'interno di un Cie.
A Milano daremo vita a una lunga mobilitazione a partire dal 25 novembre con pannelli, volantinaggi, informazione sulle iniziative organizzate nelle altre città, anche in “gemellaggio” con la mobilitazione delle compagne e donne lavoratrici del Mfpr di Taranto per “Carmela, Sarah e tutte le giovani e donne violentate e uccise”

Per ogni donna uccisa, stuprata e offesa siamo tutte parte lesa!
Contro fascismo razzismo sessismo!

Movimento femminista proletario rivoluzionario-milano - contatti:mfprmi@gmail.com cell:333/9415168

Contro la violenza e le uccisioni delle donne a Palermo

Donne, lavoratrici, precarie, disoccupate hanno animato oggi pomeriggio a Palermo un presidio mobile da Piazza Politeama fino alla sede di “La Repubblica”, passando per le vie del centro. Due striscioni con su scritto “25 novembre: contro violenze, stupri e uccisioni delle donne, non 1 solo giorno ma tutti i giorni la nostra ribellione e lotta”e “lavoratrici, precarie e disoccupate… la nostra lotta continua” Diversi cartelli - la denuncia sul costante aumento dei casi di violenza e uccisioni di donne nel nostro paese di cui tanti all’interno della famiglia, la “sacra famiglia” così osannata da governo e chiesa che vogliamo cancellare - Sarah, Carmela, Teresa, Giovanna…. un elenco ogni giorno sempre più esteso, per ogni donna stuprata e offesa siamo tutte parte lesa - la risposta di lotta che le donne in prima linea hanno messo in campo in questi anni contro violenza e uccisioni, dalla grande manifestazione a Roma del 2007 all’iniziativa a Montalto di Castro dell’anno scorso - al fianco delle donne immigrate contro oppressione e violenza - le diverse iniziative di mobilitazione di questi giorni nella altre città da Palermo, a Taranto, a Bologna, a Roma, a Milano…. Maxi locandine “Noi odiamo gli uomini che odiano le donne” cacciamo via il governo degli “utilizzatori” che legittimano dall’alto la violenza sulle donne In piazza e lungo le strade volantinaggio e spikeraggio, capannelli di donne che si sono formati spontaneamente a sostegno dell’iniziativa, alcune hanno applaudito dicendo “bene siamo con voi, bisogna fare più cose di questo genere”, giovani studentesse che hanno apprezzato in particolare la locandina di denuncia e controinformazione sull’uccisione di Sarah e la drammatica storia di Carmela suicidatasi dopo aver subito violenza, prodotta dalle compagne di Taranto. Arrivate alla sede di “La repubblica” forte denuncia su come i mass media trattano la questione della violenza contro le donne, meri fatti di cronaca o vergognosi circhi mediatici, mentre non si dà voce alle donne che dicono NO! BASTA! ribellandosi, autorganizzandosi senza delegare la lotta a chi “dice di rappresentarle”, governo, falsi partiti di opposizione… (a Palermo gli unici servizi mandati in onda dalle televisioni locali sono stati dedicati ad un convegno sulla violenza sessuale nel chiuso dei palazzi delle rappresentanti dei sindacati Cisl, Uil e Cgil, quelli che ogni giorno che passa sono sempre più complici degli attacchi sferrati alle condizioni di lavoro e di vita donne)

Intervista e foto al presidio dei giornalisti. Vedi foto in galleria
Movimento femminista proletario rivoluzionario Palermo

24/11/10

25 novembre 2010: un saggio dell'mfpr su "uccisioni delle donne, oggi"

Pubblichiamo un lungo saggio su "Uccisioni delle donne, oggi".

E' un contributo che l'MFPR vuole portare facendo uscire per la giornata internazionale delle donne questo documento che è il frutto di un lavoro collettivo del seminario di quest'estate (31 luglio/1° agosto) che abbiamo tenuto a Taranto, con la partecipazione soprattutto di lavoratrici, precarie, disoccupate impegnate nelle lotte.

Nell'ultima versione di questo saggio, scaricabile come opuscolo in pdf da qui, si è accentuata in particolare l'analisi della famiglia, nella fase di moderno medioevo di oggi.

MFPR

Le donne e Berlusconi: LO SCUORNO

Riceviamo e pubblichiamo, dalla Camera delle Donne

Perchè il 25 Novembre, giornata internazionale contro la violena sulle donne, chiediamo le dimissioni di Berlusconi


Le donne e Berlusconi: LO SCUORNO

In questo paese ci sono tanti imbrogli, il peggiore è quello di nascondere vergogne dietro altre vergogne.

Il premier ha detto ripetutamente, anzi esposto, che il proprio divertimento è fare lo “sciupa femmine.

Ma cos’è uno sciupa femmine? È uno che, secondo il maschilismo italico, prende le donne e le usa per il suo piacere. Le sciupa. E molti se ne fanno vanto, in un paese dove a “donna sciupata” è niente, meno del furto di un orologio.

Lo sciupa femmine Silvio, si fa “portare” delle prostitute a casa. Le chiama escort, per diluire la realtà del passaggio di soldi, sfruttamento della prostituzione .

Per il nostro sistema mediatico questo sarebbe “gossip”. Un reato contro la persona, sarebbe gossip.

Perché il gossip è una stupidaggine, se è davvero gossip, in confronto agli affari sporchi del premier.

Ma siamo sicuri che sia così? I reati contro la persona sono davvero meno del furto? Della corruzione e di tutto quello che si può dire sulla gestione piratesca della cosa pubblica?

Se davvero pensiamo questo il premier ci ha davvero corrotti.

Se siamo capaci di sopportare la tratta, il commercio di esseri umani, solo perché le chiamiamo escort, e sopportare che siano minorenni, davvero saremo capaci di sopportare furti e corruzione, molto più facilmente.

Pensiamoci: le mafie, le camorre, “le famiglie”, hanno sempre nascosto dietro la prostituzione “coatta” fatta anche soppressioni e di sfiguramenti con sfregio e acido, il traffico di droga, di armi e lo spionaggio industriale! Tutte cose che scandalizzano,pare, di più delle bambine importate per il trastullo del Premier.

Se quel commercio di donne lo prendiamo sotto gamba, pur sapendo che distrugge delle vite, questo paese ha ben poche speranze.

Berlusconi se ne deve andare per tante cose, ma principalmente, e subito, perché è un simbolo della perdita di valore della vita umana!!!!!

Rosa Schiavo
Napoli 24/11/2010

Luigi Faccetti è tornato per uccidere Eliana

A volte tornano ad uccidere, a volte tornano per uccidere.
Luigi Faccetti è tornato per uccidere Eliana

Uomini che uccidono donne e sono liberi, uomini liberi dopo aver tentato di uccidere le vittime, mai sottoposti ad alcuna forma di vigilanza.
In questo paese è così: il medico che stupra torna a fare il medico, il violento torna a fare il violento, l’assassino torna a finire il lavoro.
Perché? Tutte ci diamo risposte, e tutte sono vere. Ma ce n’è una verità, che dura da millenni, lo Stato non sa essere uguale sul diritto alla vita delle donne “di”: le “sue” donne.
Le donne in questo paese, per lessico corrente e politicamente confermato, sarebbero di proprietà, nella disponibilità di chi le possiede, le trasporta, le consegna ed infine le difende dalle “grinfie del nemico”, quello di fuori, non quello uguale per consacrazione etnica, che non è considerato nemico “perché legittimo signore”.
Lo diciamo da tanto che finchè lo Stato minimizzerà la propria responsabilità di incuria e tolleranza verso i gesti assassini “dell’amore criminale”, non cambierà mai la disuguaglianza tra donne e uomini.
Tante virgolette, per dire che non è amore quello che uccide, per dire che la difesa non c’è né in famiglia né fuori, nè sui posti di lavoro.
La certezza della pena, tanto auspicata per altri reati non è mai nominata per il femminicidio quotidiano.
Confondere la pietà per l’assenza della tutela dei diritti in carcere con le scarcerazioni facili e le mancate riabilitazioni, su questi reati, è una forma di connivenza insopportabile. Da Izzo fino a Luigi Faccetti, che ha ucciso la “sua” Eliana Femiano, le mani assassine sono armate dall’ infingardia di un sistema di pene irrilevanti per gli assassini di donne.
Le vittime che non costano: questo sono le donne. Costano meno del valore di qualsiasi refurtiva.
Noi pensiamo che Ali Agca abbia ben capito che la vita di Papa vale qualcosa, per il paese nel quale ha tentato di ucciderlo, per ciò che ha sentito, per ciò che ha scontato. Alì si trovò davanti un uomo e la forza del consenso che sentiva sul suo gesto, non deve essere stata molto differente dalla forza di quel consenso bimillenario che ha fatto abbattere ben trenta volte il coltello nel corpo di Eliana. Gesti umanamente simili, conducono a destini diversi gli esecutori, per via dell'identità sessuale della vittima. Per via dell'irrisorio valore dato alla vita di una donna, che simbolicamente è meno persona, non solo di un Papa

Scarcerati, denunciati, non allontanati, condannati senza pagare neanche la pena che sconta un ladro di polli.
Lo Stato è simbolicamente orgoglioso di un arresto di mafia. Lo stato è simbolicamente appena burbero con gli assassini Italiani di donne. Forse per i patti tra gli stati, ognuno ha la sua forma di lapidazione.
Sia delle lapidate che delle uccise all’Italiana non abbiamo statistiche certe. Anche questo è simbolico.

Se le donne di Terracina ci sentono accendano una fiaccola per noi, che dagli Spalti del Maschio Angioino saremo a denunciare il 25 Novembre alle 16 l’istigazione e l’offesa nelle parole dei potenti. I potenti le cui parole irrobustiscono le braccia dei proprietari della vita delle donne.

Saremo lì anche per Eliana

Stefania Cantatore
Napoli, 23/11/10

25 novembre contro la violenza sulle donne: presidio a Palermo

In vista dell’approssimarsi del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, come donne lavoratrici, precarie, disoccupate ci siamo incontrate in questi giorni per discutere e organizzarci.

Siamo partite dalla nostra esperienza diretta che ci vede impegnate quotidianamente innanzi tutto nella lotta in difesa del lavoro, contro la precarietà, la disoccupazione in una fase in cui governo e padroni ci attaccano pesantemente. Siamo una goccia di un vasto mare che vede tantissime donne colpite sul piano economico/lavorativo, ma ogni giorno che passa è sempre più chiaro ed evidente come l’attacco alle nostre condizioni di vita sia ben più ampio: governo, padroni, Stato, ben affiancati dalla chiesa, sono parte integrante di un sistema sociale che vuole noi donne sempre più deboli e subordinate.

Vogliono farci tornare indietro, ricacciarci a casa, rinchiuderci in famiglia per scaricare su di noi tutto il peso del lavoro di cura a fronte del continuo smantellamento dei servizi sociali pubblici, ma non solo! la famiglia deve servire anche per controllare la nostra vita, soffocando ogni esigenza e volontà di autodeterminazione delle donne. Questa famiglia che così tanto si esalta e si sacralizza è quella in cui invece tante donne subiscono oppressione e violenza fino ad essere uccise da parte di chi nei cosiddetti romanzi rosa si chiamerebbe "il loro uomo", “il loro compagno di vita”, “ il loro partner”…
Ogni giorno sentiamo, leggiamo, ancora un’altra violenza, ancora un'altra uccisione! Non possiamo non sentirci tutte violentate, tutte offese!

E basta con la storia “dei singoli casi di raptus” o delle “mele marce da estirpare da una società sana”! La violenza sessuale è il frutto più marcio della società capitalista in cui viviamo che crea un clima da moderno medioevo contro le donne attaccandole nelle condizioni generali della loro vita

e forte è la rabbia nel vedere come venga trattata dai mass media, semplici fatti di cronaca quasi che sia normale che succedano! o addirittura l’altra orrenda faccia della medaglia con i vergognosi show mediatici con cui si vuole speculare e guadagnare a più non posso come sta accadendo in questi giorni intorno alla drammatica vicenda dell'uccisione della giovane Sarah Scazzi a Taranto

e ancora più forte è la rabbia contro l’ipocrisia del governo moderno fascista Berlusconi che si guarda bene dal fare riferimento alle violenze che avvengono quasi ogni giorno contro le donne dentro tante famiglie italiane ma che non ha perso tempo a scagliarsi su alcuni casi di violenza commessi da immigrati per gridare all’emergenza e imporre politiche razziste, xenofobe, di più repressione che doppiamente ricadono sulle donne immigrate; un governo che dall’
alto invece legittima la violenza sulle donne abusando vergognosamente del potere politico per abusare del corpo delle donne, primo nella lista in questo Berlusconi, diffondendo a livello di massa concezioni maschiliste e sessiste contro le donne.

Contro tutto questo la nostra rabbia deve trasformarsi in ribellione e lotta!

Giovedì 25 novembre saremo in presidio itinerante da Piazza Politema alla sede del giornale “La Repubblica” dalle ore 16,00
Mostra, volantinaggio, spikeraggio, informazione sulle iniziative organizzate nelle altre città, a partire dalla mobilitazione delle compagne e donne lavoratrici e disoccupate del Mfpr di Taranto per “Carmela, Sarah e tutte le giovani e donne violentate e uccise”

Mfpr Palermo

26 novembre 2010, Appello dal padre di Carmela

IL PROSSIMO 26 NOVEMBRE SARANNO 3 MESI ESATTI DALLA MORTE DELLA PICCOLA SARAH
PER UNA SIMBOLICA COINCIDENZA SI CELEBRA ANCHE IL PROCESSO CONTRO 3 DEGLI STUPRATORI DI CARMELA, ALTRA VITTIMA DELLA BARBARIE DEGLI UOMINI E DELLA "COLPEVOLE INADEGUATEZZA" DELLE ISTITUZIONI.
A TARANTO SI STANNO ORGANIZZANDO DEI PRESIDI DAVANTI AL TRIBUNALE, DEI CORTEI PER LE VIE DELLA CITTA' E UNA ASSEMBLEA IN PIAZZA IMMACOLATA, PER RIBELLARSI A QUESTE INGIUSTIZIE.
IO PERSONALMENTE ADERISCO ATTIVAMENTE SIA COME PADRE DI CARMELA SIA COME PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE NATA IN SUO ONORE E MEMORIA, PER MANIFESTARE TUTTO IL NOSTRO RAMMARICO SU COME PER ENTRAMBI QUESTI PICCOLI ANGELI SI STIA CONTINUANDO A MANCARE DI RISPETTO, E SI STIANO CALPESTANDO I LORO PIU' ELEMENTARI DIRITTI UMANI E VICILI.
NEI CONFRONTI DI SARAH, TROVO VERGOGNOSO TUTTO QUESTO ACCANIMENTO MEDIATICO, DA PARTE DI TUTTI, MIRATO SOLO ED ESCLUSIVAMENTE A SFRUTTARE LA MORBOSA CURIOSITA' DEL "PUBBLICO" DIMENTICANDOSI TOTALMENTE DELLA ORRIBILE FINE DI QUESTA BAMBINA E DEL SUO DOLORE E SOPRATTUTTO DEL FATTO CHE NON SIA PIU' TRA NOI.
NEI CONFRONTI DI CARMELA, TROVO ALTRETTANTO VERGOGNOSA LA QUASI TOTALE INDIFFERENZA (DIMOSTRANDO INTERESSE SOLO PER GLI ASPETTI MORBOSI DELLA TRISTE VICENDA DI CARMELA) DA PARTE DI TUTTI (MEDIA E ISTITUZIONI IN PRIMA LINEA) NEI CONFRONTI DELLA NOSTRA INSISTENTE RICHIESTA DI GIUSTIZIA, IL 26 NOVEMBRE COMINCERA' FINALMENTE IL PROCESSO CONTRO 3 DEGLI STUPRATORI DI CARMELA, MA ANCORA LA GIUSTIZIA NON RIESCE O NON VUOLE FAR DECOLLARE I PROCESSI MIRATI A FAR EMERGERE LE RESPONSABILITA' DELLE ISTITUZIONI CHE HANNO "GESTITO" IL SUO CASO E CHE DI FATTO L'HANNO SPINTA DAL QUEL SETTIMO PIANO.
A QUESTO RAMMARICO AGGIUNGO IL MIO PERSONALE DISGUSTO NEI CONFRONTI DELL'OPERATO DEL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA RIMASTO SORDO E CIECO DAVANTI ALLE NOSTRE RICHIESTE DI INTERVENTO.

PERSONALMENTE E A NOME DELL'ASSOCIAZIONE "IoSòCarmela" CHE IO PRESIEDO, MI AUGURO CHE QUESTE INIZIATIVE CONTRIBUISCANO A FAR SPEGNERE I RIFLETTORI DELLA MORBOSA CURIOSITA' E DEL VERGOGNOSO LUCRARE SUL DOLORE E SULLE TRAGEDIE, E FACCIANO AL CONTRARIO RIACCENDERE GLI UNICI RIFLETTORI CHE UN PAESE CHE SI CONSIDERA CIVILE DOVREBBE ATTIVARE ALLA MASSIMA POTENZA, QUELLI DEL RISPETTO DEI DIRITTI DEI MINORI E DELLE LORO FAMIGLIE, DELLA LOTTA ALLA VIOLENZA SU DONNE E BAMBINI .... E SOPRATTUTTO QUELLI DELLA GIUSTIZIA .... QUELLA VERA DI CUI SI PUO' ESSERE ORGOGLIOSI ... NON QUELLA BUROCRATICA REGOLAMENTATA DA CAVILLI E POSTILLE CHE TANTO SOMIGLIA AD UN CONTRATTO TRUFFALDINO!

CONCLUDO PRENDENDO LE DISTANZE DA QUALSIASI EVENTUALE STRUMENTALIZZAZIONE POLITICA DI QUESTE INIZIATIVE DA CHIUNQUE ESSA POTESSE PROVENIRE, RIBADENDO UN CONCETTO FONDAMENTALE PER LA NOSTRA ASSOCIAZIONE ... CHE LA GIUSTIZIA ED I DIRITTI UMANI E CIVILI DI BAMBINI E FAMIGLIE NON HANNO COLORE POLITICO ...
HANNO SOLO IL COLORE DELLA DIGNITA' E DEL BUONSENSO

ALFONSO FRASSANITO - PRESIDENTE ASSOCIAZIONE "IOSO'CARMELA" E PADRE DI CARMELA.

Torino, in ricordo di Latifa

In ricordo di Latifa, assassinata "per errore" durante un controllo di polizia il 24 novembre 2004

e di tutti i migranti che attraversano deserti e mari alla ricerca di una vita e vengono deportati, incarcerati, uccisi da leggi scellerate e criminali

MERCOLEDI 24/11 ORE 19
VIA BERTHOLLET 8, TORINO

GLI SCIACALLI della morte di Sarah - IL VIRTUALE E LA SOSTANZA

GLI AVVOCATI
"A condurre il gioco con i media ora sono gli studi legali. Sono loro oggi a decidere quando e a chi affidare commenti, dichiarazioni, documenti e persino interviste della tristissima storia. Un divertente gioco dove non conta la costanza dei giornalisti, quanto la loro testata di riferimento...
L'avvocato Galoppa, difensore di Michele Misseri...: "per la mia carriera preferisco i settimanali perché il nome circola di più, mentre il quotidiano ha la durata di un giorno"...
Più ambiziosa è stata la scelta degli avvocati di Sabrina Misseri, Vito Russo e Emilai Velletri... la scelta è caduta sui programmi televisivi;
Abbiamo deciso di far riferimento a 'Porta a Porta' a 'Matrix' perché li riteniamo più rappresentativi"...
La difesa della famiglia Scazzi, gli avvocati perugini Nicodemo Gentile e Valter Biscotti... hanno deciso di puntare direttamente sul monopolio dell'informazione.. hanno concesso il lasciapassare solo a due telecamere che erano marchiate 'Rai' e 'Mediaset'"(CdM 14/11).
Nel frattempo di fare "molta cassa" con questa pubblicità, qualcuno di loro ha pensato di fare soldi subito, vendendosi a 30 mila euro i verbali, le registrazioni dell'inchiesta giudiziaria.

IL CIRCO MEDIATICO
i giornalisti delle grandi testate televisive e giornalistiche stazionano vicino al Tribunale di Taranto, al Carcere, ai luoghi di Avetrana, con il portafoglio aperto. Pagano gli intervistati (la tariffa media è 100 euro), decidono cosa devono dire, indirizzano gli umori della gente, le "tifoserie" prima tutti contro l'orco' Michele, ora tutti contro Sabrina, tirano i fili per mantenere sempre alta l'attenzione, devono fare ogni giorno scoop per non far esaurire questo "filone d'oro" trovato.
Mentre gli oscuri e spesso banali "esperti" dei programmi televisivi non mollano le poltrone.

IL FRATELLO DI SARAH
"... ho chiesto a Lele Mora se aveva in mente qualcosa per me. Non mi dispiacerebbe la televisione. Credo di avere delle potenzialità e per questo mi sono rivolto a Mora. Se non lo sa lui cosa farmi fare... la bocciatura di Mora non avrebbe convinto Claudio il quale, accompagnato dal padre e da un legale, ha visitato altre agenzie milanesi di spettacolo". (CdM 17/11)

IL SINDACO E IL TURISMO DELL'ORRORE
"L'idea del Sindaco è questa: aprire un concorso nazionale rivolto ad artisti disposti a realizzare una statua che ricordi Sarah così come tutti ce la immaginiamo in quel suo ultimo pomeriggio di fine agosto... "Vorrei che si rappresentasse la ragazza mentre cammina con lo zaino in spalla, le cuffiette alle orecchie e vicino a lei la sua inseparabile randagia Saetta che l'accompagnava sempre in quel tragitto. Lo sguardo di Sarah e del suo cane - aggiunge il sindaco - devono essere rivolti verso il mare".

COSA C'E' DIETRO TUTTE LE PAROLE? SOLDI!
COSA C'E' DIETRO LA MORTE DI SARAH? SOLDI!

MFPR Taranto

Informazione altra!

LETTERA AL DIRETTORE, alle giornaliste

Vi avevamo invitato ieri sera, 18/11, alla conferenza stampa di presentazione della giornata di mobilitazione delle donne, lavoratrici, disoccupate, del 26 novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sessuale e le uccisioni delle donne.
Per Taranto poi, il 26 vuol essere finalmente la voce, il punto di vista delle donne, in particolare di chi lotta, in controcorrente con l'assordante circo mediatico che da fine agosto con l'uccisione di Sarah tiene banco nella nostra città, soprattutto da parte dei mass media nazionali, e che sta nascondendo la condizione generale delle donne, delle ragazze che sta dietro ogni uccisione e violenza contro le donne.
Una volta tanto, dobbiamo parlare noi donne, dobbiamo parlare della nostra vita reale, della violenza anche quotidiana che subiamo in tante forme.
Ma questo ci viene ancora una volta negato e oscurato.

Noi speravamo che il Suo organo di informazione, come in alcuni casi ha fatto verso le lotte delle disoccupate, delle lavoratrici, in questa occasione volesse dare voce alle donne in carne ed ossa, ad un altro punto di vista anche sulla vicenda Sarah, come sulla ingiustizia che sta subendo ancora Carmela.
Noi speravamo che le giornaliste fossero sensibili su questo.
Ma purtroppo ieri sera avete risposto col silenzio.
La mobilitazione internazionale, che in occasione del 25 novembre in tutto il mondo le donne, le ragazze faranno, non fa notizia! Conta più l'ultimo commento dell'abitante di Avetrana che la voce delle donne che dicono che anche la morte di Sarah non è un fatto privato, non è un film giallo, ma è parte tragica della condizione e delle uccisioni di tante, troppe donne (solo nel 2010 sono circa 120 donne uccise in Italia), trova le sue vere ragioni non tanto nelle pulsioni particolari, ma nelle condizioni sociali, ideologiche, familiari che si vivono.

Vi invitiamo a voler fare una informazione altra.
Invitiamo le giornaliste ad avere una ragione in più per farla.
Vi chiediamo di dare notizia della nostra mobilitazione (segue programma)

Il 25 novembre saranno a Taranto i genitori di Carmela anche in rappresentanza dell'Associazione di Napoli “IoSòCarmela”, vi chiediamo di organizzare delle interviste.
Il 26 novembre dalle ore 9 saremo al Tribunale in occasione del processo contro 3 stupratori di Sarah, per chiedere giustizia.
Alle 18 in piazza Immacolata vi sarà un presidio/assemblea.

Le lavoratrici, disoccupate del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
TA. 19.11.10

Contributo sulla lotta delle lavoratrici in Bangladesh

Traduzione di un articolo sulla Lotta delle lavoratrici tessili in Bangladesh nel 2010, tradotto da "Partisan"
Le "Canuts" del XXI secolo!
BANGLADESH - DONNE IN SCIOPERO
(traduzione dal francese - da "Partisan", novembre 2010 - n.4)

[Il movimento operaio all'inizio del XIX secolo visse un grande passaggio con la lotta dei "Canuts", ossia degli operai setaioli di Lione]

In Bangladesh, ci sono 455 grandi fabbriche tessili che occupano 4 milioni di lavoratori, in maggioranza donne. Le donne rappresentano l'80% della manodopera dell'industria tessile, subiscono aggressioni ed imprigionamenti.
QUESTI OPERAI (UOMINI E DONNE) SONO I PEGGIO PAGATI DEL MONDO, prendono circa 18 euro al mese (meno di un euro al giorno). Durante gli ultimi 5 anni, i beni di prima necessità come il riso, il grano e gli affitti sono aumentati di circa il 43%. I lavoratori iscritti a sindacati nel settore tessile sono circa 100.000 (uno su 40), ma la rivendicazione unitaria di 55 euro al mese ha permesso una maggiore adesione ed una unità nella lotta.
Queste officine producono per Wal-Mart, Marks, Spencer, Carrefour, Zara, .
Producono per i nostri marchi ! [1]
Il padronato ha "invitato" i dirigenti sindacali ad una riunione proponendo un salario mensile di 33 euro. Se certi sindacati hanno accettato, i sindacati più radicali hanno rifiutato, valutando che questa somma ridicola sia insufficiente alla sopravvivenza dei lavoratori.

I LAVORATORI RESISTONO, bloccano le strade, incendiano le fabbriche e le materie prime, distruggono le macchine. Dall'inizio del 2010, i lavoratori hanno perso la pazienza. Con la crisi, si è aggravato ancor più il deterioramento delle condizioni di lavoro e di sfruttamento, dovute all'aggravarsi della concorrenza tra i paesi. Questa la motivazione di questa esplosione. Da alcuni mesi, gli operai si stanno battendo con la polizia in tutte le città del paese. La polizia è stata rinforzata da una sezione militare speciale (forza rapida di intervento) e da una milizia speciale armata di stanza nei pressi delle officine (Ansars).

I PADRONI DEL TESSILE MINACCIANO. di delocalizzare. Ad un sindacalista inglese, il ministro del lavoro racconta la sua impotenza: "Il problema in Bangladesh è che le multinazionali della grande distribuzione non pagano questi aumenti salariali. Ogni anno, le multinazionali calano i prezzi, e spingono verso il basso anche i salari. Voi dovete controllare le multinazionali, se voi volete aiutare i lavoratori del tessile." [2]

L'ORGANIZZAZIONE. Il punto debole del movimento, è che non ha una direzione unificata. [3] In Bangladesh, ci sono 6.000 sindacati, in concorrenza gli uni con gli altri, con poche coalizioni sindacali. Il denaro proviene soprattutto dall'Europa o dagli Stati Uniti d'America, ed ecco la lotta per ricevere questi fondi.
Il partito [sedicente] comunista inglese, (giornale Morning Star). Molto riformista, sostiene la lotta degli operai del tessile, ma non ne sostiene le loro azioni più violente. I veri comunisti non possono solo battersi per dei salari migliori, si danno come obiettivo nel corso della lotta la costruzione di un'altra società, e la Storia ha dimostrato che questo non si può fare in maniera legale e pacifica.
Ci sono partiti maoisti, legati alla guerra popolare in India, che partecipano a delle azioni armate, come il PBSP MUG-Bangladesh, ma non sappiamo bene come sia il legame tra la lotta dei lavoratori del tessile e la lotta armata. I lavoratori del tessile del Bangladesh hanno imparato rapidamente nella lotta di classe, la legalità, l'illegalità, la resistenza allo Stato, come si può apprendere in tutta la durata di una vita. Non si può accontentarci di dire che bisogna lottare, bisogna passare ad un'altra tappa della lotta contro le multinazionali mondiali. [4] Sosteniamo la lotta degli operai del tessile in Bangladesh.
Viva l'internazionalismo proletario !

Traduzione a cura del Circolo operaio di Proletari comunisti - Venezia

Spaggiari patron di MS abbigliamento è in galera, ma i diritti delle operaie sono ancora da difendere.

Riceviamo e pubblichiamo:

L'arresto di Spaggiari patron di MS abbigliamento, una vera centrale di sfruttamento soprattutto di giovane operaie, oggi prevalentemente straniere e di impeigate (italiane) trattate alla stregua di schiave, minacciate di licenziamento, rimpiazzate da straniere dapprima europee, poi africane, indiane e da ultimo cinesi sempre con minori diritti e sistematicamente lasciate senza stipendio, porta ad una prima conclusione quella che è stata la lotta di queste donne che, per prime, avevano alzato il velo di omertà che per troppo tenpo aveva coperto un'attività che oltre a frodare il fisco, ha sistematicamente sfruttato le lavoratrici.

Occorre da subito rivendicare i diritti rimasti scoperti a danno di queste operaie e rinnovare la lotta contro quella forma legale di subappalto a cooperative o aziende private di carta, che permette questo tipo di abberrazione, presente ormai in tutto mondo del lavoro: dalle aziende locali alle multinazionali (pensiamo alla proposta Marchionne per Pomigliano, dove la Panda potrà essere costruita da una nuova società con unico socio lo stesso Marchionne che punta ad assumere ex dipendenti FIAT che, licenziandosi, rinunciano ad ogni diritto acquisito per diventare dipendenti di una nuova azienda a capitale minimo) e che trova la sua origine nella legge Treu e poi nella 30 sul precariato, legge voluta dalla destra ma mai aborgata dal centro sinistra, anche da quello che oggi sbraita contro il precariato.
Continueremo quindi a batterci perchè i diritti delle centinaia delle operaie del gruppo MS vengano tutelati, così come continueremo la lotta per una reale tutela dei diritti dei lavoratori e delle lavotatrici.

monica perugini
segretaria regionale
Comunisti Sinistra Popolare Lombardia

25 novembre: silenzi e rumori sul femminicidio- presidio performativo a Bologna

25 novembre , giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne

Saremo in via Indipendenza, davanti alla chiesa S. Pietro e in via Clavature ,dalle ore 18, con le nostre voci e i nostri corpi per denunciare e spezzare il silenzio contro il femminicidio.
Unisciti alla lotta , vedrai che la tua vita potrà cambiare rotta !
Rifiutiamo la logica della paura, riprendiamoci le nostre vite…

in seguito il testo che interpreteremo e distribuiremo durante il presidio.
___________________________________________________

Maschile gliel’abbiamo dovuto aggiungere noi donne e lesbiche

La società patriarcale nella quale viviamo è così: si basa sulla violenza, sullo stupro, sullo sfruttamento, ma si è premunita di sistemi efficaci affinché questo non si veda chiaramente

La violenza che colpisce le donne è sempre agita da mano maschile, ma meglio non dire.

Meglio non dire che circa 150 donne muoiono ogni anno di morte violenta e che ad ucciderle sono uomini, meglio non dire che miete più morti questa guerra non dichiarata tra i generi che la criminalità organizzata.

25 novembre

giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne

Lo dobbiamo gridare noi, che questi maschi che uccidono non sono sconosciuti ma uomini di famiglia, padri, zii, mariti ed ex, fidanzati ed ex, amanti, vicini.

Lo dobbiamo gridare noi che la famiglia uccide le donne

Si preferisce parlare di aggressori stranieri che minacciano le donne italiane e fare leggi razziste sulla sicurezza, che accontentano chi si accontenta di credere al governo, ai partiti, ai giornali

La stampa ci parla di omicidi straordinari ed inspiegabili, compiuti da uomini depressi, fragili, troppo innamorati, in crisi, che sparano perchè colpiti da raptus di follia, tutti bravi lavoratori, tutti bravi ragazzi se italiani.

Omicidi straordinari che succedono un giorno si e uno no, omicidi che non siamo disposte a concepire come sfortune individuali, svincolati l’uno dall’altro, ma che sappiamo bene essere tutti conseguenza di una mentalità maschilista diffusa e condivisa

25 novembre
giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne, violenza che avviene soprattutto in famiglia

Che avviene nel silenzio, perché nessuno sente rumore se un marito picchia la moglie, perché tutti distolgono lo sguardo se un uomo e una donna discutono per strada, perché al posto di polizia ti ascoltano solo per consigliarti di pensare “al bene della famiglia” perché nessuna istituzione elargisce fondi ai centri antiviolenza dove invece qualcuna potrebbe sentire, ascoltare , denunciare.

25 novembre giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne , le lesbiche , le trans che avviene fin da piccole nella sacra famiglia in cui cresciamo, perché siamo “lesbiche di merda” se tuo padre o fratello ti trova in casa con una ragazza, perché i maschi pensano di guarirti con uno stupro, perché rischiamo di essere menate se ci baciamo per strada, perché siamo solo prostitute – oggetto quando la polizia ci porta in questura, se siamo trans.

25 novembre giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne che avviene soprattutto in famiglia e che vede la complicità dello stato affinché ci sia silenzio sul fatto che gli uomini uccidono le donne

succede così, (colpo)

una ogni due giorni se va bene (colpo)

solo lei se va bene (colpo)

davanti agli occhi dei suoi figli che ricorderanno per tutta la vita (colpo)

e voci che giustificheranno i loro assassini, le uccideranno un’altra volta (colpo)

e ancora colpi che non fanno rumore (colpo)

quando la polizia interroga le vittime, come se fosse loro la colpa (colpo)

quando il magistrato infligge pene ridicole a stupratori e a assassini (colpo)

o quando non di rado li assolve (colpo)

25 novembre
giornata mondiale contro la violenza maschile
basterà una giornata di denuncia rumorosa contro 364 giorni di silenzio e connivenza?

no di certo se faremo rumore solo noi, ma se tutte insieme unite faremo molto rumore , ma molto molto rumore e non una sola giornata, la violenza finirà

dobbiamo urlare denunciare isolare gli stupratori e gli assassini

dobbiamo fare e non solo il 25 novembre molto rumore perché la violenza maschile sulle donne finisca

I panni sporchi non si lavano in famiglia, sopratutto quando sono sporchi di sangue


Quellechenoncistanno

Report manifestazione regionale dei migranti Bologna 13-11-2010

In un lungo corteo che è durato più di tre ore e che ha attraversato i viali, via irnerio, via mascarella per ritornare in piazza 20 settembre, abbiamo partecipato alla manifestazione delle\dei migranti, dietro lo striscione di femministe e lesbiche UNITE ALLE DONNE MIGRANTI, CONTRO IL RAZZISMO IL SESSISMO E LA VIOLENZA. Diverse compagne, provenienti da varie realtà, si sono unite allo striscione posizionato dietro a quello dell’ ASSOCIAZIONE DONNE SENEGALESI. Anche se sprovviste di megafono e di un'adeguata amplificazione abbiamo gridato fino a quando la voce ci ha sostenute. Gli slogan che hanno attraversato tutto il corteo: "siamo tutte sulla gru e non scendiamo più", "lotta dura senza paura", "tutte le donne gridano in coro mai più clandestine, precarie sul lavoro", "aprire le frontiere amplifica il piacere", "donne unite di tutto il mondo contro il maschilismo di ritorno". Molte realtà hanno aderito e partecipato, il Cordinamento migranti di Bo ed il Comitato 1° marzo hanno aperto la manifestazione ribadendo lungo il percorso i contenuti della manifestazione: lo svincolamento del permesso di soggiorno dal contratto di lavoro, la contrarietà alla legge bossi-fini ed all'istituzione del reato di clandestinità. E’ stata ripetuta l’esigenza di trovare un'unità dei migranti nella lotta e lo sciopero generale degli\lle immigrati\e da ripetere il primo marzo. Costantemente espressa è stata la solidarietà ai ragazzi immigrati che da giorni protestano sulla gru a Brescia contro la truffa dell’ultima sanatoria, e agli altri immigrati di milano, che da poco meno stanno sulla torre. Molti gli interventi delle donne dal microfono aperto, lucida l’analisi ed esplicita la rabbia.
La manifestazione ha sostato in piazza al suo arrivo, dato che erano giunte notizie delle cariche a Brescia in presidio permanente. Solo quando si è avuta notizia che a Brescia la situazione si era stabilizzata si è definitivamente sciolta la manifestazione rilanciando il proposito di tenere alta l’attenzione e l’iniziativa antirazzista e lo sciopero generale delle migranti e italiani\e insieme il prossimo 1° marzo.

Quelle che non ci stanno

14.11.10: piano di riordino reparti di ginecologia presentato oggi dal ministro

Creare mega reparti non è di per sè assicurare migliori prestazioni, certo gli ospedali più grandi dispongono di reparti di terapia intensiva e strumentazioni sofisticate, in genere non alla portata dei piccoli ospedali; d'altra parte le cronache, negli ultimi anni, ci hanno parlato di morti di parto perchè gli ospedali sono lontani, a volte non ci sono neanche ambulanze sufficienti, comunque si rende più disagevole per le donne ricorrere alla prevenzione e alle cure.
Inoltre, si parla di incentivare il parto naturale: il problema è assicurare la salute, ricorrendo alle migliori tecniche disponibili, se si comincia a parlare di incentivi ritorniamo alle "mostruosità" in ambito sanitario.
Troppo spesso di morti per parto si è parlato di recente: in diverse zone gli ospedali sono lontani, mancano consultori, ma, sopratutto, c'è una inversione di tendenza, in alcune zone: boom di nascite titolavano i giornali, nelle pagine milanesi, solo pochi mesi fa. E, allora, perchè questa "razionalizzazione" drastica ora? (stiamo ancora assistendo alle "razionalizzazioni" -cioè chiusure-decise solo pochi anni fa)

mfpr-milano
di seguito l'ansa

Punti nascita, il 30% rischia chiusura
Ok da ginecologi a piano riordino presentato da ministro Fazio

Punti nascita, il 30% rischia chiusura (ANSA) - MILANO, 14 NOV - Circa il 30% dei reparti di maternita' in Italia potrebbero chiudere se dovesse andare in porto la riforma del ministro della Salute Ferruccio Fazio. Il documento prevede infatti la chiusura dei punti nascita dove vengono effettuati meno di 500 parti all'anno e l'accorpamento di quelli con meno di mille nascite l'anno. La chiusura riguarderebbe 158 punti nascita su 559 nel Paese. Nel piano l'incentivazione anche economica del parto naturale oltre a garantire l'epidurale a tutte le donne.

Il padre di Carmela e L'Associazione "IoSòCarmela" aderiscono alla mobilitazione del mfpr di Taranto

Inviamo il comunicato di adesione alla mobilitazione del MFPR di Taranto contro le uccisioni e violenze sessuali contro le donne del 26 novembre, del padre di Carmela e dell'Associazione creata a Napoli "IoSòCarmela".

facciamo appello a tutte le compagne a leggerlo nelle iniziative che faranno per il 25 novembre.

MFPR Taranto
_________________________________________________________

Sarah & Carmela ... le due facce della stessa tristissima medaglia!

Taranto 25/26 Novembre 2011, per una "curiosa" coincidenza in queste giornate convergono 3 importanti note dolenti della nostra società, infatti, il 25 novembre è la giornata internazionale di lotta contro la violenza sessuale sulle donne, mentre il giorno dopo venerdì 26 novembre sono 3 mesi esatti dalla morte della piccola Sarah Scazzi di soli 15 anni e nello stesso giorno si celebra presso il Tribunale di Taranto il processo contro 3 degli stupratori della piccola Carmela Cirella di 13 anni uccisa anche lei dalla infinita cattiveria degli "uomini" e dalla "colpevole inadeguatezza" dell'operato delle istituzioni.

A Taranto il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario per quelle giornate ha indetto diverse manifestazioni alle quali ci ha invitato ad aderire tra cui anche quella di un presidio davanti al Tribunale di Taranto per chiedere quella giustizia che a Carmela ancora oggi a distanza di quasi 4 anni dalla sua morte le viene negata.

Nella veste di Presidente dell'Associazione per la tutela dei diritti di minori e famiglie "IoSòCarmela" nata proprio in virtù dei fatti accaduti a Carmela, ma anche nella veste di padre della piccola Carmela, aderisco e invito ad aderire tutti coloro che hanno a cuore i diritti dei minori principalmente per mettere in evidenza alcuni aspetti su come vengono diversamente trattati dai media e dalle istituzioni casi come quelli di Sarah e Carmela.

Su Sarah si sta esagerando in modo vergognoso, dando in pasto agli avvoltoi qualsiasi cosa possa solleticare la morbosa curiosità della gente, calpestando le più elementari norme scritte e non che regolano l'etica professionale qualunque essa sia, la dignità umana, il rispetto, la coscienza. Oltretutto questo showbusiness montato intorno alla piccola Sarah rischia di ostacolare notevolmente il lavoro degli investigatori dando (qualora ce ne fosse ulteriore bisogno) addirittura ai colpevoli la possibilità di nuovi spunti su cui fondare le loro tesi difensive.

Su Carmela al contrario, visto che non abbiamo dato a nessuno la possibilità di mercificare il nostro dolore, si sono totalmente spenti i riflettori, anche quando invece dovrebbero servire per far venire alla luce quanto di sporco c'è dietro la vicenda di Carmela che a tutt'oggi nè la magistratura riesce o vuole far emergere, nè tantomeno le Istituzioni dello Stato a partire dal Ministro della Giustizia Angelino Alfano rispondono come loro dovere alla nostra insistente richiesta di intervento.

QUESTE MANIFESTAZIONI A CUI COME SOPRA ACCENNATO ADERISCO UFFICIALMENTE, SONO SOLTANTO L'INIZIO DI UNA MIA PERSONALE PROTESTA, ENTRO NEL MERITO COME PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE CHE RAPPRESENTO PER FAR RISPETTARE I DIRITTI DELLA MINORE SARAH SCAZZI CHE DOPO ESSERE STATA UCCISA DALLA BARBARIE DEGLI "UOMINI" CONTINUA AD ESSERE OLTRAGGIATA DALLA LORO CUPIDIGIA CONTINUANDO AD ESSERE UCCISA OGNI GIORNO, OVVIAMENTE NEL CASO DI MIA FIGLIA CARMELA ESTENDO ANCHE ALLA MIA FIGURA DI GENITORE DELLA PICCOLA CARMELA CIRELLA IL MIO IMPEGNO ATTIVO E CONCRETO VOLTO AD OTTENERE DAL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA L'INTERVENTO DEI PROPRI ISPETTORI MIRATO A FAR EMERGERE QUELLE RESPONSABILITA' CHE A TUTT'OGGI NON SI VUOLE FAR VENIRE FUORI DA ADDEBBITARE A TUTTE LE ISTITUZIONI CHE SONO STATE COINVOLTE NELLA GESTIONE DEL CASO DI NOSTRA FIGLIA!

IL 5 OTTOBRE DELLO SCORSO ANNO MI SONO PERSONALMENTE RECATO A ROMA DAL MINISTRO PER ESSERE RICEVUTO, HO AVUTO LA PROMESSA DI TEMPESTIVO INTERESSAMENTO DA PARTE DEL SOTTOSEGRETARIO ALBERTI CASELLATI, A DI STANZA DI PIU' DI UN ANNO DA ALLORA NESSUNO HA MANTENUTO FEDE AGLI IMPEGNI PRESI, PERTANTO MI TROVO COSTRETTO A DOVER VALUTARE ANCHE LA POSSIBILITA' DI INIZIARE PROTESTE PACIFICHE MA ALLO STESSO TEMPO CLAMOROSE E VISIBILI .... VISTO CHE A QUANTO PARE NEL NOSTRO PAESE SI PUO' RICEVERE LA DOVEROSA ATTENZIONE DI CHI CI GOVERNA SOLO ED ESCLUSIVAMENTE FACENDO PUNTARE LORO I RIFLETTORI DEI MEDIA!

IL PRESIDENTE DI "IoSòCarmela"
ALFONSO FRASSANITO

Le lavoratrici OMSA invitano tutte le donne ad essere solidali con loro

Riceviamo dall'UDI di Napoli e volentieri pubblichiamo

Avevamo parlato sempre si sospensione del consumo, ma quando la rabbia è tanta e le prospettive sono abbandonate dalla politica, l'importante è la sostanza.
Proprio con l'avvicinarsi della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si ragiona, e non solo tra noi sulla relazione tra autodeterminazione, libertà dalla violenza e lavoro femminile. Per noi lavoro e basta, ma per la politica è un tema secondario, e quell'aggiunta "femminile" quasi sempre ha il significato di suggerire una minore importanza.
All'inocupazione, alla disoccupazione femminile, la risposta è spesso qualche fantasia creativa di improbabili progetti, che in alcuni casi giungono fino al paradosso della formazione al velinismo e alla seduzione professionale,
L'Italia non conosce (?) le sue donne: capifamiglia, sole per scelta ed orgogliosamente legate alla propria autonomia. Sarà per questo che queste lavoratrici sono così poco presenti nell'informazione?
Fare girare e non comprate.

Stefania



Le lavoratrici OMSA invitano ad essere solidali con loro, boicottando i marchi:

Philippe Matignon - Sisi - Omsa - Golden Lady - Hue Donna - Hue Uomo - Saltallegro - Saltallegro Bebè - Serenella

La stessa cosa è successa alle lavoratrici della Perla, che ora ha trasferito la produzione in Cina, della Mandarina Duck, ecc.
Anche se il nostro caro presidente del consiglio parla di segni positivi ho la netta impressione che quest'anno e i prossimi a venire saranno davvero disastrosi per l'Italia. Amiche e amici, vi porto via un po' di tempo raccontandovi quello che sta succedendo in questi giorni a Faenza, più o meno nell'indifferenza generale.
Lo stabilimento OMSA di Faenza (RA) sta per essere chiuso, non per mancanza di lavoro, ma per mettere in pratica una politica di delocalizzazione all'estero della produzione per maggiori guadagni. Il proprietario dell'OMSA, il signor Nerino Grassi, ha infatti deciso di spostare questo ramo di produzione in Serbia, dove ovviamente la manodopera, l'energia e il carico fiscale sono notevolmente più bassi.
Questa decisione porterà oltre 300 dipendenti, in maggior parte donne e non più giovanissime, a rimanere senza lavoro.
Le prospettive di impiego nel faentino sono scarse e le autorità hanno fatto poco e niente per incentivare Grassi a rimanere in Italia o per trovare soluzioni occupazionali alternative per i dipendenti, salvo poi spendere fiumi di parole di solidarietà adesso che non c'è più niente da fare. Da giorni le lavoratrici stanno presidiando i cancelli dell'azienda, al freddo, notte e giorno, in un tentativo disperato di impedire il trasferimento dei macchinari, (tentativo documentato anche da Striscia la Notizia sabato scorso, ma ad onor del vero il servizio è stato brevissimo e piuttosto superficiale). Trovo sempre più allucinante che in Italia non esistano leggi che possano proteggere i lavoratori dall'essere trattati come mere fonti di reddito da lasciare in mezzo a una strada non appena si profili all'orizzonte l'eventualità di un guadagno più facile. Le lavoratrici OMSA invitano tutte le donne ad essere solidali con loro,e vi sarebbero grate se voleste dare il vostro contributo alla campagna, anche solo girando questa mail a quante più persone potete se non altro per non alimentare l'indifferenza.
Le lavoratrici OMSA ringraziano quindi per l'aiuto e il supporto che vorrete dargli quali ennesime vittime di una legislazione che protegge sempre più gli interessi unicamente lucrativi degli imprenditori che non la vita e la condizione lavorativa dei dipendenti.


Maria Pia

Il pollo Amadori vale di più della salute di un'operaia, parola della UIL

All'Amadori scatta la rappresaglia padronale contro la Rete. Dal padrone? No, dal sindacato UIL che denuncia e ci vuole in Tribunale!

L'azione della Rete per la sicurezza sul lavoro all'Amadori di Cesena (quello dei polli/tacchini) ha evidentemente lasciato il segno. Non è questa volta il padrone direttamente a mettere in campo la rappresaglia ma lo fa attraverso il sindacato confederale nella persona di Scarponi, segretario provinciale della UIL che ha denunciato 3 attivisti per avergli offeso "l'onore e il decoro" durante la diffusione di un questionario tra le operaie.
Noi pensiamo invece che questo sindacalista abbia offeso l'onore e il decoro delle operaie di Amadori. I malori di 170 operaie sono state oggetto anche di alcune interpellanze al Consiglio Comunale di Cesena da parte di Davide Fabbri, Capogruppo Consiliare dei Verdi a Cesena che aveva denunciato:
"si è assistito nel corso del tempo - a partire da marzo 2007 ad oggi - a diversi malori di lavoratori all'interno dello stabilimento di San Vittore; in totale quasi 170 lavoratori hanno accusato preoccupanti situazioni di malessere a livello respiratorio e oculare (male alla testa, capogiri, gola secca, trachea irritata, irritazione agli occhi, bruciore alle narici, nausea, vomito); 37 di questi lavoratori hanno accusato sintomi gravi da dover ricorrere ad interventi del Pronto Soccorso dell'Ospedale; tali malesseri hanno provocato la chiusura per quattro giorni di alcuni reparti produttivi dell'Azienda Avi.Coop del Gruppo Amadori".
Nuovi malesseri tra i lavoratori dello stabilimento avicolo Amadori di Cesena, dopo i circa 170 casi analoghi del 2007. A denunciarlo e' il segretario nazionale della Flai-Cgil Antonio Mattioli che chiede la sospensione dell'attivita' lavorativa.
Siamo intervenuti in questa fabbrica proprio per questi motivi e per cercare di dare una soluzione al problema. Alle assemblee le stesse operaie hanno accusato i sindacati di essere assenti quando la gente sveniva o veniva lasciata a casa e hanno dovuto subire l'umiliazione di essere trattate come malate immaginarie.
Eppure, invece che rilanciare la mobilitazione degli operai per denunciare padron Amadori, mettere in sicurezza gli impianti, mettere in campo una lotta per non subire il ricatto occupazionale ("o lavorate in queste condizioni o sposto la produzione altrove!"), il sindacalista Scarponi ha pensato bene che il vero problema è chi denuncia la situazione e propone soluzioni, come noi della Rete e si pone a difesa degli interessi aziendali.
E' lo stesso Scarponi ad avere inviato ai suoi iscritti una lettera sull'accaduto davanti ai cancelli che è stata riportata da alcuni giornali locali il 16 luglio 2008 ("rissa sindacale all'Amadori") in cui si dichiara sorpreso per una assemblea della Flai-Cgil perchè "i problemi aziendali dell'Amadori dovrebbero essere affrontati con la massima azione unitaria" e poi afferma: "non si tratta nè di rissa, nè di pugni, nè di altro; si è solamente alzato il tono della voce e sono volate sicuramente alcune parole grosse ma niente di più".
Invece ha tirato dritto e sporto denuncia.
Il giorno dell'udienza (26/01/2011), ovviamente, renderemo pubblico tutto questo e invitiamo la stampa locale ad essere presente.
Di seguito riportiamo un volantino con le proposte che abbiamo fatto come Rete.


IL POLLO VALE DI PIU' DELLA SALUTE DI UNA OPERAIA?

No, padron Amadori, lei non ha alcun diritto di continuare a peggiorare la salute delle operaie, di minimizzare la situazione, di ricattarle, di lasciarle a casa se denunciano malori.
Questi operai, di cui la grande maggioranza sono donne, si alzano alle 4 del mattino per uno straccio di salario che serve a mantenere le loro famiglie e sono stanche di essere sfruttate in quell'inferno di esalazioni nocive da fabbrica da "Terzo mondo" e stanche pure di essere prese in giro dai medici dell'Ausl che coprono le responsabilità del padrone.


Operaie e operai, il padrone dei polli vi ha messo in condizione di perdere la vostra salute, giorno per giorno. Più i suoi profitti aumentano più aumentano le vostre malattie sia fisiche che psichiche legate al processo produttivo.
Rivendicare diritti in questa Azienda significa subire il terrorismo padronale e l'umiliazione di medici che vi addossano la responsabilità di tutto, negando legame tra il peggioramento delle vostre condizioni di salute con il processo lavorativo, addirittura arrivando ad affermare che le patologie di cui soffrite sono imputabili ai vostri stili di vita!
Tanta è la rabbia e l'indignazione che adesso si deve trasformare in iniziative a tutela della salute delle operaie e degli operai.

Chi dovrebbe fare il suo mestiere non lo fa, dimostrando di avere più a cuore gli interessi padronali: quando le operaie non ce la fanno più a lavorare in ambienti nocivi e per i carichi di lavoro i sindacati confederali e gli Rls sono completamente assenti e gli organi di vigilanza e controllo dell'Ausl danno ragione all'Azienda.
Quindi:
noi della Rete Nazionale per la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro faremo una perizia indipendente per dimostrare che le malattie sono dovute alle condizioni di lavoro. Pertanto invitiamo le operaie a contattarci anche in forma anonima.
Vogliamo conoscere e informarvi sugli elementi nocivi che mettono a rischio la vostra salute.
Vogliamo la messa in sicurezza degli impianti
Vogliamo le dimissioni dei medici dell'Ausl di Cesena e il ripristino delle competenze dell'Ispettorato del Lavoro.
Vogliamo le dimissioni delle RSU ed Rls
E' necessaria l'elezione diretta da parte degli operai di nuovi Rls, non nominati dalle burocrazie confederali.
E' necessario uno sciopero autorganizzato che blocchi la produzione a sostegno di questa vertenza


Art. 9 dello Statuto del Lavoratori:
"i lavoratori, mediante le loro rappresentanze, hanno diritto di controllare l'applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e di promuovere la ricerca, l'elaborazione e l'attuazione di tutte le misure idonee a tutelare la loro salute e la loro integrità fisica"


Rete Nazionale per la sicurezza sul lavoro- Ravenna
tel. 339/8911853 e mail: cobasravenna@ libero.it

vai alla rassegna di Doriana Goracci

21/11/10

LA LEGGE TARZIA E’ VIOLENZA SULLE DONNE GIU’ LE MANI DAI CONSULTORI!

LA LEGGE TARZIA E’ VIOLENZA SULLE DONNE
GIU’ LE MANI DAI CONSULTORI!
Giustifica
La proposta di legge regionale di riforma dei consultori, presentata dalla consigliera Pdl Tarzia al consiglio regionale del Lazio, è un attacco alla libertà e alla salute delle donne e degli utenti che ne usufruiscono. E’ una proposta di legge fondamentalista che intende trasformare i consultori – conquistati con le lotte dalle donne – in centri di ispirazione antiabortista.

Ancora una volta si tenta di distruggere il Consultorio familiare e di tagliare un altro pezzo di servizio pubblico, privatizzandolo e aprendone la gestione a associazioni pro-life.
Ancora una volta, si attacca la legge 194 e la libertà di scelta delle donne attribuendo al feto personalità giuridica.
Rischia quindi di cancellare definitivamente le finalità di questi servizi: la prevenzione, l’informazione e la tutela della salute nel rispetto della libertà di tutte le donne, in particolare quelle socialmente più fragili: giovani, precarie, migranti.
La proposta di legge Tarzia nulla ha a che fare con i bisogni di donne, uomini, bambini e bambine, ma intenzionalmente vuole distruggere il patrimonio di conoscenza e di pratiche che i Consultori hanno prodotto in questi trenta e più anni di attività.
Le precarie, le studentesse, le migranti vogliono servizi pubblici diffusi, accessibili e sicuri, difendono la propria autodeterminazione e non accettano ricatti.

Invitiamo tutte le donne a partecipare alla seduta straordinaria del consiglio del III municipio sulla proposta Tarzia per chiedere alle istituzioni di sostenere con atti concreti la difesa dei consultori pubblici, la libertà di scelta e la salute delle donne.

MERCOLEDI 24 NOVEMBRE H 15
AULA CONSILIARE DEL MUNICIPIO III – VIA GOITO 35

LIBERE DI SCEGLIERE, PRONTE A REAGIRE!


Coordinamento delle donne contro la proposta di legge Tarzia

11/11/10

forum famiglia: il lavoro comincia adesso!

Si è chiuso ieri la Conferenza nazionale delle famiglie, a milano.


DIO PATRIA FAMIGLIA


E' il sindaco di Roma Alemanno a rendere chiaro ed esplicito il ruolo di questa Conferenza con la sua proposta di aumentare la pressione fiscale sui single, la memoria va, naturalmente, immediatamente alla tassa sul celibato del ventannio fascista. Salvo, poi, cercare di correggere il tiro e parlare di aumenti degli sgravi alle famiglie con più figli, ma, nonostante la “correzione” del tiro, rimane il senso ideologico, pratico e politico di questa conferenza. Non è una novità, negli anni su molti temi sulla concezione delle donne e del loro ruolo nella famiglia, nella società amministrazioni locali e nazionali hanno “sparato” proposte per vedere le reazioni, preparare il terreno in attesa di tempi migliori-dalla culla alla tomba- spandere a piene mani un humus reazionario, maschilista: la conferenza della famiglia è un passo avanti in tal senso.


Da giorni tra le news del forum delle famiglie campeggiano le indicazioni del papa nell'udienza generale del 27 ottobre-“GRAZIE ALLE DONNE PER LA LORO SPIRITUALITA' CONIUGALE” - e sul ruolo delle donne nella famiglia di cura, amore, dedizione.


UN PENSIERO FORTE PER UNA FAMIGLIA FORTE: si legge in uno dei comunicati stampa della conferenza e, ancora,”... Sono stati riaffermati con forza e chiarezza la centralità della famiglia, la sua soggettività sociale e la sua identità (fondata sull’art. 29 della Costituzione, ma anche sugli artt. 2,3 30, 31, 37 tra gli altri), la necessità di politiche promozionali “specificamente familiari”, non settoriali, non basate sugli individui, la priorità ed urgenza della riforma fiscale “a misura di famiglia”....” e sempre da un comunicato stampa:”LA FAMIGLIA AL CENTRO DELL’AGENDA POLITICA...E non si parla di una famiglia qualsiasi pronta a comprendere tutto ed il contrario di tutto: l’identità è chiara e l’assunto, ribadito da tutti gli ospiti che il punto di riferimento non può che essere l’articolo 29 della Costituzione tranquillizza le associazioni familiari.” e IL LAVORO COMINCIA ADESSO, si afferma nel comunicato stampa finale.


Se le associazioni familiari si sentono tranquillizzate, non possono di certo esserlo le donne!


Alla conferenza delle famiglie anche il presidente Inps Antonio Mastrapasqua: Per le donne l'età pensionabile non aumenti”

L'ipotesi di aumentare l'età pensionabile delle donne che lavorano è stata bocciata senza appello da Antonio Mastrapasqua:”Sarebbe discriminatorio”. Il presidente dell' Inps l'ha sottolineato ieri, intervenendo alla conferenza nazionale della Famiglia. “Credo non si possa e non si debba fare nessun intervento, perchè sarebbe una discriminazione al contrario -ha precisato mastrapasqua- L'80% delle donne che lavora va in pensione di vecchiaia e non di anzianità” Il presidente dell' Inps ha motivato la sua tesi snocciolando alcuni dati: l'80% degli uomini raggiunge l'obiettivo sulla pensione di anzianità e il 20% quella di vecchiaia. Per le donne la situazione appare rovesciata, dato che solo il 20% giunge ad ottenere la pensione di anzianità” Questo il trafiletto riportato a fianco dei dati Istat pubblicati sui dati del biennio 2008-09, confermando come il lavoro di cura in famiglia ricade per il 76,2% sulle donne, anzi, questo dato tende ad aumentare.


Anche per noi, il lavoro comincia adesso!

Mfpr-milano

11 novembre