16/11/09

Perché andrò a Montalto

    Montalto è come il paese della mia adolescenza. Avevamo 13 anni e un padre che ci prendeva a cinghiate ed ombrellate se ci scopriva al bar ad ascoltare musica e un nonno che ci faceva sedere sulle sue gambe per masturbarsi e un padre che ci faceva una piazzata se salutavamo i nostri amici con un bacio sulle labbra perchè lui ne aveva l'esclusiva, lui sì che poteva infilarci anche la lingua.

    Avevamo 13 anni e delle madri che chiudevano entrambi gli occhi quando i nostri parenti ci usavano violenza e dei paesani che ci tendevano imboscate quando non eravamo a scuola o chiuse in casa per cercare di farci la festa e dei compagni di scuola che ci mettevano le mani addosso quando eravamo in classe, sotto lo sguardo e le risate e le beffe di tutti.

    Avevamo 13 anni quando con le amiche ci sedevamo sulle scale della chiesa con "Ciao2001" a cantare, a sognare, a reinventare il futuro, a parlare di amore, di morte e di rivoluzione quando arrivava la perpetua del prete e ci scacciava dal "sacramento" dandoci delle "brutte svergognate", ossia puttane.

    Avevamo 13 anni quando una madre, preoccupata per quello che si diceva in giro di noi (eravamo troppo libere) e per le conseguenze che potevano derivarne (stupri e molestie di branco come punizione della nostra "civile società") si rivolse ai carabinieri per dissuadere i potenziali stupratori.

    Avevamo 13 anni quando questi carabinieri, insieme ai "potenziali stupratori", di cui uno figlio di carabiniere e ora digossino, vennero in borghese a molestarci e a minacciarci perchè non eravamo gentili con loro.

    Quella fu la prima volta che mi sentii dare della "terrorista" da un carabiniere, amico e padre di "potenziali stupratori" perchè non ero gentile con loro e mi ribellavo all'autorità.

    Sono fuggita da quel paese ostile perchè non ho incontrato solidarietà e con essa la forza collettiva di cambiarlo.

    Delle mie amiche sono stata l'unica che ha cercato di liberarsi, poche altre sono riuscite ad emanciparsi molte hanno accettato le "regole", si sono sposate e chiuse in casa, si sono chiuse la bocca perchè non hanno incontrato solidarietà.

    PIUTTOSTO CHE FARE L'ENNESIMA PROCESSIONE CIVILE A ROMA ANDRO' A MONTALTO, ARMATA FINO AI DENTI DI TUTTA LA MIA RABBIA QUELLA CHE A 13 ANNI MI HA FATTO GUADAGNARE IL TITOLO DI TERRORISTA

    perchè è della solidarietà fisica che le giovani donne di Montalto hanno bisogno non della nostra "civile società".

Luigia

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