09/03/09

Taranto verso l'8 marzo e lo sciopero delle donne

VENERDI' 6 MARZO A TARANTO
Nonostante il tempo molto brutto, circa 30 lavoratrici delle ditte di pulizia hanno manifestato nella piazza del Comune. Vi erano le lavoratrici delle pulizie degli uffici comunali, una buona parte delle quali a fine mese rischiano di essere licenziate. Le lavoratrici hanno denunciato che non è solo il lavoro MA E' TUTTA LA NOSTRA VITA CHE VIENE RESA PRECARIA! Ci costringono a difendere anche la miseria di un salario di 500 euro al mese. Una lavoratrice ha detto ai rappresentanti del Comune: GUARDATE CHE IL 31 MARZO LA NOSTRA CASA DIVENTA IL COMUNE, nel senso che ve lo occupiamo! Vi erano lavoratrici delle pulizie degli asili comunali, per cui alla precarietà del contratto di lavoro si aggiunge un'altra precarietà quasi quotidiana, vengono trasferite da scuola a scuola dalla ditta per coprire rilevanti carenze o sono chiamate a fare sempre più spesso sostituzioni, a volte comunicate nella stessa giornata; situazione che, tenendo conto che le lavoratrici hanno sulle loro spalle sempre il problema di organizzarsi il tempo lavoro e tempo vita, di sistemare figli anche piccoli, significa una rincorsa, uno stress permanente. Vi erano le lavoratrici delle pulizie delle scuole statali, in cui proprio in questi giorni il governo ha ridotto i fondi per i servizi di pulizia da 370 milioni a 110 milioni di euro l'anno. Questo vuol dire in tutt'Italia tagli per 16 mila lavoratori di cui la stragrande maggioranza sono donne, con figli a carico, spesso sole. A Taranto abbiamo già subito un pesante taglio dei fondi se passassero questi ulteriori tagli, per le donne, molte non giovanissime, soprattutto in questo tempo di crisi, vorrebbe dire non avere alcuna possibilità di trovare un altro lavoro. Per questo le lavoratrici hanno gridato: Nessuno può permettersi di "celebrarci" ipocritamente l'8 marzo e affossarci gli altri 364 giorni! Nel corso della manifestazione vi è stato un momento di assemblea in cui si è parlato dello "sciopero delle donne", visto come necessario, inevitabile, ma anche come espressione della più forte determinazione delle donne, portata nelle lotte.
SABATO 7 MARZO ALLA FIAT DI MELFI
Al cambio turno alla Fiat Sata vi è stato volantinaggio dell'appello "Per uno sciopero delle donne". Questa iniziativa ha, tra l'altro, coinciso con il primo sabato di straordinari imposti dalla Fiat e accettati da Fim e Uilm, Fismic, dopo un lungo periodo di cassintegrazione, che ha riproposto il paradosso, ma pienamente interna alla logica dei padroni, che - come denunciavano delle operaie - ora ti chiedono di ammazzarti di lavoro, ma più produci e più rischi tra un pò di andare di nuovo in cassintegrazione; una cig che per le donne può significare "ritorno a casa", a subire per prime licenziamenti strutturali. Questo nelle fabbriche come la Fiat Sata si unisce alla pesantezza delle condizioni di lavoro, in cui alle vecchie condizioni fondate su ripetitività, parcellizzazione, su aumento dell'orario, si sommano le nuove fondate su aumento e nuovi i ritmi produttivi, pesantezza dei turni di lavoro, e ora straordinario. La fatica si somma alla precarietà del futuro, allo stress psicofisico del doppio lavoro per le donne, dentro la fabbrica e in casa. L'appello per uno sciopero delle donne, in questo senso, ha costituito una positiva novità.
LE INIZIATIVE CONTINUANO OGGI, 8 MARZO, CON UN SIT IN AL CENTRO CITTA' DI TARANTO, IN CUI ALLO SCIOPERO DELLE DONNE UNIAMO LA DENUNCIA CONTRO LA VIOLENZA SESSUALE E L'USO STRUMENTALE DI ESSA DA PARTE DEL GOVERNO.

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario - TARANTO

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