05/02/09

Sabato 7 febbraio 2009 a ROMA

Sabato 7 febbraio 2009 a ROMA - TEATRO AMBRA JOVINELLI
Via G. Pepe (Stazione TERMINI) - Dalle ore 9,30 alle ore 14.00- In occasione della 2a assemblea nazionale dei delegati del sindacalismo di base

PORTIAMO LA VOCE DELLE LAVORATRICI!

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO
NOI A CASA NON CI TORNIAMO!

non più in retroguardia ma in prima fila, nelle piazze come nelle assemblee sindacali

PER UNO SCIOPERO DELLE DONNE!


I provvedimenti a raffica di questi mesi, la recente proposta di innalzamento dell’età pensionabile, la legge Gelmini contro lavoratrici della scuola, madri e studentesse, gli accordi discriminatori su salari all'insegna “a pari lavoro, meno salario”, sulle assunzioni, le illegali dimissioni in bianco per “liberarsi” di donne in maternità; l'accordo azienda/sindacati confederali dell'Alitalia che si pone come pericoloso modello pilota di nuovi attacchi a diritti fondamentali, nuove discriminazioni che colpiscono e vogliono far tornare indietro soprattutto le donne; la cassintegrazione anticamera soprattutto per le donne della perdita definitiva del lavoro e i licenziamenti in aumento delle operaie dalle grandi fabbriche alle piccole, tra le lavoratrici precarie nei call center; la pesante condizione delle tante donne immigrate che sono il simbolo della precarietà e dello sfruttamento fin a forme di schiavismo, tutto questo è parte di un attacco sempre più pesante alle donne che viene portato avanti da parte del governo e dei padroni e mostra che le donne sono le prime a pagare la crisi.
Ma non subiamo solo peggioramenti alle nostre condizioni di lavoro. Per noi donne tutto questo si traduce immediatamente in peggioramento delle nostre condizioni di vita: i tagli dei servizi sociali vengono scaricati su di noi, aumenta il lavoro di cura, ci vogliono rinchiudere di più in casa al servizio della famiglia e ci tolgono quel minimo di indipendenza che costituisce il lavoro esterno. Ma anche sui posti di lavoro questi attacchi si traducono anche in un clima più oppressivo, ricattatorio, che spesso per noi donne ha il drammatico volto del mobbing, delle molestie sessuali, fino a violenze sessuali da parte di padroni, capi, ecc.

In questo senso l’attacco alla nostra vita è doppio, non solo economico ma anche ideologico, e mira a riaffermare costantemente la posizione di “debolezza” e subalternità delle donne in questa società capitalista, la condizione di oppressione in una famiglia che il sistema vuole sempre più non solo come “ammortizzatore sociale” ma anche come strumento di controllo della nostra vita e, per questo, principale luogo di violenza e di uccisioni di donne. Dati statistici rilevano che le violenze domestiche sono in continuo aumento, mentre gli stupri commessi da sconosciuti sono diminuiti, ma si tacciono le prime e si dà enorme rilevanza mediatica ai secondi per militarizzare il territorio e distrarre l’opinione pubblica dalla crisi. Eppure c’è una relazione diretta tra aumento delle misure di “sicurezza” e aumento degli stupri e della violenza sulle donne e in questo senso vanno lette le ultime politiche securitarie, fasciste e razziste sui corpi delle donne. Anche la recente proposta del Vaticano riguardo lo "stipendio mensile alle donne casalinghe", è volta proprio a farci tornare indietro, tra le pareti domestiche - e ci aspettiamo da un momento all'altro una ripresa alla grande dell'attacco al diritto d'aborto.
Sono questi attacchi ai diritti, alle nostre condizioni di lavoro, alla nostra vita che alimentano quel clima culturale e ideologico di sopraffazione, di disprezzo per la vita delle donne, di sub cultura maschilista che costituisce il miglior humus per le violenze sessuali.
Noi donne, noi lavoratrici, noi precarie, noi immigrate, noi licenziate, disoccupate, noi universitarie, Noi oggi diciamo forte NO!

E’ ora che noi donne prendiamo il posto in “PRIMA FILA” nella lotta contro padroni, governo e il loro marcio sistema che vuole scaricare ancor di più su di noi la crisi globale.
E’ ora più che mai necessario e urgente che come donne, unite, affermiamo una nuova lotta che intreccia la questione di classe alla questione di genere, che sia inconciliabile e radicale.
Una lotta per affermare, in maniera indipendente, il punto di vista delle donne in tutti gli ambiti e il nostro protagonismo la nostra doppia determinazione.

ORGANIZZIAMO UNO SCIOPERO DELLE DONNE!

Uno sciopero per la prima volta al femminile, perchè costruito autonomamente dalle lavoratrici, dalle operaie, dalle precarie, dalle disoccupate, dalle giovani e perché ha nelle sue ragioni, nella sua piattaforma l'insieme della condizione di lavoro e di vita delle donne. Una novità, una rottura inaspettata da parte di padroni, governo, vaticano, maschi, sindacato, e gli stessi lavoratori.
Chiamiamo tutte a raccoglierlo e farlo proprio e ad organizzarci per realizzarlo.
Invitiamo le delegate Rsu a costruirlo insieme a livello nazionale e nei vari posti di lavoro.

Tavolo 4 “Lavoro/precarietà/reddito” della Rete sommosse
per metterci in contatto: tavolo4flat@inventati.org – 3475301704

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