30/01/09

La folgore in Somalia ce lo ha insegnato...


PER OGNI BELLA DONNA
CI VUOLE UN SOLDATO

LA FOLGORE, IN SOMALIA, LO HA INSEGNATO


giugno 1997: Panorama pubblica alcune foto che ritraggono parà mentre torturano o violentano

gennaio 2009: dopo gli ultimi stupri il governo vuole 30.000 militari in servizio di ordine pubblico

Avete deciso di aumentare i militari? fatelo, ma non adoperate le donne come scudi umani: è una scusante che non regge per almeno due evidentissime ragioni. La prima, la più lampante, è che i militari e gli eserciti hanno praticato e praticano DA SEMPRE lo stupro come arma da guer
ra; l'altra è che l’esercito non serve perché ogni società patriarcale o capitalista vede comunque, sempre, la sottomissione dei settori più indifesi della società.
Attente donne che ci troveremo con il braccialetto elettronico per "proteggerci". Del resto non fanno tutto per proteggerci sempre? dal Papa all'ultimo cavaliere?

Non stiamo a ripetere le cifre, che sono stranote: che i casi di violenze e stupri avvengono quasi tutti in FAMIGLIA è un dato di fatto acquisito.
Il degrado, la miseria, la disperazione, trova la valvola di sfogo bella e pronta: l'hanno fatta apposta per questo la famiglia! Con donna, moglie, figlia, sorella...e bistrattati bambini.

Mandate il mondo in rovina per il vostro profitto e vorreste proporvi come i salvatori dalle nefandezze? Voi che, padroni di questo Sistema, siete la causa di TUTTE le nefandezze?
Le donne non vogliono essere carne da macello per gli stupratori e nemmeno per i vostri più truci progetti securitari

Spazio di documentazione Il grimaldello

L’Avamposto degli incompatibili

28/01/09

BASTA CON LA VIOLENZA SESSUALE CONTRO LE DONNE

BASTA CON LA VIOLENZA SESSUALE CONTRO LE DONNE

NO ALLA VIOLENZA DELLA "SICUREZZA" DI QUESTO STATO DI POLIZIA, FASCISTA, RAZZISTA

COSTRUIAMO CON LA NOSTRA ORGANIZZAZIONE, UNITA', LOTTA UN CONTROPOTERE DI DONNE SUL TERRITORIO

Dopo le terribili violenze sessuali dei giorni scorsi, la risposta di Berlusconi, Alemanno, la campagna dei principali mass media, auspicano solo misure di controllo e restrittive della libertà delle donne, che si tradurrebbero in un'altrettanta e inaccettabile “violenza sistemica”, che di fatto considera le donne, la loro vita normale l'imput delle violenze.

Dovremmo andare in giro sempre accompagnate da maschi, meglio se militari o poliziotti - di cui potremmo raccontare decine e decine di episodi di loro violenze, stupri;

Dovremmo tornare presto a casa, uscire meno - e tacciano sul fatto che negli stessi giorni delle violenze sessuali due donne sono state uccise in casa dai mariti e che il 70% delle violenze avviene in famiglia e da maschi italianissimi

Questo governo usa strumentalmente le violenze sessuali per imporre nei quartieri, che lasciano sempre e comunque degradati, una massiccia presenza di militari, per fare piazza pulita di tutti gli immigrati, per lasciare che i fascisti facciano il lavoro sporco e si rafforzino nelle città.

Delle donne non gliene importa niente, basta pensare che contemporaneamente hanno liberato lo stupratore, italiano, che a capodanno ha violentato una ragazza.


NON PERMETTIAMO DI FARCI PASSARE DA VIOLENTATE A CONTROLLATE, “IMPRIGIONATE”.

NON PERMETTIAMO CHE SULLE DONNE, QUESTO SISTEMA FACCIA UN PASSO AVANTI NELLA MARCIA VERSO IL MODERNO FASCISMO.

Il clima securitario, le misure di “sicurezza”, da “ordine pubblico” che hanno come bersaglio principale gli immigrati, che mettono sotto controllo le città, desertificandole, sono il miglior humus delle violenze; creano un clima oscurantista sempre ideale per la coltivazione di idee e pratiche fasciste, maschiliste, di sopraffazione; creano città “sotto controllo” invivibili che diventano terreno pericoloso soprattutto per le donne; c’è un rapporto diretto tra aumento delle misure di “sicurezza” e l’aumento degli stupri, delle uccisioni delle donne.

Questo sistema sociale capitalista, con i suoi attacchi, peggioramento delle nostre vite, negazione dei nostri diritti, aumento dello sfruttamento e oppressione, con la sua propaganda di cultura e ideologia maschilista, da moderno medioevo contro le donne, non è la “soluzione” ma la causa delle violenze sessuali.

UN ALTRA LOTTA CONTRO LE VIOLENZE SESSUALI È POSSIBILE SE NOI DONNE CI UNIAMO, CI ORGANIZZIAMO, IMPONIAMO LA NOSTRA PRESENZA COLLETTIVA, LA NOSTRA FORZA E IDEOLOGIA.

Così è avvenuto nei momenti alti della lotta delle donne.

NON DELEGHIAMO LA LOTTA CONTRO LE VIOLENZE SESSUALI E I VIOLENTATORI.

SVILUPPIAMO NEI QUARTIERI, NELLE ZONE, UN NOSTRO CONTROPOTERE “ILLUMINIAMO”, FACCIAMO VIVERE I QUARTIERI, LE CITTA' CON LA NOSTRA PRESENZA ORGANIZZATA.

NON FACCIAMOCI RINCHIUDERE NELLE CASE, USCIAMO, UNIAMOCI PER LOTTARE CONTRO L'INTERO SISTEMA SOCIALE.

Movimento femminista proletario Rivoluzionario
mfpr@fastwebnet.it

27/01/09

Manifestazione nazionale a taranto il 18 aprile

"Proposta che sarà portata il 7 febbraio a Roma all'assemblea nazionale di cub-cobas sdl"

Comunicato rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro

In un clima di grande unità e partecipazione da tutte le realtà operaie e associative italiane si è tenuta l'assemblea nazionale della rete nazionale per la sicurezza sui
posti di lavoro.
Sono state prese importanti decisioni dopo la manifestazione del 6 dicembre, 5000 in piazza a Torino il 18 aprile tutti a taranto in una grande manifestazione nazionale contro le morti sul lavoro l'attacco alla salute operaia e popolare, l'inquinamento.
Una manifestazione da costruire città per città, posto di lavoro per posti di lavoro, con l'adesione dei sindacati di base e di classe- proposta che sarà portata il 7 febbraio a roma all'assemblea nazionale di cub-cobas sdl - con la chiamata a raccolta degli operai, rls, fiom nazionale e locale.- partecipazione con uno spezzone, piattaforma e proposta allo sciopero e alla manifestazione del 13 febbraio a Roma- con la costruzione unitaria della partecipazione operaia, popolare, associativa di taranto e di tutta la puglia- un cartello specifico di tutte le realtà tarantine e pugliesi per la promozione della manifestazione del 18 aprile sarà costruito nelle prossime settimane con riunioni a Taranto, Brindisi e a livello regionale-. Altre decisioni hanno riguardato:
- proseguire il lavoro e il percorso per uno sciopero generale nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro contro precarietà sfruttamento, attacco al testo unico- attacco alla contrattazione nazionale- diritti degli immigrati
- sostenere con più forza e iniziative la lotta contro la repressione, i licenziamenti politici degli rls e dei lavoratori avanzati a partire da Deangelis,, Pianeta,operai e delegati fiat sata e gruppo fiat in genere, palumbo fincantieri Palermo, operai Marghera...
- sostenere la battaglia per gli rls, generalizzando accordi avanzati- vedi brollo marcegaglia - rafforzare i poteri e riformare il sistema elettorale degli rls.costruire l'election day
- organizzare una manifestazione nazionale al parlamento dei familiari e dei soggetti interessati alla prevenzione e al rispetto delle leggi
- organizzare un convegno- manifestazione sull'amianto a casale monferrato infine sviluppare la struttura organizzativa della rete con un coordinamento rappresentativo per renderla più collettiva, più operativa per allargarla ovunque- rafforzare e costruire la presenza territoriale autorganizzata e diffusa

Il resoconto della riunione appena sbobinato sarà messo a disposizione di tutti

24 gennaio 2009 - rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
coordinamento nazionale
bastamortesullavoro@domeus.it

26/01/09

Lampedusa: donne migranti in sciopero della fame


LAMPEDUSA (AGRIGENTO) - Cominciano a scarseggiare i viveri all'interno del Cpa di Lampedusa. Durante la notte due aerei dell'Aeronautica militare hanno portato pasta, riso, acqua e prodotti surgelati per far fronte alle prime necessità. La situazione è resa più grave dal fatto che la nave che, da Porto Empedocle porta le scorte di cibo, ogni lunedì, oggi non potrà attraccare sull'isola a causa del forte vento che soffia da ieri. Durante la notte i carabinieri hanno rintracciato otto extracomunitari che si erano allontanati, insieme ad altri mille migranti, dal Cpa, sabato scorso. Secondo i militari non ci sarebbero più immigrati liberi sull'isola. Al momento all'interno del Centro di accoglienza ci sono 1.318 maschi e due donne ricoverate in infermeria, una con ustioni alle gambe, l'altra, una giovane tunisina, con una gravidanza a rischio. Nella struttura opera una equipe di sei medici. Nella l'ex base navale Loran, che sarà adibita a Centro di identificazione ed espulsione, sono state trasferite 78 extra comunitarie. Sedici, 12 tunisine e quattro marocchine, ieri hanno cominciato lo sciopero della fame per timore di essere rimpatriate. Nella struttura ci sono anche diverse nigeriane, alcune delle quali richiedenti asilo politico. Ieri un gruppo di africane ha fatto lezione di italiano e giocato a tombola con il personale del Centro.
26.01.09 _ Fonte ansa

25/01/09

Berlusconi: "stupri inevitabili"

Berlusconi ha una soluzione per tutte noi:
  1. per le belle ragazze italiane ha un militare
  2. per quelle straniere ha gli stupratori
  3. per le precarie ha un buon matrimonio
  4. se poi il marito, o il fratello o il figlio dà loro qualche buona accettata chi se ne frega: i panni sporchi si lavano nella sacra famiglia!
23,24,25 gennaio 2009, un concentrato di barbarie e femminicidi e oltre al danno le beffe di Berlusconi:

SASSARI. "Stupri inevitabili, servono tanti soldati quante sono le belle ragazze italiane, non ce la faremmo mai...". Silvio Berlusconi torna con una frase shock sulla necessità di dispiegare i militari sul territorio nazionale per difendere l'ordine pubblico: "Dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle ragazze italiane, credo che non ce la faremmo mai..." (Repubblica). "Aumentare la presenza dei militari per la sicurezza - afferma Silvio Berlusconi - può essere un modo di dare ai militari stessi un sentimento di utilità perché non si sentano solo dei guardiani nel deserto dei Tartari" (L'unione sarda)

ROMA. Tuscolano, uccide a coltellate madre e sorella per motivi economici. Massacrate, colpite ripetutamente con ferocia e lasciate in un mare di sangue che esce dalla porta di casa e bagna il pianerottolo al quinto piano di un appartamento del Tuscolano, via Calpurnio Fiamma 33. È accaduto ieri mattina a Ida Marmini, di 72 anni, e alla figlia Anna Maria Vezzani, 49 anni, uccise dal fratello e figlio Stefano Vezzani, 41 anni, «un tipo normale, alto neanche un metro e ottanta, occhi scuri, un po´ pelato, che era stato buttato fuori di casa dalla madre già da una decina di anni»...(Repubblica)

PALERMO. Un padre approfitta dell’assenza della moglie per tentare l’abuso sulla figlia appena dodicenne. La ragazzina, però, ha raccontato tutto e l’uomo è finito in carcere. Secondo quanto ricostruito dalla stessa ragazza, il padre, approfittando dell'assenza della moglie in ospedale per accudire un altro figlio, ha tentato di violentare la figlia piccola, ma la bambina e' riuscita ad evitare il peggio. L'episodio si sarebbe ripetuto piu' volte A Termini Imerese. Fino a quando la madre della bambina si e' accorta che qualcosa non andava perche' la piccola vittima era triste e piangeva spesso. Solo dopo tempo e' riuscita a fare parlare la figlia che si e' sfogata raccontando quanto era accaduto. La madre non ha raccontato nulla per molto tempo temendo ritorsioni del marito da cui si era allontanata nel frattempo. L'intervento della psicologa infantile ha convinto la madre a parlare e denunciare tutto. Dopo i risocntri del caso e la conferma della bambina e' scattato l'arresto emesso dal gip di Termini Imerese.

BRESCIA. Una ragazza di 19 anni è stata violentata in casa da tre sconosciuti. La donna, di origine romena, aveva aperto la porta per il mancato funzionamento del citofono ma, invece del fidanzato, sulla soglie c’erano tre uomini che l’hanno picchiata e stuprata. Pur dolorante, la giovane immigrata, sfruttando una distrazione dei violentatori, è corsa fuori dall'abitazione, salendo su un taxi, chiedendo all'autista di partire subito. Quando questi ha capito cosa era accaduto ha chiamato il 112 e ha accompagnato la giovane al Comando provinciale dell'Arma. Due degli aggressori sono stati trovati in un piccolo parco nella zona e subito bloccati. Il terzo è stato invece preso alla stazione ferroviaria di Brescia dove stava per prendere un treno per raggiungere Trento, dove vive.

UDINE. La polizia ferroviaria ha arrestato un italiano e un tunisino, avevano molestato una donna presente nell'atrio della stazione. Grazie alla denuncia della donna e ai filmati registrati dalle telecamere a circuito chiuso che hanno immortalato l'intera vicenda, il personale della polfer ha rintracciato i due giovani all'esterno della stazione.

GENOVA. Una donna di 30 anni ha denunciato alla polizia di essere stata aggredita, violentata e rapinata nel centro storico di Genova. Lo stupro sarebbe avvenuto alle 2 della notte tra venerdì e sabato della scorsa settimana.

NAPOLI. Ha violentato, per anni, le figlie di sua sorella, due bimbe di 8 e 5 anni: gli agenti della IV sezione minori della Squadra Mobile di Napoli lo hanno arrestato. Contro di lui, S.E, oggi 28 anni e all'epoca dei fatti 23enne, gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale continuata. L'uomo che, a Poggioerale, alla periferia di Napoli, viveva insieme a sua sorella, di notte, prendeva, a turno, le bimbe dal loro letto e le portava nel suo per abusare di loro: una violenza che è durata anni, di sicuro dal 2004 al 2006; per gli inquirenti forse anche di più. Le bimbe hanno nascosto tutto, per paura di ritorsioni da parte dello zio nei loro confronti e della loro madre, fino a quando, in seguito ad una segnalazione, sono scattate le indagini. Su richiesta del Pm, il Gip della Procura della Repubblica di Napoli, ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell'uomo.

GUIDONIA. E' ancora caccia ai cinque stupratori che hanno aggredito una coppia di fidanzati a Guidonia, vicino a Roma, violentando la ragazza e picchiando il suo compagno. Per tutta la notte i carabinieri del comando provinciale di Roma hanno proseguito i controlli nei campi abusivi e nei campi nomadi non solo nella zona di Guidonia e Tivoli ma in tutta la capitale. A Guidonia intanto, raid razzisti sono seguiti ad un corteo di forza nuova, aggrediti nove stranieri. Le aggressioni sono avvenute a colpi di mazze da baseball, bastoni, aste di bandiere, manici di scopa, ma anche sedie prese dal bar, al grido di "andatevene via, tornate al vostro Paese, vi ammazziamo"...

BASTA, E' ORA DI REAGIRE!
CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE E DI STATO
RE AGIAMO RIVOLUZIONE!

Ai domiciliari il "bravo" e ricco stupratore italiano

Davide Franceschini, lo stupratore di Capodanno, non può stare in carcere perché è un bravo ragazzo........... e pure ricco

Parla Gaia, la ragazza stuprata alla Fiera di Roma la notte di Capodanno

"Quel mostro liberato perché è ricco,
mi sento abbandonata dalle istituzioni"


«Sono sconcertata, non ho parole: hanno rimesso in libertà quel ragazzo, quel mostro. L´hanno lasciato libero perché è ricco. Mi ha trascinato in quel bagno e mi ha violentato come una bestia. Ero così contenta il giorno in cui mi hanno dato la notizia del suo arresto, mi sono anche complimentata con la polizia e avevo anche detto che avrei voluto vederlo in faccia, invece oggi... che delusione mi sento davvero abbandonata dalle istituzioni. Veramente, sono proprio amareggiata».

Appello e saluto di Naukri Saida, all'assemblea del tavolo4 del 24 gennaio

Il messaggio che Saida, una donna originaria del Marocco che vive a Palermo, ha voluto inviare alle donne partecipanti sabato 24 gennaio a Roma all'assemblea del tavolo 4 "lavoro/precarietà/reddito"

Alle lavoratrici, alle precarie, alle immigrate, a tutte le donne riunite il 24 gennaio a Roma

Da ogni donna del mondo, sosteniamo il popolo palestinese e denunciamo l’immane massacro che da Israele terrorista è stato ripetuto per tante volte, il massacro di Sabra, Chatillah, Jenin, Jafa, Haifa e altri villaggi sin dalla I guerra mondiale fino all’ultimo villaggio di Gaza, uno tra i più grandi massacri che l’umanità ha visto in questi mesi.

Cadaveri di madri accanto ai loro bimbi che vegliano inermi, donne ferite, torturate, violentate, spogliate di tutto ma che con coraggio continuano a lottare come parte importante nella resistenza palestinese contro il regime dello Stato israeliano sostenuto dagli Usa e dagli alleati europei che ora dicono di volere mandare le forze dell’ordine, vedi il governo italiano, che ora dicono di bloccare con ogni mezzo il passaggio delle armi, in realtà vogliono ancora bloccare e stringere sempre più in una morsa la popolazione di Gaza per soffocarla.

Faccio a voi questo appello per una causa giusta, la vostra solidarietà ma anche la vostra lotta in Italia contro il governo Berlusconi aumenta il sostegno alla lotta delle donne palestinesi del mondo contro l’imperialismo.

Naukri Saida

22/01/09

Appello cub scuola Roma

Attacchi alle donne del governo su lavoro e diritti

Oramai è chiaro a tutte Brunetta non è un comico..

Sacconi non è un burlone...
la pensione a 65 anni per le donne del pubblico impiego potrebbe diventare realtà più velocemente di quanto si possa credere.
Le donne del Patto dei Sindacati di Base (CUB-COBAS-SDL) vedono con chiarezza che questa eventualità sarebbe l'ennesimo grave attacco alle condizioni di vita e di lavoro delle donne con conseguenze gravissime per tutti i lavoratori di tutti i settori (pubblico e privato).

Si pensi solo alle conseguenze sui lavoratori precari che vedrebbero ulteriormente limitata la possibilità di una stabilizzazione in un contesto, come ad esempio quello della scuola, dove l'unica politica è quella dei tagli e della privatizzazione, dove le donne sono la maggioranza.

D'altra parte, proprio nel settore privato è più violenta la discriminazione che le lavoratrici vivono tutti i giorni: licenziamenti, turni notturni, negazione della maternità e del lavoro di cura. Mediamente le donne lavorano di più per paghe più basse.

Se nel pubblico impiego si sono mantenute per più tempo le garanzie conquistate con tanti sacrifici, è giunto il tempo di eliminarle per permettere a lor signori di arraffare il più possibile: loro fanno una vita di sprechi insulsi e a noi ci tocca pagare la crisi che loro hanno generato.

Brunetta “salvatore” delle donne vuole renderci tutti uguali: uomini e donne, del pubblico e del privato. Sappiamo per certo che ci vogliono tutte schiave.

Tantissime lavoratrici stanno firmando l'appello che abbiamo proposto.
Aiutaci a farlo girare per raccogleire firme anche nella scuola.
Le donne del patto sono disponibili ad organizzare incontri per favorire, non solo una corretta informazione ma soprattutto uno scambio tra le lavoratrici dei vari settori, al fine di unire quello che altri vorrebbero diviso.
Invitiamo tutte a firmare l'appello e a prendere contatto con la CUB SCUOLA per dare vita ad una grande mobilitazione per l'indizione di uno sciopero su questi temi.

Le nostre nonne hanno conquistato la democrazia e la pace, le nostre madri la maternità, i servizi sociali, il divorzio, la 194.... ci stanno togliendo tutto, a noi tocca difendere la dignità di tutte.

CUB SCUOLA VIA AEROPORTO 129 000175 ROMA FAX TEL 06 76968514 cubcuola.roma@tiscali.it

Trovate l'appello qui

21/01/09

24 GENNAIO ROMA - DALLE ORE 9,30 ASSEMBLEA DEL TAVOLO 4 "lavoro/precarietà/reddito"

'Noi la crisi non la paghiamo le doppie catene unite spezziamo'
'tutta la nostra vita deve cambiare'

24 GENNAIO ROMA - DALLE ORE 9,30
ASSEMBLEA DEL TAVOLO 4 "lavoro/precarietà/reddito"

c/o la casa occupata "Lucha y Siesta" v. Lucio Sestio, 10 (per arrivare prendere da Termini la MM linea A e scendere alla fermata Lucio Sestio, sulla tuscolana, la casa occupata si trova sopra la fermata).

Finora hanno confermato la loro presenza collettivi e compagne da Bologna, Trieste, Milano, Roma, Perugia, Palermo, Taranto

Chiediamo a tutte, sia che hanno partecipato nei precedenti incontri/iniziative del Tavolo 4, sia che sono interessate, a partecipare, facciamo un caldo invito alle lavoratrici, delegate che in questi mesi hanno lottato sui posti di lavoro, nelle piazze, ad essere presenti e rivolgiamo un appello particolare alle studentesse universitarie che lottano anche contro una futura vita precaria.

nell'assemblea proponiamo di:

  • fare insieme una valutazione delle iniziative già fatte come Tavolo 4 (intervento nello sciopero del 17 ottobre, nella manifestazione del 22, e in parte nella manifestazione nazionale sulla sicurezza, più altre iniziative fatte a livello locale);
  • cominciare a costruire un manifesto/programma (utilizzando anche le inchieste fatte) da cui venga chiara un'analisi e forte la denuncia complessiva della condizione delle donne, lavoratrici, precarie, attuali e future, ma nello stesso tempo l'affermazione del punto di vista e della necessità della doppia lotta generale delle donne; e da cui possiamo già trarre i punti, le realtà più esemplari e importanti su cui sviluppare iniziative;
  • costruire una mobilitazione autonoma delle donne, lavoratrici, precarie, studentesse, disoccupate, ecc. contro gli attacchi di padroni, governo, ed ultimo Ratzinger;
all'insegna di "tutta la vita deve cambiare"
fino ad uno sciopero al 'femminile'.

Le compagne sono invitate a portare dei contributi scritti e a integrare, ove lo ritengano necessario, l'o.d.g. di cui sopra, ma prima del 24.

Fateci sapere al più presto chi viene (per comunicazioni scrivere a: tavolo4flat@inventati.org )

Un forte saluto e arrivederci al 24

Femminismo, lavoro e crisi globale

Contributo di Giovanna (Emergenza Femminista)
Femminismo Lavoro e Crisi Globale

Appello RdB-CUB P.I.

CONTRO L'ATTACCO AI DIRITTI DELLE DONNE!
CONTRO L'AUMENTO DELL'ETA' PENSIONABILE!
io, donna e lavoratrice,
non sono d’accordo e
FIRMO!

L’aumento dell’età pensionabile è parte di un più vasto attacco contro i diritti delle donne, in particolare contro le lavoratrici del Pubblico Impiego, che va respinto attraverso una grande mobilitazione nazionale.

Il nuovo aumento dell’età pensionabile per le lavoratrici della Pubblica Amministrazione, che presto andrà a colpire le lavoratrici avviene con il pretesto di dare corso ad una sentenza della Corte di Giustizia Europea. Niente di più strumentale! Si dà corso alle indicazioni dell’Europa solo quando queste colpiscono i lavoratori, le donne, i più deboli; mai, ad esempio, né questo né i governi precedenti si sono preoccupati di applicare un’altra sentenza della Corte riguardante i riconoscimento dell’anzianità di servizio per le lavoratrici precarie.

In un paese dove anche l’assistenza ai disabili grava soprattutto sulle spalle delle donne, alle restrizioni dei diritti derivanti dalla 104 attuate da Brunetta fanno eco amministrazioni zelanti e più realiste del re che, come nel caso dell’Ospedale San Giovanni di Roma, interpretano la legislazione in modo ulteriormente peggiorativo negando il diritto ai permessi a tutti coloro che non convivono con il disabile da assistere. E ricordiamo che nel Comparto Sanità ben il 75% della forza lavoro è costituito da donne.

La RdB-CUB P.I. si batterà per respingere questo grave attacco ed invita tutte le lavoratrici a riprendere nelle proprie mani l’iniziativa per una battaglia che metta al centro la riconquista di tutti i diritti.

Lanciamo quindi un invito a tutte le lavoratrici, le delegate, le RSU a firmare questo appello
RdB-CUB P.I.

Dalla Saint Gobain

Due donne, impiegate part time, mogli e madri di figli minori, con il trasferimento dalla Saint Gobain di Vado Ligure (Sv) a Milano rischiano il posto di lavoro. E’ già scattato il primo licenziamento.
Il sindacato CUB protesta e chiede alla direzione un passo indietro e la ricerca di soluzioni alternative.

La multinazionale Saint Gobain ha in corso l’accentramento delle attività degli uffici e ha programmato il trasferimento delle attività e di due lavoratrici dalla sede di Vado Ligure (Sv) a Milano. Il trasferimento per queste due lavoratrici, così gravate dai loro carichi di impegni famigliari e sociali, è naturalmente insostenibile e serve solo a mascherare la volontà del licenziamento.
La direzione, per ora, sostiene di avere informato per tempo le organizzazioni sindacali e si trincera dietro argomenti formali.
Le leggi e le direttive europee però, così come i contratti, prevedono azioni positive per lo sviluppo della occupazione femminile (che in Italia è agli ultimi posti), affinchè le donne possano continuare ad esercitare le funzioni che la Costituzione e le leggi affidano principalmente a loro, come la responsabilità della crescita e del rapporto con i figli ecc….
Nella nostra società evidentemente c’è ancora molta disuguaglianza, e infatti sulle spalle delle donne ricadono molte funzioni anche perché non c’è una giusta ripartizione tra uomini e donne delle attività familiari, ma questa è una realtà che va cambiata senza buttare fuori le donne dal mondo di lavoro.
Per questo riteniamo necessario costruire attorno alle due lavoratrici colpite azioni di solidarietà.
Chiediamo quindi alle altre organizzazioni sindacali e alle RSU un intervento attivo e propositivo affinché si riesca a far mantenere il posto di lavoro alle due lavoratrici, così come abbiamo già chiesto alle Consigliere di Parità di Savona e Milano un loro intervento per costruire le condizioni per trovare soluzioni positive.

Ma per fare ciò la prima cosa è il ritiro della lettera di licenziamento e l’apertura di un confronto ai livelli necessari.
La tecnologia consente al gruppo dirigente di verificare ogni momento l’andamento delle attività del gruppo a centinaia di chilometri di distanza.
Perché non utilizzare ad esempio il telelavoro per mantenere le persone in attività presso la sede attuale evitando così scelte drammatiche come i licenziamenti.

Ai lavoratori e lavoratrici del gruppo chiediamo un segno di solidarietà e di protesta (mail cubsavona@tiscali.it, fax o altro) contro le scelte di un gruppo che presenta una facciata di disponibilità sociale regalando i giochi per il parco dei bambini ma poi non si preoccupa di privare le loro madri della sacrosanta fonte di sostentamento.

nb: il sindacato cub è presente, per ora, a Vado Ligure e Dego (Sv) e Pescia (Pt).
20 gennaio 2009

CUB nazionale

Dal gruppo donne del sindacato CUB Bologna inviamo la nostra solidarietà alle lavoratrici e sostegno a lotte e rivendicazioni che metterete in campo.
Domani 24 gennaio a Roma ci sarà un incontro nazionale della rete delle donne sul lavoro dove porteremo il vostro comunicato e proporremo di inviare un comunicato di sostegno.
Ancora di più è necessario che noi donne organizziamo uno sciopero generale nel paese per denunciare il feroce attacco ai diritti in particolare delle donne. Dalla volontà di innalzare l'età pensionabile all'allargamento della precarietà del lavoro , al taglio dei servizi sociali che addossano ancora di più il lavoro oltre il lavoro in produzione delle donne, una grande ricchezza che nessuno ha mai riconosciuto e pagato.
Le donne sono licenziate perchè costano per le assenze per maternità, assistenza, sostegno a famiglie/società, le donne scelgono in maggioranza il part-time rispetto agli uomini perchè per fronteggiare tanti impegni.
Le aziende come la Saint Gobein di Vado Ligure così come l'Alitalia e tante altre, prima straguagagnano, poi licenziano per una crisi aziendale tutta da dimostrare. Andiamo a vedere i bilanci e sicuramente saranno super positivi e con miliardi di euro investiti in operazioni finanziarie.
Però la strada più breve è il licenziamento, la mobilità, la cig, il trasferimento, l'esternalizzazione.
In Italia i padroni hanno trovato le strage giuste aiutati da tutti da destra a sinistra.
Ogni governo che si è avvicendato nel nostro bel paese, ha tagliato sui servizi sociali, privatizzato, ha tagliato salari e posti di lavoro, ha tolto e sta togliendo tutele sociali, eppoi vogliono la parità fra uomo donna quando ci sono solo diritti da perdere.
Ma vergognatevi! Alle donne diciamo ribelliamoci e lottiamo.
La crisi non la vogliamo pagare noi!

P.Sindacato CUB Bologna Niicoletta Frabboni

13 FEBBRAIO 2009 SCIOPERO GENERALE

NO ALLA FALSA PARITA’ DI BRUNETTA E SACCONI
METALMECCANICHE E DONNE DEL PUBBLICO IMPIEGO INSIEME
PER CAMBIARE

13 FEBBRAIO 2009 SCIOPERO GENERALE

La crisi economica e finanziaria sta distruggendo velocemente posti di lavoro e capacità produttiva nel nostro paese e nel resto del mondo.
Per fronteggiare la crescita della disoccupazione, della precarizzazione del lavoro, della povertà, in Europa molti governi hanno predisposto ingenti interventi pubblici per sostenere assieme produzione, occupazione e redditi.
Al contrario il governo Berlusconi vuole approfittare della crisi per ridisegnare in peggio tutte le condizioni che regolano i diritti dei lavoratori, lo stato sociale e i sistemi contrattuali.

Dopo l’attacco alle condizioni lavorative del pubblico impiego, il blocco delle assunzioni dei precari, i decreti Gelmini su scuola università e ricerca; dopo la legge 133 che toglie diritti ai lavoratori e obblighi per le imprese; dopo la firma separata dell’accordo quadro per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, i conseguenti accordi separati dei contratti nazionali di Ministeri, Agenzie Fiscali, Enti Pubblici non Economici e la Sanità privata; dopo gli accordi separati che riscrivono il sistema contrattuale nell’industria, nel commercio e nell’artigianato secondo uno schema corporativo che sostituisce la bilateralità alla contrattazione, sancisce l’impoverimento strutturale delle retribuzioni, distrugge un sistema universale a favore di un sistema frammentato per settori e aree territoriali; dopo tutto ciò ecco che esce dal cilindro del governo la nuova parola d’ordine della “parità”, che mira a cancellare il diritto alla pensione di vecchiaia a 60 anni per cui le donne dovrebbero andare in pensione di vecchiaia come gli uomini a 65 anni.

La presunta “bandiera della parità” di cui si ammanta Brunetta per aumentare l’età pensionabile delle donne nel pubblico impiego e il gioco delle parti con il collega Sacconi che difende l’attuale età pensionabile delle donne solo per il settore privato, sono una mistificazione inaccettabile perché, da oltre 30 anni, le lavoratrici italiane hanno la piena libertà di optare se proseguire o meno l’attività lavorativa fino a 65 anni e oltre, come i loro colleghi uomini.
Tutte le misure del Governo in materia di lavoro e stato sociale, al contrario, sanciscono una condizione di ulteriore discriminazione e disparità per le donne, di negazione della loro dignità.
Ne sono una prova, e una vergogna, numerosi provvedimenti del governo come la detassazione degli straordinari finanziata con i fondi destinati ai Centri Antiviolenza e ai progetti a tutela delle donne che hanno subito violenza, la cancellazione della legge contro le dimissioni in bianco, che non costava una lira allo Stato e al sistema delle imprese, che dava maggiori diritti alle donne ma era sgradita a Confindustria! Se l’Italia è al penultimo posto in Europa per tasso di occupazione femminile, è perché ben altre sono le discriminazioni che le donne subiscono.
In tutte le professioni, a parità di inquadramento, le donne guadagnano, in media, il 25% in meno spazio degli uomini nei settori privati e almeno il 15% nel settore pubblico. Inoltre, le lavoratrici pubbliche come i loro colleghi maschi, a differenza del settore privato, non hanno ancora la previdenza complementare.
Anche tra i pensionati la maggioranza di coloro che stanno sotto la soglia di povertà sono donne. Sono fortemente presenti nel precariato, nel lavoro nero e la maggioranza nel lavoro part-time. Nel privato e nel pubblico la maternità e il ricorso a permessi per il lavoro di cura dei familiari sono considerati un disvalore che rende le donne meno affidabili, più costose, un peso ingombrante di cui disfarsi non appena possibile, e, nello stesso tempo le penalizza sul versante del salario e della carriera, destinandole ad un futuro di crescente povertà. Infatti pesa negativamente l’accentuarsi delle discontinuità lavorative dovute al lavoro di cura, che grava sulle donne individualmente o attraverso l’aumento della fatica o rinunciando al lavoro, oppure ricercando la collaborazione di altre donne , quasi sempre straniere, spesso assunte in forme precarie a causa dei bassissimi redditi delle lavoratrici e dei lavoratori.

> Respingiamo il Libro Verde di Sacconi, perché ridurre alla pura logica del mercato gli interventi sociali scarica pesantemente sulle donne una ulteriore fatica quotidiana e gratuita; perché le politiche dei tagli e delle privatizzazioni nei servizi essenziali, nella scuola, nella ricerca, nelle università, nella sanità colpiscono in larga misura posti di lavoro femminili, distruggono il principio di un welfare solidale ed universale che garantisce diritti uguali ad ogni persona e, quindi, peggiorano le aspettative di lavoro e le condizioni di vita per tutte e tutti.

> Contro l’aumento della fatica, le discriminazioni salariali, la svalutazione professionale, l’aumento dei carichi di lavoro, i rischi per la salute, l’aumento dell’autoritarismo in fabbrica, e nell’impiego pubblico, la cassaintegrazione e i licenziamenti, rivendichiamo una seria politica per l’occupazione femminile, rilanciamo una politica di riduzione degli orari di lavoro e il ripristino di condizioni di legge e contrattuali per il controllo sugli orari di fatto e nuove condizioni di solidarietà nel lavoro tra i generi, tra generazioni, i nativi e i migranti.

> Siamo radicalmente contrarie all’aumento dell’età pensionabile delle donne.

> Chiediamo invece interventi che facciano crescere le retribuzioni e le prestazioni pensionistiche, estensione delle convenzioni con i paesi d’origine e possibilità di riscatto dei contributi versati per le migranti, la generalizzazione degli ammortizzatori sociali e una loro estensione alle lavoratrici e ai lavoratori precari, alle e ai giovani inoccupate-i, chiediamo un aumento dei congedi parentali e degli istituti a supporto dell’attività di cura per donne e uomini, un programma di investimenti e rilancio dei servizi pubblici rivolti all’infanzia, all’istruzione, all’intercultura e alla non autosufficienza.

> No alla detassazione degli straordinari e del salario collegato alla produttività e alla presenza, sì alla detassazione degli ammortizzatori e dei redditi da lavoro dipendente, delle indennità per congedi parentali.

> No alla Bossi-Fini e al nuovo decreto sicurezza che priva le/i migranti dei diritti fondamentali, quali quello all’assistenza sanitaria, all’accoglienza, alla conservazione del diritto alla permanenza in condizione di disoccupazione, no al divieto d’assunzione dei migranti nel pubblico impiego, si ad una campagna generalizzata di emersione e regolarizzazione.

PER AFFRONTARE LA CRISI ED USCIRNE IN POSITIVO, SERVE UNA SOCIALITÀ NUOVA IN CUI SOLIDARIETÀ, RISPETTO DELLA DIGNITÀ DELLA PERSONA, VALORIZZAZIONE DEL LAVORO E DEGLI ECOSISTEMI, REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA, DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE DEI SOGGETTI E DELLE COLLETTIVITÀ, INTRECCIO POSITIVO TRA PRODUZIONE E RIPRODUZIONE, SIANO VALORI CONDIVISI E BENI COMUNI SU CUI FONDARE LO SVILUPPO.

PER QUESTI OBIETTIVI
DONNE METALMECCANICHE E DELL’IMPIEGO PUBBLICO INSIEME
NELLE FABBRICHE, NEGLI UFFICI, NEI PUBBLICI SERVIZI
PER AFFERMARE LIBERTÀ E RICONQUISTARE DIRITTI.
PORTIAMO IN PIAZZA LE NOSTRE VOCI
DIGNITA’ PER OGNUNA DIRITTI PER TUTTE
SCIOPERO GENERALE 13 FEBBRAIO 2009
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA

Donne Comitato Centrale FIOM - Donne Direttivo Funzione Pubblica CGIL

Stuprata dagli uomini, violentata dal padrone

Roma 13 maggio 2008: Magdalena, 38 anni rumena, viene stuprata, sotto la minaccia di un'arma da taglio, da Alessio Amadio, italiano di 40 anni. Lo stupro è avvenuto nel call center dove Magdalena lavorava come addetta alle pulizie, alle dipendenze della compagna di Amadio. Magdalena denuncia lo stupro. La padrona del call center la licenzia.
Qui sotto il comunicato delle compagne romane in occasione del processo

LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
NON HA NAZIONALITA', LA FANNO GLI UOMINI

"PERCHE' UN MASCHIO ITALIANO NON PUO' ESSERE FEDELE" HA DETTO ALESSIO AMADIO, ITALIANO E STUPRATORE DI UNA DONNA RUMENA

PRESIDIO DI SOLIDARIETA' A MAGDALENA
In occasione della Sentenza di primo grado, Tribunale Piazzale Clodio, Roma
Mercoledì 21 gennaio - ore 9

Magdalena, 38 anni rumena, lo scorso 13 maggio alle 6.30 del mattino ha subito un'aggressione e uno stupro, costantemente sotto la minaccia di un'arma da taglio, da parte di Alessio Amadio un uomo italiano di 40 anni. Lo stupro è avvenuto nel call center dove Magdalena lavorava come addetta alle pulizie. Alessio Amadio ai primi di giugno era agli arresti domiciliari. Alla fine di settembre era a piede libero.
Questo caso non ha avuto spazio sui media perché è scomodo sottolineare che una donna rumena ha subito violenza da un uomo italiano di classe media. Questo caso infatti rovescia completamente la 'regola' su cui hanno costruito il pacchetto sicurezza, per cui è lo "straniero" a mettere a rischio la sicurezza delle donne italiane.
Le istituzioni strumentalizzano la violenza contro le donne per fini razzisti e per giustificare leggi repressive, mentre gli stupratori non hanno nazionalità, l'unica cosa che li accomuna è che sono tutti uomini. Magdalena è stata stuprata da un italiano mentre lavorava e minacciata di morte. Lui Alessio Amadio, non è stato additato come mostro o minaccia per la sicurezza nazionale. Lui ha potuto rivendicare la violenza dichiarando "perché un maschio italiano non può essere fedele", quindi non può controllare le proprie pulsioni. Di conseguenza sarebbe nella natura delle donne dover subire, possibilmente in silenzio e senza difendersi, dagli eccessi della "virilità" maschile.
Infatti nelle vergognose motivazioni alla sentenza per lo stupro e l'omicidio di Giovanna Reggiani si legge "La Corte (…) non può non rilevare che sia l'omicidio, sia la violenza sessuale (…) sono scaturiti del tutto occasionalmente dalla combinazione di due fattori contingenti: lo stato di ubriachezza e di ira per un violento recente litigio sostenuto dall'imputato e la fiera resistenza della vittima…In assenza degli stessi (i due fattori contingenti) l'episodio criminoso, con tutta probabilità, avrebbe avuto conseguenze assai meno gravi".
Le istituzioni sostengono e alimentano la cultura dello stupro, ritenendolo così "naturale" e inevitabile da chiedere alle donne di subirlo per salvarsi la vita. In quanto donna Giovanna Reggiani è colpevole di non essere stata una brava vittima.

Magdalena è stata licenziata perché stuprata dal compagno della sua datrice di lavoro. Il Comune di Roma ha sfruttato la vicenda mediaticamente, dichiarando sui giornali che si sarebbe costituito parte civile - fatto mai accaduto - e che le avrebbe offerto un altro posto di lavoro. Dopo mesi di silenzio e senza aver fornito alcun sostegno, il Comune ha offerto a Magdalena un posto di lavoro con contratto di 3 mesi.
Contro la normalizzazione della cultura dello stupro e contro le logiche che vogliono le donne deboli e sottomesse per poterle meglio sfruttare affettivamente, economicamente e sessualmente, le donne continueranno a difendersi, a lottare e a denunciare con rabbia, perché non sono loro a doversi vergognare per le violenze degli uomini.

Assemblea romana di femministe e lesbiche
sommosse_roma@inventati.org
Ascolta il servizio dai radio onda rossa

20/01/09

VIOLENZA E POVERTA' - appello per il 24 gennaio


Cinzia ha 19 anni e un bimbo di 7 mesi
Cinzia è nigeriana e vive a Perugia con suo fratello, che non ce la fa a pagare l’affitto

Cinzia è povera e non ha un lavoro. Per comprare i pannolini al suo bambino “ruba” 10 euro dai soldi che il fratello metteva da parte per le bollette.
Sento le sue grida di aiuto una sera
Lancinanti, sopra la mia finestra
sopra a un bar notoriamente frequentato da fascisti e borghesi benpensanti
tutti bianchi
Per un attimo le loro risate di scherno, i loro commenti xenofobi hanno distolto la mia attenzione da lei
Grida ancora, corro sù
la serratura è rotta, la porta aperta, il bimbo piange nell’altra stanza
lei è stesa per terra e piange
la aiuto a rialzarsi. Suo fratello si giustifica con me, mi dice che lei gli ruba i soldi e lui non riesce a pagare neanche le bollette.
Cinzia va in camera per prendere il bambino e le sue cose. Mi chiede di chiamare la polizia. Esito. Preferisco aspettarla e portarla via di là: il fratello è fuori di sé, prende in mano una scopa e con una furia bestiale ci travolge entrambe e inizia a picchiare selvaggiamente. Mentre cerco di uscire dal mucchio grido fortissimo. Aiuto aiuto. Mi libero, scendo giù, chiamo la polizia…….

Cinzia è ancora viva
mi chiede se posso aiutarla a trovare un lavoro
sono disoccupata
si vergogna di essere povera e molto timidamente mi chiede qualche euro per dar da mangiare al suo bambino perché ha finito il latte
ho solo 25 euro, gliene dò 10
Alla caritas non vuole andare, le darebbero solo un pacco di pasta, non i pannolini o il latte per il suo bambino e poi potrebbero portarglielo via
Dall’assistente sociale non vuole andare, non si fida, teme possano portargli via il bambino
Che fare?
Qui non c’è un centro antiviolenza
Qui non c’è la casa occupata Lucha y Siesta
Qui tutti, dalla polizia alle pari opportunità hanno scaricato le sorti di Cinzia e del suo bambino alla sottoscritta e a qualche altra sfigata amica sua
Cinzia mi ha detto: sono venuta qui per non far crescere mio figlio nella miseria e nella fame, ma se devo star qui a mendicare o a rubare preferisco tornare in Nigeria
Cinzia è sparita con il suo bambino, qualche giorno prima è andato via anche suo fratello

Alla sottoscritta e a qualche altra sfigata amica sua è rimasto solo un gran senso di impotenza
Speriamo di perdere anche quello il 24 gennaio
Speriamo di incontrare tante donne solidali, proletarie immigrate e non con cui poterci confrontare
Da un seme può nascere qualcosa, ma è necessario che tutte diano il loro contributo perché la pianta non avvizzisca
Superiamo pregiudizi e imbarazzanti settarismi e diamole dell’acqua!
Lei ci dà l’aria, lei ci dà la vita
Si chiama lotta e unità

19/01/09

CORRUZIONE ALL'ISPETTORATO DEL LAVORO DI BARI

ISPETTORI DEL LAVORO E UN CC DEL NIL DI BARI ARRESTATI

VERGOGNA! L'INCHIESTA VADA AVANTI E A FONDO!

I RESPONSABILI ACCERTATI SIANO CONDANNATI E LICENZIATI!

Lo slai cobas per il sindacato di classe dell'Ispettorato del Lavoro di Taranto esprime tutta la propria indignazione e condanna verso quegli ispettori di Bari che nei giorni scorsi sono stati arrestati per aver preso soldi dalle ditte, azzerando sanzioni.

Vogliamo che l'inchiesta vada a fondo, colpisca gli autori effettivi ma anche chi dell'Ispettorato di Bari eventualmente sapeva e copriva.

Questi ispettori inquisiti hanno danneggiato i lavoratori, che vedono coloro che dovrebbero tutelarli collusi invece con le aziende; hanno danneggiato gli ispettori onesti che vogliono fare il loro dovere.

Ci sono delle responsabilità personali gravissime, ma va denunciato anche un clima, un andazzo abitudinario all'insegna della "collaborazione", del "chiudere un occhio" che a volte emergeva anche da atteggiamenti di consulenti del lavoro di Bari.

Ma c'è da dire anche un'altra cosa. Noi recentemente abbiamo denunciato i rischi, le conseguenze deleterie, in contrasto con gli interessi dei lavoratori della Direttiva del 18.9.08 del Ministro Sacconi che dispone agli ispettori di passare da un atteggiamento "persecutorio" ad un atteggiamento di "servizio, collaborativo" verso le aziende e i loro professionisti.
Bene, questa Direttiva, se venisse realmente applicata, non farebbe che legittimare la politica del "chiudere un occhio", del limitare le sanzioni, che di fatto può diventare pericolosamente e più facilmente brodo di coltura di una "attività" di interesse privato.

Chiamiamo anche gli altri ispettori, lavoratori degli Ispettorati del Lavoro a non stare zitti, né a fare una difesa d'ufficio degli ispettori.
E' giusto che vengano denunciate chiaramente le situazioni e le persone che danneggiano i lavoratori.

Ogni ispettore deve anche "metterci la propria faccia" nella battaglia necessaria perchè i lavoratori possano trovare nell'Ispettorato una tutela sulle condizioni di lavoro, di sicurezza, in una situazione in cui queste vengono sempre più danneggiate.

Slai cobas per il sindacato di classe
Ispettorato del Lavoro - Taranto
cobasta@fastwebnet.it
19.1.09

15/01/09

Con le donne di Gaza

Con le donne di Gaza, uccise, ferite, imprigionate nei campi profughi senza cibo, acqua, medicine, che vedono morire i loro mariti, che vedono ammazzati i loro figli, anche appena nati.

Al fianco delle donne palestinesi che non solo muoiono e piangono i loro cari ma che sfidano con forza e coraggio il regime israeliano portando nella generale lotta del popolo una doppia determinazione proprio come donne che subiscono l'oppressione più totale.

Come lavoratrici, in solidarietà alle donne e al popolo di Gaza, scendiamo oggi pomeriggio a Palermo in corteo, in contemporanea alla manifestazione nazionale di Roma.

17/01/09

mfpr palermo


Solidarietà a Margherita

Inviamo la notra solidarietà a Margherita Calderazzi che da sempre lotta per la sicurezza sul lavoro e per i diritti di lavoratrici e lavoratori contro l'azienda RIVA, mettendo le sue forze e la sua capacità di strenua militantre del sindacato di base per arginare la strapotenza di padron Riva che nonostante i mezzi di cui dispone, ha tentato persino di schiacciare la civile protesta di chi lo accusa di morte e di inquinamento dell'intera città di Taranto, chiedendo un risarcimento di 100.000 euro quando lui stesso ne risparmia ben di più per lo sfruttamento dei lavoratori della sua azienda e per non rispettare alcuna norma di salvaguardia di sicurezza e di tutela ambientale di un'intera città.
Il giudice ha riconosciuto il diritto di chi protesta e ha dato torto all'arroganza di chi con i soldi può permettersi di tutto, è una grande soddisfazione che la giustizia vinca e che vinca la lotta indomita di Margherita.

da Bologna dal Sindacato CUB Nicoletta Frabboni

13/01/09

Lettera di Genisardo a sommosse

Care Sommosse
ieri un morto all'Italsider di Trieste ( ex ILVA)
oggi il processo a Margheritta Calderazzi "mandante"delle scritte "Riva assassino"
nell'esprimere tutta la mia affettuosa solidarietà e delle sommosse di TS a Margherità allego l'odg approvato dalla NCDL CGIL di TS .
Alle Sommosse tutte chiedo di fare, nonostante il momento di mobilitazione contro il massacro dei palestinesi, uno sforzo per mantenere la data del 24 gennaio per il tav 4 .
Le condizioni delle lavoratrici, precarie e immigrate peggiorano, la crisi che abbiamo di fronte sarà durissima per tutte Troviamo un momento comune per attrezzarci come sommosse e trovare una voce comune per parlare a tutte le donne
un caldo abbraccio

Geni


ORDINE DEL GIORNO
SU SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO
PRESENTATO IN COMITATO DIRETTIVO
DEL 22 DICEMBRE 2008

Nell'indicare la priorità nella lotta per la sicurezza sui luoghi di lavoro, il Comitato Direttivo provinciale della NCCdl CGIL di Trieste si impegna a contrastare la condotta delle imprese che, di fronte ad infortuni mortali con arroganza e prepotenza limitano o quanto peggio cancellano la libertà di denuncia e di espressione dei lavoratori, tesa ad individuare le gravissime responsabilità delle stesse.
Per queste ragioni il Comitato Direttivo della NCCdL CGIL di Trieste esprime la propria solidarietà alla compagna Margherita Calderazzi, coordinatrice dello SLAI COBAS di Taranto, denunciata dal padrone dell'ILVA di Taranto come “mandante”per una scritta “RIVA ASSASSINO” apparsa sui muri della fabbrica nell'agosto 2006.
La morte di 45 operai, durante la gestione Riva, è inaccettabile.

VOTATO ALL'UNANIMITA'

LA LOTTA PAGA


Riva assassino-assolta Margherita

Al termine di una udienza molto interessante, in cui Margherita Calderazzi ha fatto una dichiarazione spontanea di forte denuncia e rivendicazione della giustezza del contenuto della scritta Riva assssino come sintesi di una critica al sistema Riva che produce morti sul lavoro e morti e malati da malattie professionali e inquinamento in città e una brillante arringa difensiva dell'avvocato Fausto Soggia il giudice di pace DeVincentis ha assolto Margherita Calderazzi dall'essere mandante della scritta e dal ritenerla diffamatoria e lesiva della dignità e onore di Padron Riva e dell'azienda che presiede, perchè "il fatto non costituisce reato" ma legittimo e fondato diritto di critica il giudice ha ritenuto di condannare la compagna per 'concorso in imbrattamento' con 60 euro di risarcimento ! un tocco di humor in una aula sorda e grigia resa in questa occasione teatro di uno scontro di classe non conciliabile seguiranno ulteriori comunicati di slai cobas per il sindacato di classe e rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro.
slai cobas per il sindacato di classe
347-5301704

12/01/09

“100 circolari non valgono la vita di un solo bambino palestinese”!

Chi sono i veri terroristi?
Solidarietà alla compagna di Red Block, solidarietà a chi lotta!

Da una scuola di Ravenna:

“100 circolari non valgono la vita di un solo bambino palestinese”!

A fronte della negazione da parte del preside del permesso di svolgere un’assemblea d’istituto urgente che affrontasse la questione dell’invasione della Palestina da parte delle truppe israeliane, gli studenti del liceo artistico di Ravenna hanno distribuito volantini nelle classi in cui annunciavano che oggi (10-01-09) usciranno per 30 minuti dalle aule e si recheranno all’esterno dell’istituto per firmare l’appello “solidarietà con la Palestina”, a questa protesta avevano chiesto agli insegnanti di unirsi…la vice preside del liceo ha però fatto girare una circolare nella stessa mattinata, con la quale assicura il regolare svolgimento delle lezioni, non autorizzando nessuna uscita e invitava tutti a non partecipare alla protesta, in caso contrario i singoli si assumeranno le proprie responsabilità. Molti insegnanti che avevano espresso sostegno all’iniziativa hanno poi affermato di non potervi partecipare, dopo tale circolare.
Non solo, una compagna, che ha promosso l’iniziativa è stata
minacciata di sospensione se si “permetterà” di inscenare tale protesta, ed è stata anche insultata dalla prof di religione, (che non avendo argomenti l'ha definita:"merda secca" in classe). La compagna di Red Block ha ribattuto che a maggior ragione la protesta si doveva fare perché “100 circolari non valgono la vita di un solo bambino palestinese”.
Quindi c'è stata la sospensione delle lezioni, improvvisata per una mezzora,
che ha visto una buona partecipazione studentesca nonostante il tentativo di impedimento da parte della dirigenza scolastica...(una professoressa, sfidando la circolare della vice preside ha accompagnato l'intera classe all'uscita per firmare l'appelo per fermare il massacro, in solidarietà con il popolo palestinese).
Altre scuole ravennati adotteranno la protesta ed hanno espresso la loro solidarietà alla compagna.

Denunciamo l’arroganza, l’ottusità e soprattutto la volontà politica dei dirigenti scolastici del liceo artistico di Ravenna di impedire la protesta contro il massacro del popolo palestinese da parte delle truppe nazi sioniste israeliane e sottolineamo nuovamente come nella scuola pubblica italiana si cerchi di impedire agli studenti di affrontare tematiche politiche, culturali che in qualche modo possano essere considerate scomode e da bandire perché non conformi al pensiero reazionario della classe dominante.

Red Block Ravenna
3339680871
redblockravenna@libero.it


11/01/09

CON LE DONNE DI GAZA

TRASFORMIAMO IL NOSTRO DOLORE, LA NOSTRA RABBIA IN LOTTA DOVUNQUE E FINO IN FONDO

Di ora in ora cresce il numero di morti e feriti nella striscia di Gaza. 800 morti, la maggioranza donne e bambini, più di 3000 feriti, alcuni gravissimi, un vero genocidio! Bombardate le scuole dell'UNRWA, piene di donne e bambini sfollati, gli ospedali, impedito l'arrivo di alimenti, medicine.
Un popolo già fortemente provato da un embargo durato due anni, continue incursioni e soprusi dell'esercito nazi-sionista israeliano, donne e bambini costretti ad una vita neanche
lontanamente degna di questo nome nei campi profughi, nei territori chiusi dal vergognoso e odioso muro dell'apartheid, una vita di terrore, di privazioni, oppressione e disperazione.
le immagini strazianti di bimbi tra le macerie, di madri,
donne disperate che piangono i tanti loro morti, suscita profonda rabbia, dolore.
Nella nostra lotta contro l'oppressione, la disperazione, la miseria siamo al fianco delle donne palestinesi, perchè trasformino la loro rabbia, dolore, oppressione in forza per la liberazione dell'intero popolo palestinese dalla barbarie dello Stato nazista israel
iano e dell'imperialismo.

Movimento femminista proletario rivoluzionario